“Sono stato sequestrato per 48 ore”

CIVITANOVA - Livio de Vivo racconta l'odissea di cui è stato vittima: "Da Pian di Pieca a Pescara picchiato e senza cibo". Indaga la Polizia che questa mattina ha ascoltato la testimonianza del giovane

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Livio de Vivo durante la sua breve esperienza in Consiglio comunale

di Laura Boccanera

Sequestrato, picchiato e tenuto prigioniero in un appartamento in Abruzzo per due giorni. E’ sotto choc Livio de Vivo, l’ex consigliere comunale che è stato ritrovato questa mattina dalla Polizia (leggi l’articolo) dopo l’allarme dato dalla famiglia che martedì notte non lo ha visto rientrare a casa. Ed è proprio de Vivo che racconta la sua odissea, sulla quale ora indagano gli uomini del Commissariato di Civitanova per verificare quanto riportato dal 29enne civitanovese.

“E’ stato un incubo – racconta ancora sotto choc – E’ cominciato tutto la notte di martedì, ero andato a vedere la partita in un bar e poi stavo rientrando a casa attorno alle 1.30 quando in via Costamartina due uomini a piedi si sono messi in mezzo alla strada. Mi sono dovuto fermare, mi hanno aperto la portiera dell’auto (una Jaguar) e sono entrati”. Sotto la minaccia di un coltellino e con alcuni colpi al viso lo costringono ad andare dove vogliono: “Avevano con loro un paio di scatole di scarpe, non so cosa potessero contenere, forse droga o soldi – continua – Erano due uomini dall’accento albanese e mi hanno fatto andare a Pian di Pieca, lì uno dei due è sceso e ha consegnato la scatola. Poi abbiamo ripreso il viaggio e passando per strade interne sotto al Vettore ci siamo ritrovati a Pescara in un appartamento isolato e frequentato anche da altre persone. Mi hanno imposto di stare zitto, mi dicevano che sapevano dove abitavo perchè mi avevano sequestrato i documenti e tolto il cellulare. Sono stato lì senza mangiare. Cercavo di stare in silenzio e fare ciò che mi dicevano anche se spesso continuavano a colpirmi allo stomaco e a darmi degli schiaffi”. Questa mattina poi, attorno alle 5 la liberazione: “mi rimettono in macchina e arriviamo a Campofilone. Mi lasciano lì e loro salgono su un’altra auto. Solo allora, capito di essere libero mi sono sciolto in un pianto liberatorio. A quel punto ho trovato il telefono sotto il sedile passeggero e ho chiamato prima mia mamma per tranquillizzarla e poi la Polizia che mi è venuta a prendere a Montecosaro dopo che avevo percorso la Mezzina, avevo paura di essere seguito”. Livio de Vivo ha trascorso la mattinata in Commissariato dove gli agenti hanno registrato il lungo e drammatico racconto per cercare di risalire all’identità dei due sequestratori. Difficile prevedere come si muoveranno le indagini, l’auto su cui viaggiava de Vivo insieme ai due albanesi, non è mai entrata in autostrada e dal momento che il serbatoio della vettura era pieno non si sono neanche mai fermati in un’area di sosta. Dopo la deposizione de Vivo è finalmente tornato a casa per riposare e riprendersi dalla de-vivo-e1347634069341-300x216terribile avventura senza ricorrere alle cure del Pronto soccorso, a parte lo choc infatti le sue condizioni non destano preoccupazione.

Sollevato per il ritrovamento anche il sindaco Tommaso Claudio Corvatta che aveva candidato De Vivo nella lista Uniti per Cambiare e che ha fatto giungere al civitanovese i suoi auguri di una rapida ripresa. De Vivo è stato consigliere comunale per un solo giorno nel corso della passata amministrazione, quando dopo le dimissioni del consigliere Ghio era subentrato come primo dei non eletti (leggi l’articolo). Anche in questa tornata non è entrato nell’assise comunale solo per una manciata di voti.

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