Se è vero che le parole “destra “ e “sinistra” nel politichese italiano rappresentano ancora per molti elettori una segnaletica elettorale, per me non lo sono più e forse non lo sono mai state. Credo che in fondo anche il prammatico prof. Ercoli la pensi così. Il nostro non è stato mai un sistema bipolare ma sostanzialmente, nei fatti, consociativo e, dopo che Berlusconi ha sdoganato la destra e Renzi ha preso a correre con il testimone di Berlusconi, la confusione è ora totale e queste votazioni ne sono, a mio giudizio, un riflesso. Orbene , anche se a me pare che sia Carancini che Mandrelli siano esponenti della vecchia nomenclatura locale e che, tenuto soprattutto conto della camicia di forza in cui le vigenti istituzioni e congreghe comprimono le libertà cittadine, sarà quasi impossibile una amministrazione di segno innovativo, e un rinnovamento della classe dirigente, sono anche io andato a votare: quanto meno per dare comunque un segnale di approvazione a chi ha sottoposto al giudizio dei concittadini la sua aspirazione a rivestire la carica di Sindaco. Ho avuto così la possibilità di esprimere un giudizio: se non ho votato per il migliore, almeno ho potuto dire chi dei due, a mio opinabilissimo giudizio, è meno peggio. Dunque che i Maceratesi abbiano approfittato dell’unica offerta in questo momento presente nell’agorà, dietrologie (a mio giudizio ingannevoli) di destra o di sinistra parte, lo trovo positivo.
Nel momento in cui la democrazia italiana affronta il tema fondamentale del sistema elettorale perché non avanzare un petizione alle camere per la formulazione di una norma di portata generale che ponga come condizione per la ammissibilità ad una candidatura politica
il superamento del test antidroga e che sanzione con la decadenza dalla carica pubblica, comunque acquisita, chi, sottoposto doverosamente e sistematicamente a tale al controllo venga trovato in fallo?
Forse (direi sicuramente) non si riuscirà a normare subito un tale principio, ma il tema che tu giustamente (con Angeli e Marangoni) agitate aprirebbe una più ampia breccia nella pubblica opinione ed è possibile che in vista delle competizioni elettorali qualche partito sia indotto ad adottarla come norma interna ai propri candidati e che una tale scelta abbia un effetto premiante. Al momento, fermo il fatto che il tema da te agitato è di sostanziale rilevanza per una democrazia, trovo che la tua più che una proposta sia una provocazione a compiere atti di iattanza per sottrarsi all’infamia del sospetto. Il fatto che già questa macchia di fango tocchi oggi chi riveste pubbliche cariche, rischia di fare della tua proposta un incitamento al pubblico linciaggio.
Caro Giancarlo, provo a ricapitolare il tuo scritto in tre proposizioni:
1. Macerata è la città che non esiste.
2. La sanita è un bene pubblico devastato da lotte di potere.
3. La Regione è lo specchio delle nostre illusioni.
Prendiamone atto.
Non riesco a capire dove Schiavoni individui "la città, dove si sarebbe costruito senza pensare all'homo ludens ma solo all'homo faber", e dove trovi "le periferie non proprio belle".
Io individuo oggi la città di "Macedonia" centrata a Piediripa con il ludico autodromo CGIL ed agli antipodi le vecchie case racchiuse entro le antiche mura di Corridonia e Macerata, divenute "periferie storiche". Se per Schiavoni la città è quest'ultima mi dica per favore dove posso trovarvi un faber, ovvero un artigiano.
Il vizio capitale che affligge il nostro regionalismo è la perversione di ogni principio autonomistico. Una confusione di funzioni e di competenze, generatrice di una inflazione normativa che nel suo velleitarismo dirigistico ha compresso le libertà Comunali, infeudandole in una nomenclatura partito-burocratica parassitaria ed inefficiente. Il fallimento delle queste regioni è conclamato dal malgoverno del territorio che ogni giorno miete le sue vittime. Che la camera delle autonomia vada nella direzione della auspicabile loro cancellazione è ciò che trovo altamente auspicabile. Mi dispiace per il caro Massi.
