di Alessandra Pierini
La morte dell’ex sindaco di Macerata Gian Mario Maulo ha inevitabilmente riaperto una pagina di storia che, anche se piuttosto recente, giaceva impolverata nella memoria dei maceratesi. Ora invece i vari passaggi di quella fase politica sono tornati alla mente offrendo spunti di riflessione. I tanti esponenti politici che ieri hanno preso parte ai funerali di Maulo (leggi l’articolo), anche a margine della cerimonia, hanno ripercorso passaggi salienti e ripensato alla sua vicenda umana e politica. La sua Città dell’uomo, la breve “Primavera” che lo vide protagonista e la volontà di cambiare Macerata dopo decenni a guida Dc sono state raccontate nel bel ritratto di Maurizio Verdenelli (leggi l’articolo). A trasferire oggi le sue riflessioni personali nero su bianco è Renato Pasqualetti il quale ha occupato per 10 anni un banco in Consiglio comunale, è poi stato assessore ai Beni Culturali della provincia di Macerata, per poi diventare dal 2005 presidente della Form. La scorsa estate ha fatto molto discutere un suo intervento su Cronache Maceratesi nel quale esortava a voler bene a Macerata (leggi l’articolo) collezionando decine di commenti.
Pasqualetti ricostruisce la storia dell’elezione di Maulo, la scelta, dopo 5 anni, del centro sinistra di non ricandidarlo e la successiva sconfitta elettorale. Tra le righe, l’esponente del Pd, paragona quanto accaduto allora alla fase pre elettorale attualmente in corso e ammonisce i suoi a non ripetere gli stessi errori.
«Nella primavera del 1993 – scrive Pasqualetti – , la maggioranza che guidava il Comune di Macerata, incentrata sulla Dc che poteva vantare 20 consiglieri su 40, entrò in crisi e il Consiglio fu sciolto. Le nuove elezioni furono indette per novembre dello stesso anno e per la prima volta si sarebbe votato con la legge che prevedeva il voto diretto al Sindaco e il ballottaggio.Per prepararsi alle elezioni ci furono delle riunioni dei partiti del centro sinistra (PDS, PSI, PSDI, PRI,), per valutare se si potesse costruire uno schieramento da poter contrapporre alla DC. Oltre ad alcune differenze di programma, la rottura ci fu tra chi sosteneva (soprattutto PSI e PSDI) che bisognasse individuare un sindaco laico e chi sosteneva (come parte del PDS) che per vincere bisognava candidare un cattolico non democristiano. Il “fronte” del centro sinistra si ruppe e anche il PDS si divise in due liste e alle elezioni si presentarono: Gian Mario Maulo (29,9%) sostenuto da parte del PDS, da Rifondazione comunista, da La Rete e da Città dell’Uomo; Evio Hermas Ercoli (28,9%) sostenuto da DC, PSI e due liste civiche; Paolo Chessa (23,3%) sostenuto da PRI, una parte del PDS, i Verdi e una lista civica; Mario Crucianelli (16,6%) sostenuto da Alleanza nazionale; Fabrizio Villa (1,3%) sostenuto da una lista civica Cooperazione Sviluppo e territorio.
