Tre papà contro i vaccini:
“Hanno fatto ammalare i nostri figli”
Nasce il gruppo Genitori per la vita

MACERATA - Venerdì un convegno all'Asilo Ricci per parlare delle vaccinazioni. I casi di Desirée e Jacopo, lei diventata diabetica, lui autistico, dopo la profilassi. La storia di Francesco Rinaldelli, alpino di 26 anni morto per un linfoma di Hodgkin

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Da sinistra Andrea Rinaldelli, Sauro Scarpeccio e Luca Caraffa

Da sinistra Andrea Rinaldelli, Sauro Scarpeccio e Luca Caraffa

rinaldelli_scarpeccio_caraffa (1)di Alessandra Pierini

Francesco, Jacopo e Desirée, tre storie diverse ma legate da due punti in comune, la somministrazione di un vaccino e dei genitori che non si sono arresi alla rabbia e ai sensi dei colpa ma hanno preferito uscire allo scoperto, informare e sostenere altre famiglie perchè altri non debbano vivere le difficoltà in cui loro si trovano o si sono trovati.

DESIRE’E LOTTA CONTRO IL DIABETE MELLITO – Desirèe è una bambina di 4 anni e mezzo. «Il 26 febbraio 2011 – racconta il padre, Luca Caraffa di Macerata – l’abbiamo portata con mia moglie Roberta dal pediatra, dopo che aveva avuto l’influenza, per chiedere se era il caso di vaccinarla contro il meningococco perchè volevamo proteggerla dalla meningite fulminante. Quel giorno abbiamo trovato un sostituto del medico il quale ci ammonì perchè eravamo indietro con le vaccinazioni, quindi usciti dall’ambulatorio siamo subito andati a vaccinare la bambina. La dottoressa dell’Asur però ci disse che per il meningococco eravamo ancora in tempo ma che lei ci consigliava di somministrarle il vaccino Mpr (morbillo, parotite, rosolia). Firmammo il consenso informato, anche se in realtà non ci avevano informato di nulla, e vaccinammo nostra figlia».
Nel giro di un mese e mezzo Desirèe ha iniziato a manifestare dei disagi: «Chiedeva molta acqua e faceva tanta pipì – prosegue Luca finchè la situazione è degenerata ma non si riusciva a capire cosa avesse. Il 22 maggio, la nostra bambina stava malissimo e con mia moglie l’abbiamo portata in ospedale dove  per la prima volta  è stata sottoposta ad uno stick per la glicemia ed era a livelli abnormi. Ho capito che la situazione era grave dalla faccia che ha fatto la dottoressa guardando il risultato. Abbiamo così scoperto che Desirè aveva contratto un diabete mellito di tipo 1, è stata subito trasferita al Salesi di Ancona dove piano piano si è ripresa per poi iniziare a prendere l’insulina che dovrà prendere per tutta la vita». Luca e Roberta hanno subito avuto dei dubbi sulla vaccinazione e li hanno espressi a diversi medici: «Ci dicevano che non era possibile, poi però abbiamo approfondito e abbiamo visto che Desirè aveva dei livelli altissimi di alluminio. La dottoressa Rasi, di Padova, pediatra specializzata alla quale ci siamo rivolti, ha certificato la correlazione tra il vaccino e il diabete. Ogni volta che guardo mia figlia, non riesco a non pensare che quella mattina le ho tenuto il braccio quando le iniettavano il vaccino».

