Una recente ulteriore morte da overdose da eroina che ha stroncato un giovane maceratese di 24 anni, tornato per scelta della famiglia ad abbracciare la terra (“tornerai alla terra perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai”); diversi arresti di spacciatori di questa sostanza effettuati negli ultimi tempi dalle forze dell’ordine, con significativi sequestri di eroina; l’aumento delle siringhe vendute nelle farmacie e rinvenute nella città di Macerata, e non solo in zone decentrate e poco frequentate, in qualche caso raccolte e simbolicamente lasciate all’ingresso del Palazzo Comunale; il costante incremento di soggetti pure giovani e giovanissimi seguiti per tossicodipendenza da oppiacei dal Dipartimento Dipendenze Patologiche della nostra Area Vasta Asur.
Sono tutti segnali di un fenomeno che gli osservatori hanno già rilevato anche dalle nostre parti: il pauroso ritorno dell’eroina (data in notevole crescita in tutto il Paese nel prossimo triennio dall’Osservatorio sulle Dipendenze della Regione Lombardia), anche, anzi, specialmente tra gli adolescenti, i consumatori più ricercati dai mercanti di morte, quelli più facilmente abbordabili e quelli che assicurano un’utenza “fidelizzata” che generalmente, tra le ripetute decisioni di smettere e le inevitabili ricadute, dura ben più di un decennio (l’eroina, infatti, tra tutte le droghe, è quella che crea la dipendenza fisica e psicologica più forte e spaventosa, e quindi indubbiamente quella più difficile da estirpare).
L’ALBERO DELL’EROINA – Siringhe rinvenute dagli operatori della Smea di Macerata nella zona di Fontescodella
Attenzione, perché non si tratta di un caso o di un’evenienza inspiegabile. No, qui siamo in presenza di una precisa e decifrabile strategia di marketing dei narcotrafficanti, i quali, fatte le loro previsioni economiche e sociologiche, sembrano aver preso lucidamente atto – nell’operazione di rilancio in grande stile dell’eroina attualmente in corso – della fine, a livello europeo ed anche italiano, della certezza della crescita economica infinita. E di quanto ne è sinora conseguito in termini di disponibilità economiche, di energia inesauribile richiesta a tutti i soggetti del mercato del lavoro, di bisogno di essere sempre svegli, vitali, instancabili, di voglia di divertirsi, di trasgredire sempre di più e di scaricare lo stress, tutte situazioni anche emotive che hanno sinora supportato la crescente imposizione della cocaina come sostanza regina del mercato, come sostanza maggiormente spinta ed imposta dai registi del commercio della droga e da una schiera di testimonial consapevoli ed inconsapevoli.
Oggi la crisi sta tagliando le gambe a tutti. E i giovani sono i più penalizzati, schiacciati come sono da politiche scolastiche e del lavoro assurde, che hanno letteralmente maciullato le ultime generazioni, strette tra disoccupazione, precariato e sottoretribuzione. Privi di quel forte supporto familiare che una volta li aiutava e li proteggeva; senza valori etici, politici e religiosi solidi e trainanti; incapaci di investire energie in attività di studio o di lavoro che saranno remunerative solo a lungo termine; del tutto disabituati a rimboccarsi le maniche – come oggi sarebbe ancora più necessario – anzi, cresciuti nello stile di vita del “tutto e subito” senza il minimo impegno, molti giovani considerano la vita come vuota, senza senso, senza un fine e guardano al futuro sempre di più come ad una nebulosa incerta e minacciosa, certamente con poca voglia di ridere e di scherzare.
Intorno tutto fa schifo e tutto impaurisce, sicchè ai ragazzi non gliene frega proprio più niente di essere al top, di essere all’altezza delle situazioni, di curare l’autostima, di essere brillanti ed empatici: ecco quindi, almeno per tanti, il bisogno di consolazione e di gratificazione, la voglia di non pensare, di non affrontare la vita, di annullare la paura, il panico, le tensioni interne, le frustrazioni, il dolore, l’angoscia. Ed ecco, appunto – pienamente rispondente alle strategie di mercato che sanno cogliere ed orientare le sempre mutevoli esigenze, anche psicologiche, della potenziale utenza – il grande ritorno dell’eroina gestito da chi controlla il mercato della droga, ecco un particolare piacere artificiale analgesico ed anestetizzante, l’offerta di una illusoria scorciatoia che seda le ansie, di una strategia dell’evitamento e di una fuga dai problemi, ecco di conseguenza lo stop alla crescita esponenziale della cocaina sin qui registrata.
Nel mondo della droga – mettiamocelo bene in testa – nulla avviene per caso, ma tutto risponde a precise e sofisticate logiche di natura economica, fondate su analisi, previsioni e conseguenti strategie!
Per lanciare, o rilanciare un prodotto, come nel caso dell’eroina, proposta come la droga “perfetta” (e considerata utile anche a sedare velocemente l’eccesso di stimolazione e di eccitazione derivante dalle pasticche e dalle amfetamine del sabato sera), occorre però abbassare i prezzi, nonchè diversificare l’offerta e le modalità di consumo.
Per il primo aspetto, nessun problema per i mercanti di morte, cioè per la criminalità organizzata che con profitti enormi gestisce in lungo e in largo il business delle sostanze illecite nel nostro Paese: la fuoriuscita dall’Afganistan delle truppe occidentali di occupazione, già in corso negli ultimi anni, ha consentito dal 2009-2010 in poi coltivazioni e raccolti da record dell’oppio, che, debitamente trasformato in eroina e trasportato in Occidente tramite la rotta balcanica, arriva da noi, in mano al piccolo spacciatore e tramite lui a consumatori sempre più giovani ed imberbi, al prezzo risibile di sette/otto euro a dose nella versione “brown”, certo, con molto a desiderare in termini di purezza e di sostanze da taglio, però ottima per far provare l’iniziale piacere e per far scattare subito dopo la trappola micidiale della dipendenza, della schiavitù. Accanto alla “brown”, naturalmente, c’è pure l’eroina bianca, più forte e più costosa, che, secondo la strategia della diversificazione dell’offerta, consente di allargare il mercato anche a fasce di consumatori con qualche soldo di più in tasca.
E poi, fondamentale per arrivare ai ragazzini, oltre al basso costo, c’è la nuova modalità di assunzione proposta con le recenti strategie di marketing: non serve più il buco in vena che spaventa e mette paura, l’eroina oggi può essere solo sniffata o fumata e, assunta in questi modi – secondo le strumentali menzogne degli spacciatori – non darebbe alcuna dipendenza. Si tratta in realtà di una bugia tragica e colossale, perché la dipendenza arriva comunque e velocemente, e perché ben presto, in base alla regola dell’assuefazione alla sostanza e del bisogno di ricercare di continuo l’iniziale fortissima sensazione di benessere, si passa egualmente al buco, all’endovena. Però la bugia attecchisce e lascia credere che si possa diventare eroinomani senza essere resi schiavi dalla sostanza e senza essere identificati a prima vista come soggetti emarginati e staccati dalla società civile, come invece accadeva una volta, nei decenni passati.
Sta di fatto che da qui ai prossimi anni si parla di un forte incremento tra i giovani del numero dei consumatori di eroina (+ 37% dal 2012 al 2015) e di un notevole abbassamento dell’età di avvio all’uso di questa sostanza, sempre più proposta (da sola o in abbinamento ad altre sostanze), purtroppo con successo, ad adolescenti di tredici, quattordici anni, appena entrati alle scuole superiori.
Questa consapevolezza dovrà portare indubbiamente ad un sempre maggiore impegno delle famiglie, delle istituzioni e delle forze dell’ordine nell’attività di prevenzione e di repressione.
Sul versante delle terapie, del recupero e della riabilitazione, ed anche nell’ottica di ridurre sempre di più il trattamento a vita con il metadone (che, usato per anni e anni come una più o meno consapevole terapia di mantenimento, non guarisce e si limita a sostituire una sostanza stupefacente con un’altra), il pesante ritorno dell’eroina dovrà invece condurre ad una maggiore offerta ai giovani tossicodipendenti di ingressi in comunità terapeutica, lavorando molto più del passato, per ovvii motivi di bilancio, in direzione delle comunità (quelle affidabili, naturalmente) che, anche fuori regione, accolgono gratuitamente i ragazzi tossicodipendenti.
Cosa evidentemente giusta e di buon senso, ma non facile da realizzare. Mentre l’eroina sta paurosamente riprendendo ad avanzare, la nostra Regione, infatti, pur non avendo ridotto dopo una faticosa trattativa con i Dipartimenti Dipendenze Patologiche gli stanziamenti per i ricoveri nelle comunità terapeutiche (stanziamenti, però, di fatto comunque diminuiti perché essi devono servire anche per far fronte ai disastri della sempre più crescente dipendenza da gioco d’azzardo, secondo la logica folle per cui lo Stato con una mano, per fare cassa, incita verso la ludopatia, ma poi, con l’altra mano, deve tirar fuori i soldi per i conseguenti costi socio-sanitari), ha messo un freno inaccettabile agli invii, anche se gratuiti, in comunità autofinanziate fuori dalle Marche. E quindi da noi si privilegiano in via quasi esclusiva – in contrasto non solo con la logica, ma anche con il principio costituzionale della libertà di cura – i ricoveri nelle comunità dislocate nel territorio regionale, con retta a carico della Regione stessa.
D’altra parte, questo spettro del ritorno in grande stile dell’eroina non sembra preoccupare più di tanto la nostra Regione, impegnata proprio in questi giorni, quanto alle sostanze stupefacenti, in tutt’altre cose. E’ della scorsa settimana infatti la notizia che la Regione Marche, addirittura tra i primi enti regionali a legiferare in tal senso, ha inserito la cannabis tra i farmaci mutuabili gratuitamente (con incremento, quindi, della spesa farmaceutica), riconoscendone un possibile uso terapeutico per particolari patologie, per le quali peraltro esistevano già anche altre terapie farmacologiche (leggi l’articolo).
