di Gabriele Censi
Cambiano i vertici della sanità regionale, ma a dirigerla rimangono due maceratesi. Piero Ciccarelli, negli ultimi tre anni direttore generale dell’Asur Marche, è stato infatti promosso al Servizio Salute, prendendo il posto del matelicese Pierluigi Gigliucci. A sedere sulla poltrona di Ciccarelli è invece Gianni Genga, originario di Treia e direttore sanitario dell’Ospedale di Macerata in aspettativa, fino ad oggi direttore dell’Area Vasta 4 di Fermo.
La decisione è stata resa nota dal presidente della Regione, Gian Mario Spacca, nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato anche l’assessore alla salute Almerino Mezzolani. Ciccarelli diventa così il primo dirigente della sanità regionale: un riconoscimento per il lavoro svolto nel triennio che ha visto il manager maceratese e la sua equipe mantenere in ordine i bilanci, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza. Proprio i conti in regola hanno permesso alla Regione di ottenere, lo scorso dicembre, 19 milioni di euro come premio erogato dallo stato tramite il fondo per il riparto sanitario. Un risultato che in Italia, oltre alle Marche, hanno conseguito solamente Umbria, Lombardia, Veneto e Basilicata, a discapito dei tagli continui operati dal Governo.
Nel triennio durante il quale è stato direttore dell’Asur, infatti, le aziende sanitarie della regione hanno dovuto fare fronte a 560 milioni di euro di minori trasferimenti dallo stato nelle casse della Regione, che hanno riguardato l’Asur per una cifra pari all’80%. Sotto la gestione di Ciccarelli è stata avviata una riforma sanitaria importante, che ora il medico nato a Macerata 63 anni fa potrà seguire come dirigente del Servizio Salute. A lui sarà affidata la programmazione sanitaria: Ciccarelli lavorerà in stretto contatto con l’assesore Mezzolani e con la Giunta. Nel suo ruolo rappresenterà anche le Marche a Roma, come tecnico, sui tavoli nazionali in materia di sanità. Ciccarelli era all’Asur dal 17 maggio 2010: in precedenza era stato direttore dell’allora zona territoriale 9 di Macerata, nella quale era entrato nel 2002 come commissario straordinario: prima ancora, dal 1993 al 2002, è stato primario di nefrologia e direttore del dipartimento medico all’Ospedale di Civitanova.
Il nuovo direttore dell’Asur è invece Gianni Genga, 56 anni, originario di Treia: già direttore della zona territoriale 11 e della zona territoriale 1 di Pesaro, dal 1° ottobre 2011 guidava l’Area Vasta 4 di Fermo. Laureato in medicina con specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, è direttore sanitario in aspettativa dell’Ospedale di Macerata.
Il primo atto del nuovo dg Asur, che come detto proviene dall’Area Vasta 4, sarà quello di proporre alla Giunta regionale i nuovi direttori per le cinque aree vaste: attualmente l’Area Vasta 1 è diretta da Maria Capalbo, la 2 da Piero Ciccarelli (direttore pro tempore), la 3 da Enrico Bordoni, la 5 da Giovanni Stroppa. Nel corso della conferenza stampa sono state rese note le conferme nei rispettivi ruoli di direttori generali di Paolo Galassi, all’azienda di Torrette, e di Aldo Ricci a Marche Nord. Per Pierluigi Gigliucci, dirigente uscente del Servizio Salute, si profila un ruolo gestionale in una delle aziende del servizio sanitario regionale.
«Proseguire sull’attuazione della riforma sanitaria, l’esigenza di dare più spazio al gioco di squadra e sempre maggiore apertura al confronto con le altre istituzioni e organizzazioni di categoria, dare rappresentanza di tipo più forte nel confronto con il ministero della Salute: questi sono i criteri che hanno ispirato le nomine della sanità da parte della Giunta regionale», dice il presidente della Regione, Gian Mario Spacca. «Non c’è cambiamento di componenti della squadra che sin qui hanno saputo raggiungere risultati positivi come riconosciuto da tutte le classifiche. Cambia il modulo di gioco».
