Anna Menghi attualmente consigliera regionale della Lega
di Luca Patrassi
Ad abbinare il nome di Anna Menghi alla cronaca politica, la si qualificherebbe come consigliere regionale della Lega. Non si sbaglia nemmeno nel dire che è stata la prima (ed unica finora) donna sindaco a Macerata. Elezioni il 15 novembre del 1997, esattamente 25 anni fa. Cosa ricorda di quel giorno? «La trepidazione di chi sente un risultato nell’aria ma attende la verifica delle urne». Ricordo bene la conferenza stampa di presentazione della giunta, nomi indicati da lei, non dai partiti di centrodestra che la sostenevano. C’erano i due esponenti regionali di Forza Italia e di Alleanza Nazionale che, nemmeno tanto a bassa voce, dissero tra loro: «questa la facciamo cadere» e così fu.
Chi e cosa sbagliò all’epoca? « Anche io ricordo purtroppo che quella che doveva essere una vittoria eclatante rischiava di diventare un fatto negativo, tanto che fu Gianfranco Fini ad aiutarmi a trovare la quadra per mettere in piedi una giunta che fosse credibile e che rappresentasse anche i partiti. Indubbiamente mi prendo tutte le responsabilità di chi a 35 anni voleva cambiare Macerata facendole prendere una direzione diversa da quella che poi ha preso. Purtroppo i tempi non erano maturi per il cambiamento che avevo in mente e la leadership che rappresentavo, venuta dal basso, non spinse la coalizione a trovare in se stessa la ragioni di un nuovo patto con la città».
Anna Menghi con l’attuale sindaco Sandro Parcaroli, anche lui eletto con la Lega
Sono passati 25 anni, il sindaco imprenditore Sandro Parcaroli sembra bloccato nelle sue decisioni dai partiti che reclamano spazi ed attenzioni. Un film già visto? « Rispetto alle difficoltà incontrate da sindaco dico di sì, ma su presupposti completamente diversi». Macerata ha avuto un ruolo decisivo nella vittoria del centrodestra in Regione, eppure (in particolare la Lega) ad avere peso politico sembrano essere Pesaro ed Ascoli con addirittura l’ascolana Latini eletta deputata nel collegio blindato di Macerata. Tutto regolare? «Le difficoltà di Macerata non sono di oggi, risalgono negli anni: adesso c’è il banco di prova del centrodestra che deve imparare a fare squadra, con la maggiore responsabilità del partito che a Macerata guida la coalizione».
Si dice spazio ai territori, specie nella sanità. Ma è ben evidente che non ci sono uomini e mezzi. Condivide questa situazione? Si è parlato di lei come possibile presidente della commissione Sanità, poi la Lega si è orientata su Fano. «Gestire la sanità in questo momento è una impresa titanica, situazione talmente complessa da non permettere al cittadino di percepire i grandi cambiamenti che stiamo portando a un sistema non più rispondente alle sfide della contemporaneità, ciò nonostante non ci sottrarremo al compito di fare ciò che è giusto e che gli elettori ci hanno chiesto. Rispetto alla presidenza della commissione si è deciso di rimandare ad altri tempi la decisione di cambiare gli attuali equilibri politici».
Sono passati 25 anni dalla sua elezione a sindaco, ma anche allora non era una debuttante in politica. Se dovesse fare una classifica dei personaggi che ha visto al lavoro? «Non mi piacciono le classifiche, imbrigliano le persone e non tengono conto dei ruoli e dei consessi. Posso solo dire che ho imparato da tutti, anche da chi ha voluto mettere fine prima del tempo alla mia esperienza da sindaco. Non ho rancore, quel che accadde fu solo l’inizio di un percorso che dura ancora oggi».
