di Alessandra Pierini
Macerata, volente o nolente, è diventata protagonista di uno sketch radiofonico di Max Giusti, il comico, romano di nascita ma marchigiano di origini (suo padre è fermano e marchigiani sono anche i suoi nonni).
Max Giusti, già in passato aveva mostrato una forte predilezione per il dialetto maceratese e l’aveva utilizzato in più occasioni e ora, grazie a lui, Macerata è approdata su Radio 2 nel programma Supermax.
Il personaggio, rigorosamente maceratese, scelto come portavoce della nostra città è il rapper MCilvano il quale spiega alla co-conduttrice Francesca Zanni che la sigla davanti al nome sta per Mc, sigla della città di Macerata. Negli sketch, Max Giusti utilizza uno schema tipo: inizia spiegando che Macerata è diventata una città terribile e quando la Zanni ribatte <<Noi abbiamo tutto un’altra idea di Macerata>> Mcilvano risponde <<tu sei rimasta allo stereotipo di Macerata di 30 anni fa ma oggi è tutto diverso>>, a questo punto inizia a cantare su motivi notiimprovvisando un rap basato sulla vita di tutti i giorni utilizzando il dialetto maceratese e raggiungendo picchi di ironia e comicità inattesi, per poi concludere con un saluto esilarante che, volto a rafforzare quanto ha affermato fino a questo momento, rovescia invece il tutto dimostrando come invece Macerata sia città pacifica e discreta.
Sono finora andate in onda tre puntate della trasmissione. La prima di lunedì era dedicata alla Macerata violenta. <<Macerata è la Detroit del centro Italia – ha spiegato MCilvano – a Detroit c’è stato il crollo dell’industria automobilistica, a Macerata c’è stato il crollo dell’industria calzaturiera.>> Ha poi iniziato a rappare cantando <<Gente che schiatta per un po’ di polenta, questa è la vita della Macerata violenta.>> Il saluto finale Max lo ha indirizzato agli amici della bocciofila <<che rischiano la vita ogni giorno quando sboccia Giovanni l’orbo.>>
Seconda puntata martedì e la storia si ripete, è la volta di “Macerata spara” che il comico ha dedicato a tutti i “vardasci di Macerata”. La canzone inizia con la descrizione dei presunti spari in ogni occasione poi il rap conclude: <<Altro che rivoltella o lupare, jimo a sparare co le cerbottane(…) e la mia arma più forte è il che te possa pijà un gorbu (…) queste di Macerata sono storie un po’ ladre ma se me meni ancora ce lo dico a mi madre>> e il saluto finale è stato riservato al collega rapper McChierico che da ben 2 giorni non si confessa.
Terza puntata e Mcilvano c’è ancora con “Macerata viziata” in cui inizia descrivendo le terribili guerre a colpo di semi di cocomero che caratterizzano Macerata. I vizi di cui parla la canzone sono terribili: nascondino, tombolata e pedicura, anziane che ballano e mariti che giocano a bocce. E per finire il saluto. <<Saluto i miei amici che si sono persi per strada>> conclude Max Giusti. <<Con la droga?>> incalza Francesca Zanni. <<No, col nascondino. Se so nascosti talmente bene che non li trova più nessuno.
Un’immagine davvero inedita e irriverente della nostra città, ma non si può che essere felici di essere stati scelti.
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GUARDA IL VIDEO:
httpv://www.youtube.com/watch?v=3AJWaMncNZA
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dopo questa (ironica e divertente) portata per i fondelli a livello nazionale dell’allarmismo (ingiustificato) maceratese, dopo l’intervista al questore di macerata che dice che l’unica cosa di cui si devono veramente preoccupare i maceratesi è se arriva il bel tempo (prima dell’estate sul Carlino), spero inizino a diminuire gli assurdi allarmismi di giornalisti, cittadini isterici, etc. etc… ma so che non sarà così, sob :(((
Performance simpatica e divertente, ma a me sembra tutto meno che dialetto maceratese…
bah…! personalmente non mi suscita neanche un sorriso ed in più,come fa notare il buon Bordoni,dialetto maceratese MOLTO ma MOLTO DISCUTIBILE!!!!!!
E’ un dialetto maceratese molto generico, ‘rpulitu da tutte quelle espressioni, lontane dall’italiano, che non si sarebbero comprese alla radio.