di Marco Ribechi
(foto di Guido Picchio)
Macerata città dell’ospitalità e della tolleranza. Sono le parole che più hanno risuonato questa sera in piazza della Libertà durante il presidio anti razzista organizzato dall’Anpi per dire no alla violenza. Dopo il tentato incendio di matrice xenofoba al negozio di generi alimentari gestito da una coppia nigeriana (leggi l’articolo), i cittadini si sono stretti in un cordone di solidarietà per prendere le distanze da un gesto che male si adatta ai tratti caratteristici della patria di San Giuliano ospitaliere. Il senso di comunione con tutti gli abitanti del mondo e la condanna di un atto che nega ogni forma di dialogo e di libertà hanno fatto da collante tra le quasi 200 persone che si sono ritrovate nel cuore della città per dare sostegno alle vittime dell’intolleranza.
Ad introdurre l’incontro Lorenzo Marconi, presidente dell’Anpi provinciale: «Siamo qui in piazza per affermare che la città respinge atti come quello avvenuto in via Morbiducci – spiega deciso Marconi – E’ un fatto grave, inaccettabile nei confronti di chi lavora e gestisce un’attività, ancora più grave perchè a sfondo razzista. Sempre più spesso assistiamo a soggetti politici che costruiscono la propria iniziativa sulla base di slogan razzisti. Quello che è accaduto è un’offesa nei confronti di una città che fa dell’accoglienza una sua prerogativa». Un pensiero anche al 25 aprile: «Facciamo in modo che questa data che segna la liberazione dal nazifascismo, sinonimo della negazione di qualsiasi libertà, possa essere la festa di tutti gli italiani, sia quelli di lunga data che quelli arrivati da poco». Persone di tutte le età presenti in piazza nonostante il freddo si sono riunite con un fine comune. Tra queste Luca Marinangeli, giovane maceratese: «Sono presente perchè ritengo sia una cosa giusta, al di là dell’ovvio è un segnale che una parte della città deve dare per sperare che si faccia luce sull’accaduto visto che siamo una città che si vanta dell’ospitalità».
Della stessa idea anche Giusy Filolungo altra maceratese scesa in piazza «Siamo presenti in segno di solidarietà – ha detto la donna – vorremmo cercare anche delle proposte di aiuto concreto per la coppia di nigeriani colpiti dall’attacco, e manifestiamo anche il nostro dissenso». Tra i giovani presenti non solo italiani. Sergio Lorenzo un giovane spagnolo volontario a Macerata spiega: «Un episodio razzista nel XXI° secolo è anormale, proprio quando tante persone sono costrette ad emigrare per cercare lavoro o per qualsiasi altro motivo. Sono in piazza per difendere il diritto di tutti, la libertà senza colore o condizione sociale. Anche in Spagna assistiamo ad episodi di razzismo, soprattutto contro chi viene dal Marocco. Con la crisi le persone pensano “mi tolgono il lavoro, mi tolgono il cibo”, si sviluppa un nazionalismo inaccettabile».
Parole di sdegno e conforto anche da parte di Elvira Mastrocola in parte indignata anche per un certo schieramento dell’opinione pubblica: «Sono in piazza per combattere l’intolleranza in ogni sua forma, come quella espressa da un certo avvocato contro alcuni mendicanti che non fanno niente di male (leggi l’articolo). Intolleranza che arriva persino a fotografarli, quando invece sono persone innocue». A proseguire è il maceratese Francesco Migliorelli: «Per noi è impensabile che a Macerata si verifichino atti di vandalismo e razzismo. Questa è una città accogliente dove tutto può essere risolto con il dialogo però purtroppo sempre più gente pensa che con la violenza si risolvono i problemi. Sono qui per non far finta di niente, per garantire una città civile». Anche l’onorevole Irene Manzi non è voluta mancare al presidio «Si tratta di un episodio insolito per la natura maceratese. I dati dicono che qui ci sono buoni livelli di integrazione grazie ad un lavoro che è stato fatto negli anni. La città reagisce in modo forte a atti di violenza che non trovano giustificazioni». Si sono uniti all’iniziativa dell’Anpi Macerata, l’Arci, Acsim, Anolf Cisl, Uil, Cgil, Cisl, Movimento 5 Stelle, Officina Universitaria, Sel, Rete studenti medi, Pd, Rifondazione Comunista e Soms Corridonia.
