di Alessandra Pierini
«Sarebbe potuto succedere anche a me». E’ la reazione che tante tantissime mamme in tutta Italia e nel Maceratese hanno avuto davanti alla storia del neonato di tre giorni morto all’ospedale Pertini di Roma. La mamma si è addormentata mentre stava allattando. Bisognerà attendere per conoscere i contorni della vicenda che ha comunque sollevato un dibattito spinoso e acceso sull’assistenza alle neo mamme, sui metodi utilizzati tra le corsie ospedaliere. Non mancano le polemiche sulla non possibilità per i papà di essere presenti in ospedale, se non per pochissime ore.
Si è passati, a causa delle misure necessarie per arginare la pandemia da Covid, da reparti affollati e pieni di parenti vocianti in visita (sicuramente altrettanto dannosi per le neomamme), a stanze vuote e alla necessità, subito dopo il parto, di affrontare da sole una situazione nuova e spesso diversa da quella versione idealizzata che viene presentata alle donne in gravidanza. Tanto che sono molte le raccolte di firme lanciate per chiedere di riammettere i papà all’interno del reparto per affiancare le loro moglie e compagne.
Ludovica Gasparri
A raccontare la sua esperienza è Ludovica Gasparri, musicista e cantante, mamma di Tommaso. «Cosa pensare su ciò che è successo a quella povera mamma a Roma? Come non pensare che pure io ho tenuto Tommi sempre con me sul letto senza poter immaginare davvero un ipotesi tanto crudele? Che poi parliamo di assistenza alle donne prima durante e soprattutto dopo il parto. C’è di tutto. Io sono stata molto fortunata, ho avuto molto sostegno e nonostante questo è stato un periodo davvero difficile. Non ce n’è una che ti racconti il contrario. Una parte di me non può che credere che sia stata una maledetta fatalità ma rimane sempre il dubbio e soprattutto può essere un occasione per riflettere molto su ciò che c’è a disposizione di chi affronta questo difficile momento. Bellissimo ok, ma tremendo allo stesso tempo. Si può fare di più? Oddio si, mille volte si, a cominciare dal non dare per scontato che siamo tutte Wonder Woman… Dai che ci arrivi da sola al letto, dai che adesso il dolore passa, dai che basta che lo avvicini e lui si attacca, dai che ce la fai. E se non ce la fai? Non lo so, davvero non lo so. Ma anche qui possiamo solo approfittare per capire di più e smettere di fare le cose sempre con la stessa routine, gli stessi pregiudizi, le stesse abitudini. Almeno se si cominciasse a cambiare qualcosa. Non darebbe sollievo ma aiuterebbe ad alleviare la rabbia».
Beatrice Cammertoni
Riguardo la possibilità per il papà di vivere i primi giorni vicino alla sua famiglia, la pandemia non ha portato ovunque le stesse regole, come testimonia Beatrice Cammertoni, originaria di Montecassiano, che vive a Bruxelles da anni: «Nell’ospedale dove ho partorito in Belgio, è sempre stato garantito l’accesso dell’altro genitore o di un accompagnatore. Mio marito è entrato e uscito con me dall’ospedale ed è stato fondamentale, considerato che avevo vissuto un parto difficile. Il rooming-in è la prassi, il personale dell’ospedale passa periodicamente per controlli e per supportare i genitori con le “prime volte”, tipo il primo bagnetto o l’avvio dell’allattamento. In quelle giornate ho capito come le persone che ti assistono in quelle prime ore da mamma possano fare la differenza: oltre ad avere mio marito, ho incontrato delle ostetriche incredibili che non dimenticherò mai. Penso a quanto deve essere difficile per le mamme italiane vivere i primi giorni da sole. Comprendo anche la difficoltà di compensare l’assenza dei famigliari da parte del personale ospedaliero sia a livello di cura che di sostegno. Il fatto però di incontrare figure professionali, disponibili e disposte ad accudirti non può essere solo legato alla fortuna e all’impegno dei singoli. Bisogna riflettere a fondo sull’approccio nel maternità del nostro paese. Mi auguro quello che è successo a Roma e la giustissima mobilitazione di questi giorni possano cambiare le cose».
