di Maurizio Verdenelli
Per il neo-eletto sindaco di Camerino, maggiore Sandro Sborgia, una ‘prima volta’ di eccezionale rilievo: con il papa.
«La visita di Francesco ha permesso che si riaccendessero i fari della politica sui nostri martoriati territori. Fari lasciati spenti per troppo tempo. Ed ugualmente a lungo è stato lasciata sola la nostra gente a far fronte ad una vicenda enormemente più grande di sé. La ricostruzione post sisma deve assolutamente tornare al centro dell’agenda del governo. I pur incoraggianti segnali in vista dell’effettiva operazione ‘sbloccacantieri’ devono rappresentare in questa ottica solo un inizio. Restano tali, irrisolte, profonde criticità. I Comuni terremotati, a cominciare da Camerino, lamentano carenze d’organico sopratutto in quei settori vitali per la ricostruzione. Parlo naturalmente degli uffici tecnici. Vuoti da coprire se si vuole che effettivamente i comuni possono rispondere efficacemente a quelle richieste di lavoro cui sono ora chiamati: parlo dell’abbattimento degli edifici pericolanti per i quali questa opera è prevista come della loro ricostruzione. Se non ci verranno dati mezzi e personale, tutto rimarrà sulla carta. Belle parole, fini a se stesse».
A Camerino in rappresentanza di San Severino Marche la prof. Vanna Bianconi (assessora alla Cultura) vice della sindaca Rosa Piermattei da alcuni giorni e fino a domani impegnata professionalmente a Milano nel suo ruolo di manager di Tod’s.
E’ d’accordo con l’analisi del rettore Pettinari (ieri su Cronache Maceratesi, leggi l’articolo) e sull’ipotesi di una strategia dell’abbandono in riferimento alla ricostruzione?
«Siamo d’accordo con Camerino che vive tuttavia una realtà ancora più drammatica della nostra. E’ una ricostruzione che troppo lenta per la Città dei Varano, appare appena un po’ meno lenta per San Severino che dal terremoto ha subito danni inferiori. E tuttavia temiamo che spenti i riflettori nazionali, ci si dimentichi davvero di tutti noi. Sai, d’accordo, il timore è fondato sopratutto quando tutto appare ritardato ed ingabbiato dalla burocrazia. Non parlo di mancato impegno, ma è certo che non si fa nulla per dare sveltezza ad un passo non adeguato al lungo cammino che ancora ci attende nonostante che siano trascorsi tre anni dalle prime scosse».
A Camerino ha avuto modo di dialogare con il commissario Piero Farabollini?
«Sinceramente non l’ho visto, questo non significa che non ci sia stato. Ho comunque notato con piacere la presenza dell’ing. Cesare Spuri, direttore dell’ufficio regionale per la ricostruzione».
Dell’immane dramma post sisma, Castelraimondo è lo spartiacque. La vita ancora scorre senza insormontabili criticità nel comune guidato da Renzo Marinelli. «E’ vero, appena a qualche chilometro da qui, a Camerino, la situazione cambia totalmente. Eppure Castelraimondo può continuare a vivere quasi normalmente finché sarà possibile soccorrere davvero la Città dei Varano e tutti gli altri centri al confine del Nulla che pare avanzare. Nel momento che l’abbandono spazzerà via questi centri, anche il nostro sarà destinato a cessare».
E’ dunque d’accordo con il rettore Pettinari circa la strategia dell’abbandono?
«La presenza del papa, ieri, ci ha dato l’esatta percezione che siamo stati abbandonati. Se si è mosso Francesco…ed assistiamo con inquietudine anche alla strategia dello scaricabarile circa le varie responsabilità . Tra chi c’era prima e chi c’è adesso, ai posti di comando. L’impressione è che mai o quasi il caso terremoto è stato posto nella dovuta attenzione dagli enti decisori. Siamo stati abbandonati? Di sicuro non siamo stati presi nella dovuta considerazione. Mi rendo conto che può essere una formula solo dialettica per nascondere una verità che ci lacera. Tuttavia continuiamo a sperare».
L’evento di Camerino?
«Un grazie profondo al vescovo Francesco Massara che ha promosso tutto e che ha preso una posizione forte. Siamo tutti dietro a Lui, lui davvero ora rappresenta una concreta speranza per questi territori».
Ha parlato ieri con il commissario alla Ricostruzione?
«Ho cercato Farabollini, volevo parlargli. Non l’ho visto. Ho visto invece l’ing. Spuri e il capo della Protezione Civile marchigiana, Piccinini, che spesso riesce a risolvere problemi ancora più grandi dell’organismo che dirige così bene».