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Vero, Jack Rayan. Infatti dopo quel signore a Washington, si sono moltiplicati nel mondo. A dimostrazione che certe improvvide idee provocano solo danni.
ma sinceramente .. preferivo i tempi in cui gli unici extracomunitari erano i vu cumpra in spiaggia .. e per le strade delle ns citta’ incontravi persone che si conoscevano ..ora de tutto sto rimpasto,vedo solo un gran casino..con tutti che pretendono diritti .. ma la cosa che me fa imbestialire e’ il concetto de RAZZISMO .. c’e’ sa capire,se nn fosse l ora di parlare di RAZZISMO anche nei ns confronti ..da parte di questi INVASORI ..(E CHIAMIAMO UNA VOLTA PER TUTTE LE COSE CON IL LORO NOME)
poi che dire meno di 200 persone .. a rappresentare CHI?CHE COSA? QUANDO LA GENTE SI SENTE VERAMENTE DI MANIFESTARE LA SOLIDARIETA’NEI CONFRONTI DI CHI LO MERITA ..GLI ITALIANI CHE Sò DE CòRE SO SEMPRE PRESENTI .. quindi me sento di dare un “consiglio” a questi stranieri ..NON SAREBBE SBAGLIATO,COME SEGNALE FORTE A DIMOSTRAZIONE DI UNA CERTA CIVILTA’ ..CHE VE DATE UNA CONTROLLATA TRA DE VOI ALTRI(ONESTI) E COMINCIATE A METTE GIUDIZIO A QUELLI DELLA VS RAZZA CHE NN SE COMPORTANO ONESTAMENTE ..SPECIE IN PAESE CHE VI OSPITA E ACCOLTO IN PACE(contraccambiando con percentuali di criminalita’ straniera impressionante ..VERGOGNA!)
La miglior risposta a tutti i fondamentalismi e ai loro velenosissimi e pericolosissimi frutti. I nostri nemici non sono le persone oneste (anche se di pelle, lingua o religione diversa), ma chi ha scelto la religione come scusa per giustificare violenze di ogni tipo e “guerre di civiltà”. Purtroppo la prima persona che usò questa espressione fu un cristiano evangelico fondamentalista, e stava a Washington qualche anno fa…
Be’ me pare che ce n’è qualcuno pure a Mosca e a Parigi, e pure qualcuno con la bandiera nera e le scimitarre incrociate
qualcuno insegnasse a queste 200 persone che gli unici veri razzisti sono coloro che danno in questi periodi del razzista all’italiano stesso
i soliti predicatori..
Folla gremita Macerata, si ribella……”Sparpagliatevi….così la piazza sembrerà piena…..”
prima di dare un colore preciso ai responsabili,aspettiamo le indagini….e poi organizzate le manifestazioni
mentre continuano queste manifestazione patetiche dei politicanti maceratesi di sinistra, gli stessi non muovono nemmeno mezzo dito per i cittadini maceratesi di nazionalità italiana che 2 giorni fa a Villa Potenza si sono visti aprire ben 40 garage da “simpatici” ladri di una non meglio identificata nazionalità… ma ovviamente non fa chic preoccuparsi di altri italiani, non fa notizia cercare di dare una mano alle forze dell’ordine!! volete mettere come uno si possa riempire la bocca dicendo di essere contro il razzismo invece di dire di essere contro dei comunissimi ladri?? e quante associazioni c’erano?? Anpi, Arci, sindacati, ecc ecc… ma li vedete mai venire a darvi una mano dopo che vi hanno sfondato la porta di casa o dopo che vi hanno rubato nel negozio??? e io dovrei dare il voto a questi qua????
