La telecamera sul lungomare sud che dovrebbe avere inquadrato la zona dell’aggressione
di Gianluca Ginella
È durato due, tre minuti l’incontro sfociato nel delitto del 30enne Rached Amri. A ucciderlo, secondo le indagini di polizia e carabinieri, il cugino Saidi Haithem, arrestato a distanza di circa 15 ore dal fatto (avvenuto alle 22 di martedì sul lungomare sud di Civitanova, nel parco (area verde Palatucci) che si trova all’altezza del ristorante I Due Re.
Carte a terra vicino ai giochi dei bambini
Secondo gli inquirenti nel parco si erano dati appuntamento quattro tunisini. Amri, con un amico, e Haithem con un amico. Da quando arrivano a quando si vedono due persone fuggire non passano più di tre minuti. Secondo gli inquirenti il movente sarebbe legato a questioni di droga. E andando al parco, dove ci sono i giochi per i bambini, si trovano rifiuti a terra che sembrano quelli di qualcuno che spesso va in quel luogo, buio, a consumare droga. Ci sono ad esempio carte di plastica che sembrano simili a quelle che vengono usate dagli spacciatori per incartare le dosi di eroina da vendere ai clienti. In quel luogo c’è stato l’incontro tra i quattro.
Il 26enne Haithem aveva con sé un coltello da cucina e con quello ha colpito il cugino all’emitorace sinistro, uccidendolo. Poi insieme all’amico è fuggito. La posizione dell’amico del 26enne è al vaglio degli inquirenti per comprendere il suo ruolo nella vicenda. Al momento, da quanto emerge, non gli verrebbe addebitato nulla. Sull’aggressione ci sono delle riprese grazie al sistema di videosorveglianza del Comune. Non si vede l’aggressione nel parco ma le 4 persone arrivare e poi andare via.
Saidi Haithem
Il 26enne e l’amico sono fuggiti di corsa, l’amico di Amri chiede ad un automobilista di far salire l’amico ferito e portarlo in ospedale. Anche queste immagini sono state riprese. L’omicida è stato poi arrestato a Porto Sant’Elpidio (dove sia lui che Amri abitavano, entrambi sono clandestini, Haithem stava cercando di avere il permesso di soggiorno). Il giovane si nascondeva sotto al balcone di una palazzina in cui vive il fratello, che al momento è agli arresti domiciliari. L’uomo quando polizia e carabinieri lo hanno preso, si è mostrato pentito per quanto accaduto, ha anche ammesso le proprie responsabilità e indicato dove si trovavano i vestiti che indossava al momento del delitto. Gli inquirenti ieri hanno perquisito una casa dove abita e lì hanno trovato 28 dosi di eroina (9 grammi circa) e in seguito, a forza di controlli e ricerche sono riusciti alla fine a scovare Saidi. Il tunisino è stato visto uscire da sotto al balcone dove si nascondeva a mani alzate mentre la palazzina era circondata dalle forze dell’ordine. L’uomo da ieri si trova nel carcere di Fermo. E visto che è stato preso a Porto Sant’Elpidio, della convalida se ne occuperà il tribunale di Fermo. Haithem è difeso dall’avvocato Giuliano Giordani e al momento la convalida del fermo non è stata fissata (un giorno papabile è venerdì). Il pm Stefania Ciccioli, che coordina le indagini, al momento non ha fissato l’autopsia, che potrebbe slittare a dopo la convalida.
La conferenza stampa dopo l’arresto di Saidi Haithem
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quale modo migliore per ottenere il permesso di soggiorno …
Clandestino in Italia adesso gli passiamo da mangiare e dormire nelle nostre patrie galere non ci siamo politici nostri così non va affatto bene poi non ci si meravigli che la gente non va a votare.