Sottolinea l’importanza di avere a fianco una persona cara anche Sara Maccari di Macerata: «Ho avuto due esperienze eccellenti all’ospedale di Macerata, a distanza di quasi 9 anni l’una dall’altra. In entrambi i casi venivo da una gravidanza con alcune problematiche connesse e sono stata seguita con scrupolo, professionalità e prudenza, oltre che con chiarezza di relazione e umanità. Mettere al mondo un figlio (con parto naturale o cesareo, ho sperimentato entrambi) non è una passeggiata ma mi sono sentita sempre supportata dallo staff di reparto, mai abbandonata o non ascoltata. La differenza principale tra le due esperienze è stata la possibilità di avere accanto o meno una assistenza “familiare”: nonostante la disponibilità massima delle ostetriche, non è paragonabile all’avere costantemente al proprio fianco una persona cara. Quando ho potuto raggiungere mia figlia, ricoverata in neonatologia, la frase più accogliente dell’infermiera di turno è stata ‘È tardi, ora vai a riposare. Alla bambina stanotte ci pensiamo noi’»
Alessandra Petillo, presidente dell’ordine provinciale delle ostetriche
Difende l’importanza del rooming in, la pratica che vede mamma e neonato insieme dalle prime ore di vita, Alessandra Petillo, presidente dell’ordine delle ostetriche di Macerata. «In questa triste vicenda dove trovano spazi commenti di ogni genere e in merito alla quale non voglio entrare, mi sento da ostetrica e da presidente dell’Ordine delle ostetriche, di puntualizzare sull’importanza del rooming in che ora viene messa in dubbio. Questa pratica, ormai da anni attiva negli ospedali, non è nata in un giorno, né è stata imposta. Il contatto tra madre e figlio che si crea a livello di contatto e visivo, di odore e di sensazioni ha un razionale ed è supportato dagli studi e dalla comunità scientifica, da Oms e Unicef. E’ importante per creare un legame affettivo e per facilitare l’allattamento al seno. Si sta additando questo tipo di pratica e di scelta nonostante abbia una base scientifica e negli ospedali dove viene praticato ci sono i criteri di sicurezza per farlo. Nel praticarlo l’assistenza ostetrica dà il massimo. Noi ostetriche crediamo fermamente in questa pratica che parte dal bonding in sala parto, subito dopo la nascita, e continua con la presenza del neonato nella stanza con la mamma».
È basato su studi scientifici anche che la mamma per tre giorni debba stare da sola? Perché il padre non conta nulla e non serve?
Giusto
Infatti
Tenere mamma e figlio insieme é una cosa, disinteressarsi delle "grida" di aiuto di una donna é ben altra cosa. Non confondiamo i due profili.
È basato su studi scientifici ok. Come è altrettanto appurato è chiaro al mondo che ogni essere umano debba poter dormire un tot di ore ogni notte perché il fisico lo richiede . Quindi un conto è non condannare la pratica del rooming in e altra cosa è fregarsene dj chi chiede aiuto dopo 17 ore dj Travaglio e un parto. Perché comunque se il personale medico e sanitario non riesce a garantire assistenza adeguata fate entrare un parente perché tutte queste restrizioni sono solo rimaste negli ospedali senza scopo. Perché già la sanità italiana è quella che è così siamo alla frutta .. perché le risposte che si danno alle neo mamme dopo il parto le sappiamo tutte noi che abbiamo partorito non siamo più donne, diventiamo sella macchie. Da guerre che devono allattare solamente ad oltranza senza più avere anche noi delle necessità fisiche senza poter essere stanche, senza poter dormire e il tutto parte dalle ostetriche, mi dispiace dirlo che stanno diventando la peggiore categoria medica in assoluto e sono tutte donne e diventano le prime nemiche di altre donne che si trovano in uno dei momenti più delicati e faticosi della propria vita.
Fate rientrare come una volta.....regole senza fondamento sanitario.....e basta!!!!
Gli studi scientifici dicono che bisogna lasciare un neonato tutta la notte tra le braccia di una povera mamma che lo ha appena partorito ed ha bisogno di recuperare le forze, senza nessuno che li assista, nel letto, così se lei si addormenta esausta il bambino rischia di cadere o restare soffocato?la scienza spesso arriva a conclusioni che vengono poi smentite nel tempo, bisogna fare attenzione con la vita delle persone, soprattutto quando il personale è carente...il reparto di Macerata ha luci ed ombre, per la mia personale esperienza ad esempio molte più ombre che luci...
