di Alessandra Pierini
Torna a una settimana dal voto l’appuntamento con il salotto filosofico di Hermas Ercoli. Il Teatro Filarmonica di Macerata, gremito di sostenitori, ha ospitato questa sera Marcello Veneziani, attualmente editorialista de “Il Giornale”, ma soprattutto scrittore, filosofo e pensatore definito un’anomalia nel paesaggio culturale del paese.
E’ il Manifesto del Futurismo, recitato da Carmelo Bene ad introdurre in un video di presentazione Veneziani che nel suo libro “Anni incendiari” si è occupato proprio di questo periodo storico di cui Macerata è stata protagonista.
Sul palco le immancabili poltrone bianche, ai lati Hermas Ercoli e il candidato sindaco della coalizione di centro destra Fabio Pistarelli, al centro l’ospite chiamato a trattare il tema “Giovani e cultura”.
Molti sono gli input che nel corso della sua dissertazione, profonda e brillante, Marcello Veneziani ha consegnato nelle mani di amministratori, docenti e giovani. E’ critica la sua visione delle cose ma non pessimista, su ogni questione ha un suo pensiero e una sua ricetta: “Quando si vuole rilanciare un’idea di comunità bisogna far riferimento alla realtà. Una città può risorgere se ha amore di se stessa e se ha una ragione di consonanza data dalla consapevolezza che se ci siamo nati non è per caso.”
E il ’68 che ha visto i giovani protagonisti? Un fallimento secondo Veneziani: “Mi preoccupa quando si utilizza il linguaggio politiccally correct perchè mi sembra che il ’68 che ha fallito nel cambiare la realtà, si è accontentato di falsificare il linguaggio così il negro diventa persona di colore e l’handicappato il diversamente abile e io propongo che i morti divengano i diversamente vivi- continua ironico – ritengo che oggi i docenti siano l’elettore tipo della sinistra e sarà un caso ma la scarsa capacità degli insegnanti, oggi diffusa, coincide con quell’orientamento politico.”
Veneziani va avanti affrontando la questione dei talk show sospesi in periodo pre-elettorale “li avrei tenuti per garantire la libertà informativa, anche se faziosa e perchè non spostano consensi ma rafforzano le posizioni” e della Rai “struttura ingessata e impossibile da modificare” di cui è stato consigliere d’amministrazione.
Sono la tradizione e la cultura, secondo il pensatore le misure da adottare: “L’identità va liberata dal retrogusto razzista perchè chi ama la sua identità non disprezza quella degli altri. Oggi la tradizione è l’unica vera trasgressione e la tradizione non è legame con il passato ma senso della continuità. La cultura è invece la premessa per il senso civico. Non credo a chi fa politica per spirito di servizio, preferisco colui che lo fa per ambizione e per iscriversi nella tradizione della sua città.”
Fabio Pistarelli raccoglie a fine serata le suggestioni di Veneziani e si tuffa nelle sue riflessioni: “Questa sera non si è fatta campagna elettorale ma si è cercato di capire chi è l’uomo e quali sono le sue motivazioni. E’ questo il mio pensiero: dai il massimo di te stesso ma raccogliendo il testimone da quanti ti hanno preceduto e portandolo alla prossima fermata. Se ci spendiamo per la nostra città quanto ritorno avremo a livello di soddisfazione e di orgoglio?”
La conclusione spetta alle parole di Marcello Veneziani lette dalla inconfondibile voce di Hermas Ercoli: “Passerò solitario e non vi accorgerete di nulla perché nulla in fondo è accaduto. Solo un’ ombra di vita che si fece scrittura ”
(Foto di Guido Picchio)
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L’incontro con Stefano Zecchi:
https://www.cronachemaceratesi.it/?p=17579
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Ritengo Marcello Veneziani uno dei pochi intellettuali liberi e controcorrente. Condivido in pieno le osservazioni che propone sulla cultura della tradizione.
Peccato solo il brutto exploit finale di Pistarelli su Tuttoingioco…
Veneziani era troppo giovane per aver vissuto appieno il ’68 e, successivamente, deve aver male interpretato (o capito poco) quello che è accaduto (in termini sociali, politici e culturali) in quanto traccia giudizi di una superficialità veramente spaventosa..
Ne parla (anzi per megio dire ne straparla) ma da chiaramente l’idea che non sa di cosa stia parando…..
Curioso che per parlare di Cultura la destra, evidentemente a corto sul piano locale, deve sempre chiamare “gente da fuori” che viene a spiegargli le cose…. Eppure abbiamo biblioteche, librerie.
