Caso Apm, la polemica non si placa

Daniela Meschini: "Si usa l'Apm per colpire il sindaco". Tacconi (Udc): "Macerata non sa volare alto"
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Daniela Meschini

Rolando Angeletti, presidente dell’Apm, e l’intero cda della società si sono dimessi in seguito alla bufera scoppiata dopo che, con la delibera dell’11 maggio, l’ente ha affidato alla Focus Sgr di cui Angeletti è vice presidente, una consulenza per valutare la fattibilità dell’accorpamento di Apm, Atac, Assm e Assem in un unico polo provinciale di servizi. La questione del conflitto di interesse e della modalità con cui l’amministrazione e il cda dell’ente lo hanno affrontato è stata discussa ieri dal consiglio comunale di Macerata (leggi l’articolo) che ha bocciato la richiesta di una commissione di indagine avanzata dall’opposizione.
Nonostante i giochi siano ormai fatti, la polemica non si placa e Daniela Meschini, componente del cda, che già nei giorni scorsi aveva reso nota la sua amarezza (leggi l’articolo), ribadisce la sua posizione e aggiunge:
«Ringrazio di cuore le moltissime persone che in questi giorni e ancora oggi mi hanno mostrato solidarietà e sostegno. Proprio a loro voglio ribadire l’assoluta correttezza dell’agire del’C.D.A dell’APM di cui sono onorata di far parte: nessun illecito, nessuna mancanza di trasparenza, tutto svolto secondo le regole. Non c’è niente di sospetto e poco chiaro, si parla di “opportunità politica” (con grande ipocrisia) per mascherare la volontà della maggioranza di incrinare il rapporto di fiducia con il Sindaco, che ha avuto il solo torto di non avere alcuna capacità comunicativo-relazionale, ma che proprio a partire dall’APM aveva iniziato a costruire la nuova storia. Un’azienda solida, gestita bene e che è appetibile per chi vorrebbe occupare la cosa pubblica per altri fini (da quanto si può dedurre dalle dichiarazioni dei consiglieri Lattanzi e Ricotta). Questo C.d.a e il suo Presidente Dott. Angeletti, erano troppo svincolati dai “soliti noti” poteri e poco rispondevano alle logiche di partito. Questo temo sia la verità: colpire l’APM per colpire il Sindaco, che voleva cambiare qualche pagina della storia che eravamo abituati a leggere. Per quanto mi riguarda, il mio curriculum è a disposizione di tutti, pieno di titoli ed esperienze culturali e di servizio, svolto nella scuola con assoluta dedizione, ma poverissimo di incarichi politici. Vorrei ricordare al consigliere Lattanzi che è stato Assessore alla scuola nel suo primo mandato, con un curriculum povero di competenze nel settore».

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Ivano Tacconi

Sulla vicenda interviene anche Ivano Tacconi, capogruppo dell’Udc, che ha sempre difeso l’operato di Rolando Angeletti e del suo cda: «Macerata è una città che ha fatto sempre fatica a volare alto. L’incompiuto ha regnato sempre su qualsiasi struttura, potevamo essere un capoluogo da sessantamila abitanti, ma la crescita ha spaventato sempre tutti. Si dice spesso: quello è di Sforzacosta, come se fosse uno straniero, i problemi delle frazioni non sono mai condivisi da quelli del centro storico: viceversa. Ma si può sapere chi comanda in questa città? Le due amministrazioni del Sindaco Giorgio Meschini, (dieci anni) non sono riuscite a portare a termine  l’intervalliva, Villa Potenza – Sforzacosta rifiutando anche il progetto della Società Quadrilatero S.p.A. bloccando anche la Mozione dell’Udc votata all’unanimità dal consiglio  comunale  per realizzare Via Mattei – La Pieve, alleggerendo cosi il traffico sul Passaggio a Livello di Collevario. Questi sono alcuni esempi per arrivare alle dimissioni del Dott. Rolando Angeletti dall’APM, volute soprattutto dalla stessa maggioranza di sinistra e condivisa poi dal PDL, ricordate il caso “Anna Menghi?” Sono sempre gli stessi, come fa questa Città a rinnovarsi e crescere? Il Dott. Angeletti all’Apm si era messo in cammino ottimamente grazie anche alla saggia eredità lascitagli dal suo predecessore  Dott. Graziano Ciurlanti che in dieci anni è riuscito a solidificare  un servizio importante creando occupazione certa a molti giovani maceratesi  padri di famiglia. Naturalmente  con l’ingresso all’Apm  del Dott. Angeletti persona qualificata e con vedute di largo raggio, a girato subito lo sguardo verso: Civitanova Marche. San Severino Marche e Tolentino dove altre Municipalizzate si  stanno organizzando per un bacino di utenza più vasto,  tentando di raggiungere  lo scopo del risparmio a favore del cittadino. L’Emilia Romagna ci insegna qualcosa. Li c’è una sinistra  e una opposizione diversa  che sui servizi  sa volare  come le Aquile, purtroppo questa maggioranza maceratese è in balia di una antica paura di perdere qualcosa, sa volare solo come le galline. Se qualcuno ci prova viene subito fermato. La Focus, Società della Banca  Marche, dove vice presidente è lo stesso Angeletti doveva solo organizzare questa unione di municipalizzate, un ottimo e soprattutto un saggio amministratore moderno avrebbe fattto la stessa scelta. Le Cooperative di cui sopra della Romagna non si servono per la loro crescita dell’UNIPOL e di Banche come Il  Monte dei Paschi di Siena? Presidenti e vice presidenti non sono sempre gli stessi? Non usano il loro mandato utilizzando giustamente queste opportunità? I cittadini della Toscana dell’Umbria e dell’Emilia Romagna si sono mai scandalizzati di tali movimenti? La Banca delle Marche non è la stessa del “Modello Marchigiano”? Noi maceratesi, se troviamo  chi tenta di riportarci verso questo modello oggi  in crisi solo di riorganizzazione, utilizzando i servizi essenziali come quello dell’Acqua Pubblica, Farmacie , Trasporti Urbani, affissioni e cimiteri settori essenziali per tutti i cittadini di un più vasto territorio, proprio la politica dovrebbe lasciarli lavorare in pace dando loro pieno mandato e fiducia. Il Presidente dimissionario dall’APM  dice “ora sono libero di difenderemi” da cosa si deve difendere, è la classe politica locale, non certo  quella delle municipalizzate di Civitanova M. – San Severino M. e Tolentino  che dovranno essere nostri soci  all’Apm a chiedergli scusa. Macerata cap luogo di provincia,  deve entrare con coraggio nella competitività  regionale sui servizi,  naturalmente  compresa anche la sanità.   Banca Marche,  Società Focus possono essere  pilastri essenziali  per il raggiungimento di questi obbiettivi, Angeletti insieme a queste nostre città vicine, credo che non abbiano pensato minimatente  ai particolari che hanno causato poi tutto questo dibattito,  molto tipico di una estrema e profonda  provincia che nonostante la crisi sa ancora litigare per personali insoddisfazioni politiche. La politica romagnola è ancora molto lontana da noi».

 



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