Ebbene, se è innegabile che la cannabis possa avere in certe determinate situazioni di malattia una limitata funzione terapeutica, è indubbio che la decisione regionale, assunta di gran fretta proprio in questo momento nell’intento (almeno a mio avviso) di lanciare un palese segnale di tipo politico-elettorale alla frange giovanili maggiormente trasgressive, verrà interpretata dalla fasce adolescenziali più giovani come un implicito via libera all’uso ricreazionale, e non terapeutico, della cannabis stessa, il cui principio attivo, il THC, specialmente nell’hashish, raggiunge oggi percentuali elevatissime, impensabili sino a qualche anno fa e fonte di guai notevoli.
Volenti o nolenti, il ragionamento che è passato negli ambienti giovanili, strumentale e terra terra quanto si vuole, è infatti il seguente: se la cannabis è una medicina, allora fa bene, non è vero che può causare problemi e disturbi fisici e psichiatrici e i nostri genitori raccontano al riguardo solo balle. Con buona pace degli sforzi delle famiglie e degli operatori di evidenziare, soprattutto a carico dei giovani e dei giovanissimi il cui sistema cerebrale non si è ancora interamente formato, le pesanti conseguenze socio-sanitarie che possono derivare dall’uso ripetuto della cannabis attualmente in commercio, anche in ordine al frequente salto successivo verso altre sostanze.
* Avv. Giuseppe Bommarito
Presidente onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
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Il problema è che tanti sanno, forze dell’ordine comprese, ma tutti tacciono o per negligenza o per soldi!
E’ dalle sigarette (‘il fumo uccide’, è scritto sui pacchetti) che si parte per arrivare alla droga (o, meglio, alla droga più pericolosa). Ma abbiamo il potere di mettere in difficoltà i tabaccai? No.
bella strategia…Tutto parte dall’alto,dal vertice della piramide dove ci sono quelli che contano, la casta insomma x procedere verso il basso sino ad arrivare ai giovani gia’ penalizzati dall’incertezza di un posto di lavoro e quindi senza prospettive per il futuro.Cosa si fa allora?Stordiamoli con l’eroina in modo che siano piu’ mansueti e meno fervorosi nel far valere i loro diritti.Soffochiamo i loro sogni,le ambizioni,la loro creativita’ xche’ se mai dovessero alzare troppo la voce…tronchiamoli sul nascere,anzi facciamoli crescere debilitati mentalmente e fisicamente cosi’ che li mettiamo x sempre fuori gioco.Questa e’ la giostra della morte e sventurato e’ colui il quale vi sale sopra anche per una sola volta.Ragazzi svegliatevi la droga nn perdona rubera’ gli anni piu’ belli della vostra vita che nn torneranno mai piu’.Nn state al gioco,nn arricchite le tasche dei potenti ma prendete in mano le redini della vostra vita e nn lasciate che siano gli altri a tenervi al guinzaglio.
La conclusione dell’articolo (MOLTO INTERESSANTE) dell’Avvocato, è un po come quando sento dire…“ma si, Mick Jagger dei Rolling Stones che nel cosro della vita si è fatto di tutto e di più, ancora campa e fa ancora i concerti..allora vuol dire che ste droghe tutto sommato non è che fanno poi cosi male”. Purtroppo la realtà è diversa e tutta questa aggressività che vedo nei ragazzi, che per una sciocchezza arrivano ad acoltellarsi, a fare a pugni…. per me la droga centra eccome. NO canne NO droghe e schifezze varie. RAGAZZI USARE LA DROGA NON E’ DA FIGHI, MA E’ DA SFIGATI. QUESTO E’ IL MESSAGGIO CHE DEVE PASSARE.
Caro Peppe, condivido quanto hai scritto. Ti chiedo solo informazioni, se ne hai, sulla “cannabis terapeutica”, poichè ne avevo sentito parlare. Non se se in materia oculistica. Ciao da Guido
Per Guido
Una relativa efficacia terapeutica della cannabis viene solitamente intravista nelle seguenti patologie: nausea e vomito in pazienti affetti da tumore e in trattamento chemioterapico; perdita di appetito in pazienti anoressici affetti da Hiv/Aids; spasticità dovuta a lesioni del midollo spinale o a sclerosi multipla; trattamento del dolore cronico; eccessiva pressione oculare del glaucoma.
Non so se ho dimenticato qualcosa. Tuttavia l’uso teraputico presuppone, sempre e comunque, una prescrizione ed un dosaggio effettuati dal medico curante, nonchè l’assunzione della sostanza tramite un farmaco specifico approvato come tale, in vista della commercializzazione, dalle autorità competenti.
Ribadisco che per tutte le patologie di cui sopra esistevano già altri trattamenti farmacologici e che, anche per tali patologie l’efficacia terapeutica della cannabis è molto relativa e comunque molto soggettiva.
Resta il fatto che per la gran parte degli adolescenti questa limitata efficacia terapeutica comporta “de plano” l’innocuità della cannabis e vale come strumentale salvacondotto per l’uso ricreazionale delle canne e degli spinelli, anche ripetuto e compulsivo, effettuato a discrezione dell’assuntore, in assenza delle patologie sopra specificate e senza alcuna prescrizione medica, con gravi danni a carico del sistema cerebrale dei giovani, ancora in formazione, a causa dell’elevatissima concentrazione di principio attivo, il THC, presente nella cannabis che oggi si rinviene nel mercato dello spaccio..
In considerazione di ciò, la decisione della Regione Marche, che non aveva alcun presupposto di urgenza e di indispensabilità (esistendo da sempre altri presidi farmaceutici per le malattie sopra elencate), lancia alle giovani generazioni , più o meno consapevolmente, un messaggio profondamente distorto, che va in direzione dell’uso ricreazionale libero e illimitato della cannabis.
Sui pesanti guasti a livello psicologico, psichiatrico e sociale della cannabis usata in modo ripetitivo, e quindi sostanzialmente abusata, suggerisco ai consiglieri regionali di programmare un ciclo di audizioni con i dirigenti dei vari Dipartimenti Dipendenze Patologiche (dipendenti dell’Asur Marche, e quindi stipendiati dalla stessa Regione) e con i responsabili delle varie Comunità Terapeutiche.
La proposta di dare droga libera o spinello libero è sempre stata la mania dei Radicali e della Sinistra. Non dico che siano coinvolti nel mercato della droga, ma di certo hanno una tolleranza a non vedere cosa la droga comporta, sia essa “pesante” o “leggera”, quale è lo spinello, anticamera – secondo i tossicodipendenti – delle droghe “pesanti”. Non meraviglia quindi che si voglia usare la cannabis ad uso terapeutico.
La cannabis pone al di fuori della realtà. Mi raccontava l’amico Tullio Moneta, maggiore del Quinto Commando dell’Armée Nationale Congolaise, che i Simba andavano all’attacco, strafatti con un beveraggio a base di hascish cantando “Mulele mai“, ossia che le pallottole sparate dai nemici sarebbero diventate come “l’acqua di Mulele“, come li aveva indottrinati un loro santone.
Io stesso, dopo aver camminato per cinque ore nella savana sud sudanese, giunto in un villaggio – distrutto e con le gambe a pezzi – fumai l’hascish offerto insieme a birra di mais e ciò mi calmò il dolore, permettendomi di dormire. Però, il giono dopo ero completamente a terra, privo di forze e di volontà.
Infine, voglio ricordare l’attacco continuo della Sinistra a Vincenzo Muccioli, accusato di segregare i tossico della sua comunità di San Patrognano che volevano andarsene via. Ricordo che le amministrazioni di Sinistra hanno continuato ad attaccare fino a qualche anno fa San Patrignano, e le stesse Comunità Narconon, poiché accettavano ragazzi in crisi di astinenza, senza fare uso di psicofarmaci.
Come si vede, la mania della tolleranza alla droga legale e illegale fa parte, purtroppo, della mentalità della Sinistra.
Ottima come sempre l’analisi di Bommarito, che gradirei molto conoscere di persona. Non intravedo però nelle sue parole e anemmeno nella mia testa una soluzione. Se nei locali è permessa l’apertura fino alle 5/6 del mattino, se ai gestori non si dà la responsabilità oggettiva di cosa avviene nel locale e nelle immediate vicinanze, se i rave vengono tollerati, queelo della droga resterà sempre un problema insoluto come quellod della mafia: si sa che c’è ogni tanto qualche arresto e poi…chi vuole il Santo se lo prega.
Questa è informazione?
E’ praticamente una lettera personale che molti prendono per verità assolute solo perchè il titolo “Avv.” davanti al cognome lo rende azzeccagarbugli agli occhi di molti stolti.
La prima parte dell’articolo è abbastanza oggettiva, ma
1) è sbagliato mischiare nello stesso articolo un problema di degrado (che è quello dell’eroina) e un’innovazione in campo medico (il trattamento di determinate malattie tramite cannabis) tra l’altro accolta con positività da tutte le altre regioni italiane che hanno preso la stessa direzione.
2) consiglio di informarsi meglio al riguardo delle terapie trattate con thc, tutto è tranne che scelta politica. E prima di affermare certe cose, si legga almeno qualche rivista scientifica al riguardo, se no ne viene fuori solo un’informazione distorta e soggettiva.
Se è testato e provato che determinate sostanze alleviano o addirittura riducono dolori e sintomi di alcuni mali NON ARRIVA un messaggio sbagliato di invito al consumo.
Piuttosto il messaggio sbagliato arriva se mette nello stesso pezzo due argomenti, come sopra scritto, che hanno ben poco a che fare l’uno con l’altro, uno è un abuso di sostanza stupefacente illegale l’altro è un trattamento medico legale all’interno dell’ospedale per MALATI!!!!
Sono daccordissimo con l’avv. Bommarito sul fatto che ragazzi sempre più giovani facciano uso di eroina sempre più presto rovinandosi letteralmente la vita. Ma sarà difficile fermare tutto questo anche perchè una volta provata inizia la dipendenza. Ed è una cosa bruttissima vedere ragazzini che fanno uso di questa droga, ed è brutto anche vedere che non si faccia niente per impedirlo.
