di Gianluca Ginella
Niente sentenza per l’omicidio stradale di Gianluca Carotti e Elisa Del Vicario: manca l’ambulanza per trasportare l’imputato al tribunale di Macerata, dove aveva chiesto di essere presente. Sette ore di udienza al processo in cui è sotto accusa il 34enne marocchino Marouane Farah, residente a Monte San Giusto, e che alla fine non hanno prodotto una sentenza ma un rinvio di otto giorni per consentire all’uomo di essere presente in udienza. Il processo questa mattina si era aperto con la richiesta della difesa (Farah è assistito dagli avvocati Vando Scheggia e Emanuele Senesi) di fare il processo con rito abbreviato (ammesso) ma di rinviare l’udienza per consentire al marocchino di essere presente in aula e essere sentito Non poteva partecipare oggi, ha detto la difesa, perché Farah diceva di non sentirsi bene a causa delle conseguenze dell’incidente avvenuto nella notte del 3 marzo in cui avevano perso la vita sulla statale Adriatica, a Porto Recanati, Gianluca, 47 anni, ed Elisa, 40, entrambi di Castelfidardo.
Richiesta cui si sono opposti il pm Enrico Riccioni e le parti civili. Il Tribunale ha chiesto di fare una visita medica in carcere. E’ stato accertato che le condizioni di Farah sono discrete e poteva partecipare. L’imputato ha dato l’ok per essere presente ma alla fine a pomeriggio inoltrato (l’udienza si era aperta alle 9,30 di questa mattina), è arrivata la notizia che non c’erano ambulanze disponibili per trasportare Farah, che si muove in carrozzina per le ferite riportate, a Macerata dal carcere di Montacuto di Ancona. Una decisione che è stata presa con malumore dai famigliari delle due vittime, che oggi hanno seguito tutta l’udienza. Un paio di loro a fine udienza hanno chiesto un chiarimento ad uno dei legali di Farah, l’avvocato Scheggia, su quanto aveva detto in mattinata spiegando che Farah non era in condizione di essere presente, «ma non ha mai detto di non voler partecipare» ha spiegato il legale.
«Un rinvio a breve per rimediare a quanto è successo oggi – ha commentato l’avvocato Natalucci, che assiste 5 parti civili –. Oggi si è portato all’eccesso l’interpretazione di alcune situazioni. Sono cose che poi creano del malumore tra i famigliari delle vittime. Oggi eravamo pronti a fare il processo, anche il Tribunale era pronto ma non si è potuto fare perché manca l’ambulanza». La prossima udienza, il 16 aprile, Farah vuole sottoporsi a interrogatorio «vorrà anche scusarsi con i famigliari» ha spiegato l’avvocato Scheggia al termine dell’udienza. Sette le parti civili. Si tratta della madre della figlia di Carotti (la bambina era rimasta ferita nell’incidente), Milena Pristi, assistita dall’avvocato Francesco Linguiti, di Nicola Montinaro, padre del figlio di Elisa Del Vicario (anche il bambino era rimasto ferito), assistito dall’avvocato Silvio Verri, di mamma e papà di Elisa, Patrizia Centioni e Vito Del Vicario, della sorella di Elisa, Laura Del Vicario, della nonna di Elisa, Bruna Centioni, e del papà di Gianluca, Settimio Carotti. Tutte queste cinque parti civili sono assistite dall’avvocato Giuliano Natalucci. A Farah la procura contesta il duplice omicidio stradale aggravato dall’assunzione di alcol (1,71 grammi per litro di alcol nel sangue) e stupefacenti (thc 6,5 nanogrammi per millilitro).
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