Nel corso del 2012, secondo Cna e Confartigianato Marche, il fatturato delle imprese edili della regione si e’ ridotto del 20% e gli investimenti del 22%, mentre i costi sostenuti dalle imprese sono aumentati dell’11%. Le due associazioni temono un “tracollo definitivo” di un settore che, nelle Marche rappresenta il 7% del Pil.
Nell’ultimo anno, gli occupati nel settore sono passati da 57.591 a 46.117, con una perdita di 11.474 posti di lavoro: si tratta in maggioranza di piccoli imprenditori edili. Infatti, mentre i dipendenti sono scesi da 29.391 a 25.083 (- 4.308), i titolari e soci d’impresa sono passati da 28.200 a 21.079 (- 7.121). In calo evidente anche le assunzioni (-19,6% nel confronto tra il secondo trimestre 2011 e l’analogo periodo del 2012), mentre aumentano i lavoratori iscritti alle liste di mobilità (+33,6%) e le ore di cassa integrazione (+148,6%). Secondo le due associazioni artigiane “senza un rilancio dell’edilizia non si esce dalla crisi, perchè sono più di 20 i settori che dipendono dall’andamento delle costruzioni”. La richiesta e’ di avviare interventi per favorire il recupero dei centri storici, la bioedilizia, il risparmio energetico, la messa in sicurezza degli edifici. “Per questo la Regione Marche – concludono Cna e Confartigianato – deve mettere al centro delle sue politiche industriali proprio il comparto delle costruzioni, i lavori pubblici e il mercato immobiliare”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Un impulso all’attività edile e a tutta l’economia poteva essere dato dalla legge sugli stadi. Una legge che avrebbe consentito la costruzione di stadi e palazzetti con soldi privati. Investimenti per miliardi e miliardi di euro che avrebbero generato migliaia e migliaia di posti di lavoro. La legge è stata affossata dai veti degli anarco ambientalisti recepiti prontamente dal PD.