I prodotti halal per primi nelle Marche
con l’accordo di libero scambio

La merce conforme alla dottrina islamica potrà transitare liberamente grazie all'intesa tra Halal International Authority, la società Svim Sviluppo Marche Spa e la Piattaforma logistica delle Marche

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Sharif Lorenzini

Presto sarà realtà la prima zona di scambio per i prodotti halal, ovvero conformi alla dottrina islamica, che potranno transitare liberamente attraverso una piattaforma logistica nella regione Marche. Il progetto innovativo è il frutto di un protocollo d’intesa tra Halal International Authority, la società Svim Sviluppo Marche Spa e la Piattaforma logistica delle Marche. Il protocollo, che anticipa l’accordo quadro, è stato firmato ieri a Jesi. La Hia è unica in Italia ed è in grado di certificare a livello mondiale prodotti agroalimentari e servizi secondo gli standard islamici. In pratica, svolgerà attività di consulenza strategica e di coordinamento trasferendo know how di certificazione. Una volta realizzata, la ‘halal free trade zone’ entrerà a far parte dell’Halal Hub Euromediterraneo, progetto di cui vanta l’esclusiva e la titolarità assoluta Hia. Indirettamente, viene favorito anche un incremento di turismo ‘halal incoming’, che è parte integrante del progetto.

Il mercato halal globale oggi conta cifre stratosferiche: si parla di oltre 3 trilioni di dollari annui con un tasso di crescita dell’11%. “La sottoscrizione di questo protocollo – afferma Sharif Lorenzini, presidente di Hia – costituisce un’occasione non solo di svolta economica e commerciale per l’Italia ma un momento di crescita culturale diffondendo un nuovo modo di concepire il business e il progresso economico. La giusta chiave per entrare con un passo deciso nel mercato economico europeo. Le Marche sono la prima regione che ha deciso di aderire a questo ambizioso progetto del Halal Hub Euromediterraneo. In queste ore altre regioni hanno già fatto richiesta di creare intese simili. Le potenzialità di crescita non sono per niente da sottovalutare visto che in Italia sono presenti solo 350 imprese in possesso della certificazione. Più il numero salirà e più aumenterà la possibilità per gli imprenditori di aprirsi a nuovi mercati incrementando i loro volumi d’affari”.



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