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Ad maiora, semper
…..che carriera Dr. Genga! Complimenti et in bocca al lupo! Spero che il nuovo prestigioso incarico non ti impedisca di venire al Palazzetto a vedere e tifare la Lube!! Al Dr. Ciccarelli ….63 anni, incollato alle “poltrone”….ma la Pensione no??!!
“Sorpresona”…
Ma quanto ci costano questi dirigenti? Sssssilenzio!
Macerata la Dotta crea sempre ottime professionalità. Complimenti e buon lavoro, mi raccomando di fare presto per i lavori di ampliamento del pronto soccorso di Macerata.
COMPLIMENTI A TUTTI I DIRETTORI .HANNO FATTO BENE IL LORO LAVORO METTENDO IN PRATICA LE DIRETTIVE DEL GOVERNO,RISPARMIARE SUI SERVIZI DEI MALATI CITTADINI CONTRIBUENTI E SFRUTTANDO AL MASSIMO(A COSTO ZERO)IL LAVORO DEI PROFESSIONISTI DIPENDENTI.
sbagliato: sono tre i Maceratesi con Galassi. Speriamo che adesso la sanità migliori almeno a Macerata. Tanti Auguri.
La solita “promozione” all’italiana: l’unico modo per liberarsi di Dirigenti e del loro staff amministrativo dopo che hanno raggiunto un potere smisurato e magari sempre più incontrollabile.
Penso che la “promozione” di Ciccarelli al Servizio Salute abbia queste caratteristiche ma ho dubbi che possa essere efficace dal momento che chi conta realmente nella Sanità “aziendalizzata” insieme al Direttore generale dell’ASUR è la potentissima quanto “anonima” figura del Dirigente Amministrativo che “manipola” direttamente con le sue mani ben oltre 4 miliardi all’anno o gran parte di essi.
Sono queste le figure ALTRETTANTO POTENTI. Ad esempio, basta limitarsi a “lavorare” su semplici “ristorni” ( sono tutte operazioni tecniche) di piccoli avanzi di spesa che possono verificarsi nelle numerosissime nicchie dei famosi BUDGET assegnati ai centri di spesa ed ecco che si possono creare preziosissimi TESORETTI per diverse decine di migliaia di €.
Anzi, diciamo pure che possono essere assegnati appositamente più fondi ad un determinato “centro di spesa” proprio nella consapevolezza che non potrà essere speso ( si dispone dell’andamento della spesa effettiva attraverso puntualissimi “report “) e quindi PRODURRE in modo paradossalmente trasparente un “tesoretto” .
Basta mettere insieme tante piccole ed “insignificanti” operazioni come questa e… VOILA’ il TESORETTO E’ SERVITO.
TESORETTo che di fatto, ove appositamente creato, potrebbe rimanere a DISPOSIOZIONE della Direzione Generale e potrebbe essere distribuito, del tutto “legittimamente”, come caramelle agli amici più fedeli e soprattutto senza tante possibilità di controllo sostanziale ( i controlli “formali” risulteranno sempre ineccepibili – è questa l’abilità più apprezzata dei Dirigenti Amministrativi).
Di solito queste figure ( Dirigenti Amministrativi) sono uomini di assoluta fiducia dei Direttori Generali ( Ciccarelli ad esempio ha voluto al suo fianco all’ ASUR un Dirigente Amministrativo di fede assoluta proveniente dall’ Azienda di Macerata) e “lavorano” lontano dai riflettori proprio perché hanno il compito delicatissimo di “gestire” concretamente l’ enorme flusso di denaro sia in entrata che in uscita.
Quindi, grandi titoli e riflettori accesi per i Direttori Generali e invece nessun nome è mai alla ribalta per le Direzioni Amministrative, tra le quali la più potente di tutte come quella dell’ ASUR .
Niente; silenzio assoluto. Come Mai ?