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I componenti del gruppo “Genitori per la vita” in un momento di aggregazione

JACOPO CONVIVE CON L’AUTISMO – Jacopo ha 6 anni. Fino a sei mesi stava bene. «Era un bambino come tutti gli altri – ricorda il padre Sauro Scarpeccio di Tolentino- giocava, era attento. Come indicato dall’Asur lo abbiamo sottoposto alla prima dose di esavalente e tutto è andato bene. Qualche mese dopo, lo abbiamo di nuovo portato per la seconda somministrazione. La sera stessa ha avuto degli attacchi epilettici, anche se all’epoca non abbiamo capito cosa fossero tremori e irrigidimento. Lo portammo in ospedale e venne curato come se avesse un’otite. Continuavamo a vederlo diverso e qualche mese dopo un pediatra ci prenotò una visita in neuropsichiatria infantile. A tutti i dottori che incontravamo, facevamo presente che tutto era iniziato con il vaccino ma ci dicevano che era impossibile, tanto che non ci hanno neanche stoppato, per cui siamo andati avanti anche con la terza dose». la situazione è precipitata il 4 settembre 2009: «Jacopo ha avuto un attacco epilettico ed è stato ricoverato. Gli è stato somministrato un farmaco che continua a prendere tutt’ora . Nel frattempo era diventato come un soprammobile, non si muoveva, non si reggeva, era incontinente, non comunicava. Insomma era rientrato nell’aspetto autistico. In seguito abbiamo fatto degli esami che hanno confermato che c’è stata un’infiammazione cerebrale e un’alta quantità di mercurio nel sangue». Negli ultimi tempi Jacopo ha iniziato a fare dei piccoli miglioramenti: «Io e mia moglie Monia – continua Sauro Scarpeccio – abbiamo optato per una cura alternativa disintossicante basata su farmaci , anche omeopatici, integratori alimentari e alimenti senza glutine e lattosio. Spendiamo solo per questo circa 600 euro al mese e mia moglie ha dovuto lasciare il lavoro per fare la mamma a tempo pieno. le istituzioni ti abbandonano. Purtroppo ti dicono che il vaccino è obbligatorio e questo spinge a non informarsi. Come faccio io, falegname, a sapere se un bambino di pochi mesi sta bene e può fare il vaccino in sicurezza?».

rinaldelli_scarpeccio_caraffa (3)FRANCESCO E IL LINFOMA CHE LO HA UCCISO – Francesco è morto nel 2008 a 26 anni, ucciso da un linfoma di Hodgkin. «Mi fa male raccontare la storia di mio figlio – esordisce Andrea Rinaldelli di Porto Potenza – Francesco fu arruolato nel corpo degli alpini nel 2004. A febbraio gli somministrarono contemporaneamente sia vaccinazioni fatte in ambito civile che non e anche quelle non contemplate dal protocollo, per un totale di 10 vaccini in un giorno. Poi fu trasferito al Petrolchimico di Porto Marghera. In quel periodo nell’area c’era stata una bonifica che aveva procurato fuoriuscita di diossina che Francesco ha respirato. Ma su tanti si è ammalato solo lui? Dopo anni di ricerche per capire posso dire che il vaccino ti mette nelle condizioni che il danno avvenga, mettendo a rischio il sistema immunitario». Nel novembre 2004 Andrea Rinaldelli ha ricevuto una telefonata dall’ospedale di Mestre nella quale gli fu comunicato che suo figlio era malato. «Non sapevo cosa fosse il linfoma, mi dicevano che era curabile. Dopo 30 o 40 chemioterapie e dopo 4 anni, di cui tre trascorsi in ospedale, quasi sempre in isolamento, Francesco è morto. Non ha mai versato una lacrima». Papà Andrea, da dodici anni, sta combattendo una battaglia tra tribunali, ministeri e Parlamento per evitare che accada ancora: «Nei giorni scorsi il tribunale di Ferrara per la prima volta ha riconosciuto il nesso tra il cancro e l’errata somministrazione dei vaccini, per la prima volta ha condannato il Ministero della Salute. Si sta aprendo il vaso di Pandora. Il caso di Francesco non è diverso da quello dei bambini. Militari e bambini hanno una cosa in comune, non possono scegliere, i militari perchè devono ubbidire agli ordini, i bambini perchè per loro scelgono i genitori». Domani il caso di Francesco Rinaldelli sarà oggetto di una interrogazione parlamentare al Senato durante il question time.

le sei famiglie che hanno costituito il gruppo "Genitori  per la vita"

Le sei famiglie che hanno costituito il gruppo “Genitori per la vita”