Maulo e Ercoli andarono al ballottaggio e, con grande sorpresa, Gian Mario Maulo fu eletto sindaco di Macerata con il 58,8% dei voti. Dal ’93 al ’97 Maulo è stato un Sindaco capace, generoso e tenace. Cattolico ma assolutamente laico in politica, seppe costruire una prima vera alternativa ai Governi democristiani, che si erano succeduti dal dopoguerra. Tra le tante cose fatte, espresse una forte e nuova sensibilità ambientale e di rispetto del territorio; un forte impulso alla crescita e all’estensione dei diritti civili; e garantì parità di accesso ai cittadini, rompendo con ogni pratica affaristica, clientelare e dei favori. Gian Mario portò anche una maniera nuova di vivere l’esperienza da Sindaco mantenendo sempre uno stretto contatto diretto con i cittadini e soprattutto con i più bisognosi di sostegno, ma anche continuando a scrivere poesie e vivendo l’esperienza da Sindaco senza mai interrompere quella molto ricca che viveva come uomo, come insegnante e come poeta. L’originale e forse irripetibile esperienza politica e amministrativa si chiamò Città Solidale. Al momento delle nuove elezioni nel 1997 ci fu un confronto per allargare l’alleanza, che aveva governato dal 1993, anche a nuovi partiti che a livello nazionale facevano ormai parte del centro sinistra. In primo luogo al Partito Popolare, poi a Repubblicani, Socialisti, Verdi. Uno schieramento vasto, ma che soffrì l’assurdo veto che posero i nuovi alleati sulla ricandidatura di Gian Mario Maulo. La motivazione era che non si poteva stare in una coalizione che candidava a Sindaco la stessa persona a cui si era fatta opposizione. Prevalse questa scelta. Gian Mario Maulo in maniera ingenerosa e sbagliata non fu ricandidato, esprimendo di fatto un giudizio negativo sul suo operato e buttando così alle ortiche cinque anni di attività amministrativa. Città dell’Uomo concluse la sua importante esperienza. Fu trovato un nuovo candidato per il Centro Sinistra. Il Centro Destra candidò Anna Menghi e vinse le elezioni con il 54% dei voti. Che la storia sia maestra di vita è tutto da dimostrare, ma qualche consiglio, a soli 17 anni di distanza, sarebbe bene accettarlo …»
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Con grande sorpresa?
Con grande sorpresa di chi??????
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Sicuramente non furono molti, almeno in casa DC, che si sorpresero dell’elezione di Maulo (così come, nel 1997, altrettanto in molti in diverse case politiche, NON spresero per l’elezione della Menghi)
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Tra l’altro nel 1997 la barricata che venne posta (sulla ricandidatura di Maulo) ebbe diversi attori e comprimari: ma bisogna pur fare delle doverse distinzioni.
Tale barricata venne collocata, soprattutto, dai “vecchi” alleati del Sindaco e molto poco “nuovi”
Un endorsement all’attuale sindaco costruito sull’emozione e sul sentimento legato alla scomparsa di un ex sindaco è quanto di più bieco la politica maceratese potesse partorire. Complimenti!!!!
Dopo il funerale dell’ex Sindaco Maulo ci mancava un’altra bella lezione di furbizia politica, con l’aggiunta di uno squallido opportunismo, unito ad un tocco di becero perbenismo, il tutto servito sul piatto della peggiore ipocrisia. “Bisogna voler bene a Macerata” e per questo bisogna ricordarsi di pensionare questi personaggi.
Io non trovo per niente insensato, l’invito di Renato Pasqualetti. Fermo restando che, quella volta (nel ’97, dico) non furono solo i nuovi partiti alleati, ma anche il cuore dell’allora PDS a non voler ricandidare Giammario: tant’è che il nuovo candidato del centrosinistra fu Antonio Quagliani, ciaffiano da tutta la vita; ma di presa molto meno efficace di Anna Menghi, oltre che montecassianese e non maceratese. Sì, credo che non ricandidare Maulo fu un interessante autogol del centrosinistra: indubbiamente la Menghi vinse perché era lei (tant’è che, se non ricordo male, prese più voti dei partiti che la portavano – e che di lì a un anno la disarcionarono), ma contemporaneamente quei famosi poteri forti a cui Maulo tagliò la strada nel suo sindacato non erano a cuore nemmeno nelle file del partito di maggioranza, non solo in quelle dei suoi alleati. In definitiva, dunque, una volta di più reputo sensate le conclusioni preoccupate di Pasqualetti. Al di là della sua militanza ultradecennale, che in questo caso non c’entra nulla.
Peraltro, va precisato anche che all’epoca non esisteva il PD così come non esistevano le primarie, strumento democratico per l’individuazione del candidato da parte della gente (io le userei pure per l’individuazione dei candidati alla Regione e al Parlamento, non solo al Comune). Sicché mi parrebbe folle impedire al sindaco uscente di ricandidarsi alle primarie, ma altrettanto folle che venisse candidato da solo, come accadeva nella migliore tradizione del PCUS.
Pasqualetti parla ai suoi e li invita a fare qualche considerazione in più: ne ha donde e ne ha pieno diritto. Sarà però la gente a decidere chi dovrà scendere in lizza contro gli altri avversari.