Sono un pò in disaccordo invece sull’uso che potremmo fare tutti con la pianta di cannabis. E’ vero forse con l’approvazione da parte della regione è passato un messaggio sbagliato ai giovani che pensano che l’uso della cannabis faccia del bene. Purtroppo la disinformazione è molto presente ed è facile farsi convincere da un amico che magari faccia bene perchè è usata in medicina.
E’ vero però che con la pianta di canapa oltre che a ricavare medicine a uso terapeutico, si possono fare fogli di carta, corde, tessuti, vestiti, farina olio da tavola ricco di omega 3, olio ottimo anche come combustibile per illuminazione e per riscaldamento domestico oppure può essere usato come carburante per le automobile nella forma dell’etanolo pulito al 100%. Henry Ford progettò un’autovettura costruita quasi con prodotti vegetali soprattutto cannabis e i suoi derivati il motore utilizzava un 10% di combustibile di etanolo mentre la carrozzeria era composta da una speciale plastica biodegradabile molto più leggera ma anche molto più resistente delle normali carrozzerie in metallo.
In realtà ci sono almeno 5000 articoli che si possono produrre con la cannabis, nonostante questo oggi la produzione di cannabis è proibita in tutto il mondo, i problemi iniziarono negli anni ’30 in America, non tutti in quel periodo vedevano di buon occhio il futuro successo della così detta pianta miracolosa, i magnati americani che vedevano più profitto nell’abbattere la foresta pluviale o i petrolieri che avevano ottenuto dei brevetti per produrre oggetti sintetici; prodotti soppiantati dal mercato dai loro concorrenti fatti con la canapa, oltre al rischio di perdere milioni di dollari e con le compagnie petrolifere che stavano emergendo e che avevano investito miliardi di dollari essi rischiavano di veder svanire i loro investimenti difronte alla cannabis che si presentava come un combustibile molto più pulito de economico.
Insomma tutto per scopi economici come del resto ci si poteva aspettare da questo mondo. Venne fatta una politica falsa contro la marihuana, pubblicazioni false sull’uso della cannabis che fecero cambiare idea all’uomo.
In conclusione direi che sono daccordo sul fatto che fumare marihuana non faccia bene, ma ci sono moltissimi altri aspetti sconosciuti che renderebbero migliore la vita di tutti semplicemente coltivando una pianta.
Fumare marihuana fa male, ma anche fumare tabacco o bere alcool. Eppure sigarette e alcool vengono vendute liberamente dallo stato anche a ragazzini di 12 anni, ed è raro vedere articoli in cui si discute del fatto che sigarette e alcool possono uccidere o che magari oggi i ragazzi fumano sempre più presto.
A me disgusta semplicemente il fatto di quanta disinformazione sia presente nella gente (me compreso), è di come è facile manipolare le proprie opinioni; ma non è solo colpa nostra, ma di qualcuno che ci governa e che non ci permette di vivere come meriteremo.
bell’articolo, solo il finale con la cannabis non ci prende NULLA.
ancora con questa idea che si parta dallo spinello per trovarsi a bucarsi di eroina?
avete mai pensato signor Bommarito che la prima droga che si assume in giovane età è l’alcool con il tabagismo prima ancora della cannabis?
ma perchè stiamo ancora a parlare di queste cose? basta con questa ipocrisia…
Il probizionismo della cannabis non centra nulla con l’eroina, il ragazzo si sballa per primo con l’alcool, che fà veramente morire al gente per incidenti e delirium vari.
Ho passato l’adolescenza e ho visto di tutto qua e fuori dall’italia, chi inizia a farsi di eroina lo fà per scelta o per debolezza o per 1000 altri motivi ma non per pura progressione dal consumo di cannabis.
Capisco perfettamente i diversi punti di vista ed esperienze personali, ma c’è bisogno che le cose cambino.
quoto thunder e matteo in toto.
è ora che le cose cambino, questa fobia questa paura verso la cannabis non sta più in piedi.
se fosse tollerata sarebbe controllata, si abbatterebbe il racket e la mafia che gira intorno a tutto lo spaccio, meno malavita, la gente che vuole fumare o farcisi un thè o quello che preferisce saprebbe che l’origine è controllata.
ma io dico una cosa, ma se uno vuole farsi uno spinello a casa propia, nel divano, senza dare fastidio a nessuno perchè non può farlo? mentre però può fumarsi 100 sigarette che porteranno al tumore o malattie cardiovascolari? oppure può sfasciarsi di alcool come nei locali per poi fare incidenti?
stiamo parlando di una pianta che cresce in natura, usata da molte popolazioni da migliaia di anni gente che vive bene anche 100 anni usandola.
basta con il proibizionismo, e lo dico da persona che ama solo bere dell’ottimo vino e ha smesso anche di fumare le sigarette. che a differenza degli spinelli giovanili mi hanno realmente fatto male
Bommarito, mi permetta, ma veramente lei pensa che i giovani adolescenti siano tanto ingenui e disinformati?
E’, cioè, veramente convinto che comincino a fumare le sigarette, prendano l’abitudine di ubriacarsi il sabato sera e sperimentino l’erba e l’eroina credendo che tutto ciò non danneggi la loro salute?
Io penso, di no.
Penso che gli adolescenti che fanno uso di stupefacenti siano perfettamente consapevoli dei rischi che corrono, ma ciò nonostante vogliano provare l’effetto. Anche perché in età giovanile qualunque rischio più che dissuadere affascina.
Lo si vede nella guida pericolosa: un comportamento rischiosissimo al quale i giovani difficilmente si sottraggono, ma che per fortuna perde progressivamente attrattiva con il crescere dell’età.
Sarei, quindi, portato ad escludere che l’uso terapeutico della cannabis possa costituire un incentivo per i giovani a farne uso. Se mai, un disincentivo: niente rischi, nessuna sfida con se stessi e con gli altri da vincere.
Quello che poi denuncia a proposito dell’eroina, mi sembra che costituisca un’ulteriore prova del fallimento delle politiche proibizionistiche.
Del quale dovrebbe cominciare a prendere atto anche chi, come lei, è meritoriamente impegnato a combattere l’uso delle droghe.
Perché allo scopo potrebbero risultare maggiormente efficaci politiche diverse.
Caro Giuseppe,
io e te siamo dalla stessa parte della barricata e condivido al cento per cento quello che dici. Vorrei però aggiungere qualcosa: sì, è vero che gli adolescenti di oggi sono smaliziati e tutto sono meno che stupidi, però sono fragili, non hanno la capacità completa di dire no ad ogni tipo di droga. E non è vero che l’eroina fumata non crea pericoli di morte, mio figlio venne a mancare sniffando un mix di eroina e cocaina assieme, ebbe un collasso cardiocircolatorio e non c’è più e Dio solo sa quanto mi manca! Sono d’accordo in pieno con quanto dice quel signore che si firma “el dindo”; non serve drogarsi o assumere cannabis per sentirsi meno sfigati o sentirsi più sicuri di se. Io però voglio tornare sempre alle responsabilità di noi genitori: quanti padri o madri aspettano i loro figli quando rientrano alle 5 di mattina per guardarli negli occhi? Conosco qualche prete che ha dedicato la sua vita a queste problematiche e il succo dei loro discorsi verte sempre sul ruolo dei genitori, dove son, hanno abdicato al loro ruolo di educatori. Tempo fa venne alla Rondinella una ragazza che attaccò i suoi genitori dicendo che con lei non erano mai stati presenti, disse loro: “dove eravate quando io mi facevo tutte le sere?” E di queste situazioni ne abbiamo ogni sera a iosa presso la nostra associazione. A volte ci sembra di cercare di vuotare l’oceano con un cucchiaio, ma noi andiamo avanti ugualmente e sempre con lo stesso spirito. Riguardo alle qualità terapeutiche della cannabis, sì, è vero che è curativa, ma per coloro che hanno il morbo di Parkinson, la SLA e altre malattie simili senili, ma un ragazzo di 15-16 anni che malattie ha da curare? Ogni tanto leggiamo sui giornali di tanti progetti, di tante campagne contro questa o quella cosa, qui invece il punto è ripartire dall’esatto rapporto genitori-figli. forse sarò all’antica, ma se non riscopriamo la vera essenza del nostro giusto modo di concepire la vita, non abbiamo via di scampo.
Gaetano Angeletti – Presidente Ass.ne Rondinella di Corridonia
Caro Peppe,
nel dichiararmi un’altra volta completamente dalla tua parte, porto qui un racconto fattomi dalla figlia di due miei cari amici. Un racconto sul modo di divertirsi suo e della sua combriccola di amici e amiche che mi ha lasciato esterrefatto (e preoccupato). Dice così che il loro maggiore divertimento per il fine settimana consiste in: 1. le ragazze pomiciarsi il maggior numero di ragazzi; 2. i ragazzi ubriacarsi fino al punto di vomitare, per il semplice gusto di farlo.
In genere, tutti questi – che sono massimo sedicenni – vengono accompagnati dai genitori davanti alle discoteche, dove gli stessi genitori premurosamente vanno a riprenderli verso le tre o le quattro del mattino (l’avessi chiesto ai miei genitori, mi avrebbero guardato con gli occhi fuori dalle orbite prima di rifilarmi un sonoro schiaffone: “Cosa scion diventato, veh, il tuo tassista??”, mi par di sentire cosa avrebbe detto mio padre nel suo inconfondibile accento emiliano…). Avrebbe avuto ragione lui: qui non è solo un fatto di evitare le stragi del sabato sera, ma di mettere un opportunissimo freno alle pretese crescenti di ragazzi adolescenti. Ma questo è già un altro discorso.
