Banca d’Italia
di Luca Patrassi
C’è una voce dissonante nel coro a sostegno dell’operazione di acquisto del palazzo ex Bankitalia da parte di Unimc: arriva dal consigliere comunale di Strada Comune-Potere al Popolo Alberto Cicarè. La frase di esordio dell’intervento di Cicarè: «Quando leggo toni trionfalistici perché l’Università ha comprato il palazzo ex Bankitalia (ma il rettore ha messo le mani avanti sulla complessità dell’operazione), rimango abbastanza perplesso». Si prosegue con: «Si dice che è un tassello fondamentale per il rilancio del centro storico. Ma veramente si pensa che un palazzo che ospiterà uffici, che ovviamente saranno spostati da altri palazzi, potrà essere la chiave di sviluppo del nostro centro, dove i negozi chiudono e i pochi residenti se ne vanno? Il rettore avrà fatto bene, in base ai suoi calcoli, a comprare un nuovo stabile, ma tutti i saltatori sul suo carro che titolo hanno per intestarsi la riuscita dell’operazione e prevedere un futuro di nuovo radioso per la città?».
I servizi dell’Acli in un cartello
Il nodo delle iscrizioni: «Non sanno che la competizione per le iscrizioni tra gli atenei è spietata e la concorrenza degli atenei privati on line (una vergogna, anche l’Acli si mette a fargli servizi) mettono a serio rischio l’afflusso di nuovi studenti a Unimc come ad altre università storiche? Non sanno che il forte calo delle nascite sta già provocando contrazioni nelle iscrizioni nelle scuole di ordine inferiore, e presto arriverà all’età universitaria? Non sanno che le ristrettezze economiche, l’inflazione altissima e i tassi di interesse da strozzini, riducono tantissimo la capacità di investire sull’istruzione dei figli? E allora basta un investimento in uffici per gridare allo scampato pericolo? Se l’università sta combattendo con grandi difficoltà per mantenere gli iscritti, non c’è da negarlo e nasconderlo, quali ricadute ci saranno sulla città, visto che tutti si sbracciano a dire che ne è la prima industria, che senza gli studenti muore?».
Un appello agli Enti locali per i trasporti: «Forse è il caso di fare una riflessione approfondita tra le istituzioni competenti, a cominciare dalla Regione, per capire come guidare lo sviluppo del sistema universitario del nostro territorio. Ad esempio tutti, studenti e docenti, lamentano l’estrema difficoltà dei collegamenti. Non si tratta di costruire nuove strade, ma di rendere più intelligente il sistema dei trasporti attuale. Unimc diventerebbe più appetibile se ci fossero collegamenti più rapidi e frequenti col treno e col bus da Civitanova e da Foligno. E la progettazione si potrebbe fare insieme a l’Università di Camerino, che ha le stesse esigenze.
Alberto Cicarè
E se il costo del trasporto pubblico fosse più agevolato, come chiedono da tempo gli studenti e come ho chiesto io in Consiglio diverso tempo fa, si potrebbero affittare case anche al di fuori delle zone centrali, sviluppando una sana concorrenza e quindi una riduzione dei costi per mantenersi agli studi». La polemica finale di Cicarè: «Esempi di come sarebbe necessario lavorare seriamente su progetti, piuttosto che mandare comunicati stampa di felicitazioni per un lieto evento che ancora non è avvenuto, e che da solo certo non risolverà i problemi della nostra città».
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Personalmente sono felice che quel complesso edilizio storico venga utilizzato da qualche Ente, in questo caso l’Università. Che è poi quella che dà la vita al centro storico. Se a Corridonia avessimo nel centro storico una struttura idonea a ospitare una branca di Università, sia essa statale, che privata, il centri storico riprenderebbe un po’ di vita.
I centri storici si sono spopolati di abitanti, di strutture produttive di tipo artigianale e di negozi, come era un tempo. Senza parcheggi perchè venire a vivere in un centro storico? Con quelle viuzze in saliscendi, con quella difficoltà a circolare? Erano nuclei medievali, con cavalli, muli, bovini da tiro e carri da trasporto, con strade strette e oggi dissestate.
Macerata ha altro: uffici, Comune, biblioteche importanti e chiese da ammirare. Tutto non è perduto. Ci si può arrivare in auto, lasciandola sotto le mura, se si trova il posto. Rampa Zara potrebbe essere un valore aggiunto, ma non risolutivo.
Concordo rapanelli ma aggiungerei che le persone abitetebbero volentieri in centro se le giunte precedenti non lo avessero trasformato in un mangiatoia ed abbeveratoio a cielo aperto con conseguenti problemi per chi dopo una giornata di lavoro vorrebbe star tranquillo e poter lasciare l auto senza la paura di trovarsela sfasciata senza aver paura di trovare siringhe o deiezioni varie sull’uscio di casa o urlatori notturni di vario genere
Se qualcuno cerca ancora le cause della clamorosa sconfitta del PD alle ultime elezioni (non è stato capace neanche di arrivare al ballottaggio!), guardi ed ascolti questi personaggi dell’attuale opposizione che, in presenza di un evento eccezionale (finalmente c’è un progetto di utilizzo dell’ex B.I. (qualunque esso sia, di fronte al desolante abbandono, e chissà per quanto tempo… forse per sempre!) trova il modo di criticare i giudizi positivi con banali stupidaggini. Bisogna ricordare a questo soggetto il vecchio detto, per cui spesso è meglio tacere e sembrare stupidi piuttosto che parlare e confermarlo!!! Lui ci è riuscito…a confermarlo!