Come mai nessuno si prende la briga di approfondire il ruolo dei Dirigenti Amministrativi e se, nel caso specifico, con Ciccarelli verrà cambiato anche il suo “staff” amministrativo o se invece rimarrà al suo posto per “aiutare” nuovo Direttore Genga nella sua difficile impresa ?
Infatti, sarebbe interessante sapere se Ciccarelli nel frattempo “promosso” a massimo dirigente della sanità regionale, potrà ancora contare sul fatto che i suoi uomini di fiducia dell’area amministrativa dell’ASUR sono rimasti o rimarranno ai loro posti: in tal caso, quello che è stato un formidabile gruppo di potere diventerebbe ancora più potente.
La domanda è: che fine farà ad esempio il Dirigente amministrativo ASUR Carelli ? Rimane al suo posto a ” coadiuvare” Genga a garantire una certa “continuità ” gestionale ?
Altro che Assessori e Presidenti delle Regioni.
Ad Maiora… Macerata la Dotta…. ci vediamo a tifare Lube…. e via di questo segno. La sanità fa pena, specificamente quella maceratese ed il prestigio – e naturalmente tutti gli elogi del caso – dovrebbero essere il risultato del lavoro fatto da questi top manager. Se avete avuto la ventura di capitare nel nostro ospedale provinciale e vi va bene così…. tanti auguri!
@ Saben
Grosso modo, chi più chi meno, ci sono molti dipendenti pubblici apicali che (non di rado) si ingrassano (o fanno ingrassare i loro amici e parenti), quasi sempre seguendo scrupolosamente la legge, decreti e norme varie….
Essendo d’accordo su questo: che soluzione possiamo proporrre?
@ Cerasi,
l’ubriacatura collettiva del tiro a piccione alla casta politica ( molto popolare e “facile”), benché pure necessaria, ha offuscato un po’ la mente al “popolino” facendogli perdere di vista alcuni ALTRI centri di potere colossali: ovvero, i Dirigenti ed i sub-dirigenti che per anni stanno li ad amministrare/gestire quotidianamente miliardi di € . Proviamo a valutare quanto vale oggi sul “mercato del potere” un Ciccarelli o un Carelli….
E’ vero che alla fine sono i politici a metterceli ma ho la vaga sensazione che molte volte sono gli stessi Dirigenti a “indurre” i politici a fare le scelte, tanto è il potere che hanno accumulato ( potere sotto ogni punto di vista).
Cosa fare ?
Per quanto mi riguarda fare un repulisti generale di tutti i massimi dirigenti della sanità che da anni ( scambiandosi il posto come il gioco delle tre carte) di fatto gestiscono oltre l’80% del Bilancio regionale).
Poi farei un bella selezione pubblica internazionale cercando di pescare persone competenti e soprattutto prive di “legami” storici con Dirigenti e politici di lunga data della Sanità marchigiana.
Con una precisa regoletta: i medici facciano i medici e al massimo dirigano progetti e dipartimenti clinici.
Mi domando: quali competenze “manageriali” possono aver acquisito taluni dirigenti “medici” messi a gestirei 4 miliardi di €, dopo essersi laureati in medicina ed essere diventati “primari” nelle loro rispettive discipline ?
“Cambiano i vertici……………”e il risultato? Saben riflessioni impeccabili.
@ saben
Se sono almeno 40 anni, se non di più, che dentro tutte le Università di parla di “baronie” non dovrebbe essere difficile immaginare che (se i baroni e baronetti vari entrano nel meccanismo pubblico) questo sistema feudale venga poi replicato.
Finita la guerra, in Francia, una intera classe dirigente (collusa con i nazisti) è stata completamente rimossa (e in qualche migliaia ci hanno rimesso anche la testa)…
(Anche qui in Italia, a parole, abbiamo finto di fare la stessa cosa.. Ma poi è finita che i cacciati -momentaneamente- dalla porta, collusi con il fascismo, sono quasi tutti rientrati dalla finestra)
Qualche anno fa (quando ancora non si era tutto incancrenito fino a questo punto), la proposta/ipotesi di azzerare tutto per salvare il salvabile, venne ritirata fuori da Sartori (che non mi sembra sia l’ultimo imbecille).
