Il Gip di Macerata Enrico Zampetti ha convalidato gli arresti dei quattro uomini indagati per l’omicidio della ballerina romena Andreea Christina Marin, 22 anni, uccisa all’alba di venerdì a colpi di bastone e spranga a Porto Potenza Picena.
Per Sandro Carelli, 57 anni, ex compagno della vittima e presunto mandante dell’assassinio, per il figlio Valentino, 22 anni, e per Sebastian Capparucci e Silvio Giarmanà, entrambi di 26 anni, il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere, motivandola con il pericolo di fuga e la pericolosità sociale dei fermati. Tutti e quattro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Secondo i difensori, versano in uno stato di totale prostrazione e confusione mentale, e non dormono da giorni. Per tutti, l’accusa è di concorso in omicidio volontario aggravato da crudeltà e futili motivi. La ballerina sarebbe stata ammazzata perchè Sandro Carelli si sentiva tradito, e depredato da continue richieste di denaro da parte della donna: l’uomo avrebbe reclutato gli amici del figlio, con la promessa di un compenso, per dare “una lezione” alla ragazza, poi sfociata nel delitto.
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A leggere le intere pagine dedicate da uno dei giornali locali cartacei alle confessioni degli assassini di Christina Andreaa Marin(mi piace chiamarla per nome e basta, nella sua essenziale identità che è ciò che conta veramente) la novità di oggi sarebbe che il primo assassino e mandante, Sandro Carelli, avrebbe si confessato l’efferato omicidio premeditato, ma sostenendo anche che all’ultimo si stava pentendo e non avrebbe voluto più ucciderla, quanto piuttosto darle ‘solo’ una lezione. Motivo di tanta risoluzione, manco a dirlo, dei denari.
Denari che la ragazza chiedeva continuamente – a detta dell’assassino – e che evidentemente dovevano essere importanti, per portare ad una tale incommensurabile azione, ma Sandro Carelli non ha avuto problemi ad assoldare con 500 euro a testa due amici del figlio (ricordo tutti poco più che ventenni) per aiutarlo a dare la lezione di cui sopra alla malcapitata. La ragazza, sostiene sempre questo esempio di virtù umana, lo faceva soffrire con queste richieste continue, perché lui l’amava mentre lei cercava solo di approfittare di lui. E quindi, si capisce, bisognava darle una lezione perché è così che certi uomini si regolano con le donne: o mi ami perché ti amo io (e a modo mio) oppure sei una stronza colpevole e ti meriti se ti va bene una lezione, sennò, aihmé come in questo caso, un’esecuzione in piena regola. E sia chiaro, che la stronza sei tu, perché io ti amavo veramente, mica solo perché sono venuto a ‘comprarti’ in un night club allora non ho diritto di essere riamato. Sono io che compro ad essere importante, che ci stai a fare tu, a 22 anni, in un night club non conta proprio niente.
L’idea malata del rapporto uomo-donna che c’è dietro questa vicenda non può non saltare agli occhi di chi abbia almeno un briciolo di sensibilità e di consapevolezza, eppure il giornalista di turno (sinceramente in questo momento non mi ricordo neppure chi fosse, ma tanto fa poca differenza perché l’atteggiamento di superficialità su queste tematiche è generalizzato) non ha speso una sola parola in due pagine per chiedersi il perché la vittima si è trovata in un contesto simile, non una sola parola. Più di una invece per ricordare come Sandro Carelli fosse tanto cambiato dopo la separazione dalla moglie, circostanza che l’aveva reso ancora più chiuso e burbero di prima ‘quando era tanto per bene e si occupava anche quotidianamente del genirore malato’, quasi a giustificarlo, perché in fondo lui era un buono, è che un’altra donna l’ha fatto tanto soffrire.
Infatti, anche Cronache maceratesi, giusto ieri titolava sull’omicidio parlando di “amore”. Ma di che amore stiamo parlando?
Brava Ninfa, le tue parole sono splendide…anche a me quel titolo che mischiava inopportunamente l’uccidere e l’amore aveva dato fastidio, e tanto, ma dopo un commento all’articolo “PRESI!” non ho avuto modo di scrivere altro…tu sei riuscita a mette nero su bianco esattamente quelLo che pensavo anche io.