Studi scientifici...mi sa che sono gli stessi che dicono che dopo ore di travaglio, induzione e cesareo, con catetere annesso, devi provvedere a tuo figlio, senza dormire e senza poterti alzare. Senza manco aver mangiato, perché hai subito un'operazione. Eh già...ah, e devi allattare subito eh! Che sia mai!! E se la glicemia del bimbo scende, oltre ad attaccarlo vengono a spremerti il seno. Tipo mucca. Si. E si sta sole, che c'è il covid...già. Sono studi scientifici accuratissimi.
A Macerata dopo un travaglio di 20 ore le infermiere del nido non hanno tenuto mio figlio neanche 10 minuti. Io ricordo quella notte come un incubo. Ricordo la fatica di tenere gli occhi aperti ed il terrore che mio figlio cadesse dal letto se mi fossi addormentata. Nessuna possibilità di poter dormire, magari 30 minuti. Alla mia richiesta di tenerlo almeno un po' mi è stato risposto: "Il bambino sta con la mamma!" Non dubito dell'utilità del rooming in, dubito della modalità di attuazione di un metodo che nel momento in cui una madre stremata è sola con il figlio può essere pericoloso.
Se c'è poco personale, e non si può assicurare la giusta assistenza, il rooming in non se fa! Punto e basta! Si fa come una volta che il bambino lo andavi ad allattare ogni 3 ore al nido! Non cambia nulla nell'imprinting eh! Poi, quando saranno riammessi i parenti per l'assistenza alle puerpere, se rifara' sto cacchio di rooming in! Così è un rischio per tutti: mamme, neonati e operatori sanitari. Bisogna essere un po' pragmatici.
È sbagliato il momento covid ma al salesi c'è tanto di cartello in ogni stanza non puoi tenere il bimbo su letto con te ma messo nella culla, si I bimbi non te li tengono al nido, stanno con la mamma, ma credo che ogni camera almeno in 2 come sono stata io periodo covid, una mamma vicino a me, era stremata, tene va la bimba con sé ne letto, io lo aiutata mi sono seduta accanto a lei ancora con il mio pancione e lo aiutata tutta la notte, quindi visto il periodo tra una mamma e altra diamoci una mano in questo periodo
Ce li sbattiamo gli studi scientifici , ogni mamma deve avere la possibilità di scegliere in base a come si sente! È troppo soggettivo, non si può fare una regola per tutte!
Una cosa sola vorrei dire, fate rientrare l'assistenza vicino alla mamma,che sia il compagno o la mamma o una sorella non importa , ma fate rientrare , con le dovute precauzioni riguardo al COVID, ma date la possibilità di vivere con serenità la nascita di un figlio.
Le mamme devono poter scegliere cosa è meglio per loro in base alle loro forze dopo il parto. E trovo che sia incivile escludere i papà dalla possibilità di assistere mamma e figlio.
Nn si può fare se insistete nei parti naturali con 17 e più ore di doglie siamo donne e Nn robot dei dati ce ne frega niente
Purtroppo il covid ha stravolto un po la questione assistenza negli ospedali. Sia che sia un post operatorio qualsiasi, sia un parto (SOPRATTUTTO un parto dove la donna è stravolta) cè bisogno del marito o di un familiare che le dia sostegno! Prima magari era troppo, con le visite di parenti e amici che affollavano le stanze, ma adesso che lemergenza covid si è calmata gli ospedali dovrebbero garantire lingresso ad un familiare per partoriente visto che il personale non riesce ad assistere bene a tutte le degenti.
Sacrosanto.
Grazie Beatrice per la tua testimonianza, spero serva da esempio perché è disumano il trattamento che riservano qui
Basta rooming in ho avuto un'esperienza simile anche io con la mia 2 figlia. Stavo allattando dopo il cesareo ho avuto un improvviso calo di pressione e sono svenuta con lei in braccio sola nella mia stanza. Per fortuna che mi sono resa conto di non star bene e mi sono sdraiata ma con lei nel letto. È pericoloso lasciare i neonati con le mamme che hanno appena partorito senza assistenza.
