E’ terminata oggi la campagna di adesione alla manifestazione nazionale della Cgil “Lavoro, Dignità, Uguaglianza – per cambiare l’Italia” che ci sarà domani, sabato, a Roma, in piazza San Giovanni (leggi l’articolo). Dalla provincia di Macerata partiranno quindi più di 900 persone tra lavoratori, disoccupati, precari, studenti, pensionati che raggiungeranno Roma con 18 pullman organizzati dalla Cgil da tutta la provincia e tramite mezzi propri. “Riteniamo questi numeri straordinari, – dicono gli organizzatori – che dimostrano come la battaglia contro il Jobs Act e a favore di una riduzione della precarietà ed un’estensione delle tutele a tutti sia largamente condivisa da ampi strati della popolazione. I dati che ci arrivano da tutto il territorio nazionale indicano anche come quella di domani sarà la manifestazione più importante nel nostro Paese dal 23 Marzo 2002, in un clima molto diverso da allora, dopo 7 anni di grande crisi e in un contesto sociale completamente sconvolto dai mutamenti avvenuti nell’ultimo decennio”.
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Non tutti sanno che l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (quello che prevede il reintegro per un licenziamento senza giusta causa) non si applica a sindacati e partiti (nemmeno quelli comunisti). I sindacati e i partiti suddetti fanno la morale, scioperi, aizzano folle, adunano folle sterminate (con i nostri soldi), inveiscono contro ministri, piangono e commuovono in televisione, ma si dimenticano o meglio, non toccano quell’argomento, che l’art. 18 non si applica a loro appunto. Possono licenziare quando e come vogliono ( vedere il link qui sotto) senza temere il reintegro da loro tanto sbandierato. Legge numero 108 del 1990, articolo 4: l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori «non trova applicazione nei confronti dei datori di lavoro non imprenditori che svolgono senza fini di lucro attività di natura politica, sindacale, culturale, di istruzione ovvero di religione o di culto».
Mi chiedo allora perchè l’art. 18 vale per un imprenditore che lavora e fa lavorare, crea ricchezza, paga le tasse, paga tutto e non vale per questi signori?
Bisogna capire una buona volta che per un imprenditore il lavoratore rappresenta un capitale su cui ha investito tempo e denaro. Se decide di licenziare un lavoratore lo farà sicuramente per dei buoni motivi e non per il gusto di farlo. Più sarà facile per un imprenditore licenziare i suoi lavoratori (i quali riceveranno un importante indennizzo) più sarà facile per i lavoratori licenziati trovare un nuovo lavoro. Questo circolo virtuoso ha rappresentato la fortuna di Paesi quali Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda ecc…dove la disoccupazione è tra le più basse al mondo e dove già dopo pochi anni si era recuperato il crollo del 2007-2008.
Se ci fosse una legge che obbligherebbe a sposare una donna dopo il primo appuntamente (senza la possibilità di sciogliere il vincolo coniugale), chiedereste più ad una donna di uscire?
Caro pigi78 dal suo nomignolo presumo arrivi dalla luna e da quello che scrive penso che non abbia mai messo piede sulla terra ne tantomeno all’interno di una fabbrica.Se un domani dovesse fare un viaggio intergalattico mi chiami cosi le farò fare un giro turistico in quell’idilliaco paese che lei pensa di conoscere a fondo.Lavoratori=capitale umano,Facilità di licenziamento=lauti indennizzi=facilità nel rientro del mondo del lavoro,nemmeno Marchionne sarebbe capace di mettere tante cazzate insieme.A quanto leggo nel suo mondo è un problema anche il rapporto affettivo,nel mio quando si trova la donna giusta la si sposa se poi le cose proprio non vanno si divorzia.In conclusione l’Italia è un paese fondato sul LAVORO e non sul licenziamento,cosi come il matrimonio è basato sull’ AMORE e non sul divorzio.