di Alessandro Trevisani
E’ crollato alle 14.15 di oggi lo chalet Palm Beach, a Scossicci di Porto Recanati. La struttura che si era già inclinata a causa delle mareggiate di 15 giorni fa (leggi l’articolo) ha ceduto a causa della nuova ondata di maltempo che ha scatenato la furia del mare tra ieri e oggi. Il ristorante, che si trova di fronte alla discoteca Mia, è diviso in due blocchi che hanno fondamenta diverse: a cedere è stata la parte sud, che regge sui piloni ed è comunque collegata alla porzione nord dell’edificio mediante il tetto. Sul posto la Polizia municipale e i volontari della protezione civile.
Il sindaco Ubaldi si intrattiene con la famiglia Mancini: da sinistra un agente, il titolare Gianfranco, Marco e Massimo che accende la sigaretta
Alle 16 sono intervenuti i Vigili del Fuoco, accolti dal sindaco di Porto Recanati Rosalba Ubaldi, che era accorsa nell’immediatezza dei fatti. I pompieri hanno tagliato la copertura che connetteva il tetto della parte crollata con l’edificio rimasto in piedi, e che era rimasta penzolante. Poi hanno recuperato altri materiali dall’interno dei locali e hanno messo il tutto in sicurezza, tanto che alle 17 il traffico, bloccato in un primo tempo per un tratto di 80 metri, è ripreso regolarmente su via Scossicci.
Presenti sul posto anche l’assessore al Commercio Roberto Sampaolo e l’assessore a Turismo e Bilancio Elena Leonardi, che spiega che “non è possibile dire ora quanti metri di spiaggia avremo a giugno, ma ci sarà un intervento di ripascimento già concordato nelle scorse settimane con la regione. Non solo, bisognerà rifare gli accessi alla spiaggia e le Ferran (piloni di cemento che montano 4 piastre di filtraggio a stella, le cosiddette stelle di Ferrucci, ndr) dovranno essere risistemate, perché a suo tempo sono in parte affondate. Contiamo di poterlo fare coi soldi risparmiati dall’intervento fatto a marzo all’altezza dei giardini Europa. E a giugno, se la struttura sarà agibile, potrebbe essere ancora utilizzata, o almeno questa è l’intenzione che hanno sempre espresso i titolari”.
Gianfranco Mancini, il proprietario del Palm Beach, è affranto, in disparte. Resta in silenzio per tutto il tempo, con le braccia appoggiate sulla staccionata del marciapiedi. “Se ne vanno trent’anni di lavoro, fatiche, speranze, di gente che ci ha creduto e ha ricevuto mille promesse – dice la figlia Marta -. In regione, all’incontro di 3 settimane fa, ci avevano promesso di piazzare in mare dei pennelli a protezione del balneare. Poi per vie traverse abbiamo saputo che non se ne farà niente. Quando vedono il danno promettono, poi si accorgono che ci vuole una pianificazione più lunga, che andrebbe completato il tratto di Ferran, e allora si rimanda, e siamo daccapo ogni volta”. Il fratello di Marta, Massimo, aggiunge: “Qui occorrono plinti lunghi almeno 14-16 metri, ma oggi la noncuranza della politica ci ha ridotto in queste condizioni. Venti giorni fa i pilastri erano esplosi e si erano adagiati sui massi posizionati dalla Provincia alcuni anni fa. Ma da Macerata non si è mai visto nessuno a fare manutenzione”. “Soprattutto – dice ancora Marta – la Provincia, che è responsabile anche della strada, non si è mai fatta vedere in queste settimane, dopo che la struttura si è inclinata. La sola che ci è sempre stata vicina è la sindaco Ubaldi: oggi guardavo crollare il ristorante, pochi istanti dopo era già qui con me”. La prima cittadina si avvicina ai Mancini, che le si fanno attorno. In un conciliabolo breve e sentito arrivano parole di sprone e di vicinanza.
Massimo Mancini aggiunge un particolare inquietante: “Ieri all’alba abbiamo trovato le porte del ristorante divelte, e un cumulo di pezzi di grondaia, padelle, termoconvettori: ferro e rame ammucchiato da una parte. Qualcuno era entrato e l’aveva accantonato, probabilmente per portarselo via”. Sciacalli all’opera, ma niente denunce. “Abbiamo chiamato i carabinieri, ma è inutile, ora è finito tutto in mare”. Marta è la più arrabbiata: “Gli abitanti dei dintorni si sono interessati molto poco a quello che ci succedeva, ma ora che il mare si è mangiato la costa le loro case che valore hanno? Il Barracuda sta lì che penzola sul mare, dobbiamo aspettare che tocchi anche a loro per avere un intervento serio?”.