Nel praticarlo, (il rooming in) lassistenza ostetrica dà il massimo virgola perché altrimenti non sarebbe accaduto.
Sì, ultimamente gli studi scientifici sono molto affidabili, abbiamo visto dove ci hanno portato e quante persone non ci sono più; ritorniamo ad una volta quando la mamma veniva aiutata dopo il parto per un certo periodo di tempo, poteva dormire tranquilla e riposarsi per potersi riprendere.
Per me avere miei figli con me era una esperienza bellissima, avevo la culla di fianco al letto e non lo mai usata , tranne per quando andavo in bagno. Non ho voluto nessuno la notte, erano sufficienti le infermiere e ostetriche ma lo scelto io ! Non sono stata costretta! Penso che uno deve sempre avere possibilità di scegliere anche in base alle sue capacità, stanchezza e lo stato di salute.
Per un parto ed un post parto positivo sarebbe bello ed utopistico pensare ad un' ostetrica che ti conosca e ti prepari durante la gravidanza, nel parto e dopo.... come avviene in molti paesi europei. Per l' ospedale citato mi son trovata malissimo anche io( 2017) e la differenza ,per il secondo parto(2021 in epoca covid altra struttura) , per me, l'ha fatta proprio l' ostetrica che mi ha seguito sempre ( anche a distanza) . Resta che le prime ore , lo skin to skin sono importantissime ,l' intimità madre figlio il bonding...il modello anni' 80 con l' allontanamento dei neonati non lo condivido. Torniamo anche al punto di vista del bambino, che sarebbe centrale, e dei suoi bisogni dando ovviamente sostegno alle mamme , sempre !
Arianna Alfei scusa Arianna 3 giorni e 3 notti, sarebbero in realtà, giusto?
Ilaria Meschini anche 5 se ci sono complicanze o col cesareo
Primi giorni la mamma deve riposare perché molto stanca poi dipende dai ospedali Macerata e atrezato benissimo con medici di nota 10 sia ginecologia e pediatria parlo prr esperienza propria mio figlio e stato al nido per un giorno e nato prematura sano mi dispiace per accaduto di una mamma tropo stanca senza aiuto
Cè che se ne fregano tutti. Non hanno umanità, sono numeri e tirano avanti come dei carri armati. Se cè la fortuna bene, altrimenti si rischia la vita! Questo in ogni reparto!
Una cosa sola vorrei dire, fate rientrare l'assistenza vicino alla mamma,che sia il compagno o la mamma o una sorella non importa , ma fate rientrare , con le dovute precauzioni riguardo al COVID, ma date la possibilità di vivere con serenità la nascita di un figlio.
Adriana Vesprini bravissima....
Carla Piermarini è assurdo che fuori sia tutto aperto, c'è la possibilità di fare tutto e in ospedale dove la vita delle persone è vissuta con intensità e sentimenti sia negativi che positivi e dove si ha bisogno di vicinanza non sia fattibile
Lidia Angelozzi vero , ma denunciare la sanità pubblica è come denunciare un poliziotto o un giudice ... Una causa persa in partenza .
Le mamme devono poter scegliere cosa è meglio per loro in base alle loro forze dopo il parto. E trovo che sia incivile escludere i papà dalla possibilità di assistere mamma e figlio.
