La lezione di Della Valle.
«Caro Leopardi, non sei solo: sei unico»

RECANATI - L'astrofisico protagonista dell’incontro "Gli Infiniti leopardiani"

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L’incontro “Gli Infiniti leopardiani”

L’incontro “Gli Infiniti leopardiani” nella sala Foschi del Centro nazionale di studi leopardiani, guidato dal presidente Fabio Corvatta, ha tenuto inchiodato il pubblico fino a tarda serata.

Gli-Infiniti-leopardianiPubblico composto in grande parte dagli studenti del liceo classico Leopardi ed anche da addetti ai lavori: non è passata inosservata la presenza dell’onorevole Angelo Tiraboschi, qualche anno fa, nella sua qualità di presidente della commissione Bilancio della Camera, sostenitore di una legge che ha poi dato il via libera ai finanziamenti per l’internazionalizzazione dell’attività del Cnsl.

L’incontro è stato preceduto dai saluti dell’assessore alle Culture di Recanati Rita Soccio, della dirigente scolastico del Liceo classico recanatese Annamaria Marcantonelli, del property manager del Fai Orto sul Colle dell’Infinito Alessandra Toilo e dagli interventi della professoressa Fabiana Cacciapuoti della Biblioteca Nazionale di Napoli e di Laura Melosi docente di Unimc. Poi spazio all’astrofisico Della Valle che ha conquistato i presenti con una lezione partita da un Leopardi quindicenne autore di un trattato dell’astronomia, basato sulla lettura di duecento testi e con duemila riferimenti bibliografici e conclusasi con l’Infinito.

Gli-Infiniti-leopardiani-1-325x244«La precocità è il segno della genialità» ha osservato Della Valle. Meraviglia, conoscenza e mistero sono i tre pilastri da cui è partito per abbinare la visione leopardiana del mondo a quella della scienza sottolineando come l’interesse del piccolo Giacomo per l’astronomia possa essere nato da due eventi straordinari cui ha assistito: l’eclissi del 1804 e la grande cometa del 1811. «La scienza non è altro che un lungo cammino che porta alla scoperta della nostra ignoranza» scrive Leopardi, che alcuni anni dopo approderà all’Infinito e a quegli interminati spazi che fanno sentire l’uomo solo di fronte all’immensità dell’universo. Della Valle chiude con una frase di grande impatto emotivo: «Caro Leopardi, non sei solo, sei unico».

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