Anna Menghi con il governatore Francesco Acquaroli
Se dovesse indicare una cosa buona che è stata realizzata e un’occasione persa? « Tra le cose buone indubbiamente Gli Antichi Forni che è uno spazio che ancora oggi rappresenta moltissimo la vita culturale della città. Occasioni perse tante, non fosse altro per il tempo che mancò per realizzare quello che avrei voluto. E’ giusto dire che anche dai banchi dell’opposizione, collaborando con le amministrazioni in carica, ho potuto dare il mio contributo per opere importanti, una su tutte la bretella di Villa Potenza»
La Meloni premier, una questione di genere o l’emergere di una nuova classe politica? «Una questione di merito direi , l’attitudine a far prevalere una logica basata sui fatti e non sulle parole. Come donna un traguardo che da dignità a tante battaglie sul fronte delle pari opportunità, ma la questione di genere è solo nel primato che questa presidenza contiene, perchè per il resto vedo la conferma di un modo di pensare che era insito nella logica del centrodestra già 25 anni fa quando fui eletta sindaco. Ci tengo peraltro a dire che scegliendo me non scelsero solo una donna per la prima volta nella storia, ma anche una persona disabile, il che fa comprendere la centralità del merito rispetto ad altre questioni che, me lo lasci dire, sono tutte in capo a chi ancora oggi ne parla senza far corrispondere alla parole azioni concrete» Qualche annetto fa il giornalista del Tg2 Enzo Aprea, testimonial di un progetto della primaria compagnia telefonica italiana per l’abbattimento delle barriere architettoniche, non si presentò all’appuntamento che l’allora sindaco gli aveva dato quando seppe che l’ufficio Servizi sociali del Comune era al terzo piano di uno stabile senza ascensore. La situazione è migliorata? «Ricordo molto bene la fatica che feci da consigliere nel mettere l’ascensore nel palazzo comunale, ancora oggi opera fondamentale. La situazione è indubbiamente migliorata rispetto alla mia giovinezza però sul piano culturale e legislativo molto è stato fatto dal ministero della Disabilità e molto c’è da fare, per esempio la riorganizzazione dei sottopassi di Macerata, della rete ferroviaria. Abbattere ogni barriera è un atto di civiltà prima che politico, per questo mi impegnerò sempre».
La consigliera regionale Anna Menghi
Anna Menghi, tempo di bilanci o c’è ancora un sogno nel cassetto? «Il tempo per i bilanci c’è sempre, tanto più che sono abituata a farli da quando ero bambina chiedendomi se avessi fatto tutto il necessario per superare il limite che sperimentavo ogni giorno a causa della mia disabilità. Nei momenti cruciali della mia vita, anche quelli più dolorosi, non ho mai smesso di credere che mi fosse riservato qualcosa di più di quel che fino a quel momento mi era stato concesso. E allora i sogni sono diventati immagini, pensieri, idee. La certezza che la politica fosse lo strumento per migliorare la vita dei più fragili e non un fine cui tendere per tre logiche. Il mio sogno più grande è fare della mia terra un modello di riferimento per quanto riguarda la qualità della vita delle persone disabili. In Regione sto lavorando per questo, la strada è lunga ma son certa che l’attuale maggioranza saprà fare squadra con me per dare concretezza a questa visione».
Beh detto da te Anna è Imbarazzante, infatti poi quando fu candidata mia madre facesti proprio squadra
Renato dopo quell'esperienza Anna disse...o io o nessunouna squadra
non sono disabili le persone che hanno un difetto ad un arto, anzi di solito sono persone meravigliose e cariche di umanità, i disabili sono quelli che non vogliono usare il cervello
Un'amministrazione che, mi pare, nessuno rimpiange. Ci sarà pure un motivo.
Azz...ero molto giovane
Beh, detto da te Anna è Imbarazzante, infatti poi quando fu candidata mia madre facesti proprio squadra
Renato dopo quell'esperienza Anna disse...o io o nessuno una squadra
Ampo', troppo ha durato mi chiedevo quando avrebbe iniziato a lamentarsi ....
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Le molte difficoltà che oggi a MACERATA derivano dal mal governo della sinistra che governato in 20 anni insultando tutti quanti, questa amministrazione del centro-destra sta’ facendo di tutto x riportare il nuovo spendore alla nostra citta’.