Una mutilazione urbana e ed un oltraggio al senso civico: sono responsabilità che non posso non addebitare al Sindaco, alla Giunta, ed al Consiglio Comunale.
Più che l'operato dei burocrati, è la tecnostruttura istituzionale regionale che mi pare dimostri proprio in campo sanitario tutta la sua inidoneità ad assolvere al meglio un servizio alla altezza delle necessità e delle potenzialità in atto. Dinanzi ad una medicina "globale" i singoli operatori avrebbero bisogno, io credo, di una più agile e flessibile rete di raccordo e soprattutto di veder valorizzata (non compressa) la loro capacità di iniziativa. Abbiamo proprio bisogno in campo sanitario, di un sub-dirigismo regionale, delegato a distribuire i compiti ed assegnare i finanziamenti o non piuttosto, di una politica sanitaria che spinga alla emulazione e quindi a più efficienti aggregazioni tra gli operatori ed indichi le modalità per raggiungere i migliori risultati premiando quelli che emergono? Ha proprio ancora una senso la sanità regionale? O lo ha mai avuto?
Ma non è forse vero che quando ci si impalca nel "politichese" ci si nasconde dietro una non più che maldestra foglia glia di fico che anziché nasconderla, enfatizza la cattiva realtà, quella del sopravvivere e perpetuare l'eterna finzione dialettica "Fascismo-Antifascismo": il secondo la puntuale continuità del primo.
La moneta legale non è altro che un "pagherò" ove è attestato un debito che un soggetto (banchiere centrale) assume nei confronti di tutti ma che per legge nessuno gli potrà richiedere all'infuori di un altro banchiere centrale.
Perché allora un mio "pagherò" dovrebbe essere meno affidabile? Perché mentre tutti siano necessitati ed obbligati a impiegare i "pagherò" del banchiere centrale come mezzo di scambio, sui miei "pagherò" solo pochi potrebbero fare affidamento. Chi potrà garantire allora la mia affidabilità? Un terzo soggetto autorevole, cioè un banchiere professionalmente affermato che prende il mio "pagherò" e mi dà in cambio pagherò delle banchiere centrale (operazione di sconto). In realtà il nostro è un sistema aperto e tutti quelli che ottengono credito creano moneta.
E' evidente che in questo sistema la questione di creare una propria moneta è già stata impostata e risolta.
Il problema che oggi si pone é perché i "banchieri professionali" non siano più in grado di creare moneta. E si aprono altri interrogativi: perché i "pagherò" dei privati in loro possesso sono in gran parte solo sofferenze? Forse a soffocarne l'operatività ci sono anche i troppi "pagherò" dello Stato e delle tante articolazione del Leviatano Pubblico e partitocratico?
Sono gli abitanti a fare la Città e questo incontro fatto in famiglia ha sottolineato tante loro necessità e potenzialità.
Una cosa emerge tuttavia, che i veri abitanti di questa città non sono i residenti ma coloro che da esterni vivono la città quali ospiti, ai quali certo bisognerebbe pensare di più ed anche chiedere (soprattutto ai docenti ed agli studenti) di essere più partecipi e propositivi. Giustamente è stato detto che Macerata non è una città Universitaria, ma va anche osservato che le Università non sono più scuole e laboratori di vita.
Non per infierire ma per riflettere insieme.
Leggo nell'art.2 del regolamento comunale di Macerata che disciplina l' IMU .
" L'autoliquidazione dell'IMU va fatta… sulla base delle seguenti aliquote:..
Abitazione …in comodato gratuito a genitori o figli entro il primo grado(!) 8,0 per mille."
La norma, immediatamente esecutiva, è stata approvata dal Consiglio Comunale il 2 luglio 2012. Dal Consiglio Comunale, dunque da tutti noi.
Io confesso la mia ignoranza.
Insegnatemi voi quanti gradi di figliolanza esistono o forse sono stati qui istituiti. Qui ove era la così detta Atene delle Marche, o forse anche in altre parti d'Italia o d'Europa o del mondo.