Sacrosanto rooming in ma penso che gli ospedali con questa scusa se ne sono approfittati per scaricare il loro.lavoro... ci sarà sicuramente un beneficio scientifico ma non credo che si vanifichi se il nido tiene il bimbo 3/4 ore per dare alla mamma il tempo di riposare serenamente. A me dopo mille suppliche il nido lo ha tenuto 10 min per darmi modo di preparare la valigia per tornare a casa, ovviamente nn senza fare storie, quando sono tornata a prenderlo era viola per quanto aveva pianto, era l'unico bambino presente in quel momento e nessuno che provasse a consolarlo... l'infermiera che era lì mi ha detto che gli aveva dato delle goccine per calmarlo visto che piangeva come un disperato. Tornassi indietro nn lo lascerei neanche 10 min in quelle mani disumane
Questo a Macerata. Di contro alla mancanza di umanità delle infermiere del nido posso dire che l'ostetrica che mi ha seguito durante il.parto è stata una santa per cui nn si fa di tutta l'erba un fascio ma sicuramente una volta che hai partorito non c'è aiuto, ti lasciano lì sola e solo se hai la fortuna di avere in stanza un'altra mamma comprensiva riesci ad uscirne... il primo giorno avevo con me una ragazza che aveva partorito il giorno prima, guardavamo a turni i bambini per permetterci di andare in bagno. Il secondo giorno avevo una ragazza totalmente menefreghista e ho dovuto portare il piccolo con me ogni volta e ringrazio che tutto sommato stavo abbastanza bene e potevo muovermi tranquillamente ma sono tornata a casa distrutta e credo che tutto lo stress che si accumula nn faccia bene neanche al bambino
Da sempre si è stati vicino ai malati e non solo, isolare, non dare assistenza alle persone in un ospedale non fa bene né chi è paziente né a chi è fuori, in una società che vive di continuo sotto analisi e le statistiche dimostrano che sempre più si ricorre a sostegno psicologico, chiedo che si possa aiutare chi è ricoverato da parte di esterni considerato anche che l'organico ospedaliero è continuamente insufficiente, anche con tanta buona volontà chi opera non riesce ad arrivare ovunque, ciò non giustifica la non assistenza alla richiesta di aiuto da parte di chi deve essere presente e operare in reparto
Non ci sono più parole
Purtroppo il covid ha stravolto un po’ la questione assistenza negli ospedali. Sia che sia un post operatorio qualsiasi, sia un parto (SOPRATTUTTO un parto dove la donna è stravolta) c’è bisogno del marito o di un familiare che le dia sostegno! Prima magari era troppo, con le visite di parenti e amici che affollavano le stanze, ma adesso che l’emergenza covid si è calmata gli ospedali dovrebbero garantire l’ingresso ad un familiare per partoriente visto che il personale non riesce ad assistere bene a tutte le degenti.
Simona Dignani, anche prima del COVID la notte non facevano stare nessun familiare, esperienza vissuta 10 anni fa...stavi sola in stanza con la bambina attaccata al seno, se ti addormenti chissà cosa succede...per carità è meglio che non ci ripenso...
Simona Dignani sono d'accordissimo!
Simona Dignani il covid è un capro espiatorio... Non c'è personale e basta
Un neonato nel letto con la madre, da soli in stanza, secondo me è in pericolo.
I familiari devono poter supportare con la loro presenza la neo mamma. Il resto sono solo chiacchiere...
è stato sempre così vi sono degli orari e i familiari entrano a orario, dopo vi era la possibilità di assistere al parto ed al travaglio....vi è l'esigenza di una presenza fissa solo perchè te li lasciano sul letto....se invece stavano nell'altra stanza o nel letto vicino non vi era questa esigenza.....
Giusto : i papà o chi per loro!
Alessandra Petillo bravissima, numero uno!!!
Per me è stata un'esperienza traumatica, che di per se il parto non è una passeggiata è vero, ma ho trovato poca umanità e pazienza in questo ospedale.
Contivido ciò che affermi.....ci vuole più sensibilità x le donne che hanno appena partorito ...un abbraccio a quella povera mamma...nn so pensare quello che sta passando
Quando ho partorito io la prassi era il nido e pochissime strutture ti permettevano di tenere il bambino in camera. Io ho scelto quelle che lo permettevano perché volevo i miei figli vicino, ma avevo la presenza costante di mio marito (certo ho partorito tanti anni fa). Secondo me, anche durante la pandemia, lo sbaglio fondamentale è questo: non permettere a un familiare di aiutare la neomamma, a prescindere se il bambino è al nido o no..penso sarebbe un gran sollievo anche per il personale infermieristico..
Cara signora Petillo,forse non ha capito il succo delle polemiche. Non si sta mettendo in dubbio l' importanza del contatto madre- figlio, bensì l'abbandono a se stessa della neo mamma dopo il parto. A me è stato addirittura rinfacciato con una certa presunzione: " Allora in natura gli animali come fanno?!" Le spiego subito che aimé capita che i cuccioli vengono schiacciati. Le neomamme in un momento così duro( smettiamo di raccontare che è idilliaco) hanno bisogno di assistenza ed essere seguite a livello psicologico e fisico. Altro discorso ancora riguarda le norme anticovid: per questo momento così delicato si DEVE ASSOLUTAMENTE FARE ECCEZIONE. Il padre deve stare vicino alla madre anche per questo motivo.
