di Filippo Ciccarelli
(Foto di Lucrezia Benfatto)
La Parima non riapre. Questo è emerso dall’incontro tra i sindacati e i vertici dell’azienda, definito “imbarazzante e sgradevole” da Ivana Properzi (Cgil). Nessuna trattativa e nessun dialogo, riferiscono in seguito al summit gli esponenti di Cgil e Cisl che hanno partecipato alla riunione di oggi. “Ci hanno detto che non riapriranno più e sono stati molto vaghi sul perché di questa scelta – spiega Ivana Properzi – hanno solo detto che ritengono che il sito produttivo di Macerata non debba più esistere”. Intanto, da oggi la produzione di pane e dolci, fino a sabato realizzati a Macerata, è partita “a Jesi e in parte è stata esternalizzata” continua la sindacalista. La situazione è in continua evoluzione. Ma da quanto emerso dall’incontro di oggi non ci sarebbero aperture della proprietà sulla ricollocazione dei dipendenti maceratesi che ieri si sono recati al lavoro trovando i cancelli sbarrati (leggi l’articolo). “Il problema è che l’azienda è improduttiva, dicono i proprietari, e non c’è margine di guadagno. Stanno cercando di uscire con il minimo danno possibile. Ora la trattativa verterà sugli ammortizzatori e se ci verranno pagati gli stipendi arretrati” dice Alberto Poloni, da 26 anni dipendente dello storico panificio. Ai lavoratori Parima l’azienda deve circa tre mesi di arretrati (gli stipendi nell’ultimo periodo erano stati pagati, ma con acconti) oltre alla 14esima. Ad aprile l’azienda, visto l’insorgere dei problemi, aveva fatto domanda per il concordato in bianco “ma sono stati fatti trascorrere i 90 giorni senza nemmeno presentare una relazione sul piano di rientro” precisa la Properzi. Ed è stata, quella di oggi, una lunga giornata, cominciata alle 10 con il vertice a Jesi e proseguita nel pomeriggio alle 17 con l’incontro tra sindacati e lavoratori che hanno ascoltato la cronaca di un dialogo rifiutato, in riferimento al summit mattutino e poi alle 18 con l’assemblea dei lavoratori alla Cisl di Macerata per discutere sulle prossime azioni. Se il “muro di gomma” dovesse continuare, non sono escluse azioni dimostrative e di protesta per salvare i posti di lavoro di una delle ultime aziende ancora presenti a Macerata. Domani si terrà un incontro in Comune: il sindaco di Macerata, Romano Carancini, ha convocato sindacati e lavoratori per fare il punto della situazione. “Ho saputo tra sabato notte e domenica mattina di questa situazione, che è drammatica – afferma Carancini – Domani avrò più elementi per valutare la situazione. Manifesto tutta la mia solidarietà ai lavoratori. Chiudere in questo modo violento rispetto alla città ed ai dipendenti è inaccettabile. Sprangare i cancelli significa voler umiliare e imprimere una ferita su tutte le persone che hanno lavorato alla Parima per tanti anni. Questo è un atto violento, e come tale è intollerabile e va manifestata tutta l’indignazione di chi ha fatto questa scelta. Le catene ai cancelli sono uno schiaffo ai dipendenti”. Dal canto dell’azienda Giacomo Bonifazi e i responsabili della Gastreghini srl che, insieme, hanno il controllo della Parima, oggi non sono stati rintracciabili telefonicamente.
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Inaccettabile atto violento….se i nostri politichetti locali provassero a lavorare capirebbero cosa significa gestire un’azienda e quanto sia difficile mandarla avanti al giorno d’oggi. Insomma, è il colmo…un magnapà che critica chi fa lu pà….
Se chiudono anche i forni vordì che siamo arrivati alla frutta….
Boicottare la parima, non comperare più ne pane ne affini dopotutto ce ne sono altri che producono pane!
E allora non li compriamo.
Un’azienda come un panificio puo’ essere alla portata dei dipendenti stessi rifondarla in proprio per garantirsi
un lavoro futuro magari ridimenzionata e con prodotti di migliore qualita’.
L’azienda è improduttiva dicono i proprietari. E’ dipeso dalla qualità del prodotto? E chi ne è responsabile? I marinai dicono che il pesce puzza dalla testa!!!!
