Fabrizio Castori in collegamento
di Michele Carbonari
«Voglio costruire una zattera per scappare via mare». Mister Fabrizio Castori, attuale allenatore del Trapani in Serie B, sdrammatizza e pensa a come poter lasciare la Sicilia per tornare nella sua Tolentino. Lo fa in collegamento con il programma tv Sportitaliamercato, ospite come l’ex fantasista dell’Ascoli Amato Ciciretti della conduttrice Valentina Ballarini e del giornalista Alfredo Pedullà. Scherzi a parte, il navigato tecnico marchigiano capisce la situazione e torna immediatamente serio com’è suo solito fare. «Mi dispiace fare queste battute in un momento in cui in Italia c’è un dramma. Adesso ridiamo ma rimanere in casa è un atto dovuto. Lo facciamo perché bisogna farlo, perché è un bene. Chiaro però che alla lunga si soffre. Dire che siamo contenti di stare in casa sarebbe come dire una bugia. Ma è un sacrificio necessario. Speriamo che questa pandemia passi presto e finisca subito, e che i medici trovino la cura o il vaccino il prima possibile».
Il 65enne allenatore nato a San Severino conosce a memoria il mondo del calcio. In questi giorni è in atto la discussione per cui, in caso di ripartenza dei campionati, sia giusto o meno fare tamponi e controlli continui ai giocatori. Castori lancia un appello affinché non ci sia distinzione fra cittadini di serie a e di serie b. «Ci sta fare i tamponi e le analisi ai calciatori. Ma fare tutto questo ripetutamente non mi sembra giusto. A me risulta che tante persone malate o decedute non hanno avuto la possibilità di fare il tampone. Lo dico sinceramente: questa cosa mi da fastidio. Privilegiare una categoria a me non piace, si deve fare a tutti. La salute va considerata al di la della propria professione. Mi appello al senso civico, è un fatto etico». Il presidente della Figc Gabriele Gravina vuole riprendere gli allenamenti il 4 maggio e presenterà un protocollo di sicurezza al ministro dello sport Vincenzo Spadafora. Anche su questo il tecnico di Tolentino dice la sua. «Le norme indicate sono severissime e di non facile attuazione, sarà difficile praticarle tutte nella maniera ottimale. In ogni caso ci stiamo organizzando. Va bene ripartire in sicurezza, altrimenti si rischia di ricadere, ma giocare a porte chiuse farà un certo effetto. Il calcio è uno sport per la gente e per i tifosi. Non si penalizza solo loro ma anche i giocatori. Il calcio vero è quello che vede la partecipazione e il coinvolgimento di tutti. Poi certo, se sarà così ci adegueremo».
Castori nella panchina del Trapani
Arrivato al Trapani a stagione in corso, Castori stava compiendo un altro dei suoi tanti miracoli calcistici, risollevando le sorti del club granata e portandolo ad un passo dalla salvezza. «Ci siamo fermati nel nostro momento migliore. Al di la dei quattro risultati utili consecutivi avevamo fatto anche ottime prestazioni. La squadra era in crescita, sono convinto che avremmo fatto un finale di stagione alla grande – afferma l’ex di Carpi, Cesena e Ascoli fra le tante -. Adesso è cambiato tutto, dobbiamo ricominciare un nuovo campionato. Serviranno almeno tre o quattro settimane per riscaldare i motori perché questa inattività è peggiore della pausa estiva, in cui i giocatori sono liberi di praticare qualche attività fisica. In casa invece solo limitati. Ho sentito che si potrebbero concedere cinque sostituzioni, sarebbe già un aiuto, soprattutto per evitare il problema infortuni che in dieci partite ravvicinate è alto».
In lontananza, è viva l’ipotesi che anche il calcio professionistico è a rischio stop, ma Castori è contrario nel determinare promozioni e retrocessioni considerando l’attuale classifica cristallizzata. «La fotografia del momento non rispecchia il valore assoluto, che a mio avviso deve essere determinato in campo. Ovvero alla fine del campionato e non in questo momento. Con trenta punti a disposizione, abbiamo la possibilità di recuperarne cinque a chi ci ci precede. Non mi garba che il Trapani possa essere decretato terz’ultimo e quindi retrocesso. Spero venga fatta anche questa valutazione». Castori è apprezzato per la sua vena simpatica e allo stesso tempo provocatoria, come quando propone l’attaccante granata Pettinari quale eventuale sostituto di Lautaro Martinez in caso di addio all’Inter. «A parte la battuta, io preferisco andare a scoprire i talenti italiani nelle categorie inferiori perché hanno fame e voglia di emergere. Ci si può lavorare e per me è una soddisfazione plasmare un giocatore e lanciarlo ad alti livelli. È quello che è successo a Carpi e a Cesena, è un po’ la mia storia. Mi piacerebbe imitare queste esperienze anche qui a Trapani dove c’è una società giovane ma che ha voglia di crescere. Speriamo che il tempo ci dia ragione per raggiungere i nostri obiettivi».
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Bravo fabrizio. Grande mister
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Credevo che fosse di San Severino Marche ?
si fanno tamponi solo ai calciatori perche la testa dell taliano medio, che decide , ma fino ad un certo punto, chi ci deve governare è come “un pallò” e di conseguenza capisce solo “lu pallò” o poco di piu