Mi correggo, per un’imprecisione grammaticale: a metà, quando parlo dei poteri forti. Intendevo scrivere che il rigore di Maulo di fronte a talune decisioni gli segnò la condanna alla non ricandidatura. E questo veto si annidava non solo nei partiti confluiti nel centrosinistra, ma anche nell’allora PDS (tant’è che Pasqualetti invita i suoi a non ripetere l’errore).
La mosca cocchiera (Fedro).
Gian Mario era un galantuomo e lo ha dimostrato continuando, malgrado tutto, ad impegnarsi attivamente e continuamente per il bene di Macerata. Credo che le strumentalizzazioni non servano a niente. Anzi…
….Non me la ricordo del tutto così..Eppure c’ero…..ma…va bhè..!!…Con il tempo tutto può mutare, poi, la “storia la scriverà chi avrà tempo per farlo..”…
Caro Renato, ormai ti sei assunto, insieme a Canesin, il ruolo dell’ultimo giapponese che a guerra mondiale finita ha lottato ancora per tanti anni ancora per salvare l’impero giapponese dalla disfatta. E quindi sostieni ad oltranza il buon Carancini, uno dei peggiori sindaci del dopoguerra, che ha fatto rimpiangere persino Meschini e tutta la sua allegra combriccola di smargiassi e di grandi scienziati dell’urbanistica.
Non so chi te lo faccia fare, anche perchè così facendo ostacoli qualsiasi ipotesi di sia pur timido rinnovamento nel tuo stesso partito.
Però so con certezza che, nel ricostruire quelle vicende maceratesi di quasi venti anni fa, te la suoni e te la canti da solo. Fu infatti l’allora PDS che mise, già nel corso della consigliatura, un veto alla ricandidatura di Maulo, cosa di cui lo stesso si lamentò più volte sia in privato che in pubblico, esprimendo tutto il proprio rincrescimento per il modo in cui era stato trattato proprio dal PDS.
Cioè, secondo Renato Pasqualetti occorrerebbe ricandidare Carancini? Lo considera un candidato spendibile e vincente?
Non capisco poi perchè il discorso di questi esponenti politici sia sempre proiettato sul passato, mai che si guardi al futuro.
Quello del prof. Pasqualetti, a mio modesto parere, è il più classico degli autogol! Mi spiego meglio: in occasione della scomparsa di un ex Sindaco amato dalla gente (come il prof. Maulo) si vuol ricordare il flop del centro-sinistra che non ricandidò Maulo per il 2° mandato e si vogliono mettere in guardia il PD e gli alleati a non commettere lo stesso errore con l’avv. Carancini. Ogni paragone vede perdente lo stesso Carancini! Molta acqua è passata sotto i ponti e, sempre a mio modesto parere, non si può paragonare la situazione di oggi a quella di allora. L’affermazione di Maulo fu veramente una grande vittoria della sinistra (anche quella radicale), tanto che, nessuno si scandalizzò, che la bandiera del Che Guevara sventolò sul balcone del Comune (questo lo ricorderà anche il prof. Pasqualetti). Oggi, i simboli tradizionali dei lavoratori, vengono visti come “il fumo negli occhi” perché in antitesi con la propaganda “rottamatoria” che dovrebbe essere il nuovo. Anche quella di Carancini venne presentata come “la nuova storia”………. Ma torniamo all’improponibile confronto che vede perdente l’attuale Sindaco su tutti i fronti; Il SIGNOR Gian Mario Maulo, pur subendo la mancata candidatura a Sindaco, si mise a capolista e collezionò un numero di preferenze tale da essere un record ancora imbattuto e le sue elezioni le vinse (perché la coalizione, grazie alla mole delle sue preferenze, ebbe più voti del candidato Sindaco che perse nei confronti di Anna Menghi. Questa fu la più grande vittoria dell’ex Sindaco Maulo che dimostrò tutto il suo amore per Macerata. Ora la domanda è d’obbligo: Se l’avv. Carancini non venisse ricandidato, da ex Sindaco, si comporterebbe come fece Gian Mario Maulo?
