Battere una moneta indipendente rispetto alla valuta nazionale o addirittura tornare al baratto. Boutade provocazione o proposta reale? Non si sa, l’idea arriva però dai commercianti del negozio di intimo Donna e Uomo in afferente all’Associazione Commercianti Civitanovesi che oggi hanno inoltrato ai colleghi di Corso Umberto I una missiva che invita a reagire alla crisi con l’inventiva e con la ricerca di nuove soluzioni e strade da percorrere. “Caro collega – si legge nell’incipit – tutti siamo col cuore sospeso. Il governo, la sorte dell’ economia italiana, la bella gente serena di un tempo, ormai tutto annaspa e ci toglie l’entusiasmo e spegne il lume nel cuore”. Subito dopo si passa alla proposta e alla reazione: “Siamo circa 1000 operatori economici, non potremmo creare una nostra moneta interna per abbattere questo standby? In un comune del Veneto lo hanno già fatto. Potremmo scatenare un movimento che riattiverebbe il commercio. E del baratto che ne pensate? Una scontistica da scambiarci vicendevolmente? Insomma, inventiamoci qualcosa. Qualsiasi iniziativa è ben accetta pur di non far morire del tutto la nostra amata Civitanova Marche, che un tempo veniva chiamata “ la Parigi delle Marche”. Aspettiamo con entusiasmo proposte, commenti e suggerimenti per poterci risollevare tutti insieme”. L’iniziativa per ora circola solo tra gli aderenti all’Acc ma i promotori sottolineano che verrà allargata anche agli altri. Al momento non sono ancora chiare le modalità con le quali si concretizzerebbe il progetto che sembra ancora solo alla fase embrionale. E chissà quale sarà il nome di battesimo del nuovo conio.
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Molto interessante, soprattutto perché viene dai commercianti.
In atto c’è l’esperienza di Arcipelago Scec, molto diffusa e molto vivace, principalmente in Emilia Romagna. La difficoltà prima di questo genere di iniziative sta proprio nella necessità che siano tanti i fornitori di beni e servizi ad aderire e con un sistema ben organizzatpo si raggiungono due scopi che ritengo fondamentali: 1) il denaro visto esclusivamente come mezzo di scambio; 2) il ritorno progressivo della banca alle proprie funzioni originarie di raccolta e prestito a tassi accessibili e “solo” (e scusatemi se è poco) degnamente remunerativi.
Bravissimi!!!
Lo vado dicendo da tempo: http://www.simec.org/
SIMEC!!!
Se questo è il livello delle proposte, siamo alla frutta…
Dietro a questa proposta intravedo la mente illuminata dell’assessore al commercio……..
Bene! Propongo di chiamare la nuova moneta IL SARDONCINO D’ORO. E dopo con i danari che mi avanzano ce vado a comprà lo Ski pass a Sarnano!!
Non è una proposta nuova !
Anche Report fece un servizio sul WIR, moneta complementare adottata nella ricca Svizzera (se l’hanno fatto loro…): http://www.youtube.com/watch?v=uCTWNmJ-XhY
Altri links interessanti:
http://monetacomplementare.wordpress.com/
http://www.monetacomplementare.org/
http://www.monetacomplementarecomunale.com/
Le alternative esistono, basta volerle adottare !
Siamo ormai a Pasqua, il periodo del Carnevale è finito da un pezzo.
Per fare quello che suggeriscono i commercianti non serve una nuova moneta.
Siamo alla disperazione. La colpa è di questa Casta di m****, incompetente, ignava e abbuffatrice di quattrini. Ma siamo stati noi ad averla eletta. Quindi, siamo noi cittadini i colpevoli della situazione. Perciò, mandiamo a casa a calci in c*** tutta questa gentaglia e tiriamoci fuori con le nostre idee e i nostri mezzi. Fanno bene i commercianti ad inventarsi una via di fuga, che deve essere qui da noi e non all’estero.
Non so da voi come sono gli amministratori della vecchia sclerosi politica civitanovese.
A Macerata, va via la Manzi e ci si mette uno nuovo. Dovrebbero ridursi della metà lo stipendio e non lo fanno. Dovrebbero diminuire a sei gli assessori, dagli otto che sono, e invece niente.