Non dovrebbe essere difficile essere un pò meno zucche e un pò più istruiti.
Forse, caro Cerasi, guarda solo ai frutti di quel “movimento culturale” nato bene e finito male, padre di una serie di caste di potere (insegnanti, giudici, dipendenti pubblici per dirne alcune) i cui protagonisti sono più incollati alle sedie dei politici.
il ’68, che ha avuto alcune anticipazioni in USA fin dal 1964, è un’argomento talmente complesso e vario, talmente multiforme e differente da luogo a luogo che liquidarlo con poche battute, come ha fatto Veneziani, dimostra che non l’ha proprio capito.
Perchè se si vuole analizzare la complessità del ’68 non si può certo prendere solo un aspetto (e scollegarlo da tutto il resto) in quanto così facendo si da già di per se una visione parziale, visione che tra l’altro (almeno da quello che riportano le cronache) è talmente di basso livello culturale che sembra che Veneziani parli ma non si sa di cosa stia parlando.
Quelle che tu chiami “caste di potere” già erano ben presenti prima del ’68, quindi anche qui l’analisi del Veneziani risulta approssimativa: comprendo che Veneziani doveva pur dire qualcosa ma le analisi che fa sono di un pressappochismo stratosferico.
SAPIENTINO e statte zittu!!!!
dici un mare di ……….. cavolate, come sempre.
Siccome non eri presente non puoi certamente interpretare l’intero discorso da una sintesi fatta tra l’altro molto bene dalla giornalista.
Resta inteso che non saresti stato in grado di capire un …… neanche se ascoltavi tutto l’intervento con un tutor personale.
Infatti io non ho interpretato l’intero discorso, che tra l’altro, ha toccato diversi argomenti, ma specificatamente ho solo fattonotare che la lettura del’68, presentata da Veneziani, sembra spaventosamente superficiale.
Oppure ti sei inalberato perchè quando si parla di Cultura voi di destra dovete sempre ricorrere a qualcuno che ve la spieghi perchè, presumibilmente, da soli non ci arrivate???
ritengo che oggi i docenti siano l’elettore tipo della sinistra e sarà un caso ma la scarsa capacità degli insegnanti, oggi diffusa, coincide con quell’orientamento politico.”
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MA COME SI PERMETTE???
al di là dell’ affermazione superficiale,qualunquista e offensiva per un’intera categoria e per tutta la scuola italiana , cosa suggerisce l’intellettuale di destra, per riqualificare la scuola?…. epurarla da tutti gli insegnanti che votano a sinistra?
non c’è niente da fare, a destra, intelettuali o no, resta sempre una rozzezza di fondo nel loro pensiero.
Penso si stia facendo, ma comprendo il clima politico che un po’ istiga e “aizza”, una qualche confusione. Cerasi coglie, a mio avviso, una “sostanza” quando dice che il ’68 e dintorni fu complesso ( come fenomeno, ovviamente). Indipendentemente dalle erronee apologie di quei tempi, con ogni probabilità non tutto si può gettare in cantina. E’ altrettanto certo che sia nata ( a favore del ’68)una pubblicistica “troppo” di parte: dico a favore o contro e forse anche libri che eccedono nel fascino memoriale. Tuttavia anche la destra presenta notevolissimi pensatori e “critici” del Sistema,critici davvero coraggioso. Marco Tarchi, ad esempio e Fini ( non l’onorevole). In quei tempi ero giovane e notavo proprio a destra un pensiero critico, ad esempio, nei confronti del Capitalismo, analizzato non col metro marxista o econiomico politico, di tutto rispetto e fortemente ( ancora oggi) condivisibile. Tale pensiero è ancora leggibile in tratti, ad esempio, della impostazione teorica della Dottrina sociale della Chiesa ( penso al tema della distruibuzione del reddito, all’usura, etc) e noto ( ancora ) in questo pensiero una fertile lente di lettura del soggetto, della Persona, di una Persona che non debba essere subalterna alle Leggi della Economia. Il pensiero della Destra ( mi riferisco al settore a cui faccio riferimento) è un pensiero ” impopolare”, nel senso di “poco conosciuto”. La questione oggi è diversa. La Destra ( dico quella Economica) fa di tutta l’erba un fascio e trita e annulla l’aspetto positivo che giace al fondo. Tale nefando azzeramento del Pensiero Critico è avvenuto, purtroppo, anche a sinistra. Il Pensiero Globale è solo Economico, e questa è la cosa più triste. Chiedo scusa per la divagazione, ma mi sono preso un po’ di tempo, di tempo più vero, sospendendo la mia caccia al voto. Con il permesso di Curzio Malaparte che giudicava il voto un “ludo cartaceo” e di Pound che mi spinge a rileggere ilsuo capolavoro sull’Usura.
