di Filippo Ciccarelli
Compravano borse ed articoli di pelletteria dalla Cina e dall’India, cancellavano l’etichetta originale e applicavano contrassegni attestante il “Made in Italy”, “Prodotto in Italia”, “Antica Pelletteria Italiana”, senza effettuare altre lavorazioni sulla merce prodotta a migliaia di chilometri di distanza. Per questo motivo sono stati sequestrati 200 mila articoli dalla Guardia di Finanza, che ha denunciato un imprenditore maceratese per vendita di prodotti con segni mendaci. L’uomo è titolare, titolare, unitamente alla moglie, di due aziende che commercializzano prodotti di pelletteria provenienti dalla Cina e dall’India. Il falso Made in Italy non erano destinato solo al mercato interno, ma venivano poi venduti pure nel resto d’Europa: secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo sarebbe il vero artefice della commercializzazione del falso made in Italy.
Secondo la Guardia di Finanza, il giro d’affari fruttava 2 milioni di euro l’anno: quando i finanzieri si sono presentati nei magazzini delle due imprese, le uniche lavorazioni rilevate erano quelle di eliminare le vecchie etichette, creare una confezione migliore e applicare le nuove etichette. Sono poi stati sequestrati due computer, su cui i militari hanno trovato mail in cui chiaramente le imprese si spacciavano come produttrici di prodotti di pregio fabbricati in Italia. Nei confronti delle aziende coinvolte, la Guardia di Finanza ha anche avviato una serie di controlli tributari, per verificare la regolare posizione con il fisco delle stesse imprese.
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MMMmmmmmm…
Questi quisono dilettanti allo sbaraglio: togliere etichette estere, mettere etichette italiane, un insostenibile costo che deve essere eliminato per le economie di mercato….
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Spigazione:
Diversi anni fa, tramite mail, mi venne offerta una campionatura di camicie.
L’offerente (ampia descrizione nella loro mail) era una ditta che poteva vantare decine di encomi, attestati, benemerenze da parte del Ministero di qui, da parte della Camera di Commercio di la, da parte dell’Ufficio con il Commercio Estero dello Stato di sopra….
…. Insomma tante attestazioni, encomi, controlli di qualità (con tanto di loghi ufficiali) che certificavano, garantivano, assicuravano che la ditta era seria, che lavorava bene, che aveva tanti importatori nel nostro Paese, che i prodotti che offriva erano tutti realizzati e confezionati nel Paese d’Origine
Nella mail molte foto, tanti primi piani dei dettagli, descrizione del tipo di cotone, peso, trama, ecc. ecc.
E poi un lungo elenco di “marchi” (italiani e stranieri) con cui lavorava la ditta.
Tra le varie foto mi ha copito una camicia celeste, collo botton down.
Sotto la descrizione dettagliatissima di tutto (quantità, tempi di consegna, sconti su ordini successivi, metodo pagamento, ecc. ecc.), ed infine, anche dove è che la camicia era realizata: Made in India
Poi guardo meglio: sull’ingrandimento di quella stessa camicia celeste per i dettagli del colletto (per far notare il tipo di cucitura) capeggia in bella vista un Made in Italy
Quindi già qualcuno importava anni fa, dall’India, delle camicie con tanto di etichetta Made in Italy…
…Ma che perdi tempo a fare ad aprire tutti gli involucri, ma che perdi tempo a fare a a staccare le etichette originali, ma che perdi tempo a fare a mettere le etichette italiane, ma che perdi tempo a fare a ripiegare ed imbustare la camicia che ha cambiato passaporto..
I costi si riducono e serve meno personale in Italia..
Fai mettere direttamente all’origine l’etichetta della tua Nazione, anche se la camicia è prodotta a 6.000 chilometri di distanza 🙂
E’ stato solo denunciato !!!!!!!!!
Quindi il giochetto del Made in Italy continuera’ e aumentera’ sempre di piu’ , perchè alla fine si rischia solo una denuncia ……..grazie alle leggi della giustizia Italiana.
oddio che scoperta proprio questa non la volevamo sapere
Per fortuna che il vero Made in Italy esiste, e resiste, ben descritto – secondo me – in questo brano rap del 2012:
http://www.youtube.com/watch?v=WabV4W9XQZY
Ma il maceratese Jimmy Fontana, il Made in Italy, nel 1973 ce lo cantava così:
http://www.youtube.com/watch?v=YeF-5AYovsY
è prassi antica
ma il nome dell’azienda? Comunque tanto valeva lasciare la scritta made in Cina, a meno che non si tratta di una grande griffe…mmmmmmmmm
stamattina ho aperto gli occhi e appena sveglio gia vedevo le etichette delle camicie made in italy fatte in cina me lostavo giusto chiedendo per fortuna sono arrivati loro e me lo hanno confermato
se sono fatte in italia sempre dai cinesi vengono fatte…. cosa cambia?
http://www.youtube.com/watch?v=zDnkkpQdwyM
Poveraccio, quest’imprenditore! Oltre alla disdetta di essere scoperto, non ha nemmeno un nome!
Sì ma sarebbe bello, e mi scuso per il termine, sputtanarla questa gente che lucra facendoci fessi…anche se comunque il Made in Italy ormai se ti va bene lo fanno in Marocco.
la scoperta dell’acqua calda…..
