di Giuseppe Bommarito*
Se ne va a fine mese, tornando a Roma, Antonio Pignataro, questore a Macerata dal febbraio 2018, subito dopo i fatti che per sempre segneranno questa città: la tragica morte di Pamela Mastropietro e il successivo raid punitivo di segno razzista posto in essere da Luca Traini.
Un passaggio, quello di Pignataro a Macerata, durato poco meno di tre anni e caratterizzato dal continuo contrasto all’attività criminale (principalmente sullo spaccio di droga) e da conseguenti reiterate minacce scritte sui muri di Macerata e di altre cittadine della provincia. E’ importante però concentrarsi su due aspetti che a mio avviso sono determinanti per la valutazione del suo operato e per comprendere il coraggio messo in campo dal questore, anche nei riguardi del fuoco amico. Appena arrivato a Macerata Antonio Pignataro si è imposto nel contrasto allo spaccio di droga, che era indubbiamente alla base di quelle due tragedie e che in quell’epoca, e da diverso tempo, veniva effettuato in città arrogantemente, a cielo aperto, praticamente senza sosta e senza pietà alcuna anche verso ragazzini e giovanissimi adolescenti, e con un proliferare di spacciatori soprattutto nigeriani, ma anche italiani e stranieri di origine balcanica, che di fatto avevano militarmente occupato alcuni spazi cittadini. Importantissima in questo senso, anche a livello simbolico, è stata la “bonifica” della parte sud di piazza Garibaldi, quella dietro il monumento all’eroe dei due mondi, e, a scendere, del Forte Macallè, dei Giardini Diaz e del parco di Fontescodella.
L’esperienza di Pignataro, maturata in questo specifico settore nella sua precedente attività di contrasto allo spaccio di droga operato dai Casamonica alla stazione Termini di Roma, è stata evidentemente decisiva, dimostrando che a volte idee chiare, praticate con serietà e continuità, possono essere risolutive. Sì, perché a volte è un niente che fa la differenza, anche nell’ambito delle forze dell’ordine, tra il finto e il vero contrasto alla droga.
In primo luogo, infatti, sono state chiuse diverse vie di fuga, che consentivano agli spacciatori di dileguarsi, al primo allarme delle “sentinelle”, in un dedalo di passaggi (anche all’interno del parcheggio del Park Sì), luoghi di attraversamento, sentieri, nella certezza di non poter essere rintracciati. Poi sono stati utilizzati con maggiore frequenza agenti in borghese, chiamati soprattutto a pattugliare senza dare nell’occhio il parco di Fontescodella, realizzato per favorire la fruizione di spazi verdi da parte della cittadinanza, ma presto, totalmente abbandonato a se stesso e con strutture degradate e scarsa illuminazione, divenuto la “location” ideale per vendere la morte ai tanti consumatori che venivano a Macerata anche dai comuni siti nelle vicinanze.
Importante, a mio avviso, pure la tecnica di indagine sugli spacciatori introdotta in questo ultimo periodo, non più fermati al primo avvistamento o alla prima segnalazione e quindi destinati alla pronta scarcerazione, ma tenuti sotto osservazione per un qualche periodo di tempo, al fine di poter documentare non un singolo atto di spaccio (ormai di fatto depenalizzato, anche nel caso dell’eroina), ma decine e decine di cessioni, tali da impedire, con il più volte denunciato meccanismo delle porte girevoli, il rilascio immediato e l’accesso successivo a innumerevoli benefici in sede di procedimento penale e di esecuzione della pena.
Con l’osservazione prolungata, l’esame dei tabulati telefonici e l’interrogatorio dei consumatori così individuati, gli spacciatori sono stati fermati con la prospettiva di pesanti detenzioni e indiziati di numeri rilevantissimi di situazioni di spaccio, che hanno dato, anche alla magistratura giudicante, la giusta misura della grave attività delittuosa messa in campo, indispensabile per le decisioni da prendere pure a proposito della libertà personale, sia nella fase delle indagini preliminari che in quella dibattimentale.
Vanno ricordati anche gli accessi di giovani poliziotti in borghese in alcune discoteche (l’uovo di colombo, anche in tal caso), l’incremento costante dei controlli in tutte le piazze di spaccio, le contravvenzioni elevate a carico di alcuni commercianti che avevano venduto sigarette a minorenni senza verificarne l’età.
Ma soprattutto viene in rilievo l’importantissima attività messa in campo da Antonio Pignataro a proposito della cannabis light. Senza riprendere dalle fondamenta il dibattito intorno a questa sciagurata forma legalizzata di vendita di un prodotto altamente pericoloso per i giovani e comunque, con tutta evidenza, di sostanziale promozione della legalizzazione della cannabis vera e propria, droga pericolosissima in sé per l’elevata percentuale del suo principio attivo, il Thc, e per la veloce progressione che in molti casi induce verso il policonsumo e infine verso le droghe chimicamente più forti e potenti (cocaina, eroina, metamfetamine…), va detto che Pignataro, in Italia, è stato il questore che più si è impegnato a combattere la proliferazione dei negozi con lo stemma della fogliolina verde, spuntati un po’ dappertutto e spesso e volentieri con dietro i soldi della criminalità organizzata. Ciò grazie ad un’interpretazione restrittiva della norma posta in essere da Antonio Pignataro mirata a distinguere tra produzione e vendita a terzi e in virtù di perizie tossicologiche che spesso hanno dimostrato livelli di sostanza attiva ben superiore a quella dichiarata e che in diverse occasioni hanno consentito il sequestro del materiale, la chiusura temporanea di alcuni esercizi e l’apertura di un dibattito a livello nazionale.
