di Carmen Russo
(foto-servizio di Lucrezia Benfatto)
“Si scrive scuola, si legge futuro” questo lo slogan della protesta degli Studenti Medi di Macerata, una delle 80 città italiane che questa mattina hanno aderito allo sciopero nazionale per il diritto allo studio.
Alla manifestazione hanno partecipato le classi del Liceo Scientifico Galilei, del Liceo Classico Leopardi, del’Itas Ricci, dell’Itc Gentili, del Liceo artistico Cantalamessa, dell’Itg Bramante e anche alcune scuole della provincia come il Linguistico di San Ginesio, l’Itis di San Severino e ragazzi delle scuole di Tolentino e Civitanova.
Il corteo, cominciato dopo il raduno al Monumento ai Caduti di Macerata, ha attraversato corso Cavour (bloccando quindi il traffico), corso Garibaldi, corso Matteotti e si è stanziato in piazza Cesare Battisti dove i ragazzi si sono riuniti per denunciare a turno problematiche relative alle proprie scuole.
“Abbiamo moltissimi motivi per manifestare – spiega Arianna Cardinali, coordinatrice provinciale della Rete degli studenti medi -In Italia manca una legge quadro nazionale per il diritto allo studio, che è sì garantito dalla costituzione, ma non è regolamentato per i livelli minimi essenziali di prestazione che la scuola dovrebbe fornire”.
La studentessa 17enne del Liceo Scientifico Galilei si fa portavoce dei problemi non solo relativi alla sua scuola, ma di quelli di tutti gli studenti della provincia: “Manifestiamo per i costi troppo alti (libri scolastici, trasporti) e contro un sistema scolastico inadeguato. Abbiamo dei programmi e dei metodi d’insegnamento obsoleti. Non stiamo al passo con gli altri Paesi europei che utilizzano metodi innovativi in cui lo studente è parte del processo formativo e non solo ricevente. Noi pensiamo che la scuola debba educare gli studenti non solo a conoscere, ma soprattutto a diventare bravi cittadini attraverso discussioni e partecipazione, che invoglino gli studenti ad andare a scuola”.
“Voglio una scuola senza pregiudizi”, “Voglio scuole che non cadano”, “Scuola pubblica statale e laica”, alcuni dei messaggi dei cartelloni preparati per l’occasione dai manifestanti, che mirano a sensibilizzare su fatti, in realtà, già noti come ad esempio i problemi dell’edilizia scolastica e del sovraffollamento delle aule: “Gli edifici crollano letteralmente a pezzi. Nel liceo artistico Cantalamessa oltre le crepe sui muri e le infiltrazioni d’acqua hanno anche la muffa e il muschio” – continua Arianna Cardinali – “E le classi sono troppo numerose: non si può fare lezione in una classe con 30 studenti, come ad esempio succede al liceo scientifico, in una classe del quinto anno dove sono in 32”.
Tra le motivazioni della protesta anche il metodo di valutazione, secondo gli studenti, incompleto e poco formativo.
Una manifestazione che è non è la punta dell’iceberg, ma è il risultato di un percorso iniziato con l’apertura della scuola: incontri, assemblee, campagne online, iniziative sui social network, tutto per sensibilizzare gli stessi studenti sui problemi che maggiormente li riguardano. Erano più di duecento gli studenti che hanno partecipato al corteo e alla discussione pacifica di questa mattina, svoltasi in maniera tranquilla con la cautelare presenza delle forze dell’ordine. “Non ci fermeremo qui. E’ un lavoro che stiamo facendo da tre anni – conclude la coordinatrice della Rete studentesca – Stiamo vicino ai rappresentanti di istituto. Stiamo organizzando per il 16 novembre un’assemblea regionale per parlare del diritto allo studio e di un disegno di legge che presenteremo alle Regione”.
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Più o meno mi sembrano le stesse problematiche di 25 anni fa…
SI SCRIVE SCUOLA E QUINDI SI DEVE STUDIARE PER NON RIMANERE NELLE RETROVIE.
andate a lavorare!
Che sciopero coinvolgente !!! 200 studenti sarebbero quasi 6 classi …..
che pena questi poveri ragazzi;non studiano perchè non ne hanno voglia,se studiano non troveranno mai un lavoro,perchè con gli anni persi all’università non hanno nemmeno imparato un mestiere,una volta adulti saranno a carico dei genitori e del SERT….Ma lo stato come intende salvare una generazione che sarà costretta a fare i conti con l’abbassamento del reddito causato dall’arrivo di altri poveri dai paesi del sud del mondo e,verso i quali i “padroni”sono meglio disposti perchè più economicamente convenienti??????????
E’ difficile studiare quando hai la percezione che ciò che stai facendo è già vecchio e non ti porterà poi molto lontano. Un sistema passato che non si aggiorna o se lo fa lo fa troppo lentamente, quando la scuola stessa invece di stare avanti è perennemente indietro…
Un esempio: si studia ancora con i libbri di testo quando oramai il futuro è in altri mezzi e canali. Ma come farlo quando neanche i prof sanno accendere i computer e quando in giro c’è gente come Monti la Fornero e cricche varie.
Nella vita è facile parlare e atteggiarsi da sapientini ma non basta studiare… bisogna anche fare!
I paesi che hanno subito meno , o non hanno subito affatto, la crisi economica internazionale sono quelli che hanno investito di più sulla scuola, sulla formazione e sulla cultura . Per non parlare della Germania fin troppo scontato basta citare l’esempio della Corea del Sud (avete in mente i Samsung che molti di noi tengono in mano) dove il 60% delle persone nella fascia di età fra 25 e 40 anni (vado a memoria) sono laureate . In Italia tanto per dire siamo di poco sopra il 20% !! I nostri giovani possono non avere un futuro per questo motivo e non perché vanno all’università o perché dei poveracci sbarcano sulle nostre coste il più delle volte per andarsene altrove. Quindi , secondo me, questi ragazzi fanno benissimo a reclamare maggiore considerazione ed investimenti per la scuola e la formazione e se avessimo meno scetticismo e meno paura nei confronti del futuro dovremmo appoggiarli tutti quanti.
Che bella la giornata senza scuola eh? Quando cominciano le occupazioni e le autogestioni? I mezzi sono e saranno scarsi, quindi che avete intenzioni di fare? Imboccarvi le maniche e fare il massimo che potete per rispetto ai vostri genitori e del Paese o continuare a bivaccare come dei clochard e sventolare slogan triti e ritriti?