In Corso della Repubblica
una vetrina per i prodotti tipici

Ecco come rinascerà la sala ex contrattazioni della Camera di Commercio

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I locali della Camera di Commercio in Corso della Repubblica per troppi anni abbandonati saranno rinnovati per creare un’area polifunzionale per l’esposizione e la valorizzazione di prodotti tipici della provincia, per incontri e convegni, per corsi e seminari, per ricevere ed intrattenere rapporti con delegazioni e personalità.

L’architetto Claudio Pantana illustra l’intervento di recupero:

” Il progetto mira a concentrare le attività principali quali l’esposizione, l’intrattenimento, la divulgazione dei prodotti tipici al piano terra, con una organizzazione razionale mediando il compromesso tra necessità funzionali e limitazioni oggettive, e l’aspetto dell’architettura di interni nella ricerca di quella spazialità, di quelle forme, di quella matericità, di quei giochi di luce ed ombre che confluiscono a generare scenari variegati ed una atmosfera avvolgente. I locali oggetto di intervento si articolano su quattro livelli, tale peculiarità è la presenza nella zona più interna al piano terra, di uno spazio a doppio volume con sviluppo verticale e coronato da quattro longilinei pilastri in ghisa e che permette alla luce, proveniente da un lucernario posto al livello del piano secondo, di giungere sino alla parte più interna del locale al piano terra.

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L’accesso dall’esterno avviene sia dal lato del Corso della Repubblica che dal lato interno del porticato adiacente, per entrambi gli ingressi si prevedono infissi in metallo verniciato a polvere, vetri antinfortunio e portoni in legno rovere naturale sistemato a doghe con inserti metallici come chiodi a testa bombata disposti geometricamente e maniglioni dallo sviluppo verticale, rivisitazione in chiave moderna dell’antico portone, da realizzarsi esclusivamente su disegno.
Il locale al piano terra trova alle sue estremità il vano scala che mette in comunicazione i tre livelli, terra, primo, secondo, e che è imperniato attorno ad un volume parallelepipedo. Il fulcro della composizione di tale spazio è destinato a quella porzione di superficie idealmente racchiusa tra le quattro colonnine, queste inquadrano il luogo in cui è stato pensato il banco mescita, con una sorgente luminosa atta a generare un effetto di retroilluminazione, che rafforza la volontà di restituire la precedente concezione spaziale del doppio volume introducendo al livello del piano primo una porzione di solaio in vetro.

La parete opposta, dove insiste l’accesso per il piano inferiore e dove è prevista la sistemazione in sequenza delle teche espositive su ruote, è stata trattata con un rivestimento in pietra naturale, ardesia ferrugem dal colore ruggine, tema questo che si ripropone anche su altre pareti, per dare matericità, creare contrasto con le altre superfici e definire un legame tra i vari livelli, tra gli spazi in successione come in una promenade architettonica.

Al piano interrato si giunge attraverso una rampa di scale, negli spazi ricavati in questo livello si organizzano due bagni di servizio, ed il deposito. Un ascensore rende meccanizzato il collegamento tra i piani nobili — terra/primo.
Dal piano terra attraverso il percorso ascensionale, caratterizzato per tutti i livelli dal rivestimento in ardesia della parete di fondo, si accede al piano primo, dove in corrispondenza del pianerottolo di sbarco, fronteggia un pannello a tutta altezza in metacrilato con finitura acidata a separazione dell’area di disimpegno da quella destinata alle attività.
Al piano primo, considerato dal punto di vista funzionale una prosecuzione ideale del piano terra, ritroviamo le quattro colonnine che inquadrano un controlucernario realizzato con pannelli in metacrilato montati su struttura di metallo, atto a creare un effetto di diffusione della luce zenitale e garantire una schermatura alla introspezione.
Le pareti in muratura sono caratterizzate da una finitura superficiale a grassello di calce, l’intento è quello di avere un effetto materico sulle superfici verticali, la scelta della finitura per i pavimenti vuol conferire un effetto monolitico e al tempo stesso cangiantecco, il progetto illuminotecnico prevede l’utilizzo di corpi illuminanti a scomparsa con interventi di incassi, tagli e velette nei controsoffitti”.



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