Luana Bernardi è triste che dopo anni di studi, impegno e pratica per entrare in punta di piedi in quello che è il momento più intimo e sconvolgente di ogni coppia, veniamo catalogate come la peggiore categoria medica. È triste perché per ogni cosa sbagliata ne esistono 100 giuste, ma è molto più semplice parlar male. Il nostro compito non è imporre l'allattamento o giudicare le scelte altrui e mi dispiace se, nel suo percorso, ha incontrato colleghe che le hanno trasmesso questo messaggio. Il nostro impegno è completamente rivolto al benessere della triade, sostenendo la mamma e il neonato sin dai primi istanti. Mi creda, sarebbe molto più "semplice" per noi tornare all'ostetricia di 20 anni fa, fatta di pratiche invasive, nidi e poca attenzione all'emotività. Il rooming in ha numerosi benefici FISICI ed EMOTIVI per la mamma ed il piccolo e permette alla donna di RICHIEDERE AIUTO durante la degenza, dove il personale è presente h24 (evitando di trovarsi dopo 2 giorni a casa senza sapere da dove iniziare). Sarebbe molto più comodo per noi avere un nido con orari fissi, piuttosto che correre da un campanello all'altro a dare sostegno e aiutare. Sarebbe più comodo ma non sarebbe il nostro lavoro, a dispetto di quanto vien detto spesso.
Marlène Martino Ho compreso perfettamente il suo punto di vista perché lho provato.. lho provato la prima notte in ospedale con mio figlio, perché davvero finché non ho partorito non credevo di avere nel ventre un bambino mio figlio. È altrettanto vero che è stata la notte più stancante, bella e incredula della mia vita. Io lo so perché volete lasciarci sole con il nostro bambino appena nato perché subito dopo nasce una madre, nasce con lui con un intimità nuova, sconosciuta e piena damore. Detto questo, e ringraziando per il duro lavoro del personale di ostetricia, voglio anche dire che ogni caso singolo va sicuramente osservato, e voi lo fate, a Macerata lo fate Se una donna chiede aiuto, quellaiuto va dato.
Renata Zacconi è esattamente quello che succede oggi. Il fatto che ci siano studi ad avvalorare il nostro operato non significa che siamo dei robot senza empatia. La continuità assistenziale ed il sostegno alla neo mamma vengono assicurati nonostante i turni massacranti, nonostante il personale ridotto, nonostante siamo state escluse dall ultimo fondo del contratto nazionale e nonostante gli stipendi non equiparati alle responsabilità. A tutto questo ora aggiungiamo anche la gogna mediatica, contro di noi e contro anni di progresso in ciò che facciamo con passione
Marlène Martino lei parla come un manuale scientifico. Le ostetriche di venti e passa anni fà avevano tanta emotività e zero statistiche scientifiche, siamo state partorienti anzi donne, ognuna un esigenze diverse e per ognuna il personale cercare una soluzione adatta con la collaborazione di un assistenza familiare. Nel nido stavano poche ore, ma erano sufficienti per riprendere le forze. Nel mio caso(2 cesari) ho avuto la continuità dell'ostetriche anche a casa per aiutarmi nell'allattamento.
Marlène Martino mi scusi , io questo personale h 24 non l ho visto ....in realtà ho suonato tanto e ho bussato tanto per avere un goccio di latte per un bambino che ha passato 9 ore a piangere ininterrottamente , ma non ho visto nessuno fino alle 5 della mattina e dovevo dire grazie perché ha detto che aveva fatto uno strappo alla regola perché non se ne poteva più di sentire mio figlio urlare per la fame. Il campanello diciamo che funziona fino alle 22 ....per cosa ? Beh se hai dolore se devono controllare che tutto fuoriesca correttamente , per le medicine , l allattamento al seno e stop .... Poi ? Poi amen ....dopo le 22 suona suona .... Ma tanto se suoni anche se vengono che gli dici ? Ho troppo dolore per cambiare mio figlio ( io ho fatto due cesari e avevo dolore ,molto ) ....t arrangi ,al secondo oltre che da sola neanche l antidolorifico perché l hanno mandato fuori vena e non sapevano quanto ne avevo assunto( niente era tutto sulle lenzuola ) quindi ore di dolore interminabile e nessun infermiera visto ciò si è preoccupata di prendere mio figlio lui era lì con me che non riuscivo neanche a respirare dal dolore ....ll bambino ha fame perché non c'è latte ( e nel mio caso non ci sarà mai perché ho un dotto bloccato ma non lo sapevo all epoca ) attaccalo ... Aspe " ho fame " brodo senza niente... fortuna mio marito alla prima gravidanza che m ha portato un kebab e io che alla seconda ero preparata e avevo da mangiare nascosto in borsa perché quando fai un figlio ...lo devi fare senza dormire e senza cibo ( e senza antidolorifici ) ...ma arzilla però eh, che il bambino non c'è nessun altro che lo tiene a parte te.
