Green pass per bar e ristoranti?
«Diventerebbe una sorta di dogana,
impossibile controllare»

MACERATA - I dubbi e le incertezze di ristoratori e baristi per la possibilità che venga introdotto l'obbligo del Certificato verde anti Covid. Le parole di Roberto Scaficchia (Il casolare), Andrea Ortenzi (Il Quartino), Letizia Carducci (Osteria dei fiori) e Aldo Zeppilli (Centrale.eat). Diversi anche i cittadini contrari, Mattia Fanesi, studente: «Una limitazione della libertà personale». Annachiara Appignanesi: «Non può prevenire il virus». Un turista piemontese in città con la famiglia si dice d'accordo: «Se vogliamo arginare la pandemia dobbiamo pure trovare una soluzione»

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Le interviste video a cura di Sabrina Amichetti e Giulia Tanoni

 

di Francesca Marchetti (foto Fabio Falcioni)

In settimana il governo deciderà sul “Green pass”, la certificazione verde digitale del ministero della Salute che potrebbe essere richiesta ai clienti di ristoranti, bar e discoteche e che da tempo ha aperto il dibattito contrari e favorevoli. La certificazione si può richiedere tramite il sito del ministero o tramite l’apposita applicazione per cellulare AppImmuni o AppIO se si è già ricevuta la seconda dose del vaccino, se si è effettuato un tampone con risultato negativo nelle 48 ore precedenti all’utilizzo, o se si è guariti dal Covid da almeno 6 mesi. I più si chiedono se sia il metodo giusto per fermare la pandemia ed evitare nuovi contagi, e anche tra i vaccinati c’è il dubbio se il lasciapassare per i locali sia necessario o meno.

Roberto Scaficchia (Foto Fabio Falcioni)

Roberto Scaficchia

Questa mattina abbiamo raccolto varie opinioni dei titolari di attività a Macerata e dei cittadini: il timore che questo possa essere l’ennesimo fardello per gli operatori della ristorazione si mischia a chi considera il Green pass qualcosa di incostituzionale.

«Siamo in attesa, non sappiamo come funziona, se è obbligatorio, come controllarlo, se siamo autorizzati a controllarlo – dice Roberto Scaficchia di “Al Casolare” – Non sono molto favorevole, perché è più complicato da parte nostra controllare tutto e se qualcuno non ha il green pass non può venire a mangiare, quindi è un cliente che perdo.»

Andrea Orazi (Foto Fabio Falcioni)

Andrea Orazi

«Ho letto oggi un servizio in cui si diceva che se si va in zona gialla non è buono nemmeno il green pass per andare a mangiare a ristorante – dice Andrea Orazi del ristorante “Il Quartino” – Se rimanessimo in zona bianca va bene. Non mi farebbe danno e la clientela spero che sarebbe d’accordo. Ci saranno persone contrarie, ma spero di sì. Noi siamo tutti vaccinati, abbiamo tutto a posto, al limite prendiamo il green pass e via».

Aldo Zeppilli (Foto Fabio Falcioni)

Aldo Zeppilli

«Il green pass è utile in situazioni dove c’è un ingresso condizionato, cioè ci sono dei biglietti d’ingresso, ma è sicuramente impossibile da gestire per quanto riguarda il bar, diventerebbe una sorta di dogana mettere qualcuno a controllare – afferma Aldo Zeppilli di Centrale.Eat – È chiaro che nei locali al chiuso potrebbe essere utile, sia per il discorso sanitario, sia per stimolare a vaccinarsi chi ancora ha dei dubbi. Mediaticamente hanno dato tantissime incertezze, non è colpa soltanto di chi preferisce non fare il vaccino. È vero che nell’immediato se sono vaccinato sono protetto, ma se non riusciamo a fare un’immunità di gregge e bloccare la circolazione del virus, questo si rafforza e poi il vaccino non sarà più efficace.»

Letizia Carducci

Letizia Carducci

«Non si può scaricare il tema sui ristoratori, perché siamo già gravati da una serie di incombenze rispetto al passato, è un tema che dovrebbe essere affrontato a monte dal governo – afferma Letizia Carducci di ”Osteria dei fiori”– Il lavoro è ripreso abbastanza bene, siamo contenti, anche se è difficile programmare il futuro anche in funzione di questo perché le prenotazioni vanno e vengono in funzione alle disposizioni».

Molti gli studenti e i turisti nelle piazze e nelle vie di Macerata, quasi tutti avventori di bar e ristoranti del centro cittadino.

«Il green pass nei ristoranti potrebbe essere giusto secondo me, se vogliamo arginare la pandemia dobbiamo pure trovare una soluzione – Dino Deiana, in visita con la famiglia dal Piemonte – Se la soluzione è questa, naturalmente nei modi giusti verso le persone, nel rispetto della privacy, con modi educati, potrei essere d’accordo.»

Mattia Fanesi

Mattia Fanesi

Di parere diverso è Mattia Fanesi, giovane studente: «Sono contrario al green pass perché penso sia una limitazione alla nostra libertà. Adesso prendiamo esempio dal modello francese, ma secondo me il green pass è anticostituzionale e io non lo farei. In un certo senso diventa un obbligo alla vaccinazione, perché se una persona non si vaccina non potrà fare una serie di cose. Quindi sono contrario nonostante io abbia fatto il vaccino e penso sia una cosa giusta farlo.»

Serenella Pagnanini

Serenella Pagnanini

«Sto cercando di farmi un’opinione – dichiara la professoressa Serenella Pagnanini – Credo che sarebbe opportuno forse sensibilizzare ancora di più le persone, lavorare molto di più sull’importanza della vaccinazione perché potrebbe essere anche un po’ difficile per i ristoratori, per gli operatori, trovare anche del personale. Affaticheremmo, renderemmo ancora più macchinoso questo processo che già ha creato per alcune categorie dei disagi grandissimi.»

Annachiara Appignanesi

Annachiara Appignanesi

«La mia idea è che un green pass non possa prevenire il virus – dice Annachiara Appignanesi – Quindi se si sta nel locale, anche col green pass, non per questo può non essere contagioso. Va benissimo il vaccino, assolutamente, però bisogna avere il buon senso di usare la mascherina e le precauzioni dovute anche se uno ha il green pass. E’ solo un metodo in più, una cosa in più. Seguo continuamente l’andamento della pandemia e delle soluzioni che si cercano, effettivamente la comunicazione è confusa perché gli opinionisti, i virologi si susseguono in maniera caotica, uno è al contrario all’altro, quindi capire da cittadino è difficile. Un’opinione precisa è difficile averla.»

 

Dino Deiana e la famiglia

Dino Deiana e la famiglia



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