Pignataro è stato però isolato in questa sacrosanta battaglia, pochissimi altri questori in Italia lo hanno seguito su questa strada tutta a difesa delle giovani generazioni, ha taciuto ostinatamente il capo della Polizia Gabrielli (evidentemente rispettoso degli orientamenti del governo in carica: e questa, considerata l’elevata caratura professionale del personaggio, è una grossa delusione per chi scrive), anche nel momento in cui il questore di Macerata, con diverse interviste, ha chiesto al legislatore norme più chiare, meno ambigue, meno passibili di interpretazioni favorevoli per le grandi catene della produzione e della commercializzazione della cosiddetta cannabis legalizzata, che oggi, in spregio ai più elementari principi del buon senso e della tutela della salute soprattutto dei giovani e dei ragazzini, viene addirittura consegnata a domicilio, come ha insegnato l’esperienza del lockdown e quella dei mesi successivi.
Pignataro ha fatto sentire la sua voce, richiamando l’opinione della comunità scientifica e del Dipartimento Dipendenze Patologiche, anche di recente, quando il ministro Roberto Speranza ha trovato il tempo, nonostante la gravissima emergenza covid, di sospendere all’ultimo minuto, ufficialmente in attesa di ulteriori chiarimenti scientifici, un suo precedente decreto destinato ad entrare in vigore il 30 ottobre scorso, che classificava anche gli olii di cannabidiolo come sostanze stupefacenti e che avrebbe messo fine alla nefasta esperienza dei negozi di cannabis light. Un chiaro e vergognoso cedimento ai produttori di cannabis light. Ma evidentemente – ha dichiarato Pignataro – pesano di più le lobby economiche quotate in borsa che la salute delle future generazioni, per poi aggiungere: “Nonostante ci siano di mezzo interessi di lobby potentissime io non farò un passo indietro… Non mi sento un simbolo, ma piuttosto un servitore fedele dello Stato che adempie i suoi doveri in maniera compiuta per difendere la società e per far prevalere la legge, e sono sempre pronto ad accettare tutte le conseguenze che arriveranno dal mio senso del dovere nel difendere le giovani generazioni”. Ed infatti Pignataro – occorre dire anche questo, perché è l’indubbia verità – ha pagato un prezzo pesante, essendo stato richiamato a Roma per un imprecisato nuovo incarico, non certo una promozione, senza essere stato destinato a sedi di questura più prestigiose, come il suo curriculum e l’eccezionale esperienza maceratese avrebbero consentito. E allora bisogna concludere questo saluto ricordando con affetto al questore Pignataro che le sue vere medaglie sono quelle minacce vergognose scritte contro di lui sui muri della città, i brillantissimi risultati conseguiti sul campo, la stima incondizionata dei cittadini maceratesi e il premio che nell’ottobre 2019 ha ricevuto a San Patrignano proprio per le sue battaglie contro la cannabis light e a favore dei giovani, destinati necessariamente a soccombere in una lotta contro la droga che lo Stato evidentemente vuole perdere.
* Avvocato Giuseppe Bommarito, presidente associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
Il questore Pignataro lascia Macerata, in arrivo Vincenzo Trombadore
Poteva fare meglio e non accanirsi sopratutto con il semolino ma agire di più contro le droghe pesanti. Io non fumo manco le sigarette. Tengo a precisarlo.
Grazie infinite Signor Questore per il tanto ...tantissimo che ha fatto per noi !!!!MI permetta un vezzo "de noatri":"Le abbiamo fatto mettere i capelli bianchi"!!! Per sempre grati!!!
In realtà no. Duole che se ne vada ora .
Grazie Giuseppe per la lucida analisi sul trasferimento del Questore!
Un Traiano, un Marco Aurelio! Le estenuanti battaglie di Pignataro contro la cannabis light! Arrivederci, gladiatore
Parlare di lobby quotate in borsa è decisamente ridicolo quando si sostiene il gioco di una lobby peggiore(volontariamente o meno). In più la storiella delle droghe di passaggio fa tanto catechismo anni 80.
In Italia servirebbero Mille Pignataro , auguri per Tutto !!!
Grazie dott Pignataro. Giá la rimpiango e le garantisco che presto saremo proprio in tanti a farlo
Aggiungo che ha dimostrato grande coraggio....che ad altri è mancato...tanto da poterla considerare al pari di altri personaggi che hanno fatto storia.Grazie,davvero grazie....
Professionisti come lei,Dott.Pignataro ce ne sono pochi....Lei ha svolto egregiamente il suo operato....mi dispiace che se ne va....in un certo senso ci si affeziona alle persone oneste e che si battono per il bene altrui.Le fo un grande in bocca al lupo per il suo prossimo incarico....
