“A cosa servono i tre milioni stanziati per l’ospedale di San Severino?”

Il presidente del Tribunale per i diritti del Malato Veros Bartoloni commenta le promesse fatte dal direttore dell'Asur Genga e da dal direttore dell'Area vasta 3: "Non bastano i lavori alle strutture murarie, servono anche risorse umane e strumenti tecnologici"

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L'ospedale di San Severino

L’ospedale di San Severino

 

Il presidente del Tribunale per i diritti del Malato (Tdm) di San Severino,Veros Bartoloni, interviene in merito alle dichiarazioni del direttore Asur Gianni Genga e del direttore dell’Area Vasta 3 Pierluigi Giuliucci rilasciate durante l’assemblea organizzata nei giorni scorsi dal comitato per la tutela dell’Ospedale Bartolomeo Eustachio(leggi l’articolo):
«Premesso di aver apprezzato la disponibilità del Direttore ASUR Gianni Genga e del Direttore dell’ Aria Vasta 3 Pierluigi Gigliucci, i loro sforzi nel cercare di spiegare la situazione e provare a dare qualche rassicurazione sul fatto che, almeno per ora, non ci saranno “tagli” su quanto è rimasto dell’Ospedale. Abbiamo sentito promesse di vario genere e discorsi di uno stesso tenore,   già fatte in tante occasioni, da almeno oltre quindici anni, anche sostenuti dalla politica locale, di   destra e di sinistra. Ma la realtà racconta un’altra storia.  Partendo dal presupposto che le tecniche chirurgiche, la diagnostica, la tecnologia e la   medicina in generale sono in continua evoluzione, in qualsiasi settore medico tutto evolve sempre   più verso l’alta specializzazione, è ovvio che anche l’organizzazione Ospedaliera e sanitaria   sul territorio non può restare la stessa nel corso degli anni. Ciò che è apparso evidente è il fatto  che la politica non ha saputo e non sa gestire questo cambiamento, non sa stare al passo con le   nuove esigenze. Il cambiamento obbligato, il cosiddetto “riordino” che sta avvenendo nella nostra   sanità, non è gestito dalla politica, come dovrebbe essere per fare buone scelte, ma è dettato dall’economia, dai bilanci in rosso a livello regionale e nazionale. Il dover ridurre i costi, senza aver   fatto scelte strategiche funzionali al momento giusto comporta, oltre il peggioramento dei servizi, il continuare a fare sprechi, senza avere realtà di prospettiva.

L'ospedale di San Severino

L’ospedale di San Severino

A nostro avviso, la politica sanitaria che ha riguardato il territorio di San Severino – Camerino e che vede i due ospedali assieme essere ospedale di rete, è stata una politica miope, fatta di contrapposizioni, di logica di indebolimento di una struttura a vantaggio dell’altra, senza  alcuna capacità di fare un progetto comune, con conseguente danno per tutto il territorio dell’ alto  maceratese. Nei due ospedali ci sono realtà che non hanno futuro, secondo la logica e parametri di   riferimento. Quindi l’impoverimento sarà progressivo e inevitabile. Ciò che più preoccupa è proprio l’inerzia che vediamo e il non lavorare in prospettiva futura. Per rendersi conto di come sta andando la sanità locale è sufficiente osservare come, in  un piccolo centro come San Severino, in questi ultimi anni si siano realizzati e sono in pieno sviluppo, ben due centri medici privati dove i cittadini sono spesso costretti a rivolgersi, pagando le   prestazioni di tasca propria,sempre che se lo possano permettere, altrimenti…  Allora il punto non è tanto se viene chiuso un reparto (che magari ha già delle carenze) senza prospettiva e non più rispondente a criteri di funzionalità attuali, ma cosa attiviamo di nuovo   e di funzionale per le esigenze locali. Una politica solo conservativa non porta a nulla, lo stiamo   vedendo, perché poi reparti e servizi privati di risorse spariscono da soli, anche con il venir meno   della fiducia degli utenti.

Sarebbe utile sapere cosa produrranno i quasi 3 milioni di euro stanziati per l’Ospedale,  citati del Direttore Gigliucci. Siamo certi che non siano un ulteriore spreco di denaro pubblico? Perché non bastano i lavori alle strutture murarie, ma occorrono anche investimenti in risorse umane e in strumenti tecnologici. Le domande che facciamo sono: quali sono le famose “eccellenze” che potranno svilupparsi a San Severino? Su quali Servizi puntiamo per l’Ospedale,   e per il territorio? Un servizio di soccorso più efficiente? Un servizio medico infermieristico in   grado di una maggior copertura del territorio ? Poliambulatori e servizi diagnostici che permettano   un minore ricorso ai servizi a pagamento? Basti pensare che, nonostante la popolazione anziana   sia in costante aumento, non abbiamo, neanche nei dintorni, sufficienti strutture specialistiche in Geriatria, Lungodegenti, e Riabilitazione. I cittadini vorrebbero, dalla politica e dai Dirigenti,   risposte chiare, e soprattutto vorrebbero vedere i fatti».



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