Utilizzare la scomparsa di un ex sindaco per “forzare” un ragionamento politico comodo e di piccolissimo cabotaggio da la misura del livello. Articolo che si commenta da solo!
Letto tutto qui sopra, mi chiedo ancora perché la mosca cocchiera non spiega e non obietta personalmente con le sue ragioni.
…. e grazie, da parte mia e dei miei familiari, all’Avv. Giuseppe Bommarito, che ha ristabilito la verità (“Fu infatti l’allora PDS che mise, già nel corso della consigliatura, un veto alla ricandidatura di Maulo, cosa di cui lo stesso si lamentò più volte sia in privato che in pubblico, esprimendo tutto il proprio rincrescimento per il modo in cui era stato trattato proprio dal PDS”).
Posso precisare, per diretta cognizione di causa e di parole, che il veto degli “uomini e delle donne forti” del PDS di Macerata su una eventuale ricandidatura di Gian Mario, ebbi modo di verificarlo il giorno stesso della sua elezione a sindaco, con lui ed altri sul balcone del Comune a salutare la folla degli elettori esultanti. Per la storia …..
Ostinatamente triste e tendenziosamente miope l’analisi di Pasqualetti. Certamente lo scopo è nobile per la parte commemorativa. Tuttavia, non può sfuggire che i risultati politici di quell’esperienza amministrativa, da lui giudicati positivi, appaiono tali solo se misurati nei tempi corti. In effetti la “sorprendente” vittoria di Maulo non fu determinata dalla scelta di una parte del PdS + altri di candidare un cattolico alla guida di una coalizione laica e di sinistra. Ma, al contrario, fu determinata da una più profonda conoscenza della città mostrata dalla DC di allora che riusci a far candidare un ateo ex comunista alla guida di una coalizione perdente di centro-destra. Con questo tipico gioco di prestigio i “vecchi centristi” miravano ad uscire rapidamente da tangentopoli senza troppi danni, per poi ritornare disfacendosi del buon Maulo. L’operazione, infatti, riuscì quasi perfettamente. Dico quasi perchè vi fu quel piccolo incidente di percorso dei due anni della Menghi. Incidente che però fu subito superato con il ritorno alla stabilità e normalità democristiana per 10 anni di Meschini più i cinque di Carancini. Su una cosa Pasqualetti ha ragione, la storia potrebbe ripetersi.
….. ed ero, allora, un elettore del PDS, come ora lo sono del PD.
Sig. anonimo “maceratese”, le sue, a mio modesto avviso, sono corbellerie. Prima fra tutta quella di rilasciare patenti di fede religiosa (“ateo”, immagino bene all’indirizzo del Prof. Ercoli). Mi scusi, ma a Lei chi gliel’ha data la patente di rilasciare queste opinabili patenti?
Letto e riletto tutto qui sopra, continuo a chiedermi perché la mosca cocchiera non spieghi e non obietti, ragionevolmente e personalmente, a chi, qui, ha ragionevolmente e personalmente (esclusi anonimi, ovvio) commentato le sue dichiarazioni a “cronachemaceratesi”. Sto aspettando.
Sinceramente non ho mai conosciuto il Sindaco Maulo, come non conosco il Sig. Alfredo Maulo. Supponendo che siamo parenti e leggendo i commenti del Maulo “meno famoso” posso intuire la grandezza del Maulo che non c’è più.
a Matteo Zallocco, direttore di “cronachenaceratesi”: non capisco e non capirò mai perché il giornale on line che tu dirigi dia così tanto spazio all’anonimato nei post di commento agli articoli. Non è così neppure nei giornali on line di piccoli e sperduti paesi della provincia di MC e d’Italia. Era così nella medievale e pre-napoleonica serenissima repubblica di Venezia. In tutta franchezza e rammarico.
a “Fucchi E Basta”: perché sputa veleno contro chi dice di non conoscere?!!!!!
ancora a ” Fucchi E Basta”: ……ed a scanso di ogni possibile equivoco, non “siamo parenti”. Neppure lontananissimamente.
