di Alessandra Pierini
Ferrovie dello Stato colpisce ancora. Lo scorso anno l’aumento del prezzo di affitto di un pezzetto di terra vicino la chiesa dei Cappuccini costrinse i frati a trasferire la statua di San Francesco (leggi l’articolo), in questi giorni invece a fare le spese degli aumenti è l’edicola della stazione, gestita negli ultimi 12 anni dal maceratese Luigi Menichelli che è stato costretto a chiudere dall’aumento del prezzo di affitto.
Tutte le stazioni più grandi sono caratterizzate dalla presenza di edicole, che si contraddistinguono tra l’altro per essere molto ben fornite. Così era anche per quella di Macerata che lo scorso 15 settembre è rimasta però sfornita di questo suo servizio essenziale. La rivendita di giornali, la prima ad aprire negli anni 60 nel capoluogo, è anche un pezzo di storia maceratese e per anni ha occupato i locali adiacenti biglietteria e sala d’attesa al piano terra del fabbricato che dal lontano 1886 ospita la stazione. Più difficile stabilire quando nello stesso ambiente sorse l’edicola ma probabilmente intorno agli anni ’60.
«L’affitto era diventato insostenibile – spiega Luigi Menichelli – tanto da superare persino gli utili del negozio. A queste condizioni nessuno può permettersi di portare avanti l’attività».
Menichelli ha cercato più volte di avere contatti con Ferrovie dello Stato ma senza successo: «Nel 2006 avevano già raddoppiato l’affitto, poi annualmente, come da contratto, hanno applicato l’adeguamento Istat. Nel frattempo, le vendite sono scese. A questo punto ho inviato diverse raccomandate alle Ferrovie ma non ho ricevuto alcuna risposta, se non tramite un sindacato. Alla fine comunque sono stato costretto a chiudere».
Il signor Luigi è molto amareggiato per aver dovuto abbandonare, seppur pensionato, quello che considerava a tutti gli effetti il suo lavoro. Molto cordiali e conosciutissimo a Macerata, segnala come dopo il danno sia arrivata anche la beffa: «Nei giorni scorsi ho fatto la resa, ho smontato l’attrezzatura e gli scaffali, ho liberato il locale e a malincuore ho chiuso la saracinesca, mettendo le chiavi a disposizione delle Ferrovie. Temo però che non abbiano neanche letto le mie raccomandate di disdetta visto che proprio in questi giorni mi hanno inviato il canone persino per il mese di ottobre».
(Foto Cronache Maceratesi)
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Che schifo!
No…anche quelli se ne vanno a Citanó insieme alla Lube…
A MC si aprono solo megamercati….
..dispiace anche a me 🙁
Nooooo…ci compravo sempre Internazionale! :'(
Che tristezza!!!
Concordo…tra poco solo i piccioni a Mc
Mi dispiace per il titolare sempre educato e disponibile ma sopratutto x un altra chiusura d attivitá.
che tristezza .
Mala tempora currunt…
evvaiiii, un altra attività storica che chiude! che bellezza! macerata non si merita niente!
una provincia quella di macerata verso un declino inesorabile…….e’ finito il buonsenso!!!!
Chi ricorda la mitica e saggia giornalaia Fernanda?
è vergognoso, indegno…
Che tristezza tutte le stazioni hanno l’edicola e il bar
è la nostra bella “macerata” che, macera ieri, macera oggi … ora è bella che putrefatta!
X l’autore del servizio.
Cambiate fotografo oppure fategli frequentare un minimo di corso; non dico tanto i soggetti ma almeno da migliorare l’inquadrature sbilenche e tagliate.
…e in mano a nessuno 🙁
Se le ferrovie dello stato sono contente così…non era meglio accontentarsi di poco anzichè di nulla??? o sperano che qualche idiota lo riapra???
Scusate ma cosa c’entra il comune di Macerata con questo articolo.
Il problema sono le Fs, sono loro che decidono.
Questa “Città” sta cadendo a pezzi nel vero senso della parola.
Penso che in futuro troveremo una Macerata completamente trasformata.
Gli scenari immaginabili:
1) una città abbandonata e semi desertificata dove prostituzione e delinquenza faranno la loro parte;
2) una città che si industrializza con centri di ricerca e formazione all’avanguardia con i tempi, ……..(magari fosse vero!)….
Bel progresso! Freccia rossa Freccia bianca Eurostar intercity …e intanto le piccole stazioni cadono a pezzi, tolgono il personale, tolgono le biglietterie, tolgono i servizi (come appunto una edicola) che è il simbolo di una stazione. E questro sarebbe progresso..che schifo. Povera Italia. Tra un po saremo peggio del terzo mondo. Ma proprio non potrevano dare una mano le ferrovie per evitare questa brutta cosa? ..per lo meno non aumentargli l’affitto? Non so se è ancora come una volta che i figli, mogli, e familiari dei ferrovieri viaggiavano gratis… ovvio mica si danno la zappa sui piedi, come i politici avoglia a chiedee di diminuire lo stipendo..ma quando mai! ma si aumentiamogli l’affitto cosi un povero e onesto lavoratore chiude baracca e burattini. ma si.