Pensavo invece a questi genitori proni ai capricci dei figli, che col fatto di accompagnarli e andarli a riprendere, si illudono che nel frattempo, là dentro, non possa capitar loro niente di male; che cioè possano e sappiano divertirsi semplicemente con il ballo e con la musica, così come accadeva a noi. Si sbagliano, purtroppo: non è così. Da un po’ di anni in qua pare che, senza bottiglia, non vi sia possibilità di divertimento. Gli illusi che pensano non sia così, converrebbe che aprissero gli occhi.
Poi, ovviamente, ci sono anche ragazzi a posto. E’ chiaro che non sono tutti così, è chiaro che non tutti hanno ricevuto un’educazione permissivista, Forse, addirittura, quelli tranquilli e normali sono la maggior parte; solo che, come sempre, pochi fanno più rumore di molti. Però gli altri non sono pochi. E già così si tratta di un fenomeno allarmante. E spinoso.
Per me (non ho fatto in tempo a correggere e a inserire quanto segue), non è tanto un fatto di effetti o non effetti della cannabis: la partita si gioca piuttosto sulla illusoria maturità dei giovanissimi che, per quanto maturi e responsabili, restano sempre giovanissimi e dunque necessariamente più fragili di fronte alle proposte che ricevono, in un mondo che – con buona pace di tutti – non è che offra modelli chissà quanto etici e morali…
Sono rimasto – con convincimento e soddisfazione, anche per taluni esiti che ho potuto personalmente costatare – al metodo preventivo propugnato da Don Bosco, in un periodo storico in cui certe problematiche, sia pure sotto altra veste, erano altrettanto forti. Si deve partire dal principio, cioè da quando certi problemi apparentemente non ci sono: dalla famiglia, dall’educazione e dal rispetto dei ruoli, ma anche dall’esempio. Può sempre accadere, ovviamente: anche nella migliore delle situazioni. Ma se la prevenzione non parte dall’inizio, dopo è più difficile. E la prevenzione deve coinvolgere tutti gli aspetti della vita: dall’uso di sostanze al rispetto delle ragazze; dal consumo di alcool alla capacità di divertirsi anche con poco; dalla responsabilità nello studio (quali che dopo ne siano gli esiti) al rispetto dei genitori; dal capirsi al capire, dal sapersi non imparati all’imparare, e così via.
Del bene o del male della cannabis ne parliamo dopo.
con tutto il rispetto Gaetano Angeletti cosa centra la malattia da curare di un sedicenne? non ci sono 16 enni malati?
potrebbe essere un piccolo passo in avanti per abbattere questo ridicolo proibizionismo.ma lei che lavora in un associazione non ha ancora capito che l’erba e l’hashish si trovano ovunque lo stesso? ma i contro sono che si trova roba tagliata, e si fà si che organizzazioni mafiosi e criminali ci speculino.
se fosse tollerata nel tempo perderebbe quel fascino che tutti i ragazzini all’inizio hanno della canna proibita, e chi fumerà lo farà per scelta e piacere.
quanti ragazzini non hanno mai fumato neanche una sigaretta? ci sono…quanti mai una canna? pochi ma ci sono…tanto ripulire le strade non sarà mai possibile del tutto.
il vosto discorso dovrebbe essere applicato all’alcool anche per essere coerenti.
l’informazione c’è, siamo nel 2013 basta aprire google e scrivere.
non siamo più negli anni 80 dove la genet si faceva di eroina e non sapeva dell’aids e quant’altro.
Il permessivismo educativo è una formula così vaga che può essere impiegata per indicare la causa di ogni male sociale senza in realtà spiegare nulla.
Se si vuole rimpiangere poi l’autoritarismo educativo favoleggiando della sua maggior efficacia nel prevenire i comportamenti devianti giovanili, sarebbe bene ricordare che proprio contro questo autoritarismo si è prodotta la ribellione generazionale degli anni Sessanta del secolo scorso, con tutto il connesso di comportamenti devianti, uso di droghe compreso.
Occorrerebbe, se mai, che gli adulti si dimostrassero capaci di educare con l’esempio, essendo concretamente e coerentemente fedeli nei propri comportamenti di vita a quei valori morali e sociali che vorrebbero fossero seguiti dai propri figli.
Fermo restando che la migliore educazione possibile non vale ad escludere il rischio che un giovane cada vittima della droga, essendo troppe e troppo imprevedibili le ragioni che portano a decidere di assumerla.
Poco tempo fa ho conosciuto un giovane che, grazie a Dio e a San Patrignano si è liberato dalla schiavitù dell’eroina, mi ha raccontato tante cose di sè, della comunità, ma quello che mi ha colpito è stata la sua franca risposta alla mia domanda:” perchè ti drogavi?” e lui:”per emulazione e per il gusto di provare, di fare una cosa proibita, non ho mai avuto problemi nè in famiglia, nè a scuola, nè con le ragazze. questa leggerezza l’ho pagata a caro prezzo; è stato impegnativo uscire dal tunnel, ma ci sono riuscito” Io rimasi sorpresa perchè pensavo che la droga la cercassero i ragazzi con problemi!!!!
Lo Stato non fa molto, ma le forze dell’ordine si danno molto da fare attualmente, vi posso dire che
quasi tutte le sere vedo poliziotti in borghese e non, vicino casa mia, a controllare la zona (via martiri della Libertà) è già un buon segno,no?
paloma NO!
qua ce da andare avanti siamo nel 2013, no gli articoli dei carabienieri che prendono 4gr di fumo ai ragazzini fanno ridere.
a milano se prendono dei ragazzini con 3 gr di fumo gli danno una sberla e li rimandano a casa…il problema cosi rimarrà sempre.
l’eroina è un vero schifo, perseguissero quella alla fonte non i ragazzini che a ferragosto vogliono farsi una canna con un falò in spiaggia. tutto questo è al limite del ridicolo
Per Matteo Menichelli
Mi dispiace che per esprimere delle critiche, sempre legittime specie se costruttive, Lei abbia dovuto fare ricorso agll insulti, sia nei miei confronti (azzeccagarbugli) che nei confronti dei lettori che hanno osato condividere quello che ho scritto (definiti come stolti). Penso infatti che il confronto delle idee non abbia bisogno delle offese, ma solo di argomenti e di rispetto verso gli interlocutori. In ogni caso La informo che le mie idee scaturiscono non dal titolo di avvocato, ma dalle mie, purtroppo tragiche, esperienze personali.
Ciò detto, ribadisco che trovo sbagliata la scelta politica delle Regione di disinteressarsi del progredire dell’eroina (che non è affatto solo espressione di degrado), trovando il tempo invece di dedicarsi a legiferare in tema di cannabis terapeutica, presidio farmacologico non indispensabile nè esclusivo per le patologie per le quali è stata riconosciuta come curativa.
Questa (limitata) efficacia terapeutica io comunque l’ho riconosciuta, pur aggiungendo che nelle fasce giovanili tale decisione è stata, più o meno furbescamente, interpretata come avallo istituzionale e politico all’uso della cannabis (e in tal senso ho parlato di messaggio distorto, più o meno consapevole, della Regione Marche). Per averne conferma, La invito a partecipare a qualche incontro con gli studenti (io ne faccio molti), per sentire quali sono gli argomenti che i ragazzi usano al riguardo: il principale è che, siccome la cannabis è terapeutica, essa si può fumare tranquillamente e liberamente.
Per Thunder
Certo, la pianta di canapa storicamente è stata usata per usi molteplici, ma ciò credo che c’entri molto poco con la parte finale del mio articolo.
Sono d’accordo con Lei quando dice che sono forti e preoccupanti anche i danni causati dal tabacco e dall’alcol (sicuramente maggiori di quelli arrecati dalla cannabis), tanto che ne ho parlato già diverse altre volte, così come più volte ho condannato l’ipocrisia del nostro Paese che consente di fatto la vendita illimitata, anche a minorenni, di tali droghe “legali”. Non condivido però l’argomento dialettico delo “benaltrismo”, che, ogni qual volta si parla di un problema, tende a spostare l’attenzione su un altro argomento.
Per Sem
Il passaggio dalla cannabis ad altre sostanze, tra le quali l’eroina, non è automatico nè scontato, nel senso che può tranquillamente non avvenire. Su questo Lei ha certamente ragione e io non ho affatto il questo concetto dell’automatismo.
Tuttavia sono certo, in base ai dati statistici del Dipartimento Nazionale Antidroga, che per una serie di motivi che qui è troppo elencare (ne abbiamo parlato su questo giornale in un forum sulla droga di un anno e mezzo fa, che potrà trovare andando nei pezzi di archivio), circa l’80% di quelli che arrivano all’eroina hanno iniziato la loro carriera con la cannabis (e, prima ancora, con il tabacco e l’alcol).
Anche del proibizionismo abbiamo parlato più volte, e, per non essere ripetitivi e trattandosi comunque di un problema complesso, La invito a leggere quanto più volte uscito su questo giornale, anche a mia firma. Su una cosa sono assolutamente d’accordo con Lei: oggi la cannabis, per quanto ritenuta droga non legale, si trova dappertutto. Ma si trova dappertutto anche per una serie di messaggi distorti provenienti dagli adulti, dalle famiglie, dalla scuola e dalle istituzioni, che fanno a gara per sminuirne la pericolosità.
Per Pio Angeletti.
Farebbe piacere anche a me conoscerLa: può chiamarmi in studio quando vuole, di pomeriggio, per fissare così un incontro.
Detto questo, io penso, molto sinteticamente, che, per cercare di uscire dalla situazione attuale, se ne debba innanzi tutto parlare, senza dare per scontato che il problema non esista, o esista ma sia irrisolvibile.
Poi ci vorrebbe un’attività coordinata delle principali agenzie educative (famiglia, scuola, Chiesa) e delle istituzioni per inquadrare esattamente il problema in tutti i suoi aspetti tossicologici, sanitari, sociali, criminali, ecc., in modo da mandare ai giovani un messaggio univoco sulle sostanze e sui loro effetti. Ritengo indispensabile un aggravamento delle pene, dal piccolo spacciatore al trafficante internazionale, e l’esclusione di taluni benefici processuali. Infine sarebbe necessaria una maggiore attività repressiva delle forze dell’ordine, centrata proprio sulla droga, che è la principale attività criminale delle nostre mafie e il motore di gran parte dei reati, compresi quelli predatori.