Non vorrei aggiungere altri elementi di perplessità a quelli già espressi dai commentatori che precedono, tanto più che Cerasi che è sempre il più puntuale e censorio, anche in questa occasione ha posto alcuni interrogativi (specie quelli sub a e b) che come cattivi pensieri io avrei voluto allontanare da me, ma che in questo generale clima di sfiducia nella politica e nei politici sono ineludibili. Faccio quindi mie quelle sue richieste che necessariamente corredano una notizia tanto ufficializzata da Cronache Maceratesi quanto oscurata se non contraddetta in via Ufficiale. Quando infatti interessato a conoscere ho interrogato il sito Ufficiale del Comune di Macerata sul tema in oggetto ho trovato la deliberazione n. 70 dell’ 8 maggio 2012 rep. n. 304 avente ad oggetto l' interrogazione presentata dalla consigliera Pantana del pdl in merito al collegamento Mattei - Pieve.. Le risposte data in quella circostanza dall'assessore Carelli alla interrogante vanno proprio nella direzione opposta all'ottimismo del servizio . Mi sono allora domandato da quale fonte derivasse il servizio. Chi lo ha scritto? Come mai non affronta nessuno dei punti che ufficialmente l'assessore Carelli aveva a suo tempo posto alla interrogante?
E al dunque mi si pone una domanda di fondo: le parole di Carancini sono nella circostanza le parole di un Sindaco, del mio Sindaco , del Sindaco di Macerata o le parole di un militante del PD nella propaganda elettorale in corso? E in "Cronache Maceratesi" operano professioniste dell'informazione o ruffianelli della sinistra?
Giovanni Domenella
Il decreto non si pone il problema dei costo che il riordino comporterà . Fa discendere dall' Olimpo l'articolo 9 "Dal presente decreto non devono derivare minori entrate né nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica."
I costi di trasferimento degli uffici, delle nuove attrezzature che si renderanno necessarie, della conseguente riorganizzazione-confusione burocratica, della stessa litigiosità giudiziaria che il provvedimento porrà in essere si pensa che saranno pagati dal Cielo? I costi ed i disagi personali e familiari che i pubblici dipendenti si troveranno ad affrontare per raggiungere le nuove sedi non dovranno essere compensati?
E' così intimamente contraddittorio questo estemporaneo atto d'impero, che ignora la nozione di "locale autonomia" , che, prima di una bocciatura Costituzionale, penso cadrà inconvertibile nei passaggi delle due inconcludenti camere del nostro pletorico parlamento. Se il popolo Italiano fosse un popolo pensante non soggetto alla imperativa censura del dilagante "Crozzapensiero", penso che sarebbe già caduto sotto il peso del ridicolo.
Quanto sopra premesso debbo però dire che do il mio pieno plauso a questo atto politico che getta finalmente un sasso nel pantano del malgoverno del territorio e della frantumazione burocratica che lo caratterizza.
Prendiamone finalmente atto: quando in Italia parliamo di "autonomie locali" mentiamo ignorando di mentire. Se dicessimo la verità parleremmo di "baronie partitiche".
Il non governo del territorio è sotto gli occhi di tutti. A chi ne addossiamo la responsabilità? Quando un fiumicello della nostra regione, in stato di incuria, non per mancanza di mezzi o di personale, ma per sovrapposizioni di autorità territoriali e contrapposizioni di competenze straripa e uccide le persone i nostri politici vanno a piatire a Roma! E' l'intero assetto delle autonomie locali, cominciando da quell'autentico mostro dell'Ente Regione dalla cui storica malformazione originano i cronici disavanzi della finanza pubblica le più gravi disfunzioni dei pubblici servizi che deve essere ricomposto.
