Il sindaco sulla tragedia dei Canullo:
«E’ stata impropriamente politicizzata,
trasparenza non è scaricabarile»

MACERATA - Sandro Parcaroli in Consiglio comunale ha difeso l'assessore ai Servizi Sociali, Francesca D'Alessandro, dopo gli attacchi di parte dell'opposizione e sulla tragedia di Borgo Santa Croce ha detto: «ci chiama tutti in causa in prima persona perché tutti dobbiamo interrogarci. Rispetto a questa triste vicenda di solitudine tutta la comunità ha perso e ne esce sconfitta». Elisabetta Garbati (Macerata Rinnova): «Siamo tremendamente addolorati per ciò che è successo a questa famiglia. Come è possibile che nell’era social accadano certe cose?»

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L’intervento del sindaco Sandro Parcaroli al Consiglio comunale di oggi

 

di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)

Una presa di posizione netta a difesa dell’assessore ai Servizi Sociali Francesca D’Alessandro, criticata duramente dalle opposizioni per l’intervento legato ad alcune riflessioni fatte sul caso della tragedia che ha visti vittime i tre componenti della famiglia Canullo: poco fa il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli è voluto intervenire sul tema appena ripreso il Consiglio comunale: «Quanto avvenuto esattamente una settimana fa nella nostra città è drammatico, e deve farci riflettere e pensare, esprimo a nome di tutta l’amministrazione comunale e di tutta la città il più profondo cordoglio per la morte di Eros e Alessandro Canullo e Maria Angela Moretti. La tragedia che si è consumata nella villetta di borgo Santa Croce ci chiama tutti in causa in prima persona perché tutti dobbiamo interrogarci, rispetto a questa triste vicenda di solitudine tutta la comunità ha perso e ne esce sconfitta. Fin dal primo giorno del nostro insediamento abbiamo dimostrato di essere trasparenti e, anche in questo caso, il vicesindaco ha seguito questo principio che più di altri per noi è una priorità, istituzionale, amministrativa e morale, verso la città e i cittadini».

ConsiglioComunale_FF-7-650x434Fatta la premessa, Parcaroli è entrato duramente in campo a difesa della vice sindaca: «La questione è stata impropriamente politicizzata portando alla condanna infondata e ignobile di chi ha fatto ciò che poteva e doveva fare nel limite della retorica politica ingenerando nella cittadinanza sentimenti odiosi anziché di concordia. L’amministrazione, nel pieno e incondizionato rispetto dei ruoli, continuerà ad adottare il principio della massima trasparenza nell’interesse dell’intera cittadinanza e nel rispetto degli accertamenti avviati. Riteniamo che questo impegno dell’amministrazione non possa essere né travisato né bollato come scaricabarile. Oggi l’unica certezza è che dobbiamo ancora interrogarci e trovare tutti insieme delle risposte». «Aggiungo – ha concluso il primo cittadino visibilmente commosso  – una mia considerazione personale, non ci sono state da lunedì ad oggi, una sera e una mattina che non ho detto una preghiera per queste tre persone».

ConsiglioComunale_FF-5-650x434Sull’accaduto interviene con una nota l’associazione Macerata Rinnova, presieduta da Marco Sigona con la sua rappresentante consigliera Elisabetta Garbati: «Siamo tremendamente addolorati per ciò che è successo a questa famiglia dice la consigliera Garbati – La vicenda racconta una storia triste, che vede disabilità, disperazione, angoscia e solitudine come protagoniste. La domanda che ci assilla e ci lascia interdetti è la stessa che si pongono molte altre persone: come è possibile che accadano oggi certe cose? Stiamo vivendo nell’Era Social”: basta un clik su cellulare o computer per arrivare dopo un minuto dall’altra parte del mondo, e condividere il menù del pranzo, o annunciare un anniversario di matrimonio. E non siamo riusciti ad aiutare una famiglia in seria difficoltà. Abbiamo bisogno di trovare una spiegazione dell’accaduto, perché certe cose non si ripetano più. Il gruppo Macerata Rinnova partecipa a questo grave lutto che ha coinvolto la città ed i cittadini tutti di Macerata.

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Il sopralluogo della polizia alla villetta dei Canullo dopo il rinvenimento dei corpi

La famiglia Canullo è la famiglia della porta accanto, quella che magari conosci da una vita, con gravi problemi e disagi da affrontare. In una cittadina di provincia sono situazioni comuni che molto spesso non passano inosservate. Eppure improvvisamente questa famiglia della nostra comunità scompare, e nessuno sembra accorgersene; il tempo passa nell’indifferenza più assoluta. Una famiglia dimenticata, cancellata, una situazione per certi aspetti troppo impegnativa, che si risolve da sola. Morti e dimenticati. Questo è veramente tragico, la vicenda ha svelato il disagio quotidiano che vivono queste persone cosiddette fragili, vulnerabili ed invisibili alcune volte anche per le istituzioni; persone alle quali una politica territoriale assistenziale, che oggi ha tra i primi obbiettivi quello di prendersi cura della persona, dovrebbe stare molto più attenta investendo con risorse, progetti di monitoraggio e di assistenza».

All’inizio del Consiglio Comunale è stato osservato un minuto di silenzio per l’oncologo Umberto Torresi, ex consigliere, per l’ex assessore Giovanni Casali, e per la famiglia Canullo.

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Famiglia morta nella villetta, tempi lunghi per il funerale: «Proclamate il lutto cittadino»

Il racconto dell’amico di Alessandro: «Sono l’unico che gli è rimasto vicino, tre anni fa mi rivolsi ai Servizi sociali»

Dramma degli invisibili: sui corpi nessun segno di violenza

Opposizioni critiche con D’Alessandro: «Inaccettabili le sue dichiarazioni, non può fare scaricabarile»

«Contattata da conoscente dei Canullo: ho segnalato agli uffici ma qualcosa non ha funzionato»

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