Dispiace per l’assenza di controcommenti e per la manina rossa, tutta sola senza neanche una verde a fare da controparte, ora ce n’è una messa da me, temo resterà sola
Grazie Ninfa, forse anche da parte di Christina Andrea, chissà…leri purtroppo non ha più voce
p.s. io e te ci conosciamo, ed anche bene, sono Giovanna Fornaro
Questa triste vicenda è stata è e sarà sempre una pagina brutta per il nostro paese. Una vicena brutale, feroce peggio di un film horror che ha scosso tutti dai giovani agli anziani, che ha frastornato una paese intero. Di voci in questi giorni se ne sono sentite tante, di notizie lette sui giornali pure ed ogni volta il senso di schifo, sdegno, vergogna per quello successo e per come è successo è tanto..aumenta sempre di più.. e la domanda è “come si fa?”. Si leggono delle confessioni che i 4 mostri hanno fatto ma francamente sembrano solo delle giustificazioni che non leverà mai a loro la colpa di ciò che hanno commesso. Non entro nel merito della vicenda giudiziaria, credo (anche se è difficile) nella giustizia e credo, spero e mi auguro che questa povera ragazza e la sua famiglia abbia giustizia giusta e corretta per quello che ha ricevuto. Sono stata contenta di leggere su un quotidiano oggi che la ragazza non faceva la prostituta ma ballava semplicemente nel locale almeno la gente cretina che in questi giorni ha avuto il coraggio di dire “se l ‘ha cercata la morte perché poteva fare un altro lavoro” spero stiano zitte per sempre.. tra l’altro sentire queste frasi da anziani o comunque adulti da cui noi giovani (come me) dovremmo prendere esempio.. fa strano. Ma quello che più mi ha sconcertato è che questi ragazzi sono stati presi come modello.. sia da quello che si sente in giro che da quello che si legge in rete.. mi chiedo come può un ragazzo o una ragazza dire che uno degli assassini non ha fatto niente, che comunque lui/lei lo appoggerà sempre e sarà sempre vicino a lui.. come può una persona dire che erano ragazzi buoni, genuini, senza grilli per la testa che forse ha solo esagerato un pò..ma niente di che.. a me queste cose fanno paura.. lo dico chiaramente.. perché loro stanno in galera per ciò che hanno fatto ma questi ragazzi sono ragazzi del nostro paese, di 16-17 anni.. che hanno loro in testa??? cioè non provare sdegno difronte a questa cosa francamente per me è pure follia.. oppure commentare quasi positivamente in quanto credenti del modello fascista…io sono rimasta di stucco…
Voglio però dire con il massimo orgoglio che porto potenza non è solo abitata da queste persone, ce ne sono tante altre buone che si sono strette intorno alla famiglia di questa ragazza, che stanno organizzando fiaccolate e raccolta fondi affinché la famiglia non si senti sola.. in fondo che colpa ne ha porto potenza se è abitata da gente così???? Resta il fatto che è stata una vicenda macabra, che non deve essere dimenticata ma che allo stesso tempo non deve punire porto potenza.
cioè… adesso vengono a dirci che non dormono la notte… poverini… ma fateci il piacere! Guarda caso quando uno va in galera si sente sempre male! Forse era il caso di ragionare prima, con poche ore hanno distrutto la vita di una giovane e le loro, per non parlare di tutte le famiglie coinvolte…
@ Ninfa Contigiani
Questa vicenda così triste non può non condurre ad una riflessione sociologica e psicologica profonda. Son contento di leggere commenti che vadano oltre il linciaggio verbale, le richieste di pena di morte o le morbose curiosità di chi si sente attratto dalla banalità del male, aldilà dell’iter giudiziario che seguirà l’omicidio di Christina, al quale penseranno magistrati ed avvocati.
Credo, Ninfa, che la tua lettura sia parziale, e non potrebbe essere altrimenti essendo una lettura “al femminile” come la mia lo è “al maschile”. Ciò mi fa interrogare ancora una volta sulla precaria costruzione, a volte malata, del rapporto uomo donna di cui tutti noi facciamo esperienza quotidianamente. Da sempre Eros e Thanatos, intesi come la pulsione di vita e di morte governano il nostro vivere insieme e ciò non può non generare conflitto, gli elementi più deboli culturalmente tendono a risolverli come abbiamo visto ma chi ha accesso a strumenti più adeguati, ad una educazione più aperta, ad una vita sociale meno condizionata da sovrastrutture ideologiche/religiose/culturali o classiste, ha la possibilità di aprirsi ad un confronto maggiore e migliore con l’altro sesso che non si riduca all’ennesima invettiva nei confronti dell’altro, anche se scritta con garbo. Ciò dimostra infatti che siamo ancora prigionieri di rancori, di paure, di complessi di inferiorità e la difficoltà che abbiamo a superarli. Parli di “idea malata del rapporto uomo-donna che c’è dietro” e son daccordo con te ma non approfondisci affatto e te la prendi col cronista (inconsciamente perchè maschio?)..peccato eri partita bene…a ben guardare però quel che possiamo sapere di quel rapporto ce lo deve dire chi dei due ancora può farlo…la versione di Christina non la sapremo mai ma può guidarci l’esperienza di decine, centinaia di fatti simili. Le “femmine” del nostro paese ancora non hanno, a volte colpevolmente, sciolto le loro catene e il giogo della cultura conservatrice clerico-fascista ancora le ottunde troppo spesso nel loro stesso silenzio… salvo poi gridare allo stalker o all’assassino quando una di esse fa una fine tanto orribile. Ti basti pensare che nel nostro codice penale il possesso di un paio di spinelli viene punito con un minimo edittale di anni 6 e per lo stupro 2! In questo nostro paese i reati a sfondo sessuale sono oltre il 30% e almeno 3 donne su 5 ha subito o subisce violenze di qualche genere..nel nord europa questi reati son scesi alla soglia dello zero virgola! C’è forse un problema culturale che dovreste affrontare?? Perchè le donne italiane in politica si fanno candidare da uomini e non prendono iniziativa come negli altri paesi europei dove non esistono quote rosa ed anzi spesso son maggioranza parlamentare ed esprimono premier illuminati che possono legiferare in senso favorevole ad una cultura del rispetto vero della donna? beninteso la mia vuol solo essere una provocazione e nulla più.
Le masturbazioni cerebrali servono a poco: qui abbiamo una ragazza di 22 anni da una parte e quattro uomini adulti (in età tale da votare, guidare, andare in guerra ecc.) dall’altra. C’è una vittima e ci sono degli assassini. Saranno i giudice a graduare la colpevolezza con sfumature di pena che mi auguro comunque proporzionate alla morte di una persona.
Mi dispiace sentire straparlare di cultura clerico fascista (termini peraltro abusati ma mai spiegati nella loro presunta connessione), di pene esagerate per un paio di spinelli (in realtà parliamo di spaccio) senza che si capisca che tout se tient: la pseudo cultura del tutto e subito, l’individualismo esagerato, il divertimentificio condito di spinelli, coca e alcool, il relativismo per cui ciascuno è regola per se stesso, la ricchezza come valore, il consumismo per cui tutto si può comprare o, peggio come in questo caso pretendere a forza….