di Pierpaolo Tartabini*
Siamo ad un punto nodale della nostra storia e dello sviluppo del nostro territorio, e la domanda a cui è necessario dare una risposta non è se la Giorgini deve essere approvata o meno, ma piuttosto se è questo il momento di porre un freno, uno stop alle continue richieste di nuovi insediamenti, per tentare oggi di reinterpretare quelle risposte che le amministrazioni pubbliche debbono fornire alle legittime esigenze di chi svolge un’attività produttiva.
Prima però di esercitare le nostre menti e le nostre sensibilità nel rispondere a tale domanda, ritengo necessario porsene altre affinché si possa dare la giusta completezza all’argomento che stiamo affrontando.
E pertanto chiedersi responsabilmente se ha un senso urbanizzare altri sette ettari di territorio quando a pochi passi (parliamo di qualche decina di metri) una zona industriale in costruzione sta soffrendo lo stato della crisi generale, con la concreta possibilità che non verrà mai completato il suo potenziale edilizio? Ha un senso aver lottato per inserire una prescrizione per precludere l’apertura di aziende insalubri all’interno di Valleverde, per poi vedersela costruire ai suoi margini? Ha un senso aver votato per realizzare una pista ciclabile tra Piediripa e Montecosaro, per poi accerchiarla di fabbriche? Ha un senso continuare a consumare territorio quando abbiamo, purtroppo, nella nostra provincia una miriade di fabbriche che chiudono lasciando zone industriali desolatamente vuote? Ed ha un senso girare per le zone industriali e vedere un’infinità di cartelli vendesi o affittasi appesi sui capannoni, e contemporaneamente continuare a dare nuove autorizzazioni a costruire?
Quante altre domande potremmo porci, quanti altri paradossi potremmo portare in evidenza dove il buon senso non sembra albergare nelle menti di chi amministra, a vantaggio dell’interesse privato ed in barba a quello pubblico.
E’ oggi il momento di mettere in discussione questo sistema, di dare una svolta a metodi e convenienze che in modo miope continuano a consumare territorio in virtù di una fantomatico sviluppo.
Oggi, ora, bisogna prendere il coraggio sulle proprie mani e sostenere chi si mette in discussione e vuole percorrere strade diverse, come il Sindaco Carancini e quanto scritto nelle linee di indirizzo del suo mandato. E’ oggi il momento di respingere le falsità che strumentalmente sono state fatte circolare, al fine di mettere in difficoltà chi dovrà assumersi l’onere o il piacere di respingerla in Consiglio Comunale, adducendo una non ben identificata responsabilità economica diretta. Facendo sì, invece, di giustificare in modo squallido coloro che in questi mesi lavorano per farla approvare.
Ma pensare che il mio appello sia limitato solo a quei consiglieri di maggioranza indecisi e di quella parte della minoranza che si potrà fregiare di essere complice di questa scellerata scelta , sbaglia!
Il mio invito è rivolto a tutti i cittadini di Macerata di farsi sentire, di mettere in moto tutta la loro fantasia e volontà di essere interpreti principali per sostenere un cambio di rotta su un tema che tocca direttamente o indirettamente la vita di ognuno. Avviandolo così su quel percorso virtuoso che possa realmente farci dire a tutti, a prescindere delle nostre idee politiche, che è iniziata una nuova storia.
* Consigliere comunale di Sinistra per Macerata
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Condivido in toto il ragionamento di Tartabini. E’ ora di finirla con azioni volte solamente a danneggiare il nostro futuro. E’ ora che ci sia una pianificazione seria e non solamente intesa a privilegiare gli interessi di pochi.
Contiamo sulla “nuova storia” del sindaco Carancini per fermare questo ennesimo scempio ai danni del nostro territorio. Mi piacerebbe conoscere i nomi dei consiglieri che stanno svendendo il futuro dei nostri figli.
CARO PIERPAOLO SIAMO CON TE: ANCHE DENTRO IL PARTITO DEMOCRATICO PORTEREMO AVANTI QUESTE MOTIVAZIONI ALTE CHE VANNO OLTRE LE PREOCCUPAZIONI ECONOMICHE, GIURIDICHE, OCCUPAZIONALI (peraltro neppure presunte). Lo sviluppo della città è altro che la pervasività del mattone! Valleverde sì, ma di qualità! Industria insalubre no! Nessuna ragione tecnica favorevole può prevalere sul diritto-dovere di governare il territorio secondo un progetto alto della città: e questo tocca alla ‘politica’ che opera la sintesi al di là dei pareri burocratici pur necessari ma non sufficienti. Siamo con te!
questo scempio è da fermare siamo d’accordo, ma quanti c’è ne sono nella nostra città che dovevano essere fermati prima o no?
Concordo su tutta la linea, grazie Pierpaolo per la chiarezza e l’idealità del tuo articolo.
Siamo fortemente convinti della necessità di ridare al termine politica il significato originario, quello con la “P” maiuscola, quello che produce scelte consapevoli e responsabili per un futuro migliore della Comunità.
Nel caso in questione non ci sono elementi a favore del SI; parlo di elementi politici di sviluppo del territorio. Le valutazioni tecniche favorevoli (l’ok dei vari organi/uffici competenti) non devono condizionare le scelte del Consiglio Comunale che deve dare, attraverso il voto sulla Giorgini, un segnale di amore verso la nostra terra.
Per tali motivi i cittadini si aspettano il NO da parte nostra e noi di Pensare Macerata lo daremo senza indugi, sperando nel buonsenso di tutto il Consiglio.
pierpaolo il tuo intervento è impeccabile, ma il timore è quello di sempre: che si faccia terra bruciata attorno a persone e idee che provano a guardare oltre il mito dello sviluppismo. ne siamo testimoni da anni su tutto il territorio: le megalomanie dei civitanovesi (centrodestra), la follia delle nuova espansione di tolentino (centrosinistra), il sacco edilizio di macerata dell’amministrazione meschini (centrosinistra).
ci sono due squadre che giocano con le maglie identiche e che fanno finita di fronteggiarsi, ma la scommessa vera per loro, per le tasche del potentato di sempre, è riuscire a convincere i cittadini, in tempi di recessione e con i capannoni vuoti, che c’è ancora bisogno di industrie, di espansione, di questo tipo di sviluppo. anzi, di scviluppo.
spero, silenzioso e senza troppo ottimismo, che il vento abbia iniziato a girare per davvero. forza!
leggere l’articolo di Tartabini, che ringrazio, è quello che dovrebbero pensare e dire tutte le persone dotate ancora di un pò di sale in zucca. Non possiamo più farci prendere in giro da chi vive una realtà tutta propria a dispetto di quello che ci succede intorno ed a distapito del nostro futuro.
Mi pare logico che in un’area che si chiama Valleverde, si debba insediare un’industria chimica… e dove sennò ?!
Paolo, tu che li conosci, chiedi un po’ a Ricotta, “compagni” e Compagnucci se nel caso non passi la delibera, se trovano un pezzo di terra vicino casa loro dove poterla costruire per il bene della collettività -:))).
Tieni duro e …levati la sciarpa che è estate…. anche se non sembra!
Non si può che essere d’accordo. Le nostre zone industriali brulicano di enormi cubature inutilizzate, in vendita o in affitto e che deturpano inutilmente il paesaggio e si continua indefessamente a costruire. Se i cittadini sapessero chi c’è dietro, chi guadagna da tutto questo, a discapito dell’intera comunità, a tempo debito potrebbero fare le loro scelte con maggiore cognizione di causa…..