Andiamo a vedere il bar del balneare che sta 200 metri più a sud del Palm Beach. Una scala penzola sopra le onde, al’ingresso c’è un cartello giallo che dice ‘Saremo pronti per l’estate’. “In regione ci hanno detto più volte che eravamo un caso isolato, che occorreva che i danneggiati fossero di più, per poterli aiutare… Forse qualcuno aspetta che vengano giù altri impianti”, dice ancora con amarezza Marta Mancini.
Il Palm Beach significa decenni di turismo e di accoglienza. “Abbiamo avuto un massimo di 14 dipendenti – spiega Marco Mancini, fratello di Marta e Massimo- negli anni prima di dare in gestione il ristorante. Mio nipote Fabrizio ha 18 anni e fa l’alberghiero, ma chi se la sente di dargli questo peso sulle spalle?”. Il ragazzo, chiamato in causa, alza la testa e si fa ancora più serio, il viso glabro e il capello curato, poi si apre in un sorriso abbracciando affettuoso la compagna dello zio. ‘Zietta’, la chiama, questa ragazza di qualche anno più grande, e insieme rallegra e stringe il cuore di chi è presente. A giugno, forse, si riparte. Porto Recanati si tira su le maniche, e la tristezza, com’è nel suo carattere, l’avvolge in un velo di gagliardo, quasi spavaldo disincanto. Ma regione e provincia, come dice una frase fatta, saranno chiamate ancora una volta a battere un colpo. Se ci sono.
***
LA SITUAZIONE MALTEMPO IN PROVINCIA (leggi l’articolo) – I vigili del fuoco hanno continuato a lavorare tutta la notte e nella mattinata per piccoli interventi di rimozione piante o piccoli smottamenti. L’intervento più significativo a Montefano dove è crollato un muro di contenimento che si trovava tra due abitazioni private. Il muro di 10 metri di lunghezza e tre di altezza è caduto in via Costanzi. I vigli del fuoco hanno interdetto l’utilizzo di due stanze in una delle due proprietà separate dalla costruzione.
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Dall’assessore Elena Leonardi, riceviamo:
A seguito dei drammatici eventi che hanno sconvolto la nostra Regione nella giornata di ieri con l’esondazione di alcuni fiumi e varie frane che hanno coinvolto diversi Comuni e la grave alluvione di Senigallia, abbiamo deciso di annullare l’evento musicale in programma nel pomeriggio in Piazza Brancondi. A nome del Sindaco Ubaldi e di tutta l’amministrazione – aggiunge l’assessore Elena Leonardi – voglio esprimere la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime dell’alluvione ed un ringraziamento a tutte le persone coinvolte nelle operazioni di soccorso, Vigili del fuoco, Forze dell’Ordine, Protezione Civile, sanitari e volontari, delle tante famiglie così duramente colpite da questo evento.
che tristezza 🙁
quando sbatti con il menefreghismo di questi cosi detti “politici” ,come fa a non venire voglia di emigrare…
Più che altro vorrei sapere come si fa ad autorizzare una struttura del genere in un luogo dove da sempre il mare si prende quello che vuole. E poi ancora, l’agibilità di queste strutture è controllata?
Magari la prossima volta che ne crolla una sarà con la gente dentro…
🙁
E’ stata una grossa forzatura costruire sul mare una serie di strutture e fabbricati.
A mare calmo se ci troviamo li sulla linea dove arriva l’acqua possiamo vivere una sensazione di piacere nel sentire le onde leggere che si adagiano sulla spiaggia di sabbia o che levigano in modo lieve i sassi più o meno grandi ; per una coppia di innamorati sicuramente è luogo di grandi momenti romantici.
Ma se il mare diventa grosso sono problemi; ciò che l’uomo PROPONE la natura l’eliminazione ne DISPONE. Come minimo posizionete delle SCOGLIERE ! ! ! ! ! !
Altrimenti è come se volessimo conservare delle banconote da 5, 10, 20, 50, 100, 500 EURO che noi lasciamo li in riva al mare la sera, e pretendiamo di ritrovale il mattino seguente.
Non vedo il nesso sig. Buschittari. Le banconote da diverso taglio da Lei lasciate in spiaggia la sera,probabilmente verrebbero spazzate via da subito e senza aspettare il giorno dopo, da qualche umano di passaggio. lo Schalet costruito sulla spiaggia è la Natura che si riprende ciò che è suo!
Abbattimento immediato di tutte le strutture costruite a meno di 50 mt. dalla riva, questo dovremmo pretendere !
dal momento che apri un locale in riva al mare devi tener conto che succede anche questo
Secondo me, il Sindaco Ubaldi, dopo la visita allo stabilimento e dopo aver costatato personalmente i danni provocati, sta pensando di scavare un canale che dalla spiaggia della Pineta porta all’Hotel House. Hai visto mai………..
…è facile parlare quando non si è i diretti interessati e non si sanno tante cose!!! e cmq, per la cronaca, anche solo 7 anni fa la spiaggia davanti al Palm Beach era lunghissima, quindi non è stato costruito senza le dovute misure di sicurezza!!