di Alessandra Pierini
«Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice»: con queste parole papa Benedetto XVI ha annunciato questa mattina le sue dimissioni, sconvolgendo il mondo (leggi l’articolo).
Il conclave sarà convocato probabilmente a metà marzo, secondo quanto annunciato e il nuovo Papa sarà eletto prima di Pasqua. Intanto però tutto il mondo si interroga sulle motivazioni che hanno spinto Benedetto XVI a prendere una strada che era stata percorsa da un suo predecessore ben 600 anni fa. E’ stato infatti Gregorio XII nel 1415.
Mentre i media di tutto il mondo si dedicano alla notizia, si rincorrono le reazioni delle massime autorità politiche e religiose. Molti si interrogano anche sulle reali motivazioni che hanno spinto il Pontefice ad una scelta tanto improvvisa e inattesa e così insolita nella storia della Chiesa.
Stupore anche nella nostra provincia. Monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, arcivescovo della diocesi di Camerino e San Severino, è stato uno dei pochissimi Vescovi consacrati da Papa Ratzinger, ed era atteso a Roma proprio il 28 febbraio, giorno che il pontefice ha scelto come ultimo del suo papato per la visita ad limina, l’incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano con il Papa per illustrare quali siano le particolarità che contraddistinguono la loro Regione ecclesiastica dal punto di vista religioso, sociale e culturale, quali siano i nodi maggiormente problematici dal punto di vista pastorale e culturale e come interviene la Chiesa “particolare” su questi problemi.
I vescovi Brugnaro, Vecerrica e Giuliodori durante una conferenza stampa sugli oratori con il presidente della Provincia Pettinari
Monsignor Brugnaro si associa al resto del mondo nello stupore che ha destato la notizia: «La decisione del Papa è stata maturata in solitudine tanto che anche il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio ha parlato di fulmine a ciel sereno. Il Santo Padre è stato a lungo con Giovanni Paolo II e ha condiviso con lui le difficoltà e la malattia, si muove con la stessa macchina di Giovanni Paolo II e ha molte difficoltà di salute, probabilmente ha misurato le sue forze personali, l’impegno necessario in questo momento di transizione e ha deciso di rinunciare a rappresentare la Chiesa mondiale. Penso sia stato mosso da un’illuminazione di fede e con coraggio ha preso questa decisione di fronte alla sua coscienza e alla responsabilità che gli è stata affidata dal Vangelo. Papa Ratzinger passerà alla storia per una decisione che è da onorare con la gratitudine di tutti i fedeli. In questo momento non possiamo che pregare a sostegno del dono che ha fatto alla Chiesa».
Monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano – Matelica, solo qualche mese fa, in occasione di una conferenza stampa in cui si annunciava lo stanziamento di fondi in favore degli oratori, aveva raccontato di un suo incontro con il papa in cui gli aveva fatto leggere un biglietto in cui un giovane matelicese, rimasto coinvolto in un incidente in cui aveva perso la vita un suo amico, aveva scritto “Io mi faccio schifo, oggi piango a dirotto ma sono certo che domani continuerò a fare le stesse cazzate. Ci sarà qualcuno che mi aiuterà?” (leggi l’articolo). “Benedetto XVI mi ha fatto leggere due volte, chiaramente commosso, questo ‘pizzino’ – ha raccontato – che un ragazzo di Matelica salvatosi miracolosamente dai rottami dell’auto in una ‘notte brava’ che aveva visto la morte dell’amico che gli sedeva accanto, aveva messo quasi di nascosto nella tasca del parroco della chiesa di ‘Regina Pacis’ al termine delle esequie funebri. Ora in quel quartiere abbiamo aperto un oratorio: abbiamo voluto rispondere così a quella domanda d’aiuto, contro il dilagare del disagio giovanile. Che si chiama droga, sballo, alcolismo, devianza e profonda solitudine. Il nostro compito è anche di stare vicino alle famiglie in questa battaglia campale”.