Concordo con chi critica il fatto che accostare i due temi (eroina omicida) e (cannabinoidi terapeutici) non sia una cosa giusta per chi cerca di comprendere il problema.
Concordo con chi afferma che i l’eroina come tutte le droghe vadano combattute.
Concordo anche con chi afferma che la cannabis potrebbe essere un rimedio naturale per risolvere molti problemi di salute ed ambientali, ma fu bandita su pressioni dalle multinazionali agli inizi del ‘900. Così gira il mondo.
Io non penso che il proibizionismo risolva il problema. Un ragazzo che non usa droghe ora non le userebbe neanche se legalizzate. Per gli adolescenti i messaggi non vengono dalle leggi. I messaggi per loro vengono da altre fonti!
Con il proibizionismo si incentiva solo gli interessi della criminalità e si preclude la possibilità di un maggior controllo. Basti pensare che in Olanda i maggiori fruitori di droghe leggere sono i TURISTI!!
Facciamo come gli struzzi, mettiamo la testa sotto la sabbia e facciamo finta di aver risolto il problema con la legislazione.
Stessa cosa si potrebbe dire per la prostituzione: chi non frequenta certi ambienti, non lo farà di sicuro se venisse legalizzata…. è una questione legale o di moralità? Però si avrebbero più controlli e meno problemi. Ma a qualcuno forse conviene così!
Il problema per cui molti ragazzi adolescenti cedono alla droga, a mio parere, va cercato non in quell’attimo di debolezza, ma nel loro vissuto precedente cioè nell’educazione, nei messaggi, negli esempi che vengono loro proposti e che loro assorbono sin da quando è piccoli e che fanno sì che in quegli attimi la debolezza la faccia da padrona. Perché parliamoci chiaro in quel bivio ci si trovano il 90% dei ragazzi e fortunatamente molti non cedono.
Io ho questa idea per la mia esperienza e cioè che gli adolescenti cadono nella trappola perché molto spesso frequentano persone sbagliate, mentre i genitori neanche sanno dove sono, neanche sanno con chi escono, ne che posti frequentano.
I ragazzi molto spesso cadono in questo errore perché nessuno gli ha costruito alternative valide dalla pre-adolescenza, sport, teatro, gruppi parrocchiali, culturali, etc.
I ragazzi spesso sono deboli perché nessuno ascolta ed asseconda le loro richieste ed esigenze, anzi sono costretti a subire quelle degli altri.
Poi mi viene da dire: quanti genitori preferiscono andare al bar, allo stadio, a fare i loro comodi assecondare i propri interessi, anziché passare le serate o il fine settimana con i propri figli quando sono pre-adolescenti o ancora più piccoli? Quanti genitori lavorano sul consolidamento dell’autostima dei propri figli? etc etc…
Poi in alcuni casi, i problemi potrebbero essere altri, per cui i genitori non riescono nei loro buoni propositi, ma penso che quando l’adolescenza arriva, l’influenza dei genitori, della scuola, degli amici veri, di quelli finti e di tutto ciò che ci circonda, è già assodata ed al bivio la scelta viene di conseguenza.
Ho scritto troppo scusate.
Saluti.
…..nel fiume Po passano ogni giorno circa 4 chilogrammi di cocaina e ogni anno più di una tonnellata (1,3) di cocaina…..ma nessuno ne parla ????????
http://www.marionegri.it/mn/it/pressRoom/comStampa/archivioComunicat05/cocainaPo.html
http://www.marionegri.it/mn/it/pressRoom/istitStampa/archivio07/giovaniGregge.html
sono daccordo su tutto alessandro meno :
I ragazzi molto spesso cadono in questo errore perché nessuno gli ha costruito alternative valide dalla pre-adolescenza, sport, teatro, gruppi parrocchiali, culturali, etc.
io abolirei propio quelli prima della cannabis.
sono loro che incutono hai ragazzi la paura, la paura di essere umani.
inculcando nozioni su giusto o sbagliato, senza parlare poi degli educatori come si stanno rivelando buona parte. la chiesa e le istituzioni religiose a mio avviso sono il cancro più grosso di questo paese e del mondo intero, ma qua non voglio andare off topic.
per giuseppe mi sembra che lei si contraddice un pà, perchè allora non mi spiego cosa centra tirar fuori il problema della cannabis con l’eroina.
infine mi voglio permettere senza mancare di rispetto a nessuno che le vicende personali, come possono essere perdere un figlio per droga sono tremende per carità, ma chi dovrebbe educare seguire gruppi e circoli che trattano questi argomenti dovrebbero essere persone che ci sono passate sulla propia pelle e sanno di cosa parlano. non persone che reputano la cannabis l’inizio del tunnel chiamato droga, sta cavolata si poteva dire 20 o 30 anni fà per spaventare le persone.
strategia del terrore
ma che paolo…qua si parla di BLITZ alle scuole dove pizzicano una cannetta o un RAID lungo mare il giorno di ferragosto (2 grammelli di hashish). tutti sono contenti, si sentono sicuri con i loro poliziotti sotto casa e intanto la malavita, quella vera regna sovrana.
e non vogliono neanche far fumare o assumere oppiacei neanche ai malati terminali.
ok che siamo una provincia piccola, ma qua l’informazione a volte è a livelli esilaranti.
Caro Bommarito, se bastasse un aumento delle pene e una maggiore attività repressiva delle forze dell’ordine per sconfiggere la droga, il problema sarebbe stato risolto da un pezzo.
Invece, è lungi dall’essere risolto anche negli USA, dopo 40 anni di repressione che per noi sarebbe inimmaginabile: una media di 600.000 persone arrestate per possesso di cannabis ogni anno; un milione di incarcerazioni per droga ogni anno; un quarto della popolazione carceraria che sconta pene per reati relativi alla droga, tra cui possesso e consumo.
Per non parlare degli interventi paramilitari nei Paesi produttori di droga, nel tentativo di eliminarla alla fonte.
Con quali risultati? Praticamente nulla, oltre la indimostrata convinzione che se la droga fosse legalizzata il suo consumo crescerebbe.
Tanto che in un rapporto del 2011 la Commissione mondiale sulla politica contro la droga (Global Commission On Drug Policy) ritieneva che l’approccio prevalente negli Stati Uniti, che ispira la politica in materia di droga a livello internazionale, fosse «fallito».
E tanto che in Colorado e nello Stato di Washington si è deciso lo scorso novembre di sottoporre a referendum la legalizzazione ad uso ricreativo della marijuana, referendum che hanno dato esito positivo con, rispettivamente, il 53 e il 55 per cento dei voti favorevoli.
Questi, penso, sono dei fatti. Ognuno è libero di interpretarli come crede, ovviamente. Ma, quanto meno, dimostrano che non vi è alcuna certezza sulla possibilità di sconfiggere la droga con metodi repressivi.
Caro Moby Dick,
certo, nessuno, in una materia così complessa e così importante, può avere certezze. Si possono fare solo ipotesi, basandosi su fatti e cercando di interpretarli.
Ad esempio, se è vero quanto da Lei scritto circa i referendum in due stati degli USA, è altrettanto vero che in quasi tutti i paesi europei (tra i quali l’Olanda, sinora portabandiera della legalizzazione della cannabis) si stanno facendo passi notevoli in direzione esattamente contraria. Uno dei maggiori quotidiani inglesi, sino a qualche tempo fa in prima linea per la legalizzazione della cannabis, ha fatto una recente pubblica ammenda, nel 2008 o nel 2009, ammettendo di essersi sbagliato e chiedendo scusa a tutta l’opinione pubblica della Gran Bretagna. Il motivo? La presa d’atto che la cannabis attuale, che non è più un prodotto naturale in quanto coltivata con tecniche OGM per potenziarne la tossicità (ormai arrivata ad una concentrazione di THC vicina al 70%), sta causando danni terribili alle giovani generazioni.
Un’ultima cosa: non è del tutto vero che sia indimostrata la convinzione che, legalizzando la cannabis, il suo consumo crescerebbe a dismisura. Abbiamo un esempio in una situazione analoga proprio sotto gli occhi, quello dell’alcol, che di fatto viene somministrato senza limite alcuno, anche a minorenni. Ebbene, qualcuno può negare che questa situazione di sempre maggiore legalizzazione dell’alcol abbia fatto aumentare a dismisura il numero dei consumatori, anche giovani e giovanissimi?
La ringrazio comunque per il suo intervento e per il suo pacato argomentare.
giuseppe dove è legale e tollerata la cannabis si può scegliere il concentrato di thc come la tipologia e la provenienza assolutamente biologica.
lei si basa su quotidiani inglesi e stampe estere? non solo in italia la stampa è manipolata per vari interessi.
vada in california, con 100 dollari le danno una ricetta medica dove può acquistare in farmacia della cannabis, e scegliere la qualità che più le aggrada, 100% biologica.
nessuna fonte di quotidiano, fatto e visto con i miei occhi diverse volte.
quella di cui parla lei è indoor e fatta artificalmente incrociando diverse razze : skunk, white widow etc etc che si trovano anche qua da noi, ovviamente nel traffico illecito.
qua si parla senza mai aver messo il naso fuori dalla piccola realtà…continuate cosi, che questi figli pur di venirvi contro faranno sempre peggio.
Caro Bommarito, la vendita di alcolici più che legalizzata è sostanzialmente libera. Tanto che se ne ammette la pubblicità.
In Olanda la legalizzazione della cannabis risale al 1976 e ripensamenti non ve ne sono mai stati.
Nel 2010 il Governo ha emanato una legge che vieta la vendita agli stranieri. La legge sarebbe dovuta entrare in vigore a gennaio di quest’anno, ma a due mesi dalla sua entrata in vigore il Governo ha demandato alle autorità locali la facoltà di deciderne l’applicazione.