Come mi accade sempre più spesso, mi sono dimenticato che c’era questa manifestazione. Per fortuna c’è questo spazio di commenti che mi permette di associarmi a quanti stavano in piazza ieri pomeriggio. Con me porto anche i tantissimi stranieri residenti da anni e miei amici, che con vigore si arrabbiano con quanti – stranieri come loro – invece di lavorare spacciano, rubano, fanno casino, etc. Sanno bene (e lo dicono con forza) che i delinquenti, quale che ne sia la razza, se stranieri nuocciono in primis a quanti di loro (la maggioranza) si comportano onestamente, pagando le tasse e integrandosi con gli italiani. Il pessimo episodio della vetrina data alle fiamme ne è un esempio lampante.
Bisognerebbe, una buona volta, avere il coraggio semplice di distinguere tra chi si comporta bene e chi si comporta male, tra chi – tra gli italani e gli stranieri – evade il fisco, attua violenza sulle donne, corrompe, ruba, etc., e chi – tra gli italiani e gli stranieri – paga le tasse, si comporta bene con gli altri concittadini, rispetta le leggi, etc.
@ Luca Perilli
Appare lapalissiano che la religione non c’entra. Anzi, che diventa un comodo capro espiatorio. Parliamo invece di evasione fiscale, va… che così ci divertiamo un po’ di più.
Problema complesso, non si possono sempre dare risposte semplicistiche
https://www.cronachemaceratesi.it/2015/03/19/market-chiese-e-bar-presi-dassalto-macerata-citta-dellaccattonaggio/634732/#comment-192803
Bravi…bella manifestazione di solidarietà verso “chi lavora”?? non ho parole. fateci caso signori, non avete un commento positivo. soliti slogan, solite frase fatte x l’occasione. ..senza episodi del genere non avreste nulla da dire.
Caro Davoli, credo che siamo d’accordo: se non vogliamo dare la stura ai peggiori sentimenti razzisti c’è una sola cosa da promuovere: il rispetto delle leggi. Che però deve valere per TUTTI, maceratesi, italiani settentrionali, centrali o meridionali, stranieri comunitari, stranieri extracomunitari. A me pare che molti di coloro che sono venuti da fuori abbiano capito bene che noi italiani applichiamo comunemente e quasi senza neanche più accorgercene il celeberrimo motto secondo il quale “le leggi si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici”. Purtroppo lo possiamo vedere da ogni minima cosa che viviamo: dal rispetto del Codice della Strada fino all’evasione fiscale (noi premiamo e ammiriamo gli evasori, specie se evadono tanto!!), passando per le cose più gravi (pensiamo agli illeciti amministrativi o ai concorsi…) e truci (ha notato che se un infanticidio è commesso da un italiano/italiana ci si accanisce a trovare le ragioni del “disagio” e gli si dedicano fior di trasmissioni/dibattiti/articoli mentre se lo commette uno straniero la sentenza piomba inequivocabile e si invoca subito il ripristino della pena di morte, possibilmente senza processo?). Quindi secondo me il principio dovrebbe banalmente essere che CHIUNQUE delinqua vada punito efficacemente A PRESCINDERE DA NAZIONALITA’, LINGUA, RELIGIONE, COLORE DELLA PELLE, ecc. Dunque, trovo strano e bizzarro che ai “forestieri” (siano essi italiani o stranieri) sia richiesta una irreprensibilità che ad autoctoni, conoscenti e amici viene invece tranquillamente perdonata o comunque valutata caso per caso. Così come trovo strano che quando questa irreprensibilità effettivamente c’è, non corrisponda nessuna esigenza di riconoscere e integrare (magari anche solo giuridicamente) queste persone.
Sulla “regolarità” degli stranieri mi vien da sorridere… veniamo da un Paese di ex-emigranti: quanti dei nostri avi era inizialmente “regolare” sulla terra in cui è andato a cercar fortuna? E, parallelamente, quanti degli stranieri “regolari” che oggi sono indignati con altri migranti che (ancora?) non lo sono, lo sono stati a loro volta?? In un momento come questo, poi, in cui molti nostri giovani vanno all’estero a far valere i propri talenti, che accadrebbe se i Paesi di accoglienza li ributtassero fuori in nome della prevalenza degli autoctoni? No, il punto credo sia quello che dicevo prima (e che mi sembra sia anche il suo): vanno giudicati i comportamenti, non la provenienza geografica delle persone. Ma cominciando a pensare quelle persone come possibili opportunità da cui ricavare beneficio e non solo come fonte di problemi da rigettare e basta.