Monsignor Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Recanati-Tolentino-Treia-Cingoli, è invece a Roma e non ha rilasciato dichiarazioni, finchè nel pomeriggio non è stata diffusa una nota stampa: «Questa notizia, arrivata in modo improvviso e inaspettato, mi rattrista profondamente, ma nello stesso tempo rende ancora più forte la fiducia nell’opera che Dio compie attraverso la sua Chiesa e colui che la guida, il successore di Pietro. La tristezza deriva dal fatto che questo pontefice si è dimostrato un gigante nella sana dottrina e nella sapienza spirituale, guidando la Chiesa con dolcezza e fermezza in un tempo certamente non facile. Avremmo tanto desiderato che continuasse in questo suo prezioso servizio apostolico. Ma viviamo questo delicato momento anche con serenità e fiducia, come lo stesso pontefice ci invita a fare, nella certezza che la Santa Chiesa è sempre affidata “alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo”. Lo Spirito Santo che ha guidato la Chiesa nell’elezione di Benedetto XVI e ora lo ha assistito in questa “gravosa decisione”, non mancherà di illuminare i Cardinali perché sia scelta una guida all’altezza del compito. Per la nostra Diocesi rimarrà indelebile il ricordo della vicinanza con cui Benedetto XVI ha seguito le celebrazioni per il IV Centenario di P. Matteo Ricci, dell’incoraggiamento che ci ha dato per la ripresa della causa di beatificazione e, in particolare, delle parole che ci ha rivolto nel corso dell’Udienza speciale in Aula Nervi il 29 maggio 2010 alla presenza di oltre ottomila persone, la maggior parte maceratesi. Personalmente spero di potergli esprimere tutta la gratitudine della Chiesa maceratese, e mia personale, in occasione della visita ad limina apostolorum prevista per il 25 febbraio prossimo».
E’ facile ipotizzare che monsignor Giuliodori stia seguendo con particolare attenzione queste fasi considerato che le delicate dinamiche ecclesiastiche in questo momento di trasformazione, potrebbero incidere sulla sua carriera. Per lui era infatti previsto un trasferimento che lo avrebbe portato ad essere Vescovo ausiliare di Milano che a questo punto potrebbe essere da rivedere (leggi l’articolo). Proprio l’arcivescovo di Milano Angelo Scola viene indicato in queste concitate ore come il nome più accreditato come successore del Pontefice. Teologo, autore di decine di libri, allievo prediletto di don Giussani, Scola è sicuramente tra tutti i porporati il più conosciuto a livello internazionale per la sua attività di conferenziere e per avere animato, quando era patriarca a venezia, il centro Oasis per il dialogo interreligioso ed ecumenico.
Tra i papabili anche Angelo Bagnasco attuale presidente della Cei e vicardinale a Genova. Bagnasco ha guidato la chiesa pesarese per cinque anni dal 1998 fino al 2003.
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Inspiegabile, per la prima volta nella storia, proprio a ridosso delle elezioni!!! C’è qualcosa di grosso sotto……
Il termine “carriera” per un uomo di chiesa mi fa profondamente tristezza!!!!
Il Pastore tedesco, come lo aveva chiamato ironicamente Il Manifesto, dimostra di essere persona saggia e sufficientemente umile da capire che è giunto il momento di lasciare ad altri il Ministero che gli era stato affidato. Ho letto commenti severi e perfino volgari in merito alla scelta di Ratzinger: in realtà si è rivelato un pontefice schietto nel suo eloquio teutonico tanto da essere l’unico papa che abbia osato pronunciare con insistenza parole forti in difesa dell’ambiente e delle bellezze del Creato, ammonendo senza mezzi termini i governi e le multinazionali sull’abuso delle risorse della Terra. Nessun alto prelato, prima di lui, aveva osato farlo con tanta determinazione. Certo, è stato anche uno zelante difensore della dottrina della fede, anche troppo, ma era il suo mandato. Questo suo ultimo gesto, lucido, semplice, logico e rivoluzionario dovrebbe essere di esempio per molti, politici e non. Spero che la Chiesa Cattolica Romana raccolga la sua straordinaria modernità e se ne serva per un salutare bagno di umiltà.