Marlène Martino non metto in dubbio l esistenza di qualche ostetrica così e che faccia il suo lavoro con criterio. Io ho partorito due volte e di fronte alle difficoltà iniziali sono stata trattata male, mi hanno detto dopo che mio figlio stava dormendo beatamente che cosa stessi facendo e io ho detto mi riposo ah la signora si riposa, non danno il latte artificiale, neanche a bambini con bassa glicemia alla nascita xke la mamma ha diabete gestazionale, parlo di quanto accaduto a me, facendo ritardare così di far fare il meconio al bambino, e tralasciamo tante cose se vedono che non sei una donna predisposta all allattamento perché alla fine sei trattata come il demonio sulla terra, abbandonata a te stessa. Io dico che va bene il rooming in, va bene promuovere L allattamento al seno, xo c’è anche il lato umano e la comprensione, non tutte le donne sono portate nell allattamento al seno e non tutte le donne possono una volta a casa state solo ed esclusivamente ad allattare. Quindi andrebbero ascoltate e supportate in primis, ma le ostetriche che ho incontrato io non lo hanno fatto. Empatia zero. Mi dispiace ma nell ospedale dove ho partorito vengono definite le talebane dell allattamento xke poi a mio avviso rischiano anche di ottenere L effetto contrario xke poi una volta a casa stremate e doloranti L allattamento al seno viene abbandonato e si passa all artificiale quindi forse un approccio diverso più empatico otterrebbe anche più risultati.
Luana Bernardi brava Lu !!!
Luana Bernardi io ho avuto un esperienza orribile in entrambi i parti , un sonno simile non l ho mai provato in vita mia ....io avevo un dotto chiuso il latte non usciva ma dovevo cmq allattare e tutta la notte in entrambi i parti i bambini hanno urlato per la fame e io attaccavo e passeggiavo , su e giù tutta la notte per calmarli , e ogni volta che suonavo al nido per farmi dare un goccio di latte o non mi rispondevano proprio o mi cacciavano via dicendo di non camminare ma attaccare il bambino , i capezzoli sanguinavano , io crollavo dal sonno , due cesarei stessa storia , alle cinque della mattina passa la tizia in camera perché il bambino ancora urlava dalle 21 , e mi dà finalmente un goccio di latte , la ringrazio dicendo che sono stremata ho bisogno di dormire ....mi risponde che ci devo fare l abitudine perché non dormirò per i prossimi tre anni ... Non ho la forza di mandarla a fanculo dò il latte al piccolo che affamato lo manda giù velocemente e si addormenta tra le mie braccia , lo metto a fatica nella culla perche i punti facevano male e le braccia non reggevano più ... Lui inizia di nuovo a piangere vuole stare con me , mi alzo di nuovo , lo prendo in braccio gli dico che va tutto bene e torno con lui a letto ,dovevo assolutamente dormire ma avevo talmente tanto sonno che temevo di fargli del male allora l idea ... Allargo le gambe e unisco i piedi ,faccio un nido con le mie gambe e lo metto lì ...gli piace ...dormiamo finalmente ...giusto un oretta finché non passa un altra infermiera e mi sveglia per dirmi : " ma lei ha il bambino tra le gambe lo sa ? " ... Avevo voglia di sputargli in faccia ma non ho detto nulla ....esce l inserviente che puliva il bagno e gli dice " ma non ti vergogni di svegliare una mamma dopo tutto quello che ha passato ? Cosa pensi che il bambino li a dormire beato ci è arrivato da solo ? " ... Ancora ricordo con affetto il viso dell' inserviente , l unica che mi ha lasciato riposare preoccupandosi di non fare rumore . Sono uscita dall' ospedale con la febbre perché come già detto ho un dotto chiuso non posso allattare e la mastite è arrivata subito al secondo parto perché già avevo una ciste da latte residuo di 6 cm del primo parto ( non volevo proprio allattare