@Marco Romagnoli complimenti per i tuoi commenti che detonatano una visione della politica maceratese molto soggettiva pro destra e per nulla capziosa contro la sinistra a prescindere dai fatti oggettivi..
Nel 1999, il Consiglio Comunale di Macerata, dove, per la prima volta, dal dopoguerra, c’era una maggioranza di centro-destra, ha votato la sfiducia alla sindaco Anna Menghi, prima (e, fino ad ora, unica) donna sindaco del Comune di Macerata, costringendola a dimettersi dopo nemmeno due anni dalla elezione.
Tafazzi non avrebbe saputo, né potuto fare di meglio!!!
All’epoca, a chi mi conosceva, dissi che, per almeno 20 anni, il centro-destra non avrebbe più riconquistato il Comune di Macerata.
Mi sembra di non aver sbagliato la buona previsione.
Quindi, a mio sommesso parere, lamentarsi, oggi, del ventennale malgoverno della sinistra, non ha molto senso, perché se, dopo la sindacatura Menghi, la sinistra è ritornata al governo della città, il centro destra, per onestà mentale, deve riconoscere le proprie responsabilità.
Singolare affermare che all’epoca i tempi non erano maturi per un cambiamento, quando la vera immaturità politica stava in larga parte nei partiti di centro destra che all’epoca dovevano sostenere la giunta (almeno sulla carata). A tal proposito Anna Manghi sa benissimo che questo fu il motivo per cui, caduta l’Amministrazione, costruimmo una lista civica in alternativa ai patiti. Un centro destra e un centro sinistra che ancora oggi non sembrano cambiati rispetto a 25 anni fa per poter fare quel cambiamento tanto sbandierato che purtroppo rimane solo un’idea astratta, anche perché ad oggi i fatti dimostrano che ai “politici nostrani” manca quella coerenza che li renderebbe credibili agli occhi della gente. Personalmente i giochetti di parole non mi sono mai piaciuti e devo dare ragione ad un collega francese che ad un convegno mi disse “che gli italiani sono bravissimi a parlare per ore di niente”!!!
Smettetela con quelli di prima…sta isolando Macerata dal resto D’ITALIA e vi coprite dicendo che adesso stanno facendo un grosso per migliorarla e le cose vanno meglio …ma in che mondo vivete…pensate veramente a migliorare Macerata e tutte le Marche visto che il colore è lo stesso altro che “MODELLO MARCHIGIANO “
*grosso sforzo
Data l’età ricordo i motivi per i quali il sindaco Anna Menghi fu mandata a casa. Esisteva allora un patto occulto tra gli imprenditori di qualsiasi colore politico. Anna sparigliò le carte e furono quelli della Destra a farla fuori. Quindi, nessuna rivelazione. Con me uno di questi, ormai defunto, si lamentava con vero odio del sindaco Menghi e fu tra coloro che la fecero fuori.
Adesso faccio mio l’appello all’unità del centrodestra. Dicendo: avete visto che fine ha fatto Salvini? E’ andato dalle stelle alle stalle. Anche voi amministratori del centrodestra potreste fare la stessa fine in tempi brevi- Lo stesso governo della Meloni non sta rispettando le promesse elettorali, almeno alcune… Per cui potrebbe finire nella stalle, dopo l’esperimento dalle prossime regionali.
A coloro che non si sentono più rappresentati dai partiti dell’arco parlamentare è necessario prospettare qualcosa di nuovo e al di fuori, come recentemente prospettava il “Popolo delle Piazze”, tradito al suo interno da apprendisti stregoni e da agenti provocatori infiltrati per spaccare con diverse liste quella novità popolare che era unitaria. Il “Popolo delle Piazze” c’è ancora e vuole essere unito per prendere almeno il 5 per cento dei consensi, in fuga dai partiti parlamentari.
Non dovete avere paura che il centrosinistra possa vincere. E’ allo sbando totale. Il centrodestra deve temere il “Popolo delle Piazze”, qualora si presentasse unito e senza più quel Paragone che viene chiamato a dibattere nelle televisioni del Potere: la cosa puzza e tanto.