Ad ogni buon conto, da maceratesi e per rispetto dei lavoratori della Parima, dobbiamo boicottare i prodotti della nuova azienda ed anche quei negozi e supermercati che vorranno trattare i loro prodotti.
Ringrazio CM se ci vorrà tempestivamente informare sulla denominazione con cui questi prodotti verranno distribuiti e ringrazio quei maceratesi che vorranno segnalare i negozi che si presteranno a distribuirli.
Comprendo la necessità di una azienda di chiudere quando non va bene, non comprendo pero’ il farlo in questo modo.
Una ultima annotazione rivolta al sindaco. Non permetta mai che le aree ex Parima possano avere un cambio di destinazione e magari divenire edificabili. Il Sindaco ha espresso indignazione ed allora sia conseguente.
Per Gabri. concordo con l’argomentazione, anche quella relativa al cambio di destinazione.
Caro Sale Pepe, tre obiezioni: primo, un’azienda può stare anche in difficoltà ma questo non giustifica l’umiliazione da infliggere ai propri dipendenti che comunque hanno assicurato la vita dell’azienda stessa (o siamo al mito che fa tutto l’imprenditore da solo!?); secondo, quando un’azienda non va, spesso dietro c’e’ un’incapacità imprenditoriale le cui peggiori conseguenze finiscono sulle spalle di dipendenti e collaboratori e non sempre sui responsabili reali dell’insuccesso; terzo, tutti a dare addosso al politico di turno… io ancora devo sentire in che modo l’onestissimo popolo italiano di cui faccio parte e dal quale proviene la classe politico-imprenditoriale di cui si (s)parla vorrebbe gestire la cosa pubblica e la cosa privata che ha riflessi sociali (cioè l’impresa). Siamo buonissimi a criticare dietro i nostri pc e ora anche smartphone e tablet ma… nella pratica quanti di noi sono disposti a sporcarsi le mani?
Purtroppo sta specie de politici se non abbassano le tasse famo tutti sta fine, non so se lo fanno apposta ma l’aria e’ che l’Italia deve Anna tutta a zampe all’aria, tra sindacalisti, politici, mafia e come pare c’è se messo pure il Vaticano con lo IOR non ce via de scampo
La chiusura della Parima rappresenta l’inizio della fine della grande distribuzione. Se hanno deciso di chiudere è perché probabilmente vedono che l’aria è cambiata. Solidarietà ai dipendenti.
@ Gabri
Resta di stucco è un barbatrucco….
Magari domani no (anche perchè il mercato immobilare è fermo), magari nemmeno dopodomani…
Ma tra qualche tempo non mi meraviglierei se si vedrà crescere da quelle parti qualche bella palazzina, villetta trifamiliare e simili.
Con la chiusura della Parima, al di là che a perdere il posto sono solo una ventina di persone, crolla il mito che la Parima rappresentava per Macerata. Insieme ad essa crolla il sindaco Carancini, crollano i sindacati (che ormai chiacchierano di aria fritta con i politici) e la stessa casta politica.
Leggo che la Parima deve tre mesi di arretrati, più la 14^. Per i dipendenti il futuro è nero… Ma non per i parlamentari, che la paga continuano a prenderla e sostanziosa, non per Monti, che si gode il sole di Portorecanati, per tutta la banda dei politici e dei sindacati… Su tutti questi splende il Sol dell’Avvenire… Almeno è ciò che sperano. Per cui si parla a iosa di una ministra di pelle nera: per alcuni un genio dell’immigrazione, per un altro solo un orango…
In giro si parla molto della Parima… Sento che si dice di non acquistare più i suoi prodotti… Magra consolazione per chi rimane a casa senza lavoro.
Qualche buontempone del governo dice che vede la luce in fondo al tunnel. Io non ci vedo la luce, ma il sangue. Intanto, per l’oggi, quello dei nuovi proletari sfruttati, spremuti, senza futuro e speranza. Domani, forse quello della casta politica e sindacale e di quei nemici del popolo, che, in nome della loro libertà imprenditoriale e del liberismo, chiudono le fabbriche qui per aprirle altrove, dove avranno maggiori guadagni. Si dice: chi vuol Cristo se lo preghi… ci penserà la Provvidenza. Potrebbe accadere che non si aspetti più la provvidenza, che ci si stufi di essere la cloaca di tutti gli Africani, che la rabbia della disperazione porti ad azioni, fino a ieri impensabili, che diventano però possibili ogni giorno che passa.