Amsterdam ha scelto di non applicarla.
Argomentare con lei è sempre un piacere.
Per Sem
Esistono decine, anzi, centinaia di libri che spiegano le caratteristiche della cannabis, le tecniche e le modalità di coltivazione, la concentrazione del principio attivo, gli effetti. Ed esistono al riguardo le prese di posizione del nostro Dipartimento della Sanità. Così come esistono le dichiarazioni di migliaia di ragazzi che sono stati o sono in comunità, buona parte dei quali dichiara che ha iniziato con la cannabis, per poi passare ad altre sostanze: provare per credere, oppure chiedere ai dirigenti dei nostri Dipartimenti Dipendenze Patologiche.
Però le tue considerazioni così specifiche contenute nell’ultimo commento, basate su esperienza concreta, sono interessanti, anche per ampliare la mia sfera di conoscenza, per cui ti chiedo se puoi farmi una relazione precisa ed esauriente ed inviarmela via mail: [email protected].
Per Moby Dick
Appunto, i risultati sul campo di una droga che è assolutamente legalizzata (l’alcol) ci dimostrano senza ombra di dubbio che la liberalizzazione o la legalizzazione (che sono due cose parzialmente diverse) di una sostanza portano comunque ad ampliare in maniera spaventosa il numero dei consumatori, anche giovanissimi.
Misure del genere sono utili per ridurre i profitti dei narcotrafficanti, certo, anche se, nel caso specifico, i risultati in tale direzione sarebbero comunque limitati, visto che l’eventuale liberalizzazione della cannabis lascerebbe comunque preclusa la libera vendita di altre sostanze stupefacenti.
Quanto all’Olanda, mi sembra evidente che, sia pure tra ritardi e contraddizioni, esattamente quelli da Lei ricordati, un forte ripensamento in quel paese sia in atto.
Buona notte a tutti.
http://www.marionegri.it/mn/it/pressRoom/istitStampa/archivio07/giovaniGregge.html
…….>>>….Le droghe più diffuse?
«Attualmente sembra essere la cannabis, ma sono in ascesa cocaina ed anfetamine. Le più diffuse in assoluto sono, però, quelle legali».
Cioè?
«Tabacco e alcool».
Le più leggere?
«E’ un termine che non mi piace».
Perché?
«Perché tutte le droghe sono potenzialmente tossiche in rapporto con le caratteristiche di chi ne fa uso».
Le più pesanti?
«E’ una distinzione che non esiste nella letteratura scientifica».
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Come agisce a livello fisico e a livello psichico la cannabis?
«Cancerogena, scatena a distanza di tempo sintomi di psicosi e depressione».
L’hashish?
«Idem».
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Quanti italiani si drogano?
«Un numero enorme».
Ottenuto come?
«Sommando ai tredici milioni di fumatori, i dipendenti da alcool, i consumatori di cannabis (oltre il 30 per cento dei giovani), chi sniffa cocaina (circa 20 dosi giornaliere per mille abitanti). E ancora…».
E ancora?
«Gli utilizzatori di anfetamine ed eroina. Un gran brutto futuro incombe sulla nostra società»……….
tratto dal link sotto
http://www.marionegri.it/mn/it/pressRoom/istitStampa/archivio07/giovaniGregge.html
Però le tue considerazioni così specifiche contenute nell’ultimo commento, basate su esperienza concreta, sono interessanti, anche per ampliare la mia sfera di conoscenza, per cui ti chiedo se puoi farmi una relazione precisa ed esauriente ed inviarmela via mail: [email protected].
relazione precisa ed esauriente di cosa? sulle mie esperienze private? mi faccia il piacere…la saluto avvocato ci rivediamo nel futuro presente prossimo quando arriva nel 2013
Scusi se insisto, Bommarito.
Liberalizzare e legalizzare sono cose molto diverse.
L’aumento del consumo di alcolici da parte dei giovani registratosi negli ultimi anni non è certo dovuto ad un mutamento della legge sulla vendita, visto che è da sempre sostanzialmente la stessa.
Nessuno, d’altra parte, sa se un analogo incremento non ci sarebbe stato in caso di messa al bando dell’alcol.
In Olanda, dove la cannabis è legalizzata (non liberalizzata, la legge punisce il traffico, il possesso e la vendita di piu’ di 30 grammi) da oltre 40 anni, non si è registrato nessun vertiginoso aumento né nel cosumo di questa droga, né nel consumo di altre droghe.
In Olanda non è in atto alcun forte ripensamento. La limitazione delle vendite agli stranieri è orientata a limitare i danni da turismo per droga (aumento della criminalità, rumori notturni, ingorghi da traffico ecc.), non certo a ricacciare il consumo di cannabis nell’illegalità.
Per Moby Dick
Nel 2005 in Olanda il rapporto annuale sulle tossicodipendenze redatto dall’Istituto Nazionale Olandese della Salute Mentale e delle Dipendenze evidenziò il preoccupante aumento delle richieste di trattamento terapeutico per problematiche connesse alla cannabis (consistenti in disturbi psichiatrici e disturbi comportamentali), triplicate dal 1999 al 2004.
Da qui l’avvio, o la ripartenza, di una discussione in quel paese che ha portato ai nuovi provvedimenti sui caffee shop, che, per quanto riguarda gli stranieri, sono sicuramente finalizzati ad evitare il c.d. turismo della droga (provvedimenti peraltro contestati da diverse amministrazioni comunali, tra i quali la stessa Amsterdam, al fine di tutelare gli esercenti). Essi però hanno introdotto anche l’obbligo per i caffee shop di non avere sede a meno di 350 metri dalle scuole, normativa che, per quanto riduttiva, se non ridicola, punta a tenere lontani gli studenti dai caffee shop medesimi (questo almeno è lo scopo dichiarato).
Quanto all’alcol, l’incremento di consumatori giovani e giovanissimi non discende certo dalla legalizzazione esistente in materia (io non ho scritto questo), ma da essa è sicuramente agevolata.
Tale situazione, a mio avviso, si riproporrebbe anche nel caso della legalizzazione della cannabis, e, anzi, almeno in via di fatto, si sta già riproponendo, è già sotto i nostri occhi, visto che la cannabis stessa ormai la si può reperire ovunque e dovunque con estrema facilità.
In ogni caso Le consiglio, visto che Lei è una persona documentata e attenta alla problematica in questione, la lettura del libro “Cannabis. Come perdere la testa e a volte la vita”, Edizioni San Paolo, 2007.
Grazie a Dio e al karma dei miei figli se essi non sono finiti su droga e alcol.
Ma se fosse successa un cosa del genere, probabilmente avrei mandato a quel paese la favoletta dei diritti umani, di cui molti si riempiono la bocca, e avrei costruito campi di concentramento e lavoro forzato per tutti coloro che con la droga ci speculano campano abbondantemente, per le loro famiglie, e i loro sostenitori: Levare l’acqua ai pesci, è l’unica soluzione.
Per i ragazzi drogati e alcolizzati userei la costrizione di inviarli in comunità, invece di lasciarli scorazzare con l’auto e ammazzare il prossimo.
E’ ora di finirla con la giustificazione che il problema esiste, si deve tollerare in nome della democrazia e simili buone intenzioni.
Capisco che il discorso non piace, perchè eccessivo. Ma le chiacchiere di tanti anni, i buonismi e la permissività criminale radicaleggiante non hanno fatto altro che rendere endemia questa piaga.
O si affronta il probelma in modo spietato, o vi tenete la droga con i suoi morti.
…..ma basta col tirare avanti sempre l Olanda è come dire che quei stati che applicano la pena di morte facciano la cosa giusta e condividerla………
….. la verita ,la cannabis è Cancerogena…….
La cannabis fa male.
L’eroina fa male.
La cocaina fa male.
L’alcol fa male.
Le sigarete fanno male.
Potrei aggiungere anche il gioco compulsivo: fa malissimo anche quello.
Non credo che su questo ci siano dubbi.
Il problema è se sia più efficace per il contenimento dei danni, individuali e sociali, derivanti dal consumo di droga una politica proibizionistica o una “legalizzazionista”.
Da oltre 40 anni si sta insistendo con il proibizionismo e i risultati sono quelli che vediamo e che l’analisi di Bommarito ben denuncia.
Il fallimento di questa politica riguarda non soltanto l’Italia, ma tutto il mondo occidentale in cui essa è praticata: il consumo di droga è ai suoi massimi storici.
Forse, instaurando un regime poliziesco asfissiante e illiberale, una qualche riduzione nel consumo potrebbe anche esserci, ma avremmo ridotto la società ad una caserma in cui nessuno vorrebbe vivere.
Ritengo, quindi, alla luce della lunga e insoddisfacente esperienza fatta con il proibizionismo, che sia venuto il momento di guardare con maggior interesse alle esprienze di quei Paesi che si sono avviati sulla strada della legalizzazione.
Come l’Olanda e la Svizzera.
Tutto qui.
Di molto positivo in questo dibattito, oltre alla discussione in sè (che è sempre preferibile alla strategia di evitare i problemi, facendo finta che non esistano), c’è il riconoscimento abbastanza condiviso tra gli intervenuti che anche la cannabis, quella attualmente in commercio, faccia male, soprattutto ai più giovani.
Ci si è divisi sul modo migliore di combattere le droghe, sia quelle legali che quelle illegali: proibizionismo o legalizzazione, eterno dilemma, non facile da risolvere, anche perchè ognuna delle soluzioni ha i suoi “pro” e i suoi “contro”.
Personalmente, aderendo in ciò alle posizioni dell’Istituto Superiore della Sanità, continuo a ritenere che il proibizionismo, pur con i suoi limiti, possa tutelare meglio le fasce giovanili.