Macerata vuole conservare la Provincia? Forse questo decreto secondo cui "diviene capoluogo di provincia il comune, tra quelli già capoluogo di provincia, avente maggior popolazione residente " può dargliene la possibilità. Chi guardo oggi la carta geografica nota un mostruosa continuità cementizia che la congiunge a Corridonia. I Comitati di affari che hanno pianificato l'edilizia dei due comuni con la complicità degli enti sovraordinati (Provincia e Regione) hanno di fatto creato un inscindibile groviglio urbano che necessita di un governo unitario (i conflitti che sulla lottizzazione di San Claudio e sulla necessità di ampliamento del ponte sul fiume Chienti, di cui Cronache Maceratesi e Bommarito hanno parlato ne sono la dimostrazione). Dunque è su questa duplice popolazione che va parametrato il capoluogo della nuova allargata provincia. Macerata potrebbe dunque dalla sua dissennatezza urbanistica alla fine anche guadagnarci?
Certo bisognerà sopprimere la dualità dei comuni. E questo sicuramente sarà un Bene, e comporterà anche un risparmio.
Se, data la lettera del nefasto decreto, la denominazione di Macerata sarà immodificabile certo Corridonia dovrà o restringere la denominazione al nucleo abitativo ove era la casa dell'eroe o abdicare al suo nome (la nobile antica Pausola è del resto avvezza a queste mutazioni e, essendo la nostra Repubblica dichiaratamente antifascista, la scomparsa di un toponimo di marca Mussoliniana apparirebbe quasi doverosa). ….
Qui mi fermo. Il mio scritto lo so è paradossale e non mi aspetto accoglienza nel serioso pensatoio dei miei compatrioti.
Esprimermi però pubblicamente mi dà almeno la sensazione di addolcire in umorismo la mia amarezza, diciamo meglio il mio amore-odio per questa mia terra bella e martirizzata.
Giovanni Domenella
Ne manterrò il ricordo. E' la figura del vero imprenditore che ha il coraggio e la forza di intraprendere e di innovare. Sono queste persone che creano lavoro e benessere.
Quando si avvia un progetto di rottamazione, bisogna sapere dove si stoccano i rottami ( primo problema), e che cosa si vuole costruire (secondo problema). Renzi é attualissimo e sprigiona simpatia da ogni poro. Forse è anche in ritardo perché il grande rottamatore della nostra sinistra è già in funzione ed è Mario Monti l'uomo di Silvio Berlusconi (il diabolico). Siccome le liturgie politiche sono sempre alquanto dispendiose io mi chiedo chi le paga e se quel capitalismo di rendita dei partiti che le sostengono sono pronte a rottamarsi.
Ciò che bisognerebbe conoscere ed evidenziare é il bilancio di questa società consortile, non solo contabile, ma sociale: che cosa ha fatto che cosa ci sta a fare, quale partecipazione realizza,
Un po’ di senso dell'umorismo è anche indice di intelligenza.
Ma i DS si collocano in un recinto sacro che pretende di avere il monopolio della satira, del vittimismo, e della pubblica censura
prof. Lattanzi forse mi sono ingannato quando ho ritenuto che il PDL fosse per la rivisitazione del sistema istituzionale delle autonomie locali secondo principi federalistici legati alla lezione del prof. Miglio il cui giudizio è profondamente critico del vigente ordinamento della autonomie locali?
Io penso che il discorso sulle Provincie non possa prescindere da quello sulle Regioni e sulle città.- Lei ritiene che l'attuale vigente spezzatino territoriale e funzionale soddisfi alle esigenze fondamentali di governo del territorio e della razionale e democratica gestione dei beni e servizi pubblici?
Come legge allora l'iniziativa del governo Monti? E' l'avvio di un processo di cambiamento, uno stimolo alla bonifica di una palude mefitica e stagnante, o un passivo aggiustamento delle eteronomie esistenti ?
Verso quale prospettiva intende indirizzare in sede locale la forza politica che Lei impersona?