Presente ieri in piazza Cavour anche Pietro Cecoli, che da sindaco di Monte Cavallo ha vissuto i terremoti del 1997 e del 2006 proprio come Marinelli. Come va la ricostruzione? «Male. Ma aspettiamo lo Sbloccacantieri. Case nuove non si vedono per ora. I soldi pubblici sono pochi e sembrano tutti destinati per le strade, in direzione Anas». Condivide la tesi della strategia dell’abbandono espressa dal rettore Claudio Pettinari?
«Come si puoò pensarla diversamente? Sembra pure il caso di quegli ospedali decentrati che non si chiudono ma dei quali si aspetta la fine comunque non provvedendo alle assuunnzioni del personale e alle forniture…».
E’, al solito, un fiume in piena Mauro Falcucci, sindaco (rieletto) di Castelsantangelo sul Nera, paese-simbolo del terremoto del Centro Italia. «Guardi, con il prof. Claudio Pettinari sono d’accordo pienamente. Strategia dell’abbandono? Parlano i fatti, non sono sensazioni soggettive. La montagna pare avviata all’estinzione, pare che della permanenza di queste popolazioni, non interessi alla Politica. Siamo pochi, d’accordo, tuttavia che ne sarà dopo di queste terre? Incapacità dei politici, forse? No, per carità. Tutti ormai sanno tutto: problemi, soluzioni. Ma non si muovono. Siamo abbandonati? Dico solo che se mi guardo indietro, non vedo nessuno cui appellarmi. E a Camerino, ad una visita di Stato su un tema così cocente, non ho visto ad esempio un uomo di governo (28 annifa con papa Wojtyla, il ministro dell’istruzione universitaria al teatro Marchetti ndr) né il commissario alla Ricostruzione. Farabollini da Treia può essere sfuggito alla mia visuale e pure a quella cui ho chiesto di lui. Siamo pochi (10/15.mila persone), deboli, negletti, sempre in fondo all’agenda politica che conta e senza ‘santi’ in paradiso ad eccezione di Francesco, naturalmente».
Intanto il senatore Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche, stigmatizza l’uscita del presidente regionale Ceriscioli contro l’immobilismo (leggi l’articolo).«Gli unici incoscienti in tema di ricostruzione sono Ceriscioli e il suo Pd che si lamentano oggi per quello che avrebbero dovuto fare ieri. L’invito di Papa Francesco a tenere alta la guardia sulla ricostruzione è di ulteriore stimolo per un Governo che ha fatto in pochi mesi quello che si doveva fare da anni e non intende fermarsi qui. Ceriscioli non perde occasione per straparlare a puro beneficio dei riflettori, non certo dei terremotati – spiega Arrigoni – Ora chiede leggi speciali, ma è da un minuto dopo il sisma che lui e il Pd sono stati in plancia di comando: perché non le hanno fatte se indispensabili? La realtà è che questo Governo ha appena varato lo sblocca cantieri ed è in dirittura d’arrivo l’ordinanza per la semplificazione nella ricostruzione delle chiese, fulcro sociale e volano economico delle piccole e grandi comunità appenniniche. Si tratta di norme che si aggiungono alle decine e decine introdotte con DL 55, DL proroga termini di luglio, DL Genova di settembre e legge di bilancio 2019. È evidente come la Lega e il Ministro dell’Interno Salvini abbiano a cuore le comunità terremotate alle quali non è mai mancato e mai mancherà in futuro il sostegno».
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Parole parole parole….papa Francesco si è dovuto muovere
per riportare l’ attenzione nelle zone terremotate, è normale che
la colpa è politica, la burocrazia
sta recando danni immani, questa è la causa primaria.
Per Agostinelli. Bèh, potrebbe essere anche l’effetto placebo all’opera. Infondere speranza può a volta fare miracoli. Secondo alcuni è così che avvengono alcune guarigioni cosiddette ‘miracolose’.
Non pagate le tasse di qualsiasi tipo in massa, vedrete come vi cercheranno.
Per il sig. Lorenzo Bellesi. Ci cercano e ci trovano con un bell’accertamento. Conviene non arrivarci.
I comuni del cratere non erano molti di più, o sbaglio?????? Come mai solo cinque sindaci ringraziano il Papa?????? Mah……..
Non c’era anche il comune di Pesaro fra quelli “danneggiati” dal terremoto e richiedente benefici…..???
..ecco, visto, abbiamo risolto ogni problema di ricostruzione post (molto post, che adesso diverrà anche post in, vedrete..) sismica: tra i miracoli del signore e gli effetti placebo, tra qualche mese tutta la zona terremotata sarà ricostruita, magari pure con qualche paese in più, che poi non guasta mica con gli arrivi degli ultimi anni che non sappiamo dove sistemare!! Come non averci pensato prima è una cosa davvero misteriosa, mah e arimah!!! gv