Magari, una scrollatina di spalle da parte dei commercianti e dei cittadini farebbe loro bene.
Invece, quando c’è da mettere il c*** su di una poltrona, per essi la crisi non esiste. E che dire del ricchissimo appannaggio per il direttore della monnezza?
Per fortuna che Grillo c’è!
http://www.ipernetwork.net/Home/ChiSiamo
La carta smart di ipernetwork è una carta gratuita che si carica di punti ogni qualvolta si acquista qualcosa da uno dei negozi/hotel/compagnia aerea/online shop etc (ce ne sono moltissimi), che aderiscono al sistema ipernetwork-sono tutti elencati nel sito.
Con i punti ottenuti, si ottengono sconti su altri negozi, sconti per benzina o per ricariche telefoniche o per viaggi.
I soci Ipernetwork costituiscono un numeroso “gruppo d’acquisto” e di conseguenza, ottengono sconti e offerte da molti negozi (questo perchè un negozio, aderendo a questo sistema, si assicura un folto numero di clienti che andranno al suo negozio anzichè a un altro che non aderisce al progetto).
Per esempio devo comprare una tv…posso andare da trony o da euronics.
Trony aderisce a Ipernetwork, Euronics no.
Trony mi dà punti convertibili in altri sconti, Euronics no.
Vado da Trony, e come me anche gli altri che aderiscono al progetto.
Infatti vi invito a richiedere la tessera perchè non costa nulla, si guadagna solo e più siamo e meglio è.
P.S: Parigi delle Marche? Questa è bella.
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=autarchia&source=web&cd=1&cad=rja&sqi=2&ved=0CC8QFjAA&url=http%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FAutarchia&ei=1aFBUYeHGPON7Abrr4CgDA&usg=AFQjCNHUc8i8-m0qqSyE0BypXXmcnhNCDQ&bvm=bv.43287494,d.ZWU
nel VENTENNIO si chiamava AUTARCHIA
Ritorniamo alla lira
Civitanova vuole diventare una transition town? ben venga!
Basterebbe ritornare alla lira…se no finiamo alla cetra”””
Non è chiaro chi ha il compito di stampare e distribuire la moneta.
Non è chiaro come avere la moneta ed in cambio di cosa.
E’ un’opzione interessante come il Prof. Auriti insegnava.
qualcuno ricorderà ache i miniassegni che sostituirono le monete in ferro…da commerciante apprezzo l’idea e anche se non civitanovese sarei interessato a sviluppi
Potrebbe essere una soluzione, ma per tutti quelli che vogliono tornare alla LIRA, voglio fare alcuni esempi lira euro anni 80-anni 2000
Se tornare alla LIRA significa che una pizza e una coca cola costi 7-8mila lire ( e non 8-9 € odierni) ok;
se tornare alla lira significa che fare 10 mila lire di rifornimento (per arrivare quasi a metà serbatoio) e girarci parecchio ok (oggi con 5 euro si e no che ti si alza una tacca, palro di auto di media cilindrata)
se tornare alla lira significa pagare un cinema 6-7 mila lire ok (no 7-8 euro di oggi)
un caffè? Quanto costava?200? 300 lire? Boh..oggi mediamente 80-90 cent…..
ma se tornare alla lira significa stare peggio di come si sta adesso, tanto vale restare con l’euro. Chi ci può dire se tornare alla lira si starà veramente meglio o peggio?
Oppure che si promuova una mega campagna di abbassamento generale dei prezzi dai cibi ai carburanti ai vestiti, senza cambiare moneta. Perchè con l’euro, molti se ne sono veramente approfittati aumentando i prezzi.
Quanta confusione! La proposta dei commercianti non ha nulla a che fare con la scelta tra l’euro e la lira.
La proposta dei commercianti va vista solo in funzione di promozione e pubblicità.
La merce i commercianti la acquisteranno sempre in euro o dollari o ien o sterlina ecc ecc Le tasse le pagheranno in euro, l’affitto in euro, le utenze in euro e alla fine un tot dovranno incassare per far quadrare i conti e se in cassa troveranno solo la loro moneta la potranno utilizzare al massimo per acquistare merce da altri commercianti associati.