Professore non confondiamo invece le acque, tra quello che è il pensiero logico razionale su cui si basano gli scritti che elenca, e quello che investe altra natura umana di pensiero. Non c’entra il clima elettorale, semmai amplifica certi contenuti che non passano inosservati.
Quando parlo di rozzezza, mi riferisco a mancanza di tatto, sensibilità, cuore.
Rozzezza sentimentale.
Io, non avrei mai voluto un insegnante così, avesse pure scritto lui la Divina Commedia.
Quello che ha detto in quell’incontro non è degno nè del fine pensatore, nè dell’uomo.
Neanche Gigetto al bar sotto casa, con dentro mezzo litro di troppo sarebbe riuscito a dirlo.
Certe esternazioni mostrano in che le fa, che non ha presente i reali destinatari della sua spocchia fondata su una visione della società sostanzialmente ordinata in due settori, la destra e la sinistra e quindi colpisce indistintamente:
-igenitori dei tanti insegnanti che con sacrificio economico ( se sono di sinistra non verranno dalla Luiss o dalla Bocconi) li hanno portati al massimo grado di istruzione
-i ragazzi che prima di essere gli insegnanti insultati da Veneziani, hanno tascorso il loro tempo sui libri per crescere culturalmente, per rispondere a una vocazione, per migliorare la loro posizione sociale. Tutto tranne che la paga modesta rispetto al ruolo sociale.
-i nostri figli che oggi mandiamo alla scuola e all’ università pubblica, con ancora più sacrifici di quelli che hanno fatto i nostri genitori ma senza in cambio una prospettiva di sicurezza del posto di lavoro.
ma chiedesse scusa piuttosto Veneziani o chi per lui , alla platea più vasta di quella intervenuta , che magari ha anche sorriso e applaudito di fronte a certe dichiarazioni.
il 68 avrebbe dovuto portare, secondo loro, libertà di pensiero, invece ora dobbiamo chiedere scusa di pensarla diversamente…..
non le fa onore questa considerazione.
questo non è pensare diversamente, qui manca proprio il pensare prima di parlare.
da il Giornale del 23 marzo 2010
Il festival Veneziani e Guerri a PordenonePensa
«Cogito ergo sum» è la famosa espressione di Cartesio adottata da «PordenonePensa – La provincia incontra le idee». Cinquanta ospiti, fra i nomi noti della cultura, dell’attualità e del giornalismo, per 26 appuntamenti, dal 16 aprile al 6 giugno. Una rassegna che coinvolgerà non solo il capoluogo di provincia del Friuli-Venezia Giulia, ma altri 11 comuni del circondario. Fra i «big» della seconda edizione di PordenonePensa sono previsti editorialisti come Sergio Romano ed Ernesto Galli della Loggia, le firme de Il Giornale Marcello Veneziani e Giordano Bruno Guerri, il direttore di Rai Uno Mauro Mazza e quello di Libero Maurizio Belpietro. «PnPensa – ha spiegato Alessandro Ciriani, presidente della Provincia – propone una cultura aperta a tutti, non salottiera e snobistica. Un confronto su temi d’attualità aperto al pubblico, che nel contempo dia visibilità al nostro territorio». Aprirà la rassegna di incontri Giampaolo Pansa, con la Storia della prima Repubblica – Si stava meglio quando si stava peggio?. Al giornalista verrà assegnato il premio 2010 PordenonePensa dedicato alla libertà di pensiero.
IN CO(G)ITO ERGO SUM C’E’ UN PO’ DI TUTTINGIOCO…
Tamara, condivido la tesi della rozzezza sentimentale. Sono però anche convinto che il “tifo” elettorale esasperi l’animo. Relativamente al “pensare” che dovrebbe anticipare il “dire”, anche in questo caso, non posso che concordare. Quanto al pensiero della Destra, a quel tipo di pensiero ” fertile” o ” germinale”al quale ho fatto riferimento, verifico a tutt’oggi il suo annullamento o azzeramento o soffocamento. La spinta “rivoluzionaria” di quel pensiero che è e rimane una spinta anticapitalistica ( non antiindustriale) è stata “divorata” del Pensiero ( ? ) Economico. Per simmetria, vorrei dire che la “secolarizzazione” non investe solo e purtroppo la Religione, ma il Pensiero Critico tout court. Purtroppo, e che rabbia provo…Ed ecco allora emergere “solo” un istinto senza pensiero, un automatismo senza pensiero e, vorrei osare di più, un sentimento senza sentimento. Ma qui il discorso si allunga. E chi ci legge più? Lo rimandiamo a questa Macerata Migliore, da qualunque parte utopica dei due schieramenti si prospetti.