ma mi hanno fatto sentire uno schifo quando l ho detto dicendo che il bambino non sarebbe stato protetto dai miei anticorpi ecc ) non ho detto si avere la febbre alle dimissioni ,volevo solo fuggire e dormire ...ma mio marito preoccupato l ha detto alle infermiere che sono venute con l infallibile termometro a raggi x che ha segnato che non avevo la febbre per fortuna ....torno a casa 38 ...chiamo il mio ginecologo che consapevole di quello che era successo alla prima gravidanza mi prescrive subito il dostinex. Quindi entrambi i miei figli il mio latte non l hanno mai provato ... Ora hanno 4 anni e 2 anni e sono stati sempre benissimo ,certo a scuola ma qualche virus intestinale o raffreddore l'hanno preso anche loro come tutti ma molto meno della maggior parte dei loro compagnetti ...in realtà mi ammalo molto di più io che loro e la grande mi fa da infermiera e finalmente c'è un infermiera che si preoccupa di come sto e mi dice riposati mamma,io ti dò un bacino così la febbre va via .
Luana Bernardi sono daccordo!! Ormai hai partorito sei un involucro che non serve più a nulla tranne che allattare e cambiare pannolini, abbandonate a noi stesse.
Fate rientrare nei reparti ad ogni paziente un familiare, Li state facendo morire da soli senza il conforto di un familiare e per di più senza che li seguite li lasciate abbandonati a se stessi i pazienti , mia madre è morta così un mese fa
Alessandra Mandozzi perché il cesareo è meglio ? Che ti aprono la pancia ti riempiono di punti e si aspettano che sei in piedi dopo max 5 ore e pronta a prenderti cura di un bambino ? Lei ha mai visto un altra operazione di tale portata dove è permesso al paziente di muoversi ?
ogni tanto si cambia qualcosa.....ora dicono che bisogna stare insieme dal primo momento, magari quello è stato sempre detto, una volta avevano le stanze dove stavano e li portavano a tot orario e poi li portavano via, poi è venuta la moda di metterli dentro la camera nelle culle, ora pare che li lasciano direttamente nel letto....adesso fanno fare tutto a te da subito, invece prima lo facevano loro.....senza andare a vedere come fanno.....
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Una mamma appena partorito, in particolare se ha avuto un parto non semplice deve essere assistita da un parente, considerare come un supporto in particolare modo in questo periodo che l’organico infermieristico in tutti gli ospedali è bassissimo,
Sig.ra Petillo, quello che dice non è corretto nella misura in cui questa pratica viene sì imposta: alle madri che non possono scegliere. E se si permettono di dissentire, vengono fatte spesso sentire inadeguate e trattate come aliene all’interno dei reparti. Anche quelle che non sono al primo figlio e che non hanno nessuna possibilità di far valere esperienze differenti.
Senza doversi affidare a studi scientifici penso risulti evidente a tutti, semplicemente uscendo di casa, che i bambini di oggi non siano più sani, meno maleducati, più effettuosi e più tranquilli di quelli di 30/40 anni fa………
Pratiche differenti dal rooming-in hanno generato miliardi di individui senza problemi per secoli quindi, vista l’importanza del ruolo che ricoprite e visto che tantissime donne hanno un ricordo terribile della degenza post parto, dovreste trasmettere alle madri consigli e informazioni ed aiutarle a crearsi ciascuna una routine che vada bene, in ordine di importanza, per sé stessa, per il proprio bambino e per il resto della famiglia. In sostanza dovreste passare dal dire <> al dire <> riconoscendo soprattutto che i pazienti che hanno bisogno di cure ed assistenza clinica e psicologica, in quei tre giorni, non sono uno ma due.
Sa più il papa e un contadino che il papa solo. Proverbio toscano.