Visto che la decisione è eccezionale ci volevano proprio 2 vescovi per ricordarci che passerà alla storia… stiamo messi bene
Però in Polonmia qualcuno dice che non si scende dalla croce
Qualche vescovo ha definito la scelta di Ratzinger quella di un santo. Tutto il rispetto per l’ex papa, ma santificare una scelta del genere mi sembra esagerato. Diciamo che può essere responsabile, ma non andiamo oltre. Forse questo pensiero mi viene ricordando Papa Giovanni Paolo II, che ha chiuso il suo mandato in uno stato di malattia molto più grave, eppure forte nel suo animo perchè sapeva di avere il carisma per farlo, colui che è riuscito ad abbattere il muro di Berlino. Forse Ratzinger non aveva lo stesso carisma o forse non era un Papa nel mondo, preferendo la scienza e la lettura piuttosto allo stressante mondo del viaggio missionario e, soprattutto, la pressione politica. Eh già, perchè oggi chi si è dimesso è il “capo” del più potente Stato del mondo, con il suo governo, la sua banca, la sua milizia. Poteri spirituale e temporale non sono mai stati dissolti, ma il secondo è stato soltanto mascherato. Per Benedetto XVI l’unico dispiacere che ho è la scelta del tempo dell’annuncio, perchè in campagna elettorale, perchè dopo che è venuto fuori il compromesso tra Montepaschi e la IOR, che fanno apparire la sua scelta come se sotto ci fosse qualcosa. Poteva risparmiarcela anche questa ipotesi che accattiverà ancor più i toni. Comunque per lui i miei migliori auguri
@ Cerasi
Grande pontefice il primo
Il quale disse -Gesù rimase sulla croce .
grande pontefice anche il suo successore
( non sono piu in grado di curare le sofferenze della chiesa – urlato con tutta la forza che il suo gesto ha saputo esprimere)
io credo che nella sofferenza
non vi sia prevalenza dell una sull altra …
Credo che oltre al Festival di Sanremo bisognerà spostare anche il Conclave per non frenare la rimonta. Certo, che anche un Papa tedesco potesse essere un comunista d’accordo con Fazio e Littizzetto, non lo avrei mai pensato. O forse sarà in combutta con la Merkel per il complotto contro il nostro Caro Leader?
Prevedo alla guida dello Stato del Vaticano per un periodo Ettore Gotti Tedeschi, un tecnico di grandi capacità, poi il ritorno di Ratzinger con un nuovo programma per rilancio dell’economia, della occupazione e della moralità. E Giuliodori forse……
Quando un uomo non ce la fa piu’ non c’e SANTO che tenga……..Io credo che non fosse sicuro di se neanche quando ha iniziato……
Ammetto di non sapere come funzioni una carriera ecclesiastica ma visti i personaggi richiamati in questo articolo di CM, mi viene da pensare che tra tutti, Mons. Giuliodori è quello seriamente più preoccupato che posssa interrompersi ( o ritardare) la sua irresistibile ascesa nelle alte gerarchie ecclesiastiche.
Le dimissioni di Ratzinger rischiano di “azzerare” le massime cariche della Curia romana ( a quanto pare assai invisa a Benedetto XVI ) e scombussolare le strategie accuratamente pianificate volte a soddisfare le aspirazioni di potere di molti “giovani rampanti” .
Chissà che non rappresenti l’inizio di un profondo cambiamento…
Rispetto molto la scelta del Papa :è un gesto di grande umiltà e responsabilità, magari i nostri politici
facessero altrettanto!!!!!!!
Certo, è una scelta che scuote fortemente le nostre coscienze!!!
penso che alla base di tutto non ci sia solo la stanchezza fisica, data l’età, ma soprattutto
l’abbattimento morale per tanta corruzione intorno a lui: ( non tutti hanno la forza e il carisma di Giovanni PaoloII)
Mi viene da sorridere pensando al patetico articolo sulla nomina di mons. Giuliodori a Milano (privo di qualunque fondamento) e al presente articolo con relativi post che ancora continuano a dar seguito a questa favola e oltretutto a parlare di “carriera” o “promozione”. Passare da vescovo ordinario di diocesi ad ausialiare è come passare da direttore d’azienda a responsabile di un settore dell’azienda stessa (visto che Milano ha 5 ausiliari). Sono basito da questo modo di fare informazione che è come continuare a costruire un edificio senza fondamenta!
@ Bezzini
Ha perfettamente ragione.
Nel caso specifico dovrebbe essere promosso, da direttore d’azienda, a quello che porta il caffè..
E siccome dicesi esperto in comunicazione avrebbe anche la speciale delega papale, con tanto di bolla pontificia, per fare le fotocopie….
Anche la corruzione nella Chiesa (sottolineo: non ‘della Chiesa’, ma ‘nella Chiesa’) passerà alla storia, quella corruzione che a mio avviso è alla base delle dimissioni del papa.
E Mons. Emilio Messina dell’Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/02/09/lo-ior-porta-180-milioni-via-dallitalia.html ) che dice?
Invece di ridurre e accorpare le provincie, perché non accorpano le diocesi? Che senso hanno tutte queste diocesi nelle Marche? ne basta una, la più antica e la più importante: FERMO. Le altre possono anche scomparire.