Anna Castiglia vince Musicultura.
«Parte del premio andrà alla Palestina»
Nada e Enzo Avitabile straordinari (Foto)

MACERATA - L'artista trionfa con il brano "Ghali" che fin dalle audizioni aveva mostrato di avere una marcia in più per contenuti e testo. Nella notte hanno poi brillato l'autrice di Amore Disperato e l'immenso sperimentatore napoletano accompagnato dai Bottari. Plauso anche per Carlotta Proietti nel suo ricordo di Gabriella Ferri

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Anna Castiglia vince la 35esima edizione di Musicultura con il brano Ghali

di Marco Ribechi (foto di Massimo Zanconi)

Anna Castiglia vince Musicultura: «Donerò parte dei 20mila euro alle associazioni pro-Palestina perché non possiamo restare indifferenti». Questa è stata la prima dichiarazione della giovane artista siciliana che trionfa nella 35esima edizione del festival allo Sferisterio di Macerata.

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L’esibizione di Anna Castiglia

Cronaca di una vittoria annunciata? In parte sì perché fin dalle audizioni il suo brano Ghali, ironico e allo stesso tempo molto profondo, aveva già mostrato una maturità compositiva degna di un cantautorato impegnato d’altri tempi.

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Ferdinando Cavallini premia Anna Castiglia

Il testo, incentrato sulla cattiva abitudine di rinnegare le proprie responsabilità gettando la colpa addosso agli altri, complesso nella metrica e nel lessico attraverso parole ricercate, a prima vista potrebbe sembrare canzonatorio ma in realtà nasconde una critica sociale molto arguta a cui la stessa artista non si sottrae. «Anche i cantanti sono una classe che spesso incolpa le mode musicali per giustificare i propri fallimenti – dice la ragazza sul palco dell’arena – quindi ho scelto Ghali a modello per la mia autocritica, ma in realtà è un autore che adoro e che ascolto costantemente. Il titolo è nato in tempi non sospetti, circa quattro anni fa».

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E se Ghali nel pezzo “Casa mia” incluso nell’ultima edizione di Sanremo a febbraio dichiarava: “Per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale”, riferendosi ai massacri di Gaza, Anna Castiglia a distanza di quattro mesi rilancia, offrendo parte del suo premio a sostegno della Palestina: «Va bene il concorso, la vittoria, i progetti e la musica ma bisogna ricordare chi vive sotto le bombe, è anche questo il significato della mia canzone» ha spiegato l’artista a caldo, prima di ricevere il premio Banca di Macerata e i complimenti del presidente Ferdinando Cavallini.

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Il sorprendente Nico Arezzo con Nicareddu

Tra le proposte nella notte di ieri hanno brillato anche i due nico: Nico Arezzo e Nyco Ferrari. Il primo avrebbe sicuramente meritato almeno un riconoscimento data la sua scelta coraggiosa di portare un brano in siciliano, la particolarità del pezzo stesso e la sua stupenda voce capace di ammutolire letteralmente lo Sferisterio ad ogni acuto. Il secondo ha dimostrato di avere energia da vendere con un brano sincero, accattivante e sicuramente già pronto per conquistare un pubblico più vasto. Il premio della critica Piero Cesanelli invece è andato nelle mani di Eugenio Sournia che evidentemente ha fatto breccia nei cuori degli ascoltatori con un brano dai toni puramente cantautoriali.

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Nyco Ferrari con “Sono fatto così”

Interessante anche il premio ottenuto da Helle che è stata scelta dalla giuria “La casa in riva al mare”, formata da detenuti del carcere Barcaglione di Ancona. La ragazza si esibirà in concerto proprio tra le mura della prigione che è stata interessata da un progetto di recupero sociale attraverso la musica, promosso da Musicultura e dal Garante per i diritti della persona della Regione Marche nella persona dell’avvocato Giancarlo Giulianelli. Per gli altri artisti in gara, tutti meritevoli ma oggettivamente autori di progetti non altrettanto maturi, resta un’esperienza di crescita personale e artistica molto densa dovuta al particolare clima di amicizia che Musicultura instaura tra i concorrenti, come loro stessi hanno dichiarato in più occasioni.

