Più virtuosi i maceratesi
dei loro cugini del litorale?

Un surreale e ironico dibattito sotto l’ombrellone. Da una parte le Bandiere Blu e le ville “economiche” con piscina, dall’altra la generosità di Macerata nei casi Lube e Parima
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liuti-giancarlodi Giancarlo Liuti

Giorni fa, da sotto un ombrellone della spiaggia di Porto Recanati, mi sforzavo di ammirare il mare ma la parola “ammirazione” c’entrava assai poco perché le onde avevano perso il loro naturale colore e per chissà quali stravolgimenti cromatici erano attraversate da enormi striature bianche. Bandiera bianca, dunque, al posto della Bandiera blu? Bandiera di resa rispetto agli sversamenti delle foci dei fiumi Musone e Potenza? Forse. E l’hanno detto gli esperti ipertecnici della “Goletta Verde” di Legambiente, in polemica con gli esperti parapolitici delle Bandiere Blu. Io non credo, intendiamoci, che il mare portorecanatese possa porre a repentaglio l’incolumità di chi ci si tuffa e ci nuota. Non a caso lo scelgo, da anni, come luogo di salubre serenità per le mie estati. Ma, insomma, la Bandiera Blu dovrebbe garantire una purezza che si avvicini alla perfezione. E questo, purtroppo, non è. Come non è per altri centri balneari marchigiani (Fano, Civitanova, Porto Sant’Elpidio, Cupramarittima, San Benedetto) che hanno ottenuto il vessillo nonostante l’eccessiva presenza nel loro mare di batteri capaci di provocare disturbi intestinali. Può darsi che “Goletta Verde” sia troppo severa, ma può anche darsi che siano troppo generose le Bandiere Blu. Chissà.

A un certo punto, di fronte a quello spettacolo, il signore di un ombrellone di fianco al mio ha detto: “Vede? Ci lamentiamo tanto della nostra città ma almeno noi di Macerata abbiamo un pregio di cui possiamo andare orgogliosi”.

“Che i maceratesi si lamentino della propria città – anzi, che non la amino o addirittura la detestino – è una cosa ormai risaputa, fa parte, misteriosamente, della loro indole. Ma quale sarebbe, allora, questo pregio?”

“Siamo più generosi, altruisti, onesti, legalitari. Diciamo più virtuosi”.

“ In che senso?”

“Lei saprà che le Bandiere Blu sono conferite da una fondazione internazionale in base a certi parametri qualitativi delle acque di balneazione e dei servizi di spiaggia”.

“Lo so. Ma non capisco che c’entri  l’onestà di chi ottiene questa ambita decorazione al valore turistico. Che cosa avrebbe dovuto fare Porto Recanati? Rifiutarla?”

“Le sfugge un particolare importante ed è che i controlli di quei parametri sono in parte affidati a ‘giurie’ locali e alcune delle documentazioni richieste provengono da autocertificazioni delle città candidate. I soliti maneggi politici. Ed ecco perché ho parlato di scarso spirito legalitario. I turisti arrivano, fanno il bagno in mare e poi debbono correre in un altro bagno, quello col water”.

“Via, non esageri. A me e a tanti altri non è mai capitato. E per quale ragione Macerata sarebbe più legalitaria?”

“Se ci fosse una Bandiera Verde sulla qualità della terra, Macerata terrebbe conto di ciò che ha combinato e sta combinando in fatto di cementificazione supermercantile e non si sognerebbe mai di candidarsi a un simile blasone”.

“Ma la Bandiera Verde non c’è”.

“Vero. La mia è una semplice ipotesi, però ne sono sicuro”.

“Beato lei”.

“E poi un’altra cosa”.

“Cioè?”

“A Civitanova ci sono i pirati”.

“I pirati?”

“Sì, quelli della Bandiera Nera. In un lungo tratto di mare è stata addirittura vietata la balneazione perché l’acqua era diventata nera”.

“Ma questo è dipeso da un’avaria dell’impianto a biogas di Casette d’Ete, con sversamenti  nell’Ete Morto e nel Chienti. Civitanova, dunque, non ha alcuna colpa”.

“Sarà, ma l’inghippo si è pur sempre verificato a poca distanza dal litorale. Un territorio, ripeto, un po’ troppo disinvolto in fatto di legalità”.

“Lasci stare il biogas, le cui speculazioni si spingono dall’Adriatico agli Appennini”.

“Ma poi c’è un’altra cosa”.

“Sentiamola”.

“Il sindaco di Civitanova ha annunciato una ricognizione sugli estimi catastali perché pare che in tutta la città risultino soltanto due ville di categoria A8, mentre la realtà sarebbe ben diversa, con un considerevole numero di abitazioni munite addirittura di piscina ma classificate in categoria A3, quella di tipo economico. Il che avrebbe consentito ai rispettivi proprietari di sfuggire al dovuto pagamento dell’Imu e di sottrarre considerevoli somme alle casse comunali. Le pare onesto?”

“Questo fenomeno non riguarda solo Civitanova, è diffuso dappertutto. A Macerata mi risultano coniugi che vivono felicemente sotto lo stesso tetto e però figurano separati , il marito in un alloggio di proprietà e la moglie in un altro alloggio pure di proprietà , allo scopo di pagare la vecchia Ici e la nuova Imu su due ‘prime case’. Forse bisognerebbe prendersela coi Comuni che chiudono un occhio per ragioni di consenso elettorale ma contro le loro necessità di bilancio”.

“Discutere con lei è come fare a cappellate coi passeri. L’onestà c’entra, caro signore. E noi di Macerata siamo più virtuosi dei nostri cugini del litorale”.

“Non sono d’accordo. E poi l’altruismo. Perché mai i maceratesi sarebbero più altruisti?”

“Abbiamo lasciato che la Lube si trasferisca a Civitanova, la Parima a Jesi e pare che la Maceratese stia per trasferirsi a Corridonia. Le pare poco? Prevedo che prima o poi la stagione lirica dello Sferisterio si trasferirà nell’anfiteatro romano di Urbisaglia. Non è forse generosità, non è forse una prova di altruismo?”

“Guardi, signore, che lei ha appena buttato sulla spiaggia la cicca semispenta della sigaretta. Sarebbe questa la legalità dei maceratesi? Comunque riparliamone, vado a documentarmi e prima o poi saprò esserle più preciso”.

“Faccia pure, rivediamoci fra una settimana, quando torno giù”.

“Ma spenga ‘sta cicca, per favore. Puzza pure”.



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