Purtroppo una nuova classe dirigente non si improvvisa. Io non ho votato Carancini perché imputo alle amministrazioni che con continuità hanno governato la mia città, tutte sinistrorse, settarismo ideologico, nessuna trasparenza ed imperdonabili errori. Tuttavia ora che Carancini è il Sindaco della città è lui il mio Sindaco, e voglio credere che per quanto gli é possibile intenda e sappia operare al meglio. Non trovo traumatico dunque che non vi sia perfetta corrispondenza tra le sue determinazioni e quelle che si maturano in consiglio, e che la parte che lo ha candidato e sostenuto alla carica esprima anche forti dissensi nei suoi confronti. Trovo anzi che ciò sia un segno di maturità politica, il necessario e faticoso processo di una democrazia meno partitocratica e più personalistica e partecipativa. Ogni decisione pubblica è necessariamente traumatica, dobbiamo saperlo e metterlo in conto, e non costruirvi sopra sterili contrapposizioni: che il sindaco dunque faccia il sindaco ed i consiglieri facciano i consiglieri con spirito costruttivo di lealtà senza sovrapposizione dei reciproci ruoli. E' solo in questa fucina che può maturare una vera classe dirigente.
Caro Giancarlo, il tuo servizio ma soprattutto i commenti che ne sono seguiti e quelli che già in precedenza ho visto espressi sul progetto, hanno risvegliato in me vecchi ricordi che come una ferita sento ora rivivere negli interventi dei miei concittadini ed anche dello straniero Tex Willer. Io che sono qui nato e qui tenacemente resto aggrappato, condivido ora il suo severo giudizio. Eppure sono anche mie le concrete lamentazioni di Antonio Maria Golini ed anche di quanti a diverso titolo avversano il progetto. Trovo in queste l'eco di quanto a suo tempo polemizzai sul tuo giornale contro il trasferimento a valle del Palazzo di Giustizia, ed in altra occasione scrissi sulla uccisione del vescovo Cassulo schiacciato da un mezzo di trasporto pubblico all'incrocio nell'angolo del Palazzo Marefoschi.
Segnò quel dissennato progetto di rigetto in periferia del vitale e simbolico punto di convergenza della vita cittadina con il corrispondente disegno di dispersione di tutte le istanze del capoluogo e la conseguente incontenibile e disarticolata prolificazione edilizia, il primo sintomo di quella metastasi del territorio e di quella paranoia logistica che affligge Macerata come purtroppo l'intero "Bel Paese".
L'auto e qualsiasi altro mezzo logistico è certo oggi un accessorio domestico, forse qualcosa di più, addirittura uno strumento personale come l'orologio o il telefonino, per alcuni addirittura un prolungamento della propria stessa persona. L'auto è però nemica dei centri storici, come l'omicidio del proprio vescovo perpetrato dalla Municipalità sta a dimostrare. Il Tribunale di Macerata nell'assolvere il conducente, fece propria la considerazione da me allora avanzata sulla stampa e ripresa dal difensore in giudizio, della fatale inadeguatezza del mezzo impiegato. Ora l'abbandono del residenti attratti dalle più funzionali abitazioni di periferia fornite di garage e l'ostracismo normato e programmato delle attività artigianali dal centro storico ne hanno irrimediabilmente pregiudicato le ragioni di vita ed esponenzialmente aggravato le difficoltà e le tensioni logistiche.
Attuiamo dunque almeno uno di questi progetti allo studio, che consentono alle auto di restare in adiacenza del centro usufruendo di più agili rampe di attracco. Ed è bene a mio giudizio che il progetto sia portato avanti ed attuato da privati, Perché private sono le auto ed onere dei proprietari e dei conducenti è la loro utilizzazione e necessità di custodia. Una condizione comunque a mio avviso andrebbe posta al progetto: che sia studiato non solo in funzione degli ospiti che vogliano entrare in città, ma anche di quanti resistono a viverci. Poi per rivitalizzarlo, questo benedetto centro, è il pendolarismo che bisognerebbe combattere e la buona bottega artigiana che bisognerebbe aiutare a rientrare.
Un caro saluto
Giovanni Domenella
«DA ULTRA-OTTUAGENARIO VORREI ANCORA POTER DIRE QUALCOSA»
Utente dal
13/4/2012
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