«Ho tutti i disturbi dell’apprendimento
eppure sto studiando all’università:
schemi mentali e tutor la mia forza»

VITA D'ATENEO (quarta puntata) - Federico Treggiani, 19 anni, è iscritto a Unimc. Racconta le difficoltà che ha incontrato e affrontato da quando ha scoperto i suoi Dsa

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Federico Treggiari

 

(Clicca per ascoltare l’intervista in podcast)

di Irene Properzi

Federico Treggiari ha 19 anni, è uno studente di Ascoli iscritto al primo anno del corso di Beni culturali e turismo dell’Università di Macerata. All’età di 7 anni a scuola ha scoperto di avere diversi tipi di disturbi specifici di apprendimento (Dsa). Un’esperienza che non deve essere facile per un bambino. «Esci dall’ospedale e ti dicono che sei diverso dagli altri». Oggi Federico è un ragazzo scaltro, simpatico e ironico, il risultato di un processo di crescita non ordinaria: «Mi sono creato una mezza corazza».
Federico confida, durante l’intervista a “Vita d’ateneo” di aver percepito strani atteggiamenti nei suoi confronti, che lo hanno fatto sentire diverso. Nonostante oggi le persone siano più sensibili, ancora non si conoscono bene i disturbi specifici di apprendimento, i Dsa. I disturbi possono essere diversi e la dislessia in particolare, potrebbe manifestarsi in modo diverso da persona a persona. La dislessia è il disturbo più conosciuto, ma è scorretto usarla per riferirsi anche a tutti gli altri Dsa. È proprio il caso di Federico, che ironicamente dice di avere tutti i “dis”.
Un altro errore comune è credere che questi disturbi non sono patologie «Ti dicono “leggi di più e guarisci. Magari!», riferisce Federico.
È difficile mettersi nei panni di un dislessico, ma ti permette di sviluppare altre caratteristiche. Del resto, le persone con Dsa possiedono un’intelligenza normale. Ai bambini a cui vengono diagnosticati questi disturbi viene sempre ricordato l’esempio di Albert Einstein, il celebre scienziato affetto da dislessia. È consigliato intervenire il prima possibile se nel bambino vengono riscontrate difficoltà nel leggere, nello scrivere o fare piccoli calcoli. È importante che i piccoli acquisiscano anche consapevolezza. Federico è stato fortunato e sua madre lo ha aiutato. Da bambino ha infatti seguito diversi parecchi seminari sui disturbi dell’apprendimento.
vita_ateneoNel contesto scolastico c’è ancora molta disinformazione. «Alcuni professori pensano che tutti i dislessici approfittino di questa situazione e dicono “non leggi perché sei pigro”. Magari!». Secondo le regole vigenti, tra cui la legge 170 del 2010, le persone con Dsa hanno il diritto di utilizzare gli strumenti compensativi a scuola. Questi strumenti sono calcolatrici, mappe concettuali. Alcuni insegnanti però, rimangono sospettosi. Non è una bella sensazione sentirsi gli occhi addosso anche quando non si fa niente di male. Federico rivela che molti pensano che chi usufruisce degli strumenti compensativi stia copiando o siano dei privilegiati: «Se ho una mappa davanti non so leggerla», commenta Federico.
Se hai un libro da studiare cosa fai? «Ci metto molto di più a leggere un libro, devo rileggere le stesse cose, non comprendo bene cosa leggo. Faccio uno schema per ogni capitolo. Anche se non so leggere la mappa concettuale, so dove è quella frase. In questo modo riesco a capire dove va a parare il discorso. Sviluppo uno schema mentale».
Una fuga dalla realtà per Federico è il disegno. Ha studiato al liceo artistico e l’arte è diventata un mezzo per esprimersi. «Ho la passione del disegno e ho capito che fare da solo. Il disegno è un’altra storia. Posso dire finalmente “questo lo so fare”».
Come mai hai scelto Unimc? «Per mia sorella, mi sentivo solo e le città troppo grandi mi mettono ansia», risponde lo studente. Commenta positivamente l’atteggiamento dell’università di Macerata nei confronti degli studenti Dsa. «A Unimc abbiamo diverse opportunità, appunti e tutoraggio. Quando ci sono gli appelli, i professori vengono avvisati della nostra presenza dai nostri tutor».
Ti sei mai sentito bullizzato? «Bullizzato no, io rispondo ancora più forte. Non sono diverso dagli altri».
Federico invita i ragazzi con disturbi di apprendimento ad informarsi e soprattutto a tranquillizzarsi perché «Gli altri non conoscono la tua situazione». Essere uno dei tanti permette di nascondersi, ma nel frattempo c’è modo di spiccare per altre cose.



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