Un politico che parla di lavoro mi fa così ridere….
Solidarietà ai dipendenti ma se questi stronzi di politici che abbiamo invece di votare contro i tagli alla politica votassero, come avevano promesso in campagna elettorale, di abbassarsi gli stipendi e di ridurre i costi statali…..allora si potrebbe ridurre i costi fiscali delle aziende così da evitare queste drastiche decisioni !!!
Invece di ridursi lo stipendio e di abbassare i costi di gestione statale che fanno……quello che hanno fatto sempre….rincari su benzina frutta e beni di primo consumo !!!…così so bravi tutti a fare i politici !!!!…..
Pensare che 96 politici hanno votato contro il taglio dei loro stipendi….e 86 di loro sono del pd….. Il pdl non fa altro che pensare col suo parterre di mignotte e raccomandati a salvare il culo a uno che dovrebbe stare in galera da anni ……invece di pensare a salvare il culo alla povera gente che sta nella merda per causa loro !!!!!!
QUESTA è L’ITALIA !!!!!!!!……basta che non ce tolgono calcio e tv per il resto possiamo continuare a mangiare merda ancora per tanti altri anni !!!!!!!….. ” W L’ITALIA !!!! “….in sintesi….invece di parlare a vanvera cari politici…….AGITE NEL BENE DEI CITTADINI….MA DI TUTTI E NON SOLO DI QUELLI CHE FA COMODO A VOI !!!!!
Per prima cosa solidarietà ai dipendenti e alle loro famiglie. Se un’azienda chiude, lo fa perché non ha più utili, quindi che lo faccia in un modo o nell’altro cambia poco, il risultato è lo stesso ma quello che ci dobbiamo chiedere è perché le aziende chiudono? La risposta è semplice, l’IVA sempre in aumento, le banche non concedono più fidi, la gente non paga più e il governo cosa fa? Aumenta la benzina, aumenta le tasse…ecc… e di cosa si parla sui telegiornali? Di prostitute di Calderoli che insulta la ministra, dei processi di Berlusconi, di Monti che va al mare a Porto Recanati, ecc… ecc… se non ci svegliamo facciamo la fine dell’Argentina ma poi quei quattro politici locali e non vedrete quante mazzate prenderanno, perché prima o poi la gente si sveglia!
Chissa’perche le aziende chiudono? Forse sono tutti masochisti ,si sono stancati dei troppi guadagni?
Molti imprenditori,artigiani , commercianti si suicidano forse sara’ un VIRUS?
Sappiamo tutti dove’il marcio.Cominciamo a saccheggiare le armerie.
DALLA PARTE DEI DIPENDENTI: e contro politici e sindacati, i dipendenti hanno il sacrosanto diritto di conte
stare l’operato dell’azienda, non altrettanto i politici, che ancora non si sono accorti che tutti gli artigiani della
provincia hanno una corda al collo, i politici possono solo vergognarsi, la tassazione è arrivata al 65%, che
cosa sperano di avere ancora dalle piccole imprese, forse che oramai è tempo di calarsi le braghe. I dipendenti
manifestino contro l’azienda, ma prima ancora contro questa classe politica impunita che ha portato il paese
in queste condizioni. Ed hanno anche il coraggio di farsi vedere ancora in giro. Vergognatevi.
I CONSIGLIERI REGIONALI CI COSTANO 700.000 EURO L’ANNO CADAUNO.
SE RIDUCESSERO ANCHE SOLO DEL 50%, GLI RIMARREBBERO IN TASCA CIRCA 9.000 EURO
MA POVERACCI NON BASTANO LORO NON RINUNCIANO A NULLA DI NULLA.
MENTRE UN ARTIGIANO SI PUO’ ANCHE GIOCARE TUTTO, GRAZIE A QUELLA MONTAGNA DI TASSE CHE
CI HANNO SCARICATO ADDOSSO. VEDERE UN POLITICO IN GIRO EQUIVALE A VEDERE UNA IENA CHE
MANGIA CAROGNE. NON SI VERGOGNANO DI COME HANNO RIDOTTO QUESTO PAESE. COSA DOVREBBE
FARE LA PARIMA, aUMENTARE ANCORA IL DEFICIT NEI CONFRONTI DEI DIPENDENTI, VISTO CHE COME
STANNO LE COSE NON POSSONO PAGARE L’ARRETRATO. GRAZIE A TUTTI I SAPIENTONI DEI PARTITI E
DEI SINDACATI, per loro non c’è mai crisi, sanno sempre come riempirsi le tasche.