Sig. Alfredo, se si riferisce a me “Furio e Basta”, le voglio dire che io non sputo nessun tipo di veleno. Se posso “tradurre” quello che ho scritto su di lei e sul Maulo ex Sindaco che ho erroneamente supposto fosse suo parente, posso solo dire che il mio era un commento nettamente positivo, sia sul Maulo che non c’è più (di cui ho scritto solo che bene, in occasione della triste notizia), sia su di lei che ha usato un termine di paragone (bello ed azzeccato) per il Pasqualetti e che dimostra coerenza nelle scelte fatte.
Ora, se vuole ed anche alla luce del suo fraintendimento e del puerile storpiamento del mio nome, posso sempre cambiare visione…………
vorrei solo sapere chi è l’autore di questo velenoso post a firma di “Furio E Basta”: “Sinceramente non ho mai conosciuto il Sindaco Maulo, come non conosco il Sig. Alfredo Maulo. Supponendo che siamo parenti e leggendo i commenti del Maulo “meno famoso” posso intuire la grandezza del Maulo che non c’è più”. E Lei o chi? Non ci capisco più niente. Mi farebbe la cortesia di dirmi il Suo nome e cognome anagrafico? Se no, lasciamo perdere. Per sempre. Amen,
Si, lasciamo perdere che é meglio ………..
Pasqualetti non riesce piu’ a meravigliarmi. Addossare la colpa della mancata ricandidatura di Gian Mario ai nuovi alleati ha veramente del grottesco. La ricandidatura del Sindaco Maulo non fu voluta da coloro che la volta precedente lo avevano sostenuto. Avevano pensato di poterlo manovrare come volevano, ma non avevano fatto i conti con la sua buona e positiva “testardaggine” nel portare avanti le cose in cui credeva e non quelle che potevano essere convenienti. Proprio ora, nel momento in cui Gian Mario ci ha lasciati, gli dobbiamo il massimo del rispetto e dobbiamo in tutti i modi evitare di strumentalizzare , per non so quali fini politici, la sua figura.
Sig. Furio-Fucchi, sto aspettando ancora la Sua risposta alla mia domanda: 1) è Lei il velenoso di cui sopra? 2) mi farebbe la cortesia di dirmi (comunque stiano le cose con la sua incerta identità) di dirmi, finalmente, con quale nome e cognome Lei risulta all’anagrafe? Di cosa ha paura, mi scusi? Io non sono un poliziotto, ma non sono fesso, come non lo è Lei. Terrò il segreto della sua vera identità solo per me. In eterno.
a Gabri: condivido pienamente quello che hai appena scritto. Posso aggiungere (per quello che mi disse Gian Mario e prendila come ti pare) che un’animata discussione tra lui (a casa sua) e l’ On. Valerio Calzolaio (allora PDS), finì miseramente a spintoni. Renato, anima candidissima, potrebbe aggiungere molti particolari interessanti. Se non sul fatto specifico, sul contesto. Spero che ne parlerà sulle sue prossime memorie. Per la storia, s’intende.
…… ancora a “Fucchi-Furio”: mi restava da dirLe (per fugare ogni suo strampalato dubbio) che sono uno dei tanti cugini di Gian Mario (stessi nonni Vincenzo Maulo e Virginia Ercoli). Gian Mario è stato per me molto più che un “fratello”. Amatissimo. Ne difendo la memoria da ogni insidia, compresa la Sua sottilissima ma scopertissima insinuazione. Mi stia bene. Cordiali saluti. Dimenticavo: Le consiglio vivamente di non riprovarci. Sarebbe facile bersaglio.
A me il commento di Furio e basta era sembrato positivo…. A volte mi sembra che su CM ci si scaldi per nulla…. Poi posso sbagliarmi per carità…
Non a me. Fino a che Furio non riveli la sua identità anagrafica. Cosa gli costa? Il “posto”? Non credo.
e poi basta ….basta ……. con l’anonimato che tutto dice e tutto nasconde! Barbarie!!!!
“Furio E Basta”, si omo o non si omo? Mi dici finalmente chi sei? Aspetto con ansia. Per intanto vado a dormire, che è ora,
Furio E Basta, ho già, come sai bene (v. i miei post sopra), avanzato una certezza sulla tua identità. Potresti smentirla e con qualche convincente ragione? Non aspetterei altro di meglio.