giovanni lazzara ma tu sei italiano? no perché da come scrivi non si direbbe
Buon pomeriggio a tutti! Non sono solita commentare articoli perchè spesso si è costretti a cadere troppo in basso, ma ieri alla manifestazione ero presente, in rappresentanza semplicemente di me stessa, di cittadina che vuole semplicemente esprimere solidarietà ai tanti immigrati che convivono con noi più che pacificamente..siccome si stanno facendo avanti con forza correnti fasciste davvero estreme, ho ritenuto necessario prendere una posizione, non è un fatto di politica signori miei, è prima di tutto un fatto di umanità, c’erano moltissimi studenti e nessuno ha fatto un discorso politico cme lo immaginate voi..ovviamente ognuno è libero di pensarla come vuole, tuttavia mi sento in dovere di ribadire anche qui quanto il razzismo sia pericoloso, non dico che in Italia, a questo proposito, non ci siano delle cose da risolvere o da gestire meglio, dico che umanamente posso solamente provare una grande gioia a condividere la mia realtà e la mia cttà con esseri viventi come me, che lavorano, reclamano i propri diritti come li reclamiamo noi, condannano la violenza come la condanniamo noi, mandano i figli a scuola come ce li mandiamo noi e, come noi, hanno tutto il diritto di decidere in quale posto del mondo vivere. La “buona scuola” di Renzi forse si dovrebbe preoccupare dell’insegnamento della storia, di far comprendere davvero gl orrori che ha portato l’ideologia razzista, di come una volta gli emarginati eravamo noi, perché evidentemente nessuno se ne ricorda più.
Ringrazio infine chi ha organizzato la manifestazione per aver mostrato che esiste una parte di Macerata, che magari non tanto spesso commenta gli articoli di cronache maceratesi, che non ci sta ad alimentare la catena di odio e si vuole impegnare a creare spazi di dialogo. Siete tutti liberissimi di pensare che si tratta di idee ingenue e buoniste(questa è la vostra parola preferita di solito) ma ricordatevi anche che sono state queste idee “ingenue” e “buoniste” ad aver liberato il nostro Paese dal nazi-fascismo..ma magari per voi anche questo è stato un male..vi auguro di vivere sereni, senza il continuo timore nei confronti del diverso, che oggi è lo straniero, domani sarà il vostro vicino di casa..c’è posto per tutti, e dove non c’è dobbiamo crearlo, ieri in piazza si respirava un’aria positiva, serena, aperta e consapevole.
Alcune testimonianze di come venivano giudicati i migranti italiani non solo a cavallo del 1800-1900, ma perfino nel 1973 attraverso le parole del presidente americano Richard Nixon.
«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi o petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro».
(Da una relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso degli Usa, ottobre 1912).
«Non sono, ecco, non sono come noi. La differenza sta nell’odore diverso, nell’aspetto diverso, nel modo di agire diverso. Dopotutto non si possono rimproverare. Oh, no. Non si può. Non hanno mai avuto quello che abbiamo avuto noi. Il guaio è…. che non ne riesci a trovare uno che sia onesto».
(Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti d’America, 1973).
Non dimentichiamo il nostro passato e quanto può far male leggere queste descrizioni dei nostri nonni, ma non solo! Dovremmo essere più accoglienti e rispettosi delle avversità, delle tribolazioni di altri popoli. Non dimentichiamo che molti nostri giovani tornano ad essere emigranti, certo è una migrazione di una forza lavoro più qualificata, addirittura in molti casi dei migliori laureati ma pur sempre debbono affrontare le problematiche dell’integrazione e dell’accoglienza nei paesi dove si trovano!
Aspettate la fine delle indagini …
Commenti PENOSI
Quando si assumono forzatamente atteggiamenti e comportamenti inusuali per cercare di sembrare quello che non si è, si diventa ridicoli.
Dopo decenni di propaganda buonista, terzomondista e antirazzista, la nostra società è imbevuta (apparentemente) di buoni sentimenti, di fratellanza universale, di tolleranza, di rispetto delle diversità, di elogio della società multietnica, di accoglienza di chiunque arrivi per terra o per mare e di tutto il repertorio buonista militante.
