di Filippo Ciccarelli
Sono passati quasi tre mesi dalla chiusura dello stabilimento Parima di contrada Mozzavinci. Solamente 4 dipendenti su 18 hanno trovato un impiego, con contratti a termine: gli altri rimangono alla ricerca di occupazione e non sono riusciti a reinserirsi nel mondo del lavoro. Ma gli ex dipendenti dello storico panificio maceratese tornano a far sentire la propria voce. Lo fanno per puntualizzare alcuni aspetti della vicenda che «qualcuno sta cercando di camuffare con voci fatte circolare ad arte per riottenere il credito perso nei confronti di alcuni punti vendita e dei consumatori. Ricordiamo per chiarezza che Parima Macerata faceva capo a Giacomo Bonifazi e alla Gastreghini srl di Jesi, che a sua volta è proprietaria di un omonimo forno e di un’attività di gastronomia a Jesi denominata Spe.ga.m» dicono gli ex lavoratori dell’azienda.
«La Parima Macerata è stata chiusa il 15 luglio 2013, con i lucchetti ai cancelli e senza nessun preavviso ai lavoratori a mostrare il senso di umanità dei titolari nei confronti dei loro collaboratori.
I lavoratori non stati reintegrati nelle aziende jesine perché nessuno glielo ha proposto e non perché non avevano voglia di lavorare. Al momento della chiusura e a tutt’oggi, l’azienda è debitrice nei nostri confronti di tre stipendi, della 14esima mensilità, che in buona parte perderemo, e del trattamento di fine rapporto, che è stato lasciato in carico all’Inps, cioè a noi contribuenti. Solo dopo una snervante trattativa tra sindacati e società, siamo riusciti ad ottenere l’iscrizione nelle liste di mobilità».
Nel “camuffamento” della realtà, secondo gli ex dipendenti, anche il nuovo logo scelto per commercializzare il pane e gli altri prodotti che escono dai forni di Jesi, dove nessun ex dipendente della Parima è stato assunto. Nell’etichetta si vede il fornaio che ha in mano una pala, proprio come quello che per anni ha simboleggiato i prodotti usciti dal forno di Macerata, anche se è rivolto dalla parte opposta rispetto al vecchio logo. Nella nuova etichetta campeggia la scritta “Panificio Maceratese”, al posto della vecchia scritta Parima.
«Vorremmo chiarire che i prodotti oggi commercializzati dalla Gastreghini srl con l’etichetta “Panificio Maceratese” che ha un logo simile a quello della Parima Macerata, non vengono sicuramente prodotti nello stabilimento di Macerata perché, ribadiamo, è ancora chiuso con i lucchetti ai cancelli e l’attività è stata sospesa da metà luglio. Tanto ci era dovuto, per non subire oltre al danno anche la beffa» concludono i 18 ex dipendenti, che ringraziano i sindacati Cgil e Cisl per averli rappresentati «al meglio delle proprie possibilità».
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Come diavolo ha fatto il panificio a chiudere in passivo se riforniva tutti iDico ed Eurospin della regione? Inoltre il pane era molto buono ed il peso onesto. Il panificio di Jesi che lo ha sostituito, non lo è altrettanto perché c’è scritto 1 Kg, ma parecchi filoni pesano meno ed è meno cotto. Non so se può servire, ma mi sono accorta una volta che un punto vendita Dico non aveva messo
il cesto dei filoni famiglia da 1 Kg in esposizione e lo aveva fatto seccare, poi lo rimandava indietro, perché invenduto. Certo che se qualche supermercato ha agito così, il panificio avrà avuto i problemi che lo hanno condotto alla chiusura.
@Giovanna Cita
bisognerebbe chiedere agli amministratori come hanno fatto a perdere 800.000 euro in un anno.
