di Laura Boccanera
E’ stato prorogato di 48 ore il divieto di balneazione nelle acque del lungomare sud , ad un chilometro massimo dalla foce del fiume. Il divieto interessa al momento solo le concessioni balneari dalla 1 alla 5 (Lido Cristallo escluso) fino al tratto di spiaggia libera di largo Melvin Jones. Arpam, Capitaneria e Comune di Civitanova fin da questa mattina sono al lavoro per chiarire le cause della marea nera che ieri pomeriggio ha lambito il tratto sud di Civitanova(leggi l’articolo) , interessando maggiormente l’area del Comune di Porto Sant’Elpidio. Già da questa mattina la marea nera provocata dalla fuoriuscita di materiale digestato proveniente dalla ditta Ambruosi e Viscardi era scomparsa e non visibile, ma nelle prime ore del mattino sia i bagnanti che i concessionari di spiaggia sono stati presi alla sprovvista dal momento che l’ordinanza è stata notificata in tarda mattinata. Molti i villeggianti che hanno comunque fatto il bagno anche nell’area ristretta dal momento che ancora non era stato notificato nulla. Attorno alle 11.30 la situazione ha iniziato a diventare un po’ più chiara con il divieto esteso fino alle ore 13 di oggi e poi subito prorogato fino alle ore 13 di sabato per ulteriori controlli decisi dall’Arpam che ha emesso un comunicato in merito alla formulazione del materiale disperso in mare: “Si tratta di materiale di colore scuro ad alta concentrazione organica – afferma Gianni Corvatta direttore del Dipartimento provinciale Arpam di Macerata, in una nota – occorre attendere i risultati delle analisi sui campioni prelevati per potersi esprimere dettagliatamente, tuttavia, la natura stessa della centrale, cioè della fermentazione anaerobica che la alimenta ad opera di batteri anaerobi potenzialmente presenti come forma di resistenza e potenzialmente pericolosi, richiede e richiederà una particolare attenzione rispetto alla valutazione della balneabilità della zona interessata”. Corvatta, inoltre, spiega che bisognerà attendere “48 ore per i risultati delle analisi, che non saranno pronti prima di sabato pomeriggio. L’area interessata dalla macchia riguardava 7-800 metri a sud della foce e 7-800 metri a nord. Dobbiamo verificare la presenza di batteri, il problema non è chimico, ma batteriologico. Per le persone, ad esempio, potrebbe creare problemi epidermici, in soggetti particolarmente sensibili”. Questa mattina sono stati raccolti altri campioni per verificare la presenza di un batterio anaerobico potenzialmente patogeno e presente nelle centrali a biogas. Come detto occorrerà attendere fino a sabato. E a scopo precauzionale è stata vietata la balneazione nel tratto interessato. I concessionari di spiaggia stamattina erano nel caos avendo
appreso la notizia, ma non avendo ancora una conferma ufficiale. Per diramare l’avviso sono passati i bagnini del Csla e al momento i titolari degli chalet non si sbilanciano, ma si pensa già ad una class action e alla costituzione come parte lesa: “per noi è una caduta di immagine non indifferente – spiega Marco Scarpetta, titolare di Raphael Beach e vicepresidente dell’Abat – aspettiamo di vedere come evolverà la vicenda, ma vogliamo andare a fondo ed approfondire se vi sono responsabilità da parte dell’azienda. Abbiamo già iniziato a pensare ad un’azione legale. Molti turisti che sono qui hanno l’ombrellone settimanale e con queste temperature, vietare la balneazione per 3 giorni comporta un danno non indifferente”. Parla di “psicosi” da parte di alcuni bagnanti Claudio Pini, presidente Abat: “dobbiamo informare in maniera corretta e spiegare che il tratto interessato è solo a scopo precauzionale ad un chilometro in direzione nord dalla foce del fiume, stamattina c’era gente che avendo appreso della notizia credeva di vedere macchie ovunque. Tutto il resto del lungomare non è interessato dal fenomeno”.
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Bandiera blu! ….Ole’
Caldo infernale, ferie (chi c’e l’ha), picco del turismo balneare, crisi economica micidiale, non poteva capitare in un momento peggiore…………, ci manca qualche scossetta e siamo apposto!
E per fortuna che sembra si sia rotto solo un tubo…..
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Ma che era per caso un tubo di 50 metri di diametro???
dopo tre giorni dall’accaduto, in piena stagione balneare, non e’ possibile non saprere di cosa si tratti e se questa sostanza sia davvero dannosa per la salute. SbrigateVi…..!
da bandiera blu a bandiera nera, da mare pulito a Baia dei pirati Olè e due giorni di esami per avere un esito sui batteri presenti… se ci capitasse un’infezione da film stile americano quanti giorni occorrerebbero per sapere se campiamo o se moriamo? Viva le procedure di allarme, succede qualcosa come in questo caso che potrebbe mettere a repentaglio una stagione di lavoro e quant’altro e occorre aspettare due giorni perchè ? Ci sono code al’ufficio analisi? Propongo ai proprietari degli chalet di raccogliere i nominativi di tutti i loro clienti e intanto aprire la denuncia a tutti quanti per lentezza e danni provocati di modo che se lo ricodino per anni e che magari insegnino che forse occorre attivare delle procedure diverse e un pò più lampo…I controllo devono essere monitorati a monte non quando il guaio è fatto a valle…
Credo proprio che gli interessi turistici, nascondono le reali problematiche di questo tratto di mare che a mio modesto parere è una vera e propria fogna. Puzzo di gasolio giustificato da “pseudo trivellazioni” al largo che, però, macchiano la pelle dei bagnanti. Vogliono nascondere lo schifo con una bandiera blu che comuncia a puzzare come lo stesso gasolio. L’economia è più importante della salute della gente.
Riflessione e Vergogna