E guai ad esprimere qualche opinione divergente da quella dominante; si viene subito accusati di razzismo, intolleranza e xenofobia. Il “razzismo” ormai spunta ad ogni angolo, in ogni occasione, in tutte le discussioni ed i dibattiti. L’accusa di razzismo è diventata l’arma vincente contro chiunque si opponga al pensiero unico dominante.
Basta sollevare qualche preoccupazione sui pericoli che l’immigrazione incontrollata ed inarrestabile crea per la sicurezza dei cittadini o lamentarsi per l’eccessiva insistenza di ambulanti che quasi ti obbligano ad acquistare cianfrusaglie o pagare l’obolo per un parcheggio o per fornirti aiuto non richiesto nelle stazioni ferroviarie e scatta subito l’accusa di “razzismo”.
L’antirazzismo, assunto come principio cardine della cultura del meticciato universale, e la conseguente necessità di adeguarsi alla nuova ideologia terzomondista, è diventato, quindi, la formula magica che, giorno dopo giorno, ha preparato il terreno all’invasione di africani, asiatici, arabi, zingari e disperati di mezzo mondo.
Dobbiamo accogliere tutti, a costo di andare a prenderli direttamente sulla costa africana, costi quel che costi, aumentarci le tasse, toglierci il pane dalla bocca, ospitarli in hotel o accoglierli in casa (vedi l’ultima proposta oscena del sindaco di Roma, Marino, che offre 900 euro a chi ospita un immigrato).
Col risultato che, per evitare di sentirsi lanciare l’ignominiosa accusa di razzismo, si finisce per assumere atteggiamenti e comportamenti contrari alle proprie idee e perfino al buon senso.
Ecco perché su stampa e televisione, è una continua passerella di personaggi della politica, della cultura, dello sport, dello spettacolo, che ogni volta che si parla di immigrati e di problemi legati all’invasione africana, si sentono in dovere di chiarire in premessa che “Non sono razzista…”.
Ma ormai in una società che ha perso tutti i riferimenti ed è in preda a delirio di comunicazione mediatica, non c’è più limite alle balzane e strampalate invenzioni dei “creativi” della politica che, abbandonate tutte le ideologie ed i principi, vive di immagine, di slogan, di apparenza. Ciò che conta non è il contenuto, ma la forma, il contenitore.
Conta l’immagine mediatica. Del resto, anche quando facciamo la spesa al supermercato ci lasciamo abbindolare e suggestionare non dalla bontà dei prodotti, ma dalla bellezza della confezione e dal messaggio pubblicitario. L’apparenza è tutto.
Ecco perché il boy scout fanfarone toscano in camicia bianca da gelataio ha gioco facile a spacciare per attività politica e rinnovamento i suoi sproloqui da imbonitore da fiera paesana. E’ il trionfo dei piazzisti della politica, l’apoteosi dei moderni Dulcamara.
( tratto da: http://torredibabele.blog.tiscali.it/ )
queste 200 persone dove erano quando hanno sparato al benzinaio?????
la risposta é una sola:l’europa non ha sborsato UN centesimo per il benzinaio,mentre per gli extracomunitari arrivano fondi a palate e gli AVVOLTOI sanno cosa fare!!!!!!!!!
“razzismo” quanta ipocrisia dietro questa parola.
Razzismo o rispetto ? Questa è la domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi.
Al di la del fatto narrato nell’articolo (saranno gli inquirenti a far luce sui fatti) possiamo veramente credere che la maggior parte di noi sia razzista ?
Oppure è venuto il momento di credere che non siamo più rispettati a casa nostra e che “qualcuno” pur di non passare per “razzista” sta facendo diventare razzista un Popolo ?
Perchè è proprio questo quello che sta accadendo.
Pur di passare per buonisti, pacifisti e non razzisti, stanno facendo incattivire un Popolo.
E un Popolo incazzato è molto pericoloso.
Occhio…….la misura è colma………….e sono proprio gli atteggiamenti dei PROFESSORINI…….ad alimentare
il razzismo…………noi non siamo mai stati razzisti.
