“Sanità a pezzi”, l’affondo della Cisl
“Politica e manager
hanno distrutto il comparto”

L'ALLARME - I responsabili sindacali di Macerata, Civitanova e Camerino denunciano: "Strutture fatiscenti o non idonee. 400 dipendenti in meno in tutti i settori, 168mila ore di straordinari non pagati, 45mila giorni di ferie ancora da godere". Le proposte per invertire la rotta: "Entro 30 giorni un tavolo di confronto su tutta la riorganizzazione. Nell’immediato in campo tutte le azioni possibili per scuotere il sistema. Se riconosceremo responsabilità dei singoli dirigenti o del direttore, ne chiederemo immediatamente e con forza la rimozione"

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Il segretario regionale Cisl Fp Sistino Tamagnini (al centro) con i responsabili sindacali di Camerino, Angelo Cervelli e Paola Ticani e Civitanova, Marcello Evangelista (CLICCA SULL’IMMAGINE PER GUARDARE IL VIDEO)

di Claudio Ricci

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«Quattrocento dipendenti in meno in tutti i settori, 168mila ore di straordinari non pagati, 45mila giorni di ferie ancora da godere». A 4 anni dalla costituzione delle aree vaste la Cisl tira le somme sullo stato della sanità locale. I valori non sono dei più rassicuranti secondo il rapporto presentato oggi dai responsabili della funzione pubblica di Macerata Sistino Tamagnini, Marcello Evangelista (Civitanova), Angelo Cervelli e Paola Ticani (Camerino). L’allarme si fa preoccupante sulle condizioni di alcune strutture, valutate fatiscenti o non idonee alla propria funzione: «La casa protetta di Corridonia, – si legge nel dossier del sindacato – e il reparto di psichiatria di Tolentino, strutture messe a norma e non utilizzate come i 20 posti letto di Rsa a San Ginesio. Problemi di manutenzione delle apparecchiature tecniche (sanitarie e ascensori); automezzi obsoleti (comprese le ambulanze)».

Foto conferenza stampa Cisl (2)E poi tutta una serie di accordi disattesi dalla dirigenza dell’area vasta: «mancata riorganizzazione dell’area amministrativa tecnico logistica nonostante un accordo transattivo sottoscritto tra Cisl, Cgil e direzione e consegnato al Giudice del Lavoro a gennaio di quest’anno; mancata riorganizzazione dei dipartimenti; mancata riorganizzazione delle strutture ospedaliere principali (Unità Operative Specialistiche); mancata partenza delle case della Salute (non partiranno mai); mancata applicazione del regolamento sull’orario di servizio e di lavoro; mancata riorganizzazione della rete territoriale dell’Emergenza; mancata riorganizzazione dell’Assistenza Domiciliare».

Criticità che secondo l’analisi dei responsabili sindacali sono da ricondurre ad oggettive responsabilità politiche. «Tutto questo anche a causa dell’ingerenza politica all’interno delle maglie tecniche della sanità. Non si può nominare un direttore di dipartimento, un primario, un dirigente amministrativo solo perché è sostenuto da una corrente politica. Se non vogliamo che le nostre tasse aumentino, abbiamo bisogno di affidare a bravi professionisti sanitari (ce ne sono anche nella nostra Area Vasta) che siano in grado di organizzare efficacemente la propria Unità Operativa e generare attrattiva sanitaria riducendo la mobilità passiva. La politica ai politici, la sanità ai professionisti sanitari.  O si rompe questo perverso incantesimo o si va tutti a casa, nessuno ha più il posto assicurato.».

Foto conferenza stampa Cisl (1)Una situazione ritenuta inaccettabile che i responsabili Cisl intendono contrastare con tutte le azioni necessarie. «Nell’immediato metteremo in campo, con determinazione, tutte le azioni legittime possibili – sostiene il responsabile di Macerata e segretario regionale Tamagnini – coinvolgendo direttamente il direttore dell’Asur Gianni Genga, i lavoratori, gli enti e gli organismi preposti al controllo della pubblica amministrazione per scuotere il “sistema” inducendo la direzione dell’area vasta 3 ad un cambiamento di rotta. Se in queste azioni riconosceremo responsabilità oggettive dei singoli dirigenti o del direttore, ne chiederemo immediatamente e con forza la rimozione. Prima di essere delegati sindacali, siamo cittadini e lavoratori di un servizio che è pagato con i soldi pubblici e non vogliamo che le poche risorse disponibili si esauriscano per inedia senza produrre alcun risultato».

Foto conferenza stampa Cisl (4)Queste le proposte della Cisl: «Apertura di un tavolo serrato di confronto su tutta la partita della riorganizzazione (massimo 30 giorni) con analisi tecnica dettagliata e particolareggiata di ogni servizio, ufficio, Unità Operativa e proposte riorganizzative pesate nei numeri del personale coinvolto e nei carichi di lavoro, mirate ad un preciso e dettagliato obiettivo organizzativo ed economico misurabile nel tempo (chi fa cosa, dove, quando, perché, quanto mi costa ,quanto risparmio, dove lo investo). Apertura percorsi di mobilità interna volontaria, per il personale in esubero generato dall’applicazione dei suddetti processi, sui posti vacanti assunzione reale e progressiva di tutto il personale necessario a ricoprire i posti vacanti residui, applicazione immediata ed integrale dei regolamenti sottoscritti e completamento di quelli mancanti (pronta disponibilità, 15 giorni) monitoraggio degli obiettivi sottoscritti nei piani settoriali di riorganizzazione per il primo anno a 3, 6, 9 12 mesi, con reportistica analitica da parte dei dirigenti responsabili. Valutazione dei risultati ottenuti in itinere e confronto con la rsu e Ooss per eventuali correttivi».

 

 



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