Consigli di quartiere “rimandati”
«I partiti devono rimanere fuori,
la scelta va data ai cittadini»

MACERATA - Le critiche dei consiglieri di opposizione si sono astenuti tutti (tranne i 5Stelle favorevoli) alla proposta approvata dalla maggioranza, contestato il fatto che a scegliere i componenti sia il Consiglio. Garbati: «Solo se apartitica questa istituzione manterrebbe la propria autonomia». Perticarari: «Vogliamo un momento di condivisione». Monteverde: «Chi vuole deve poter partecipare senza aspettare una nomina dall'alto». Miliozzi: «Ottima l'idea, ma ha problemi oggettivi»

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I banchi dell’opposizione nel Consiglio di ieri

 

di Luca Patrassi (foto Fabio Falcioni)

Approvato con i voti della maggioranza e dei due consiglieri dei Cinque Stelle ieri sera il regolamento comunale per il funzionamento dei quartieri. L’iniziativa porta la firma del consigliere comunale della Lega Andrea Blarasin, si torna ai consigli di quartieri che vennero aboliti per legge nel 2010.

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Andrea Blarasin

Rileva Blarasin: «Ho fatto il consigliere di circoscrizione di Piediripa per due mandati, credo tantissimo nel rapporto che il cittadino può avere tramite questo strumento con chi amministra la città. Al momento i componenti non sono elettivi ma poi il consiglio comunale potrà anche decidere in questo senso per il futuro». I quartieri saranno saranno sei: quartiere La Pace – Cairoli – Santa Lucia – Rione Marche; Centro – Mameli – Cavour – Velini; Via Roma – Santa Croce – San Francesco – Collevario; Villa Potenza; Sforzacosta e Piediripa. I consigli saranno composti da quindici consiglieri. Dodici componenti di ciascun Consiglio di quartiere sono designati attraverso la presentazione di due liste, avanzate separatamente e rispettivamente dai consiglieri comunali di maggioranza per la quota di otto soggetti e dai consiglieri di minoranza in numero di quattro. I rimanenti tre componenti sono estratti a sorte. Partecipato il dibattito in Consiglio, tredici gli emendamenti presentati ed uno solo quello accolto, l’emendamento che era stato presentato dal gruppo dei Cinque Stelle e legato alla possibilità che ad essere eletti siano i cittadini che hanno compiuto 18 anni di età senza un minimo di anni di residenza a Macerata, inizialmente previsto. Maggioranza favorevole al ritorno dei quartieri, così anche i due consiglieri dei Cinque Stelle, astenuti dieci consiglieri dell’opposizione che hanno inutilmente chiesto il ricorso alle elezioni dirette da parte degli abitanti pur dichiarandosi a favore del ritorno dei consigli di quartiere.

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David Miliozzi

Aveva aperto il dibattito Stefania Monteverde, della civica Macerata Bene Comune, osservando che «bisogna creare una comunicazione tra l’istituzione centrale e le periferie, i cittadini hanno la capacità di autodeterminarsi, il nostro compito è costruire un sistema semplice in modo che chi vuole partecipare possa farlo, non aspettare una nomina dall’alto». Andrea Perticarari, consigliere dem: «Far partire una cosa del genere ora è sbagliato, c’è tempo per lavorarci sopra, vogliamo un momento di condivisione». David Miliozzi di Macerata Insieme: «Politica della partecipazione, del confronto, una delibera ottima nelle intenzioni ma formalmente ha problemi oggettivi». Il dem Alessandro Marcolini ha ribadito la posizione espressa nei suoi emendamenti: «I consiglieri di quartiere devono essere nominati dai cittadini». Dalla maggioranza bordate ironiche a firma di Marco Bravi di Fratelli d’Italia: «Non capisco da parte dell’opposizione tutta questa paura dei partiti, Ricotta parli tu che sei nel Pd da 30 anni?». Pierfrancesco Castiglioni, Fdi: «Dovremmo riflettere ancora su cosa? Avete avuto venti anni per pensarci».

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Elisabetta Garbati

Convinto della bontà dell’operazione anche il capogruppo della Lega Claudio Carbonari. Macerata Rinnova con la sua rappresentante consigliera Elisabetta Garbati ha fatto dell’istituzione del Consiglio di Quartiere uno dei suoi punti di forza della campagna elettorale. Tuttavia la proposta ha trovato nella Garbati un voto di astensione: «Così come è stata formulata – ha rilevato Garbati – non rispecchia le nostre convinzioni; andava perfezionata. La nostra idea di Consiglio di quartiere è diversa da quella dei proponenti, cioè apartitica. Solo così a nostro avviso questa istituzione manterrebbe la propria autonomia. Andava rivista anche la suddivisione dei quartieri, perché quella preventivata non rispetta secondo la nostra opinione le esigenze territoriali. Purtroppo non sono stati presi in considerazione gli emendamenti (tranne uno) che invece avrebbero messo d’accordi tutti; è stato confezionato un vestito per la città, senza sapere secondo noi con precisione chi doveva indossarlo e per quale occasione. Ci auguriamo che come dichiarato oggi dalla maggioranza, ci sia comunque una disponibilità di futuri cambiamenti. Sarebbe una grande e sorprendente apertura, per il bene dei cittadini. Siamo fiduciosi. Staremo a vedere».

 

Via libera ai consigli di quartiere, 12 nominati dalla politica e tre estratti a sorte

 

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Narciso Ricotta

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Claudio Carbonari

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Pierfrancesco Castiglioni

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