Ripeto il fatto in se è da condannare senza se e senza ma……….,.,ma la gente è stanca
Vorrei far notare a quelle 200 persone, che ad un mio amico tempo fa un immigrato a dato fuoco al negozio, ma nessuno ha manifestato per solidarietà dell’italiano che ha subito quell’ingiustizia , ma non solo è accaduto di peggio, il tribunale poi non ha nemmeno condannato quello straniero perché ben difeso da un avvocato d’ufficio pagato da noi italiani, nonostante avesse minacciato precedentemente di incendiare il locale è trovato poi con le mani e il volto ustionati, perché probabilmente nel dar fuoco alla benzina si era scottato… Quindi vi chiedo di riflettere…… Io personalmente inizio a credere che noi italiani siamo veramente un popolo di Dementi e ci meritiamo veramente tutto ciò che ci sta accadendo…….collegate il cervello
@Letizia Catarini: quel documento è un falso, di cui non c’è traccia negli archivi americani. Sarebbe anche facile capirlo da una semplice analisi stilistica (tanto per dire, quel “le nostre donne” in bocca ad un anglosassone di cultura puritana proprio non se po’ vedé…). È sempre parte di quel lavoro di rimodellazione della verità (la “pravda”) che è in opera anche nell’articolo che stiamo commentando.
Non ci avevo fatto caso: la bufala del rapporto americano adesso è stato spostato in bocca a Nixon e molto più avanti nel tempo! Almeno un po’ di coerenza, signori operatori della bontà…
Nelle immagini viste nei notiziari televisivi c’erano si e no una ventina di perone in piazza (meno delle sigle presenti). Gli altri centottanta stavano probabilmente a farsi un caffè nel bar sotto le logge.
Probabilmente, chi ci ha tenuto a tirare in ballo la questione del razzismo in una vicenda di cattivi rapporti di vicinato ha una concezione un po’ particolare della verità, e lavora di grandangolo per raccontare una storia che non c’è.
Non ho capito bene,,,,,,,,,Macerata scende in piazza ???????? 200 persone rappresentano Macerata???
semmai rappresentano a malapena se stessi………
Il fatto ( opera di un cretino) lo condanniamo tutti……….ma organizziamo una manifestazione contro i furti
negli appartamenti……..organizziamone un altra contro l’accattonaggio molesto………I SOLITI PROFESSORINI CHE INTERVENGONO IN GIACCA E CRAVATTA…….con i soliti atteggiamenti buonisti
bla bla…..bla bla………devono sapere ( come mai non lo sanno?????….sanno sempre tutto ) che non siamo ne una citta’…..ne un popolo razzista…….MA………..RISCHIAMO FORTEMENTE DI DIVENTARLO
La discriminazione nei confronti degli italiani e degli stranieri non nordeuropei negli Stati Uniti dell’epoca è ampiamente documentata. Diversi testi testimoniano quanto detto e alcuni stralci dei nastri dello scandalo Watergate nei quali il presidente Nixon rivela un fortissimo sentimento anti-italiano
“Il libro L’orda di Gian Antonio Stella (Rizzoli) raccoglie un vasto campionario di citazioni da varie pubblicazioni americane di quegli anni, che tracciano un atteggiamento duramente razzista, anche delle autorità, nei confronti degli stranieri e sottolineano la discriminazione che si faceva all’epoca fra italiani del nord e italiani del sud. Tanto radicata che persino le tabelle statistiche dei monumentali rapporti della Immigration Commission riportano due dati distinti per i due gruppi d’italiani.”
Il problema è che non possono essere accettati episodi di intolleranza, soprattutto da parte di una popolazione in cui molti soggetti hanno conosciuto per tanto tempo una condizione di vita precaria, di perdita delle proprie radici per sfuggire a condizioni di vita non accettabili, come succede agli immigrati che sbarcano nel nostro paese.
Si deve reagire per arginare anche l’avanzare di soggetti politici che cercano di far prevalere in un momento di forte crisi economica l’istinto di conservazione e di protezionismo e che inneggiano ad un passato buio della nostra storia.