Come ha detto qualcuno, ci sono già centinaia di commercianti associati per condividere spese di promozione e di pubblicità ed anche per acquistare la merce con sconti vantaggiosi. A cosa serve stampare nuova “cartaccia”, la cui fine sarà la stessa dell’altra volta.
Con sommo gaudio proprio dei commercianti che hanno approfittato dell’improvvisa sparizione di quei fogliettini, che ad un certo punto nessuno più accettava.
La moneta legale non è altro che un “pagherò” ove è attestato un debito che un soggetto (banchiere centrale) assume nei confronti di tutti ma che per legge nessuno gli potrà richiedere all’infuori di un altro banchiere centrale.
Perché allora un mio “pagherò” dovrebbe essere meno affidabile? Perché mentre tutti siano necessitati ed obbligati a impiegare i “pagherò” del banchiere centrale come mezzo di scambio, sui miei “pagherò” solo pochi potrebbero fare affidamento. Chi potrà garantire allora la mia affidabilità? Un terzo soggetto autorevole, cioè un banchiere professionalmente affermato che prende il mio “pagherò” e mi dà in cambio pagherò delle banchiere centrale (operazione di sconto). In realtà il nostro è un sistema aperto e tutti quelli che ottengono credito creano moneta.
E’ evidente che in questo sistema la questione di creare una propria moneta è già stata impostata e risolta.
Il problema che oggi si pone é perché i “banchieri professionali” non siano più in grado di creare moneta. E si aprono altri interrogativi: perché i “pagherò” dei privati in loro possesso sono in gran parte solo sofferenze? Forse a soffocarne l’operatività ci sono anche i troppi “pagherò” dello Stato e delle tante articolazione del Leviatano Pubblico e partitocratico?
Buona idea quella dei commercianti di Civitanova!
STAMPARE UNA MONETA SOVRANA MANTENENDO L’EURO
Grazie agli egoismi nazionali ed alle marionette che rappresentano i popoli europei l’Europa politica non decollerà mai.
Per cui sarà indispensabile avere una moneta sovrana italiana, lo SCUDO ad esempio, da utilizzare in Italia parallelamente all’Euro, come moneta locale. Auriti asseriva che:
…..A) la moneta locale serve per misurare il Valore dei beni Economici di esclusiva proprietà del portatore;
…..B) si basa sul principio della moneta proprietà del popolo e non del popolo debitore
dei soldi in loro possesso;
…..C) L’obiettivo ultimo è quello di sostituire alla sovranità illegittima della Banca
Centrale Europea, la proprietà della moneta, quale prerogativa dello Stato, a favore dei singoli cittadini
…..D) Lo stato, le Regioni, i Comuni avrebbero il compito di promuovere in modo adeguato alla distribuzione della moneta locale tra i cittadini, anche culturalmente, in modo da attuare l’iniziativa;
…..F) la moneta locale deve essere accettata dai cittadini per essere spesa nei negozi , in quanto essa è garantita dall’Euro.
Sarà necessario:
…..1) rinegoziare il debito pubblico;
…..2) nazionalizzare la BCI, che dovrà procedere alla stampa dello SCUDO;
…..3) le amministrazioni statali, regionali e comunali dovranno pagare pensionati, dipendenti e fornitori con lo SCUDO;
…..4) l’utilizzo dello SCUDO avverrà parallelamente all’Euro;
…..5) il valore commerciale di uno SCUDO dovrà equivalere ad un Euro;
…..6) commercianti, artigiani e piccole imprese, che commercializzano soprattutto prodotti nazionali, potranno pagare le imposte con gli SCUDI;
…..7) multinazionali e supermercati che dovranno commercializzare i loro prodotti in Euro dovranno pagare le imposte in Euro;
…..8) chi necessiterà o vorrà acquistare dalla BCI Euro in SCUDI avrà un cambio, ad esempio, di 1 Euro per 1,3 SCUDI .
