Il messaggio inviato dall’Ufficio scolastico regionale (clicca sull’immagine per leggerlo integralmente)
«Un pensiero a tutti i figli d’Italia che dettero la loro vita per la Patria, una gioventù che andò al fronte e là vi rimase. Una gioventù lontana dai pavidi, coloro che scendono in strada a cose fatte. Giovani che vollero essere altro, con le opere, con l’esempio consapevoli che “un uomo è vero uomo se è martire delle sue idee”. Ricordando i loro nomi, sentiamo di rispondere, come nelle trincee della Grande guerra all’appello serale: Presente!».
È il messaggio del direttore dell’Ufficio scolastico regionale per le Marche, Marco Ugo Filisetti, fatto in occasione della giornata dell’Unità nazionale e delle forze armate. Un messaggio che ha colpito chi l’ha letto perché usa parole che sembrano uscite da tempi lontani, tempi di chiamate alle armi, per dire, ma forse è solo che, pur se il nemico è invisibile, il mondo sta vivendo un periodo di guerra: quella al Covid. «In questo giorno il nostro reverente pensiero va a tutti i figli d’Italia che dettero la loro vita per la Patria, una gioventù che andò al fronte e là vi rimase – dice Filisetti -. Una gioventù lontana dai prudenti, dai pavidi, coloro che scendono in strada a cose fatte per dire: “Io c’ero”. Giovani che vollero essere altro, non con le declamazioni, ma con le opere, con l’esempio, consapevoli che “Un uomo è vero uomo se è martire delle sue idee. Non solo le confessa e le professa, ma le attesta, le prova e le realizza”. Combatterono per dare un senso alla vita, alla vita di tutti, comunque essi la pensino. Per questo quello che siamo e saremo lo dobbiamo anche a Loro e per questo ricordando i loro nomi sentiamo rispondere, come nelle trincee della Grande Guerra all’appello serale del comandante: Presente (scritto tutto maiuscolo, ndr)!».
Si, proprio d'altri tempi! Sa di muffa e di retorica di regime, infatti!!!
gli hanno misurato la febbre prima de anda a fadigà?
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Molto retorico e molto disinformato riguardo a quanti vollero e quanti dovettero
politicamente POCO corretto
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Ma perché, come ho letto l’articolo, al grido “presente” (con cui si chiudeva il bollettino di guerra del Ufficio Scolastico Regionale) mi è venuto subito in mente: “presente, si ma a mammeta!”