Bufera sul regolamento di Civitanova,
Ciarapica difende il divieto:
«Un parco non è un campo da calcio»

VIETATO GIOCARE - Sollevazione popolare per le mamme che hanno denunciato la nuova norma. Dopo che il sindaco e l'assessore Cognigni hanno rifiutato di cambiarla, sono pronte a correre imbavagliate alla Stracivitanova coi bambini a seguito: «Vogliamo fare rumore». A difenderle anche il comitato 'Insieme cambiamo la mensa' e l'ex assessore Cecchetti. Il primo cittadino: «Il nostro scopo è garantire il diritto al gioco ma senza ledere la sicurezza e il benessere altrui»

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I bimbi che giocano nel parco di via Martiri delle foibe

 

di Laura Boccanera

Sollevazione popolare per il divieto di giocare nei parchi scattato a Civitanova con il nuovo regolamento di polizia urbana. La città è dalla parte delle “mamme del parco” che ieri a Cm hanno raccontato l’incontro senza esiti con l’assessore alla Sicurezza Giuseppe Cognigni per tentare di convicerlo a fare un passo indietro. Levata di scudi da parte della cittadinanza che anche sui social si sta scaldando.

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Alcune famiglie nel parco di via Martiri delle Foibe

E la “battaglia” per il gioco libero è solo all’inizio, contattate Le iene e domenica a correre la Stracivitanova ci saranno anche loro con i bimbi, una maglietta e un bavaglio in segno di protesta. Del regolamento, l’articolo che appare più odioso e incomprensibile è il 6 che vieta qualsiasi tipo di gioco che arrechi disturbo nei parchi cittadini e in mezzo alla strada. Ciò che insomma fino a 20 anni fa era la norma, oggi diventa vietato. Molti sono venuti a conoscenza del provvedimento (nonostante ci siano volute 3 sedute di consiglio per l’approvazione) solo a cose fatte e dopo l’incontro fra la delegazione di mamme e l’assessore al decoro Giuseppe Cognigni un dietrofront appare difficile. Ma le mamme, abituate a non arrendersi, tirano fuori le unghie e ci sarebbero stati anche contatti con le popolari trasmissioni televisive Le Iene e Striscia la notizia per alzare il clamore a livello nazionale.

Intanto le mamme incassano il sostegno della città e di tante “colleghe” che hanno allargato il fronte. Tra le prime a portare solidarietà l’ex assessore Cristiana Cecchetti: «seguo con rammarico e stupore le vicende delle nuove norme che regolamentano la vita cittadina soprattutto in rapporto ai giochi dei ragazzini e dell’amenità sui “panni stesi “.Con la nostra lista Futuro in comune , avevamo protestato in consiglio e proposto alcune ragionevoli modifiche. Considerando anche la necessità dl riposo di alcuni cittadini che vivono nei palazzi adiacenti pensavamo che una regolamentazione sugli orari potesse essere soluzione equilibrata che tutelava il diritto al riposo ma che consentisse ai bambini di godere del poco verde che offre la città. Nel piccolo parco nella zona sud si è creato un miracolo di gestione condivisa della cura dei bambini: le mamme si davano il cambio per sorvegliare i piccoli, tenevano pulito il verde, stavano in guardia contro eventuali cattive frequentazioni. Una bella cosa, una ottimizzazione delle risorse da parte delle mamme e la libertà di bambini di correre liberi e di stare lontani dalla solita tv e dai video giochi. Eppure con l’intervento legislativo si è ottenuto di distruggere questo risultato e di contrapporre cittadini con diverse esigenze quando si sarebbe potuto ottimizzarle. Non capiamo quale decoro e quale ordine si possa trovare nelle norme assurde e punitive messe in campo dall’amministrazione sempre a caccia di qualcuno da sanzionare».

Sull’argomento sono intervenuti a dare rinforzo anche i genitori del comitato Insieme cambiamo la mensa: «È forse questa la “citta con l’infanzia” alla quale spesso si richiama l’assessore Barbara Capponi nelle sue uscite sulla stampa quando parla delle iniziative che questa amministrazione mette in campo per le famiglie? Siamo al fianco di queste mamme e di tutti i cittadini che in queste ora stanno esternando il loro dissenso nei confronti di questo articolo del nuovo regolamento di polizia urbana». Il comitato originario, costituito da Monica Sbrascini, Loredana Sonaglioni, Daniela Palanca, Violante Marinelli, Annamaria Pezzola, Michela Quattrini, Ester Hartesan, Silvia Ruggeri, Laura Labellarte, Jessica Scoppa, Lara Polinesi, Cristiana Montevidoni, Annamaria Belletti, Natascia Emili, Alessandra Leonfanti, Patrizia Principi, Debora Cerretani, Maria Lepretti, Lucia De Carolis, Manola Burgio, Cristina Merlini si sta allargando: «tante mamme si stanno unendo a noi per abbracciare questa causa – spiega Sbrascini -. Vogliamo fare rumore. Pensavamo di essere un’eccellenza per come bambini piccoli e grandi convivevano, per come crescevano insieme aiutandosi gli uni e gli altri. Credevamo che prima o poi ci avrebbero dato un premio non che ci avrebbero vietato di frequentare e giocare lì. Non ci fermiamo, anzi, in segno di protesta domenica parteciperemo tutte alla Stracivitanova con bambini al seguito e con le magliette che ci identificano “le mamme del parco” e con un bavaglio, a significare la libertà che ci è stata tolta».

sindaco-fabrizio-ciarapica-civitanova-FDMDifende il provvedimento il sindaco Fabrizio Ciarapica: «E’ sbagliato scambiare un parco pubblico per un campo da calcio. Questa amministrazione è stata sempre aperta al dialogo e bene hanno fatto ieri le mamme a chiedere un incontro per ricevere i giusti chiarimenti. Come abbiamo cercato di spiegare, la ratio del regolamento che abbiamo approvato, non è quella di vietare che i bambini giochino nelle aree verdi, bensì che non si usino i parchi per gare alla stregua di quelle agonistiche, dove una pallonata con un pallone pesante, che colpisca per sbaglio un bambino o un anziano possa provocare gravi danni. Il nostro scopo è garantire il diritto al gioco ma senza ledere la sicurezza e il benessere altrui. Ho ricevuto tanti messaggi e sollecitazioni di mamme e nonni che con i bambini si sono allontanati per paura di essere colpiti dal pallone, o di chi ha avuto l’auto ammaccata, lo specchietto rotto. Questi comportamenti condizionano negativamente la libera fruizione dei parchi, per cui è mio dovere tutelare tutti. Siamo aperti al dialogo e al confronto e vogliamo trovare insieme le soluzioni, ma è sbagliato scambiare un parco pubblico per un campo da calcio. Comunque sia, vista la portata e l’importanza del provvedimento, ci siamo dati 6 mesi per tornare eventualmente in consiglio comunale per correttivi e miglioramenti».

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