Possibile che nessuno di tutti i nostri tromboni politici, nazionali, ragionali, comunali, non si sia accorto di
quanto accade in altri paesi? Dalla Libia, alla Siria, all’Egitto, per non parlare della Grecia.
Sono cosi sicuri che la gente non sia stanca di inghiottire i rospi, vedere loro che si riempiono le tasche con il
sangue dei lavoratori, e rimanere in eterno con le mani in mano? L’Egitto insegna e da sera alla mattina le
cose possono cambiare ed anche l’aria, allora non vorrei essere al posto di questi tromboni, che ci sono
attccati come sanguisughe come parassiti.
Mi spiace dover essere in controtendenza rispetto agli altri commenti ma non posso non rilevare che c’è un’insipienza e un’incapacità di affrontare i mutamenti del mercato da parte di taluni imprenditori che mi spavento. Mio nonno (classe 1897, terza elementare) diceva che il vero valore delle persone si vede nei momenti difficili, non quando va tutto bene. Tutti diamo addosso (a ragione) alla classe politica (dimenticandoci però che questi signori vengono dalle nostre famiglie dalle quali sono stati educati e non da Marte), però dimentichiamo che in questo Paese c’è una classe dirigente (quindi anche managerial-imprenditoriale) che in troppi casi non si è dimostrata all’altezza della situazione. E anche il cosiddetto “modello marchigiano” è alla frutta: il nostro capitalismo familiare sta mostrando sempre più la corda, altro che “piccolo è bello”!! Ad aggravare il tutto la sensazione di impunità assoluta di taluni imprenditori che non esitano a forzare la mano con azioni come queste. E’ vergognoso soprattutto nei confronti di quei loro colleghi che trovandosi in vere difficoltà hanno preferito togliersi la vita senza rinunciare alla loro Dignità: ad essi e alle famiglie che mettono sul lastrico dovrebbero chiedere scusa e agire in modo ben diverso.
A tutti i bla bla bla bla. Io sarei contento di pagare 1 Milione di euro di tasse, perchè vorrebbe dire che ne ho guadagnati almeno 1,5 e che me ne restano 500000 (41.666 AL MESE anche 1370 al GIORNO) ed invece io ne guadagno di meno in un MESE. Poveri imprenditori, commercianti artigiani. Ma come si fà!!!!. Per esempio i gioiellieri denunciano 15-20 mila euro all’ANNO, però magari vanno in giro con il Porche Cayenne che hanno detratti dall’imponibile sia riguardo all’IVA e all’IRPEF (a me tocca ad andare in giro con un’utilitaria del 1994 EURO 0 a GPL!!!). Pori cocchi pagano troppe tasse. Non sarà che fino ad adesso hanno “sguazzato” un pò troppo, mentre i poveri cristi di pensionati, operai ed impiegatucci come noi le tasse le PAGANO TUTTE fino all’ultimo euro!!!!! Per quanto riguarda la PARIMA penso che il pane NON LO HANNO MAI SAPUTO FARE, perchè a mangiarlo ci voleva coraggio. Se hanno chiuso sicuramente è colpa dei dirigenti di questa società che non sono stati capaci di stare sul mercato, anche perchè il pane è l’unica cosa che mangiamo tutti. Come lo spiegate che i ricchi sono sempre più ricchi (quest’anno +10%) e gli altri sono sempre più poveri!!!!! Buonanotte a tutti i bla bla bla bla. Meditate gente, meditate! Tutto il resto sono chiacchiere infruttuose, insensate e demagogiche e fuori dal tempo.
Approfondendo meglio la questione sono emerse altre cose dunque rimane difficile prendere le difese di un’azienda……solidarietà ai dipendenti e per i dirigenti della Parima……VERGOGNA….solo quella dovrebbero provare !!!!!…..
che i dipendenti colgano l’occasione di rilevare l’azienda (l’acconto l’azienda l’ha già preso con tutti gli arretrati che deve!) con l’aiuto del comune, in modo che non vada dispersa la loro professionalità.