Abbiamo scoperto l’acqua calda!!! Le louis vuitton sono anni che escono dalla Cina Made in france…..
Bravi Finanzieri, peccato ke tutti noi gente comune lo sapevamo che tantissime aziende fanno queste furbate, ci sono marchi che il made in italy lo fanno fare a cinesi, irregolari.
Ma se questi agenti del fisco invece di cercare i bambini che non prendono lo scontrino fiscale quando si comprano una pizzetta x poter far la multa al gestore della pizzeria, che essendo soggetto a studi di settore, non cercano su marchi locali e non x poter creare posti di lavoro in produzioni, ricordo ke la manifattura italiana fino a qualche anno fa era la migliore al mondo, ora x colpa di questi furbetti si sta perdendo tantissima manovalanza, cioè stipendi e di certo contributi previdenziali x un domani e tasse attuali x stipendiare chi ci governa e controlla, un giro troppo vizioso .
il nome vogliamo sapere
Ma perlomeno le etichette e le confezioni migliori delle quali si parla, almeno quelle sono made in Italy, o nemmeno quelle?
Io, su vicende del genere ho smesso di lamentarmi. Da tempo acquisto solo prodotti italiani fatti in Italia da ditte che utilizzano lavoratori italiani.
Mutande, canottiere, pedalini, camice e tutto il resto: tutto Made in Italy. Cercavo una giacca italiana… Non la trovavo… L’ho trovata da Camer Sport, Zona industriale di Corridonia. Il prossimo acquisto lo farò lì…
Ho acquistato un paio di scarpe, dietro garanzia che le facessero a Civitanova Marche. Poi, all’interno, quasi invisibile la scritta: Made in Macedonia. Quel negozio ha perso un cliente.
Sono autarchico. E se mi chiamte “fascista”, sì, sono una “fascista” autarchico.
Io ormai compro solo il Made in Cina….almeno sono sicuro che è Made in Cina. Anzi, vorrei anche essere sicuro che sia Made in Cina dall’origine alla produzione. Non mi piacciono questi grandi imprenditori e industriali italiani che vanno a produrre all’estero e poi vendono qua in Italia!
Quando vedo cose come queste penso che tutte le politiche di salvaguardia del lavoro, dell’esperienza, dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, di tutta la nostra essenza vadano a farsi friggere: http://www.amazon.com/Naturino-296-Tennis-Toddler-Little/dp/B005KGK8FQ
MADE IN iTALY FATTO nelle fogne cinesi. Personalmente sono stato diverse volte in cina , nelle situazioni produttive che colà esistono . A volte ho visto una specie di residence dove i lavoratori mangiavano e dormivano , non sapevo esatatmente a quale prezzo. Presi confidenza con il manager di una di quese aziende e dialogo fu improntato tra estremismo nazionalistico del tipo ” la Cina è come la mia mamma ” quando gli dissi le condizioni chec? erano in occidente , capì che la mamma non era poi così buona. lui come manager di una azienda di 800 persone prendeva 160€ mensili ma mangiava in azienda e vi dormiva , aveva due figli , di cui uno all’università che gli costava la rinuncia a molte cose vitali . ecco , mi disse tu hai ragione ma qui non possiamo oarlare , se ci lamentiamo il capo fabbrica riferisce al commissario e mi cacciano.
questo è tutto
sicché per battere i cinesi dovremmo rinchiudere i nostri lavoratori in stie per polli ed alimentarli a forza come si fa con le oche francesi.
io, con simpatie di destra , grido ed urlo la mia rabbia , non contro il personaggio che ha cambiato l’etichetta , ma contro l’inettitudine dei nostri politici che hanno poermesso che due sistemi socialmente squilibrati fossero emssi in communicazione a danno ovviamente di chi aveva da cedere benessere . Benessere dei lavoratori che sono arrivati dopo sessant’anni di lotte sindacali. il revanscismo indiano e cinese stanno portando il mio sfortunato Paese alla eutanasia del sistema industriale . Perdiamo lavoratori , perdiamo soprattutto tecnici , quelli in grado cioè di ricostruire il sisteme produttivo.
Anatema sui parolai dirigenti sindacali e politici che attraverso il bello eloquio stanno addormentando l’opinione pubblica , mentre la gente perde la dignita e la tranquillità .
Il sig. Landini lo voglio in Cina a fare i suoi predicozzi , non durerrebbe più di tre giorni lasciando a carico del sindacato la spesa per il proiettile alla nuca , come usano fare i macellai cinesi .
i nostri intellettualoidi politici li voglio vedere conoscere la fame , prima di rabbonire i lavoratori scippati delle attività produttive , delocalizzate dove il diritto è una chimera e il futuro un sogno .
rimprovero anche i lavoratori ed i proletari che come dei boccaloni , si lasciano rapinare a mano disarmata .
nei supermercati cì’è rimasta di nostra produzione la Pasta de Cecco e qualche anguria made in Padania. riflettete gente , riflettete!
Lucifero, con un ritorno al primario e una sana, rigida e concreta autarchia abbiamo i mezzi per risollevarci. Ma dobbiamo agire finchè non sia troppo tardi, e manca poco.