Investita e in coma per 5 mesi,
fa riabilitazione da 17 anni
«Le nuove tecnologie sono la svolta»

MACERATA - Benedetta Rapanelli racconta come ha ripreso in mano la sua vita dopo 5 mesi di coma. Ora la prova finale: «Voglio migliorare la mia andatura»

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Benedetta Rapanelli

 

Sono passati quasi 17 anni da quando Benedetta Rapanelli fu investita: «Fa presto a tornarmi in mente il lontano e terribile ricordo del 2004 quando, per festeggiare il 100 e lode della mia maturità classica, organizzammo una fantastica cena con i miei amici storici con cui trascorrevo le vacanze estive. Per raggiungere il ristorante c’era solo da attraversare la strada. All’ andata andò tutto tranquillamente e via ai festeggiamenti; al ritorno, quand’ ero quasi vicina all’ altro marciapiede, fui investita da un auto. L’ urto mi mandò subito in coma, fui soccorsa da un’ ambulanza fortunatamente lì in sosta e fui portata prima al vicino ospedale di Loreto, dove mi diedero per spacciata, poi sono stata trasferita all’ospedale Torrette di Ancona dove intervenne il neurochirurgo professor Franco Rychlicki. Fui quindi operata urgentemente di Craniotomia decompressiva».

Da lì un lungo periodo di coma, ben 5 mesi. «In seguito intrapresi una lunga riabilitazione, per riabilitare ogni singolo gesto, riappropriarmi correttamente della parola e tornare al movimento sulle mie gambe: quest’ ultimo fu davvero molto impegnativo dato che, durante l’ incidente, mi ruppi anche la gamba destra. Di conseguenza la riabilitazione fu molto complessa fin dall’ inizio e non facilmente compresa a pieno da tutti coloro che mi hanno inizialmente avuto come paziente, dopo esser pure stata in coma per quasi 5 mesi. Mio padre, medico, mi ha fatto lavorare fisicamente con persone davvero competenti, Andrea Migliorelli, la fisioterapia dell’ Asur di Macerata sotto la guida di Giorgio Caraffa, che mi fece seguire dalla grande Lorella Martinelli; nel frattempo ho frequentato anche l’ Università, con l’aiuto di mia madre, professoressa in Lettere, e mi sono laureata in Lettere e scienze dello spettacolo e successivamente mi sono specializzata in Filologia classica e moderna, con 110 e lode. Dopo differenti lavori qua e là, ora sono impiegata all’ Anffas di Macerata, dedicandomi alla comunicazione ed agli eventi legati a questa istituzione
con articoli ed interviste».

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Benedetta Rapanelli sul Walker View

Quello che Benedetta vuole sottolineare ora nel suo lungo racconto, anche per aiutare chi ha bisogno di intraprendere un percorso di questo genere, è il ruolo della fisioterapia e delle nuove tecnologie. «Ancora oggi svolgo intensa ginnastica riabilitativa e rieducazione del passo in una palestra creata appositamente, in una stanza di casa mia. Ho così intrapreso una ginnastica molto raffinata con lo scopo di migliorare tutti i miei muscoli e la qualità della mia deambulazione con il personal trainer Gianni Lattanzi. E’ proprio quest’ ultimo che sta perfezionando al massimo il mio passo, facendomi in primo luogo andare sul tapis roulant, subito dopo camminare, normalmente, sul pavimento, in avanti e all’ indietro con gli occhi chiusi, ma anche muovermi con una gamba normale ad occhi aperti e l’ altra pienamente distesa ad occhi chiusi ( e viceversa); oltre a farmi anche camminare solo di lato, Gianni vuole anche che cammini, verso di lui, mettendo solamente i piedi in fila uno davanti l’ altro.
Dati i magnifici risultati che sto ottenendo adesso, mio padre si è rivolto al suo collega, il dottor Tommaso Ferretti, chiedendogli se poteva di nuovo, infatti qualche anno fa avevo fatto una terapia per l’equilibrio, ricevermi a “ FisioSport ”, la palestra da lui gestita a Piediripa. Tra i suoi collaboratori c’è Paolo Cirilli, che ho conosciuto nei giorni scorsi perché mi sta seguendo dal punto di vista fisioterapico sia con esercizi a terra, sul bosu, e su un moderno strumento chiamato “ WalkerView “. Si tratta di un particolare tapis roulant corredato di uno schermo televisivo su cui si proietta l’immagine di chi svolge i vari esercizi con indicazioni visive costanti che informano in ogni momento sia l’operatore che chi si sottopone all’esercizio sulla corretta postura , andatura ed equilibrio nel passo e nella corsa. Per il mio caso, penso che questa sia la prova finale necessaria, sia per utilizzare rettamente, ad ogni singolo passo, i miei piedi, mettendomi sempre alla prova in piano e in salita, con diverse velocità».



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