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Tutti uniti per interpretare “La casa in riva al mare” di Lucio Dalla

Clima di unione più che evidente nel bellissimo mento corale, quando tutti i finalisti insieme a Paola Turci e alla sua chitarra, hanno cantato il brano di Lucio Dalla La casa in riva al mare, dedicata proprio ai detenuti. Nella serata finale dell’edizione 2024 i momenti musicali più elevati arrivano comunque dopo l’intervallo attraverso due artisti che da vari decenni promuovono un cantautorato libero, fatto di ricerca e sperimentazione. Prima Nada, osannata da Paola Turci come modello e ispirazione per tutte le artiste italiane si è esibita con tre brani accompagnata solo dal suo chitarrista: Senza un perché, Stasera non piove, In In mezzo al mare. Nella breve ma intensa performance l’artista ha mostrato tutta la sua grinta gettando una sferzata di energia sul pubblico presente.

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Nada

Energia che poi è letteralmente raccolta e amplificata dal secondo big Enzo Avitabile, accompagnato dai Bottari. Avitabile, premiato anche dalle due università, ricercatore e sperimentatore musicale, scopritore di nuove sonorità e anche di nuovi strumenti musicali, ha mescolato nella sua esibizione suoni napoletani, mediterranei, africani cantando in vari dialetti e dando effettivamente un senso alla generica definizione di world music.

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Enzo Avitabile

Attraverso il suono l’artista napoletano abbatte ogni barriera, unisce mondi e fa dialogare realtà che solo a prima vista sono lontane, considerando che l’animo umano oltre ogni singolarità culturale è comunque uno solo, legato dagli stessi sentimenti, dalle stesse emozioni che il linguaggio universale della musica sa connettere meglio di ogni parola. «Da bambino la mia formazione è avvenuta col Juke Box, l’unico elemento di diffusione musicale del tempo – spiega Avitabile – ascoltavo James Brown, non capivo nulla di quello che diceva ma mi piaceva. Poi, quando l’ho conosciuto davvero, ho deciso di cantare per lui in napoletano. Nemmeno lui capiva nulla ma gli piaceva. Così ci siamo trovati in un attimo».

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Lo straordinario Enzo Avitabile

Anche da Avitabile quindi l’inevitabile messaggio di unione e pace, sigillato dalle danze del pubblico in arena: «Scusate ma la musica ha una componente assolutamente irrinunciabile, la danza. Noi non riusciamo ad andarcene se non ci accompagnate un po’ col ballo» ha dichiarato prima di eseguire la travolgente Aizamm’ na mana che ha seguito gli altri brani Don Salvato’, Tutt’ egual song’e criature, Thalassa cardia, Salvamm’o munno.

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Carlotta Proietti

Il ricordo dei 20 anni della scomparsa dell’immensa artista romana Gabriella Ferri viene invece affidato a Carlotta Proietti. Figlia del monumento Gigi Proietti, anche lei attrice, ha sfoggiato la sua splendida voce con cui ha intonato “Il Valzer della Toppa”  scritto da Pier Paolo Pasolini e incentrato sulla storia di una prostituta che si ubriaca. Il bel ricordo è stato poi seguito da un duetto con Paola Turci sulle note dell’inno romanesco per eccellenza, Tanto pe’ cantà, ormai parte della cultura popolare italiana e intonato praticamente da ogni artista romano.

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Alessandro Bianchi

In parte fuori contesto invece l’esibizione del comico Alessandro Bianchi che ha portato sul palco la macchietta di un ipotetico delegato lituano Ue per la commissione lavoro, intento a leggere un discorso durante attacchi intestinali dovuti a dei lassativi. Una comicità fatta soprattutto di boccacce e sberleffi, un po’ troppo infantile e avulsa di significato in un contesto che vuole elevare la cultura, ma che comunque ha strappato risate a parte della platea. Forse il tempo sarebbe stato meglio impegnato se avessimo avuto un reale delegato Ue, capace di illustrare seriamente la delicata situazione lavorativa in Europa. Per fortuna è stata breve.

 

La voce di Diodato e la chitarra di Ivan Graziani: Musicultura, due perle allo Sferisterio

 

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Carolina Di Domenico e Paola Turci

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Bianca Frau

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De.Stradis

Helle

Helle

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The Snookers

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Eugenio Sournia

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L’assessore Riccardo Sacchi

 

 

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