“GENITORI PER LA VITA” UNITI PER INFORMARE E SOSTENERE – I genitori di Francesco Rinaldelli, di Jacopo Scarpeccio e di Desirée Caraffa hanno deciso di unirsi, di darsi sostegno e di far conoscere le loro esperienze perchè possano essere utili ad altre famiglie. E’ così che è nato il gruppo “Genitori per la vita”, il quale è formato da sei famiglie che compongono il nucleo istitutivo ma al aquale stanno aderendo in molti, anche grazie all’avvio di un gruppo chiuso su facebook, al quale, da Natale ad oggi, si sono iscritte più di 400 persone. «il nostro obiettivo – raccontano Andrea Rinaldelli, Sauro Scarpeccio e Luca Caraffa – è informare e sostenere chi si trova nella nostra situazione che per forza di cose ti porta all’isolamento. Chiediamo alle famiglie di venire allo scoperto, di non chiudersi in se stesse, di non colpevolizzarsi perchè siamo colpevoli solo della nostra ignoranza. Se la gente avesse urlato, se si fosse fatta sentire, avremmo potuto salvare qualcuno. Non siamo a favore o contro i vaccini ma chiediamo che i cittadini ne prendano coscienza e forniamo dati utili perchè possano farlo». Nel gruppo facebook si susseguono infatti le testimonianze di tanti genitori che raccontano la loro esperienza e le richieste di sostegno di chi ha dubbi sul come comportarsi. «Per esempio nessuno mi ha detto che nel fogliettino illustrativo dei vaccini c’è scritto che è importante fare un’anamnesi della storia clinica della famiglia per capire se ci sono fattori di rischio. Purtroppo non lo abbiamo fatto»  spiega Luca. Continua Sauro Scarpeccio: «C’è solo un modo per combattere la carenza di informazioni, dobbiamo fare domande e pretendere delle risposte. Senza demonizzare il presidio medico, dobbiamo sempre aver presente che il vaccino è un farmaco e come tale ha anche delle controindicazioni. Tra l’altro, è più dettagliato il libretto delle vaccinazioni di un cane , dove viene indicato anche il lotto del medicinale e la firma del medico che lo ha somministrato, che quello di un bambino ».
Andrea Rinaldelli, in tanti anni di battaglia, ha anche preso delle iniziative concrete. «Un anno fa, nel corso di un convegno a Potenza Picena, abbiamo consegnato nelle mani di Francesco Comi, presidente della commissione Sanità , uno dei pochi che ha partecipato alle nostre iniziative e come si suol dire, ci ha messo la faccia, una petizione firmata da 500 persone per chiedere il non obbligo delle vaccinazioni nelle Marche. Siamo stati ricevuti in regione e ci hanno detto che avrebbero invitato un esperto nazionale per un confronto ma non ci hanno più chiamato. Abbiamo allora proposto un’azione informativa con la consegna di un libretto ma non abbiamo ancora avuto risposta. Quello che mi chiedo è quanti casi dobbiamo ancora sopportare per permettere alle mamme di conoscere qual è la situazione reale?».


1526592_10201848203580012_1183948805_n-455x650UN CONVEGNO SUI VACCINI A MACERATA –
Il gruppo “Genitori per la vita” ha organizzato per venerdì 7 febbraio all’Asilo Ricci di Macerata un dibattito informativo su vaccinazioni pediatriche, sistema immunitario, sindrome autistica, normativa e diritti dei genitori. I relatori saranno Roberto Mastalia, avvocato esperto in danni da vaccino e da malasanità, Maria Rita Marcheggiani, psicologa clinica dello sviluppo, esperta di danni da vaccinazione, consulente tecnico di parte, Alessandro Lippo, responsabile trasparenza anticorruzione di Cultura, Legalità e Progresso e Gerardo Rossi, medico e direttore scientifico mineral test. L’incontro è aperto a tutti e l’invito è esteso anche ai rappresentanti Asl/ Asur e ai medici pediatri


 



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