Nella prima riunione fatta con i sindacati nella sala consigliare, del Comune di Macerata, fui additato da una Impiegata Parima di essere troppo vicino al titolare. SPIEGO: I miei contatti con l’Azienda erano solo ed esclusivamente quelli di poter creare un area fabbricabile vicino la fabbrica per poter attingere eventuali profitti da investire nella stessa. Nonostante i colloqui con il Cons. Carelli, Il Sindaco, e l’Ingegnere Bonotti nulla si è potuto fare. Questa Azienda è stata acquistata dopo un fallimento con buone intenzioni, ma la Giustizia Italiana se la prende comoda e ancora tutto è sotto le loro scartoffie. Come si fa ad investire se poi ancora tutto non è chiaro? Sono stati fatti picchetti sotto il Tribunale di Macerata? Tengo ancora a precisare che sono affezionato alla Parima per la vecchia amicizia con Il Senatore Rodolfo Tambroni ideatore intelligente di questi panifici riuniti. Inoltre affermo energicamente che la politica PULITA, ONESTA va difesa e incoraggiata, lo chiedo alla signora impiegata Parima, l’informazione attenta è alla base per ottenere quanto duramente si è cosruito poi distrutto da questa assurda burrocrazia giudiziaria che fa dell’Italia l’ultima al Mondo. Jesi ha una mentalità industriale che non lascia mai i propri cittadini soli, questo nella nostra città è riservato solo a pochi, basta guardarsi intorno. Sono disponibile per qualsiasi dibattito e eventuali proposte.
Caro sig. Tacconi, forse lei non ha capito minimamente di cosa stiamo parlando e, rappresentando la politica, capisco perchè questo paese é allo sbando. Lei difende energicamente la politica pulita ed onesta che non so se esista e non parla minimamente della gente che ha perso il lavoro e che per questa azienda ha fatto sacrifici di vario genere, lavorativi ed umani. Forse lei aveva buoni propositi e forse anche la Gastreghini SRL e Giacomo Bonifazi, ma questi non possono farci dimenticare il comportamento odioso e disumano e la realtá dei fatti. Io la sento dire che la politica pulita va difesa ed incoraggiata ma non l’ho mai sentita chiedere, perlomeno in pubblico, ai due imprenditoridi rivedere le proprie decisioni, di andare incontro alle esigenze degli operai o di aprire la strada per scenari diversi. Lei forse come molti altri, troppi politici ha frequentato troppe aule consiliari e non sa cos’è il mondo del lavoro, quello in cui si suda, e quindi mi parla di Tambroni, che io non ho mai visto la notte quando facevano il pane e sono 26 gli anni passati in Parima, quindi non so di cosa sta parlando. Lei è affezionato a Parima per amicizia di qualcuno, per me invece era una seconda famiglia e sono affezionato a tutti coloro che ci hanno
[…] lavorato, imprenditori e lavoratori, che abbiano fatto bene o male perchè lo sbaglio è umano. Non posso nutrire lo stesso sentimento per Bonifazi e Gastreghini perchè qualsiasi cosa lei pensa sia successa, niente mi potrà togliere dalla mente la volontá ben precisa di far fallire la Parima a discapito della Gastreghini. Il fatto importante è che purtroppo lei, parlando di tribunale, di giustizia e di politica sta aiutando suo malgrado due imprenditori perchè distoglie l’attenzione dai problemi veri: la Parima poteva dare ancora lavoro? L’interesse immobiliare riguarda tutta la zona o solo quella di cui lei parla? È giusto fare impresa in questa maniera comprando ville e Porsche quando va tutto bene e scaricando i costi sulla collettivitá quando va male? Comunque per chiarezza l’azienda era in affitto e per come la penso io se un imprenditore dopo alcuni anni che ci lavora dentro decide che è produttiva va dal tribunale e fa una proposta seria e concreta che verrá valutata e cui verrá data una risposta. Non essendoci questa volonta il Gastreghini ha cominciato col comperare macchinari che facevano comodo agli stabilimenti Jesini, facendo in modo di migliorare la propria azienda e di rendere inutilizzabile la Parima Mc. A tale proposito si dovrebbe chiedere da che parte stava il tribunale o chi per lui.
Lieto di essere a sua disposizione se vorrá parlare dei problemi veri che riguardano la “mia” azienda ed i miei colleghi in difficoltá. La politica la lascio a lei.
Distinti saluti da Alberto Poloni, ex dipendente Parima.