Il problema vero, però, è che oggi siamo in mezzo al guado, perchè c’è un falso proibizionismo (falso perchè fa acqua da tutte le parti) e una liberalizzazione di fatto (specie per quanto concerne la cannabis), sicchè è difficile cogliere gli effettivi lati positivi e negativi di un sistema e dell’altro.
Abbiamo parlato forse troppo poco dell’eroina, ma non mancherà occasione di ritornarci, vista la sua terribile recrudescenza.
I farmaci biologicamente attivi hanno sempre anche effetti collaterali sta al medico decidere quale sia il migliore per quel determinato pz, con le sue patolgie, e la sua età: Di conseguenza la cannabis usata a scopo terapeutico deve essere seguita dal medico che la prescrive. Anche l’alcool, il vino contiene anche sostanze antiossidanti benefiche, ma non più di mezzo bicchiere a pranzo e mezzo a cena, anche due tre sigarette al giorno forse non faranno così male o perlomeno non più delle polveri sottili ed altri inquinanti che respiriamo, il problema è vedere ragazzini ubriachi per strada io non abito a Macerata ma ad Ancona ed al centro di sera girano con bottiglie di birra o superalcolici in mano. La cannabis a scopo ricreativo così come il vino o altri alcolici, le sigarette quando diventano dipendenze sono un bel problema davvero pericoloso per i ragazzi
Che gli adolescenti cadano vittime della droga o dell’alcool o del fumo potrebbe essere vero, ma solo in parte.
Probabilmente qualcuno è fragile, qualcuno è oppresso da mille problemi, qualcuno ha mal di vivere…
Ma tantissimi scelgono consapevolmente di scolarsi una (o più) bottiglia(e) di vino o di impasticcarsi e sanno benissimo quali siano gli effetti ed i pericoli…
Quello che si sottovaluta, credo, è la capacità di recupero fisico che si ha in giovane età: puoi bere/fumare fino a stare male e vomitare ma, la sera dopo, sei pronto per ripartire e ricominciare a bere/fumare alla grande…
Stupidità? Menefreghismo? Delirio di onnipotenza? Un misto di tutto questo?
Non so.
Parlando per esperienza personale, pur essendo intriso di controcultura anni ’60, mi è sembrata sempre una big [email protected] impasticcarsi, oppure farsi le canne a rota o peggio bucarsi o provare ad allargare la mente con LSD.
Forse è solo fortuna: le 5 volte che mi sono fatto una canna mi è sempre venuto sonno, non mi sono divertito, non mi è sembrato di entrare in nessuna altra dimensione e via dicendo.
Mi metteva molta più allegria farmi un birrozzo (molte volte più di uno) con gli amici, sempre tenendo a mente di non mischiare ma “salire” sempre (cioè dalla birra si passava al superalcoolico e li si restava: mai abbiamo fatto strani intrugli e non si beveva mai prima vino poi whieskey e poi si riscendeva a birra).
E non abbiamo mai fatto a gara a chi beveva di più anche perchè (per scelta consapevole) la sera la si passava discutendo (e bevendo fino alla chiusura del locale) e quindi non c’era alcun fretta di dover bere una birra dopo l’altra…. Tanto alla fine i boccali di birra bevuti erano sempre tanti!
Però con le canne, anfetamine e altra roba simile, probabilmente per fortuna e compagnia, non ci siamo mai mischiati..
Credo che il semplice proibizionismo (come avvenuto in USA negli anni ’20 per l’alcool) non serva assolutamente a nulla se non creare ancora un vasto, illegale, mondo sommerso dove la malavita lucra e fa montagne di soldi….
( da Google )
LA CANNABIS È CANCEROGENA OLTRE CHE LESIVA PER IL CERVELLO
http://www.brainmindlife.org/cannabiscancerogenalesiva.htm#_ftn1
L’aumento dell’eroina sarebbe un dramma.
Se poi fosse in qualche modo connesso con le attività repressive nei confronti della cannabis, oltre che un dramma sarebbe una tragica beffa.
paoolo se noioso e banale.
nessuno qua dice che fa bene, ma lo sai quante sostanze sono cangerogene e lesive per il cervello che noi tutti usiamo abitualmente ?
su dai spegni il computer che hai imparato a usare da poco o cerca in google qualcosa di veramente interessante che apporti qualcosa di costruttivo alla discussione.
ed evita il caps lock
(Matelica 23 gennaio) Rubano gioielli alla madre e li rivendono ai ComproOro per comprare stupefacendi. A parte la tristeza della notizia del furto verso la propria madre, anche queste cose fanno parte dell’indotto del mondo della droga. Quindi piu si sconfigge la droga e meglio è ( non entro in merito a proibizionismo o non proibiziionismo tanto ognuno ha le sue idee e magari se sei favorevole al proibizionismo ti insultano pure). Però ogni fatto criminale è legato sempre con la droga.
EL DINDO, chi arriva a fare ciò di sicuro non sta fumando marijuana o hashish. In questi casi la situazione è già degenerata da un po’. Ma, pur se quello che ha affermato dall’avv. BOMMARITO è vero e cioè che molti ragazzi che si trovano in comunità hanno iniziato con marijuana o hashish, si potrebbe anche dire che i restanti ragazzi che sono fuori dalle comunità hanno in stragrande maggioranza avuto l’occasione di provare tali sostanze senza per niente essere stati condotti a comportamenti estremi, o a dipendenze o a problemi legati alle droghe cosiddette pesanti.
Ciò che voglio dire è che, come affermato nel mio precedente commento, a mio parere la lotta migliore contro l’uso indiscriminato degli stupefacenti, non è quella dettata dal proibizionismo estremo, ma va fatta con il controllo della situazione, per esempio si potrebbe avviare una sorta di liberalizzazione controllata di mariunana ed hashis, ad esempio: prevedere l’uso terapeutico di alcune sostanze sotto controllo medico (come del resto, in parte, mi sembra già avvenga); prevedere l’uso privato entro certe quantità (stabilite da opportuni studi scientifici eseguiti in maniera INDIPENDENTE e non influenzati da questa o l’altra parte); individuare la corretta modalità di commercializzazione sotto il controllo Statale; individuare la corretta modalità di etichettatura dei prodotti per controllare tutta la filiera ed evitare ogm, o prodotti provenienti da coltivazioni non controllate… etc
Poi certo il traffico delle sostanze più pericolose andrebbe sempre combattuto, soprattutto alla fonte. Penso che se le forze dell’ordine non debbano più preoccuparsi del traffico illecito di mariuana ed hascish ch si ridurrà drasticamente, di sicuro avrà modo di dirigere maggiori sforzi contro la lotta al traffico di cocaina, eroina e “pasticcacce” varie.
Posso concordare con lei sig Scarponi, sul discorso della liberalizzazione controllata (non è che mi piaccia molto come espressione..ma possiamo provarci ad applicarla) nel senso che ok liberaliziamola, vediamo che succede in un arco di tempo definito, con un bel preciso e oculato piano di monitoraggio e vediamo se nel giro di 1 anno-2 anni 3 anni le cose cambiano, in meglio, oppure peggiorano. Se peggiorano tanto vale stare come stiamo ora e cercare altre vie per debellare ogni forma di uso sostanza stufefacente (sul discorso per uso terapeutico dico solo che, se serve ben venga). E circa il fatto di Matelica, beh proprio perchè come dice lei la situazione è già degenerata da un pò, chi sa forse sarebbe proprio il caso non arrivarre alla situazione degenerata, io la penso così. E se magari chi sa proviamo a chiedere ai due ragazzi, le loro prime esperienze di droga con che le hanno fatte, cosa risponderebbero? Poi ovvio come dice lei, per fortuna non tutti dopo questo primo passo arrivano alle fasi successive, molti per fortuna si fermano prima ma molti purtroppo no. Io credo che sia semnpre meglio stare lontano da qualsiasi tipo di sostanza strana che il nostro corpo non ha bisogno. (alcool compreso tranne il mezzo mezzo a pranzo e a cena. (poi se allarghiamo il discorso del tipo..beh ma allora si muore di cancro..beh ma allora si muore di Fumo di sigarette beh ma si muore di incdenti stradali ok ma s aprirebbe un capitolo infinito)
Egregio Avv. Bommarito, premesso che la stimo e comprendo le Sue ragioni, ma non condivido assolutamente l’aver affiancato ai discorsi sul pericoloso aumento del traffico e del consumo dell’eroina nella nostra zona (che va contrastato con tutti i mezzi possibili) all’utilizzo della cannabis per finalità terapeutiche. Lei pensa veramente che in questo modo si dica ai giovani che ” la cannabis è una medicina e allora fa bene”? Per favore, non facciamo discorsi ipocriti, i giovani la comprano e la fumano, perchè è quello che vogliono fare e non perchè la Regione Marche vorrebbe sperimentarla a scopi terapeutici. Cordialmente saluto.
Il merito degli articoli dell’Avv. Bommarito sul tema della droga è, tra gli altri, quello di porre sotto i riflettori un problema tanto diffuso quanto troppo spesso ipocritamente e colpevolmente ignorato. E’ fuori discussione che in cima alle agenzie educative citate, la famiglia sia quella che ha una primaria importanza, ma con questo non significa che gli altri contesti dove crescono i nostri ragazzi se ne debbano lavare le mani. Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e invece di scaricare le colpe di questo dramma sulle famiglie, nella troppo comoda convinzione che è sempre colpa di “altri”, si dovrebbe cercare di prendere coscienza che la droga è un fenomeno di “morte” sempre e comunque. La scuola poi ha il dovere di registrare e segnalare con coraggio e lealtà comportamenti anomali, quasi sempre legati all’uso di stupefacenti, quali: irritabilità, sbalzi di umore, sonnolenza, svogliatezza, ribellione, apatia. I ragazzi si aspettano attenzione e considerazione, anche se lo mascherano con una fisiologica opposizione alle regole e alle “prediche” rivolte loro dal mondo degli adulti di riferimento. Il silenzio o il sottovalutare il problema considerando l’uso di qualche sostanza come una fase giovanile passeggera, significa essere superficiali rispetto al disagio profondo dei ragazzi, di cui tutti siamo in qualche misura responsabili.