Grande dispiacere per il suo trasferimento! Grazie per quanto ha fatto per il nostro territorio. Un grande in bocca al lupo di vero cuore. Merita tutto il meglio dalla vita.
Mi sembra faccia rima con Quintilio Tartamella, la promozione farlocca di Nino Manfredi.
Grazie Sig.Questore x il lavoro svolto!!
Fa comodo al" sistema" avere dei giovane e meno giovani "rimbambiti" dalle cosiddette droghe light, è il primo passo per...il peggio.
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Grazie, grazie, grazie……mille volte grazie
Per il sig. Belluccini. Il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri dice da sempre che non esistono le droghe leggere.
Dopo aver letto l’articolo che bisogna dedurre? La sua lotta ha dato fastidio alla Mafia e quindi viene richiamato a Roma per essere impiegato in qualche centralino? Oppure e qui entriamo nel complotto ordito contro di lui da segrete forze politiche che stanno lavorando ad un nuovo ordine mondiale e non gradiscono funzionari che prendono apertamente le parti politiche di certi personaggi noti alle cronache per gli annuali colpi di scena tipo divieto di cantare o fatti oggetto da pericolosi disegni( nel significato proprio di disegni su foglio con matite, penne od altro con magari pretese artistiche) che servono soprattutto a creare vespai dove tutti possono dire la loro ben presumendo che dietro a tutto ci sono ponderanti forze di goliardici cretini?
Ma certo, Micuccettino piccino picciò, come si può pensare che la tua squisita delicatezza intendesse offendere qualcuno?
Sarò ripetitivo se lo spaccio prima dell’arrivo di Pignataro era arrogante,a cielo aperto,attuato da chiunque perchè chi di dovere non ha mosso un dito? ha fatto finta di non vedere? forse aveva ordini di servizio diversi?O non aveva il giusto personale?o personale qualificato alla repressione?Se(con i quali non si va da nessuna parte)ci si fosse mossi prima forse avremmo una ragazza ancora viva e ci saremmo risparmiati la caccia al nero.Se Pignataro ha dei meriti qualcuno dovrebbe spiegarci i demeriti dei predecessori che alla luce dei fatti sono gravissimi.
Sento ancora qualcuno che sostiene che le droghe leggere non fanno male e non fanno entrare poi nelle droghe pesanti. Con ritardo noi venimmo a sapere dai tossici stessi che avevano iniziato con lo spinello e finito con l’eroina. Ci fu poi la “pensata” razionale e rispettosa dei diritti individuali di chi voleva drogarsi da parte del PCI: quella dello spinello, libero e della modica quantità ad uso personale, che espanse l’eroina, la cui diffusione era imputata ai fascisti. “Drogare la gioventù e la società” è la parola d’ordine della Sinistra. Una gioventù drogata non dà fastidio, poiché l’unico ideale verso cui la mente è impegnata è “mamma droga”. Infatti, in cosa di ideologico e di politico si impegna oggi la gioventù, salvo che nella sceneggiata delle “Sardine” e poi tutti a casa?
Il questore Pignataro ha fatto il suo dovere ed è stato eliminato da una mafia politica che prende ordini da un potere mondiale, come dice Sandro Micucci, e che alcuni di noi conoscono e che vedono dietro la politica europea e statunitense. Il PD è il sevo sciocco di questo potere mondiale. L’unica cosa che li unisce è la distruzione di questa civiltà fondata dal Sacro Romano Impero di Carlo Magno, il quale, dando potere alla Chiesa, imponeva, attraverso i Sacramenti, la Presenza del Cristo nel pianeta; Presenza che dava significato e validità a tutta l’evoluzione. Il potere satanico che combatte questa Presenza sa che non vincerà. Il suo obiettivo è corrompere la mente degli individui, in modo da renderli più “materia”, con le sue basse pulsioni ed emozioni, e portarli poi a popolare il pianeta che sta costruendo per iniziare un’altra evoluzione diversa e lontana da quella della Terra. Le religioni lo chiamano “inferno”. Però, intanto un grande inverno spirituale sta calando sull’intero pianeta attraverso i governi che questo Potere controlla, vedi il Partito Democratico statunitense. E da noi il PD con i 5 Stelle, a cui interessano ormai solo le poltrone. Con un Chiesa confusa, spaccata sui idee mentali e senza più dogmi e Tradizione a guidarla…. Il questore Pignataro dava fastidio al piano mondiale? Non c’è stato bisogno di un killer… Bastava metterlo in condizione di non nuocere. Così è avvenuto.
Sauro Micucci, Rapanelli, non Sandro… Sauro da sauros che vuol dire lucertola… la lucertola non cammina mai con la postura eretta, a passi lunghi… animaletto un po’ ctonio…
caro Franco Pavoni, hai ragione. Ho scritto “Sandro” perchè ormai sono mesi che scrivo Sandro Parcaroli. A forza di nominarlo, ho iniziato evidentemente a provare un sentimento molto apprezzato tra gli LGBT.