L’attività del gruppo Genitori per la vita (leggi l’articolo) continua senza sosta. Le famiglie stanno portando avanti, attraverso una serie di incontri e confronti con ricercatori, pediatri e avvocati, sulla pratica della vaccinazione e, nei giorni scorsi, hanno raggiunto il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, in tour nelle Marche, alla quale hanno consegnato una lettera sulla loro attività di informazione.
«Siamo le famiglie di ragazzi danneggiati – si legge nella lettera – al momento o subito dopo la somministrazione di vaccini, che loro malgrado, ora si trovano a dover convivere con questa tragedia, che come immaginerà ha ridimensionato pesantemente la nostra esistenza, oltre che quella dei nostri figli. Le storie dei nostri ragazzi, Jacopo, Desiree, David, Francesco e Davide rappresentano solo uno spaccato di un problema ormai diventato tristemente troppo frequente, un problema che noi vorremmo porre alla sua attenzione. Il nostro gruppo è nato per promuovere una corretta informazione sulle vaccinazioni, sia pediatriche che in età adulta. Come lei ben saprà le vaccinazioni sono al momento argomento di grande attenzione mediatica, ma sono soprattutto uno dei pensieri che molti devono affrontare nel momento in cui diventano genitori, e quindi garanti della salute del proprio bambino, o si trovano di fronte ad un obbligo militare o si trovano a dover vaccinare per altre motivazioni (categorie di lavoratori, anziani,ecc). Purtroppo per alcune persone non è possibile scegliere se sottoporsi o meno a vaccinazione in quanto sono obbligati per legge. Ma questo modus operandi fa in modo che la consapevolezza scemi, perdendo di vista una precisa assunzione di responsabilità. Non è assolutamente nostra intenzione contrastare questa pratica ma essendo la nostra salute e quella dei nostri figli ciò di cui stiamo parlando, ogni cittadino, cosi come le famiglie, debbono essere adeguatamente informate. All’inizio prima che le nostre storie diventassero drammatiche, avevamo una assoluta fiducia nelle istituzioni che, per costituzione, hanno il compito di tutelare la nostra salute. Tuttavia, al momento in cui ci siamo trovati nostro malgrado dall’altra parte della barricata a dover affrontare un problema che coinvolgeva i nostri figli, abbiamo cominciato a chiederci il perchè ci trovassimo lì, che cosa fosse davvero successo. Fatalità? Si forse all’inizio abbiamo creduto che fosse questo il vero problema, ma nelle lunghe nottate passate insonni negli ospedali ad assistere i nostri figli, molte cose non tornavano, i nostri pensieri sono volati alti, aldilà delle spiegazioni dateci dai vari dottori per lo strano sviluppo della stessa malattia. In quei drammatici momenti ci siamo quasi convinti che le nostre considerazioni fossero soltanto il frutto della nostra rabbia, del nostro rifiuto nell’accettare le nostre tragedie. Poi, non so quanto casualmente o forse per una effettiva necessità di cercare qualcuno che capisse e che condividesse le nostre esperienze, perché in tutto questo una famiglia è sola e abbandonata a se stessa e lo Stato in cui si aveva fiducia ti volta le spalle, abbiamo incontrato altre persone con esperienze simili se non addirittura identiche, e a quel punto quei dubbi che ci avevano tormentato nelle notti insonni hanno cominciato a trasformarsi in certezze.
Ci siamo incontrati, abbiamo parlato, abbiamo ragionato e, per ovvi motivi, abbiamo deciso insieme di fare qualcosa, abbiamo cominciato ad organizzare quelli che comunemente vengono definiti convegni. Noi non amiamo definirli così, ma piuttosto incontri tra amici, con chi non accetta passivamente il ruolo di spettatore, e vuole saperne di più. Noi del Gruppo, sappiamo di non poter dare risposte scientifiche, dato che questo ruolo non ci spetta, e perciò nei nostri incontri abbiamo sempre fatto dare risposte a chi, più di noi, era titolato a tali compiti. Medici, avvocati, ricercatori, ci stanno aiutando gratuitamente in questa informazione di base, che, con tutto il rispetto sig. Ministro, non dovrebbe essere di nostra competenza, ma anche e sopratutto di coloro che istituzionalmente sono preposti a questo. Noi, Gruppo Genitori per la Vita, cerchiamo di colmare in parte questo vuoto istituzionale, ma come lei ben capirà, lo facciamo dal nostro punto di vista, mettendo in evidenza che la pratica vaccinale, essendo una pratica medica, può avere degli effetti collaterali e vorremmo confrontare le nostre convinzioni con chi la considera invece assolutamente senza rischi. Lo facciamo mettendo in piazza, ci creda, ogni volta con dolore le nostre tragiche esperienze, ma lo facciamo perchè siano un aiuto ed uno stimolo a coloro che, scegliendo di vaccinare o di non vaccinare, lo facciano dopo essersi adeguatamente informati in modo che sia una scelta libera e consapevole. Siamo convinti che queste righe siano di stimolo a lei, quale rappresentante del Ministero della Salute, nonché in ambito parlamentare, affinchè possa essere aperto un tavolo di discussione sulle problematiche sollevate e sulle possibili soluzioni». La lettera è firmata dalle famiglie Rinaldelli, Caraffa, Bianchini, Scarpeccio , Petracci, Lippo, Crasto, Boccanera e Calvagni.
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