Per Stefano Luc
In parte condivido il suo ragionamento, nel senso che è vero che i giovani usano la cannabis in quanto, autonomamente o più spesso perchè convinti da altri (il “gruppo” ha infatti in queste storie un peso decisivo), in un certo momento della loro adolescenza decidono di farlo. E non certo perchè la Regione Marche ha legiferato in materia di uso terapeutico della cannabis.
Tuttavia è anche indubbiamente vero che questa decisione regionale (che ha una chiara valenza ideologica, nonchè, in questo momento, anche elettoralistica) ha offerto un argomento in più ai ragazzi che decidono di usare cannabis e si trovano a dover giustificare tale scelta con altri coetanei o con la famiglia (ed anche con se stessi).
Prima dicevano: “Lo fanno tutti”, oppure “Ma cosa vuoi che sia una canna?”, oppure ancora: “Le canne non fanno male, fumare una canna è come bersi un bicchiere di vino” (tutti argomenti di comodo e assolutamente non veritieri, ma facili da usare). Oggi possono pure dire, in maniera anche in tal caso del tutto strumentale, è ovvio: “Le canne non fanno male, tanto che la stessa Regione ha riconosciuto che la cannabis è un medicinale”.
Ecco perchè penso che la Regione Marche avrebbe potuto anche evitare di approvare una legge del genere, essendoci in materia sanitaria e di interventi per la tossicodipendenza ben altre urgenze e ben altre esigenze molto più significative, tanto più che l’efficacia terapeutica della cannabis è molto relativa e comunque concerne patologie per le quali già esistevano altri utili ed efficaci supporti farmaceutici.
Per El Dindo
Non ci sono dubbi che il traffico ed il commercio di droga siano alla base di quasi tutte le attività delittuose, tanto che, per le nostre mafie (cosa nostra, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita) essi assicurano circa il 70% dell’ìintero fatturato criminale.
I vari clan che fanno capo alle organizzazioni criminali del sud partono quasi sempre con l’usura e l’estorsione per finanziare i primi acquisti in grande stile di droga (la ‘ndrangheta, oggi in primissima fila a livello mondiale nella gestione criminale della cocaina, iniziò a finanziarsi i primi acquisti con i proventi dei rapimenti).
A livello territoriale, gran parte dei reati predatori (furti e rapine) servono ad inserirsi, grazie al ricavato di tali attività delittuose, ai livelli intermedi dello spaccio oppure per risalire un po’ la filiera dello spaccio.
Bommarito, non me ne voglia, ma come fa ad affermare che la decisione regionale abbia una valenza ideologica e elettoralistica?
Ha delle prove, o anche la sua è un’opinione, diciamo, vagamente ideologica e anche, visto il momento, politicamente un po’ tendenziosa?
Vede, io per quanto riguarda il valore terapeutico della cannabis, ho letto, tra l’altro, questo.
“Nella lettura scientifica si trova una vasta produzione rispetto all’uso anche terapeutico della cannabis. Col tempo, il progresso scientifico ha permesso di arrivare alla produzione di derivati di sintesi, consentendo una compiuta valutazione dell’impiego clinico dei cannabinoidi nella cura del glaucoma, nella prevenzione dell’emesi, nel controllo di alcune spasticità croniche, come adiuvante nel controllo del dolore cronico neuropatico associato a sclerosi multipla, nel trattamento del dolore nei pazienti affetti da cancro. Da sperimentazioni scientifiche risulterebbe inoltre che i cannabinoidi hanno proprietà di ridurre i dosaggi degli analgesici oppiacei, quali la morfina e i suoi analoghi, necessari a lenire il dolore nei malati oncologici sottoposti a trattamenti cronici, evitando così i fenomeni di assuefazione, caratteristici degli oppiacei.
La cannabis è utilizzata, in altri paesi, non solo come analgesico, ma anche contro gli effetti collaterali nell’oncologia, a iniziare dal controllo del vomito”.
Lei è in grado di provare che ciò non sia vero?
Oppure è contro l’uso terapeutico della cannabis semplicemente perché pensa che il vantaggio concreto che alcuni malati potrebbero avere da queste terapie conti poco rispetto al pericolo che l’attrattività della cannabis cresca presso i govani se viene impiegata come farmaco?
Perché, se fosse così, io direi che la sua è una tipica convinzione ideologica, visto che l’esistenza di un tale rischio non può essere in alcun modo dimostrata.
Il fatto che l’Italia sia già ora tra i primi posti in Europa per consumo di cannabis starebbe, anzi, a testimoniare che i giovani non hanno bisogno di scuse per decidere di assumerla.
Sul fatto che il traffico di droga sia l’attività che più alimenta la criminalità non posso, invece, che convenire.
Ma è così grazie al proibizionismo: se il commercio della droga fosse legalmente regolato, la criminalità si dedicherebbe certamente a qualche altra attività maggiormente redditizia.
Per Moby Dick
Certo, l’affermazione secondo cui la scelta della Regione Marche di legiferare proprio in questo momento in materia di cannabis terapeutica ha una valenza ideologica ed elettoralistica, è una mia personale opinione, che, condivisibile o meno, io ho ampiamente motivato nei commenti precedenti.
Ciò non significa che la cannabis non abbia, per particolari patologie, una sua efficacia terapeutica. Su questo non ci piove, e io stesso, nella risposta a Guido Garufi (commento n. 6), ho specificato quali sono queste patologie, che sostanzialmente coincidono con quelle anche da Lei elencate.
Quindi, io non disconosco l’utilità terapeutica in particolari casi della cannabis. Sostengo però (e questa, ovviamente, e qui lo ripeto, è solo una mia opinione, della quale peraltro sono sempre più convinto) l’inopportunità, tanto più in questa fase elettorale, della scelta della Regione Marche, considerati, da un lato, l’assoluta non indispensabilità della stessa per l’esistenza di altri farmaci già in commercio per quelle patologie e, dall’altro, l’effetto negativo che essa ha – indirettamente e per l’uso strumentale che molti giovani ne stanno già facendo (e qui parlo per esperienza concreta e personale proprio di questi giorni) – sugli sforzi di molte famiglie e di molti operatori di contrastare la sempre maggiore diffusione della cannabis attuale tra le fasce adolescenziali più giovani.
Capisco che la mia non è un’opinione “politicamente corretta”, ma a me da tempo del politicamente corretto proprio non me ne importa più nulla.
Quanto al proibizionismo, è un tema troppo grande per affrontarlo in poche righe. Ci ritorneremo sicuramente in qualche successivo articolo. Per il momento mi limito solo a due brevi considerazioni. La prima: quello attualmente vigente in Italia non è un vero ed efficace proibizionismo, visto che la droga, qualsiasi tipo di droga, circola e si trova dappertutto. La seconda: la regolamentazione del commercio della sola cannabis, considerato che nessuna persona minimamente responsabile ha osato sin qui sostenere (in Italia come nel resto del mondo, USA e Olanda compresi) che la legalizzazione dovrebbe riguardare anche altre sostanze, non sarebbe affatto sufficiente a indirizzare la criminalità organizzata verso altri affari illeciti più redditizi.
Caro Bommarito, lei difende le sue opinioni, io le mie e la Regione Marche ha preso la sua decisione.
Si è trattata di una decisione politica, nel senso che ha fatto la scelta discrezionale che ha ritenuto più utile nell’interesse generale. Perché agli organi rappresentativi si chiede proprio questo.
Si sarebbe trattato di una decisione politica anche se avesse deciso in senso contrario.
Questa decisione lei ha tutto il diritto di criticarla come fa.
Ma, io penso, non può avere la pretesa di ritenere che solo la sua posizione sia motivata da ragioni obiettive, mentre le altre sarebbero invece viziate da ideologismo.
Quanto al dibattito sul proibizionismo, è vero, si tratta di un problema complesso che non può essere liquidato in poche battute.
Ma una debbo farla: il proibizionismo non è mai sufficientemente vero ed efficace, perché ovunque sia praticato non ha mai risolto il problema; al massimo lo ha contenuto, ma con effetti collaterali spesso peggiori del male che dovrebbe combattere e, comunque, alla lunga socialmente intollerabili, con il conseguente tira e molla tra repressione e tolleranza che vi qui ha caratterizzato tutte le politiche proibizioniste in tutti i Paesi occidentali.
Caro Moby Dick, ormai ci siamo confrontati in lungo e in largo sulle tematiche emergenti, anche in maniera indiretta, dal mio articolo, ragionando e cercando di argomentare nella maniera più lucida e razionale possibile. Le confermo che mi ha fatto molto piacere questo confronto, sempre civile e sempre fondato su considerazioni pienamente attinenti al tema.
Mi piacerebbe conoscerla di persona, visto che su altre questioni mi sembra di ricordare che ci siamo trovati sulle stesse posizioni. Altrimenti ci incroceremo di nuovo in qualche altro dibattito su questo giornale.
@sem
…..provi ad usare l’amianto per la sua abitazione visto che l’essere cancerogeno per lei e’ irrilevante !!!
LA CANNABIS È CANCEROGENA OLTRE CHE LESIVA PER IL CERVELLO
http://www.brainmindlife.org/cannabiscancerogenalesiva.htm#_ftn1
L’uso di cannabis induce sintomi psicotici acuti e aumenta il rischio di lungo termine di schizofrenia, sebbene esista una marcata variabilità individuale della sensibilità a questi effetti. Uno studio preliminare, condotto in Gran Bretagna, ha mostrato che gli effetti “psicotogenici” della cannabis sono moderati da due geni, il DAT1 e l’AKT1, che codificano le proteine che influenzano il metabolismo della dopamina, modulando gli effetti della droga sulle funzioni del mesencefalo e dello striato. Gli effetti della cannabis sulla psicosi sono dovuti all’azione del suo principio attivo, il delta-9-tetraidrocannabinolo (delta-9-THC)………
…. da Google …