La nostra classe politica tutta (assieme a buona parte della classe imprenditoriale e soprattutto agli intellettuali, spesso a libro paga di chi comanda), nessuno escluso, ha semplicemente fatto finta che tale ipotesi non fosse stata mai fatta e quindi è stata subito gettata nel dimenticatoio e non si è aperta nessuna discussione, nessun dibattito…
Può essere una soluzione?
Non so, ma certamente una qualche risposta concreta bisogna darla subito, perchè altrimenti il rischio è che la reazione della piazza (che da 2.000 anni ragiona solo con la pancia e non con la testa) sia “tutti al muro”..
Ma abbiamo storicamente visto (negli ultimi decenni) che, dovunque sia capito il tutti al muro ha semplicemente significato che ad una classe politico/economica inetta se ne è sostituita una peggiore
Beh, considerati una serie di fattori, tra cui quello non trascurabile di Comi, ora in corsa per un’altra caricuccia, dopo aver ricoperto quella di presidente per la commissione “sanità” in regione, vorrei solo chiedere??
Quanti dirigenti amministrativi nella sanità manteniamo in questa regione?
A quanto ammontano i loro compensi?
Quanti posti letto , reparti ed ospedali “pubblici” avete tagliato e quanti degli stessi sono stati trasferiti nel “privato”?
Quanto appaltate a coop esterne, per servizi nella sanità e con quali costi?
Chi sono le società cooperative che “vincono le gare”, anzi a quali schieramenti o organizzazioni religiose o pseudo appartengono?
E’ vero che il piano regionale prevede due grossi ospedali uno per marche nord e l’altro per marche sud, ubicati ad Ancona il primo e Fermo il secondo, con progressiva chiusura di tutti gli altri?
Non vado oltre, ma ho una sola impressione, SI VUOLE MANTENERE LA SITUAZIONE POLITICO-AMMINSTRATIVA INVARIATA, ovvero senza alcun taglio, per farlo di fatto si sacrifica il vero ed unico scopo della sanità pubblica, ovvero il benessere dei cittadini.
La regione Marche è papalina. Guai a metterci le mani. Tra curie, massonerie, e baroni, chi deve controllare alza le mani. Però ogni sabato sera ritiriamo patenti, multiamo chi vende gas, chi ricicla ferro vecchio, prendersela con “falsi ciechi” ecc. ecc. Chi invece alza muretti, avvocati che a tempo perso insegnano, medici che si affannano tra pubblico e privato, “muratori” intraprendenti, chi con corsi serali si diplomano per poi ricoprire cariche vantaggiosissime in varie amministrazioni ecc, ecc, ecc, mi porta a fare una considerazione: se ci troviamo in questa situazione di tracollo è solo colpa di quei parassiti di operai, infermieri, insegnanti, commercianti, e pensionati. BASTA con lo strapotere dei poveri.
Più che l’operato dei burocrati, è la tecnostruttura istituzionale regionale che mi pare dimostri proprio in campo sanitario tutta la sua inidoneità ad assolvere al meglio un servizio alla altezza delle necessità e delle potenzialità in atto. Dinanzi ad una medicina “globale” i singoli operatori avrebbero bisogno, io credo, di una più agile e flessibile rete di raccordo e soprattutto di veder valorizzata (non compressa) la loro capacità di iniziativa. Abbiamo proprio bisogno in campo sanitario, di un sub-dirigismo regionale, delegato a distribuire i compiti ed assegnare i finanziamenti o non piuttosto, di una politica sanitaria che spinga alla emulazione e quindi a più efficienti aggregazioni tra gli operatori ed indichi le modalità per raggiungere i migliori risultati premiando quelli che emergono? Ha proprio ancora una senso la sanità regionale? O lo ha mai avuto?