Riceviamo dal Sindacato Giornalisti delle Marche:
“Il Sigim esprime soddisfazione per la decisione del Corecom Marche, presieduto da Pietro Colonnella, di escludere l’emittente di Recanati, Tvrs, che ne aveva fatto domanda, dalla graduatoria per l’attribuzione dei benefici previsti dalla normativa. Infatti, a seguito della chiusura dell’attività di produzione e conseguente licenziamento di tutto il personale tecnico e giornalistico, Tvrs ha perso i requisiti di cui, al contrario, altre emittenti continuano a godere. E’ lo stesso Ministero dello Sviluppo economico a rilevare che “la finalità e la ratio di contributi concessi all’emittenza radiotelevisiva locale, ai sensi del combinato disposto dalla legge 448/98 art. 45 c.3 e del regolamento emanato con D.M. 292/2004, sono quelle di premiare con benefici economici i soggetti che dimostrano di impiegare effettivamente la propria struttura produttiva locale nella realizzazione di programmi televisivi e tali benefici devono essere a ciò commisurati”. Nei giorni scorsi il Sigim ha illustrato alla Regione, al presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi, al presidente della prima commissione Paolo Perazzoli e al consigliere regionale Enzo Giancarli una proposta di nuova legge per l’editoria che va proprio nella direzione della decisione del Corecom: escludere dai contributi le emittenti senza dipendenti e, in particolare, senza dipendenti giornalisti”.
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Ecco, il CORECOM è un’ente inutile da abolire, perché i finanziamenti pubblici (sia a TV che giornali) non dovrebbero esistere !
peccato! 🙁
GIUSTIZIA E’ FATTA!
Almeno a livello regionale: è ora che i furbetti non ricevano mai più contributi pubblici a nessun titolo. Concordo con il commento del sig. Ravich ma, visto che purtroppo esistono vanno concessi solo a coloro che effettivamente producono i contenuti in proprio con proprio personale dipendente tecnico e giornalistico e non tramite società esterne.
Mi auguro che TVRS perda presto anche i contributi nazionali e il n.11 sul DT non avendo oggettivamente più i requisiti per mantenerli.
L’attuale proprietà ha voluto scientificamente distruggere ciò che faticosamente Don Dino aveva creato, complimenti!
I contributi pubblici ad emittenti radio televisive RAI compresa e ai giornali cartacei sono il cancro per la democrazia è un pizzo per i contribuenti imposto dalla mafia del potere di turno. Il giornalismo, credo sia un lavoro con gli stessi diritti e doveri come qualsiasi altro lavoro. Chi fa vera informazione non ha bisogno di contributi pubblici
@Tranzocchi: sul servizio pubblico (non necessariamente solo Rai) non concordo, altrimenti vedremo solo talent e film.
Però sarebbe opportuno che i programmi di formazione ed informazione “seri” prodotti coi soldi pubblici non contenessero pubblicità e che fossero rilasciati su licenze libere (es. Creative Commons By-Nc-Sa) !