Io non so se la proposta sia valida o meno, ma comunque è una proposta che parte dai commercianti, che vivono quotidianamente il problema del commercio e del turismo. Quindi va presa in considerazione e valutata. Invece cosa fa l’amministrazione? Risponde l’assessore e la definisce una “bislaccata”, praticamente una scemenza. Quale diritto ha di etichettare in questa forma una porposta dei commercianti, quando non riesce neanche a dare una soluzione alternativa? Non era meglio organizzare un incontro con le associazioni, discutere e valutare, poi alla fine trarre le conclusioni? Forse è meglio fare come nei mesi passati, organizzando le domeniche ecologiche, senza che neanche ci sia un’organizzazione a dirottare verso i parcheggi (poi non so quali) le auto che non possono circolare in centro?
Quanto pressapochismo, ma anche quanta maleducazione in certe persone.
Questo portale (https://www.mitiko.org/) nato da pochi giorni offre un programma commerciale a sostegno di tutte le piccole e medie imprese che vogliono aumentare la loro visibilità ed il loro business entrando a far parte di un gruppo che mette al centro dell’attenzione i commercianti e i cittadini, l’adesione al programma è semplice, non vincolante e praticamente senza costi (quasi incredibile a dirsi), è anche ricco di vantaggi non solo commerciali ma anche economici. Gli amministratori, data la finalità del programma, stanno contattando tutte le associazioni commercianti per promuovere il progetto che ora si sta sviluppando a Treviso. Forse questo è l’anno dei grandi cambiamenti e progetti come questo ne sono la testimonianza.
Inviterei chi ha lasciato commenti negativi a rileggere il primo commento di Elena Monguzzi..Condivido con lei che l’utilizzo di scec a posto della moneta sarebbe una buona idea per cercare di creare una rete tra commercianti, produttori e consumatori, basata su giusto prezzo, fidelizzazione, risparmio e solidarietà. Un tentativo anche di ripartire dall’economia locale a discapito di multinazionali e grossi centri commerciali..Bravi dunque ai commercianti civitanovesi, spero che l’Amministrazioni supporti questa iniziativa.
Qualcosa non torna. Dalle statistiche risulta che almeno il 50% degli italiani (oltre il 60% al sud) usa credito al consumo. Il nomisma nel 2011 diceva che la casa “si acquista solo con il mutuo”.
Quanti di quelli che invocano il ritorno alla lira hanno attivo uno o più finanziamenti? Sapete cosa significa tornare alla lira e dover pagare una rata che resta in euro? Penso proprio di no, altrimenti ci pensereste due volte prima di fare questo tipo di affermazioni a cuor leggero. Tornare alla lira significa che ogni mese devi prima cambiare i soldi in euro, e poi pagare la rata. La tua rata da 500 euro passa prima a 1.300.000 lire, poi esplode a 1.500.000 in un paio di settimane, e può raddoppiare, triplicare, in funzione dell’inesorabile svalutazione.
Pensate che sia un visionario? Cercate su google “mutuo ecu” e scoprirete che nel 1992 (con la svalutazione della lira) molte famiglie hanno perso la serenità. A proposito, ECU è il nome che era dato all’EURO…
Chi non ha finanziamenti, poi, ha poco da essere allegro. Dai carburanti ai gingilli tecnologici, dalle medicine alle materie prime per le industrie: con il ritorno alla lira tutto diventerebbe inaccessibile.
Capitolo scec. Li conosco bene, valutavo con un gruppo l’adozione. Hanno degli aspetti positivi se si affiancano alla moneta (a mo’ di coupon di sconto), ma non possono sostituirla. L’emissione, poi, è l’anello debole. Come si fa dare valore ad un pezzo di carta senza nè il controvalore in riserve aurifere e senza la forza della legge che li impone? Il rischio concreto è che molti commercianti, con la speranza di rilanciare un mercato asfittico, si infilino in un ginepraio con rischi enormi.
La crisi è dura e pare che ancora possa solo peggiorare. L’instabilità politica cercata e ottenuta, non contribuisce. Ma evitiamo di deragliare come i biblici porci che correvano a perdifiato verso il burrone.
Toh, l’ho ritrovato (il passo dei porci): Marco 5,1-20