Vedete, ognuno di noi cade in errori e contraddizioni. Cerasi dice che la destra ha bisogno di chiamare gente da fuori perché il livello culturale interno è basso, poi scrive “un argomento” con l’apostrofo. Tamara rimprovera a Veneziani di fare di tutta l’erba un fascio, quando attacca gli insegnanti e poi dichiara: “non c’è niente da fare, a destra, intelettuali o no, resta sempre una rozzezza di fondo nel loro pensiero”, facendo lo stesso identico errore di Veneziani, includendo tutta la gente di destra nello stesso limbo. Non serve il muro contro muro, serve un po’ più di pacatezza e un po’ più di confronto. Ps. non sono di Macerata dunque la campagna elettorale comunale mi interessa relativamente, ma come persona “di destra” mi sono sentito tirato in ballo.
Fabio: intanto il mio attacco alle parole di Veneziani mi pare che l’abbia ben circostanziato e questo già fa la differenza fra il dire una cosa tanto per dirla da un palcoscenico e sostenerla con argomenti di contrappunto come ho fatto io.
Poi ho anche precisato in che consiste la rozzezza che attribuisco alla destra e la confermo con più forza oggi,perchè purtroppo non mancano esempi quotidiani di politiche pericolosamente lucide , portate avanti senza un briciolo di cuore nelle scelte che opera il governo che oggi vi rappresenta. Non passa giorno che non si assista a una continua riduzione dei valori, da quelli istituzionali a quelli umani. Dov’è la raffinatezza politica di questo governo?
La notizia di ieri dei bambini di Vicenza che a mensa non ricevono il pasto come tutti gli altri “figli di un Dio maggiore” perchè i loro genitori in difficoltà economica sono inadempienti verso il comune governato dalla Lega nord, ripugna talmente tanto, che non ci si può risentire di fronte a una valutazione come la mia: che altro è questa se non una politica rozza fatta da gente rozza di sentimento, di pietas umana ? le contraddizioni vere che dovreste cogliere e su cui dovreste rilettere sono ben altre dal dire le cose come stanno come ho fatto ieri rispondendo al fuoco di Veneziani.
Che senso ha, battersi per il crocefisso appeso nelle aule scolastiche come ha fatto la lega nord, eppoi dentro quelle stesse stanze scolastiche rinnegare i primi fondamentali precetti di carità, di solidarietà cristiana? Mi dica lei. Nello stesso luogo dove il simbolo dell’uguaglianza è stato fortemente voluto da quelli stessi che amministrano il comune, alcuni bambini consumano il loro pasto sostanzioso mentre altri stanno a pane e acqua
Che colpa hanno quei bambini per soffrire una discriminazione simile ?
di fronte a queste realtà, che vuole che sia avere detto la verità!
Tamara, innnzitutto se ti và, dammi del tu perchè mi sento più a mio agio. Non infilare tutto dentro a questo discorso. Il mio appunto alle tue parole era dovuto al fatto che, come Veneziani era stato qualunquista nel dichiarare che gli insegnanti sono incapaci e tutti di sinistra, tu lo sei stata altrettanto tacciando di rozzezza intellettuale chi stà a destra, indistintamente. Non si può fare di tutta l’erba un fascio e non è che il qualunquismo è di destra mentre la verità stà a sinistra. Sul fatto dei bambini e della mensa hai perfettamente ragione. Quel caso è abominevole e basta, ma solo perché mi considero di destra, non mi posso accollare gli errori e le nefandezze di ogni singolo rappresentante del governo nazionale o di quelli locali. Spero di essermi spiegato meglio……
@Fabio
certo che avevo capito che volevi dire e ti dico anche che ho concluso di proposito il mio commento a quel modo, sapendo di accollarmi le stesse accuse che ho rivolto a Veneziani. mi fa piacere quindi. – senza cinismo.- che tu abbia provato il mio stesso risentimento quando ho letto dal canto mio, quello che pensa Veneziani degli insegnanti che votano a sinistra.
diciamo che ho voluto provocare reazioni. potevo chiudere lì per non essere tacciata di qualunquismo anche io, ma se l’ho fatto è per poter far capire che le parole pesano e non cadono mai nel vuoto, specie se pronunciate da un opinion leader come può essere Veneziani in questo caso.