di Fabrizio Cambriani
A poco meno di due mesi dalle elezioni amministrative ed europee l’intera politica regionale esibisce un’imbarazzante inerzia e una inadeguatezza mai viste prima. Per le forze politiche che dal 1994 fino allo scorso anno si sono contrapposte (anche ferocemente) in un rigoroso sistema bipolare – che ha peraltro garantito una sana alternanza – il tempo si è fermato al 4 marzo dello scorso anno. Sia il Partito Democratico che Forza Italia infatti, non si sono più riavuti dal colpo micidiale che gli elettori hanno allora loro inferto.
Ai segnali di vitalità registrati con le recenti primarie, il Pd, attraverso la sua classe dirigente locale, non ha dato alcun seguito nei territori. Nemmeno approfittando dell’occasione per il rinnovo delle tante amministrazioni comunali. Al contrario, si privilegiano le presentazioni dei libri. In particolare, quelli scritti dagli ultimi ex presidenti del consiglio o dai loro ministri (recentemente sono arrivati in provincia nel giro di pochi giorni Renzi, Letta, Gentiloni e Calenda). I quali, con la boriosa saccenteria di una professoressa di greco, in avanti con gli anni e per giunta zitella, spiegano alla platea, raccolta in rigoroso silenzio, che loro hanno governato benissimo e che – ahimè – gli unici ad aver commesso degli errori imperdonabili sono gli italiani che non li hanno votati.
Lo dico sottovoce: sarebbe buona norma che coloro negli ultimi dieci anni sono riusciti a perdere oltre sei milioni di voti, i libri è meglio che se li leggano, invece di perdere tempo a scriverli. Del tutto assente in questa fase la segreteria provinciale. Basti pensare che a Recanati, il comune più importante della provincia, chiamato a rinnovare i suoi organismi, il Pd si è diviso in partes tres e non passa giorno che le ormai parti in causa non se le dicano, sui social, di tutti i colori. Casomai perdessero pure Recanati, al centrosinistra, resterebbe in mano solo Macerata. Non so se mi spiego…
Molto peggio se la passa Forza Italia. Il partito, nonostante i disperati tentativi di mantenerlo a galla del commissario regionale Marcello Fiori, è bello che affondato. A distanza di venticinque anni dalla salvifica discesa in campo, l’ottantatreenne Berlusconi è ormai la caricatura di sé stesso. Costretto, come l’Amerigo di Guccini al cinto d’ernia, sta giocando le sue poche e ultime carte per tentare di raggiungere alle Europee, la proibitiva soglia delle due cifre. Le sue divisioni, un tempo imbattibili falangi da campagna elettorale, lo hanno abbandonato. Le pretoriane trentenni in tailleur che nel ’94 facevano la fila a migliaia, solo per poterlo guardare da vicino, oggi di anni ne hanno cinquantacinque: qualche ruga e qualche smagliatura in più. Però sono passate quasi tutte, armi e beauty-case, con il “capitano” Salvini, molto più giovane e prestante. Anche le priorità politiche sono mutate: non più il cavallo di battaglia della riduzione delle tasse e del liberismo, ma la chiusura dei porti ai migranti. Dovunque, sul nostro territorio, Forza Italia – divenuta ormai la bad company del centrodestra – sta subendo non solo le angherie della Lega, ma anche quelle di Fratelli d’Italia. A parole preziosi alleati, nei fatti nemici giurati che la stanno rapidamente svuotando. E se casomai qualcuno rifiutasse di passare con Salvini o la Meloni, c’è sempre la sicura alternativa nelle liste civiche che, mai come in queste amministrative, numerosissime, si stanno concretizzando ovunque.
Ad Ascoli, per dire, sta succedendo il finimondo. Tutto sembrava filare liscio per la candidatura a sindaco di Piero Celani, attuale consigliere regionale di Forza Italia. Ciò fino a quando e improvvisamente, la spartizione sul tavolo nazionale, ha stabilito che quella casella fosse riservata a Fratelli d’Italia con Marco Fioravanti. Una decisione inappellabile che sta mettendo in difficoltà l’intero centrodestra e che ha preso in contropiede pure lo stesso Fiori. La motivazione vera è indicibile: in cambio di diversi sindaci distribuiti su tutto il territorio nazionale, Fdi chiuderebbe la porta di ingresso, almeno fino alle elezioni europee, a tanti parlamentari e una consistente parte di classe dirigente che da Forza Italia intenderebbe transitare nel partito della Meloni. Un segnale che la dice lunga sul reale stato di salute del partito di Berlusconi.
Non pervenuto, almeno a livello locale, il Movimento 5 Stelle. Una volta raggiunta la stanza dei bottoni, i grillini hanno perduto la principale caratteristica di movimento alternativo. Non avendo un’ideologia di riferimento, talvolta sfugge anche a loro stessi il ruolo che occupano nella società. Se cioè siano un movimento di opposizione oppure di governo. Trascurano, con una leggerezza che tende allo sdegno, il livello municipale. Quella forma di minuta democrazia – che Aldo Moro definiva, non a caso, “dalle radici dell’erba” – da cui traggono origine tutte le forme di civiltà più evolute.
L’unico partito in grado di resistere all’usura del tempo è la Lega. Intanto è il solo superstite proveniente dalla prima Repubblica, ma soprattutto è l’unico capace di promuovere sui territori attività di carattere politico. Iniziative capaci di saper attrarre una potenziale classe dirigente, assieme a una militanza che, di volta in volta, viene chiamata a esprimere la propria opinione su tematiche più o meno attuali. Non solo reclutata alla bisogna, a prezzo di centinaia di telefonate, per battere le mani all’ex leader di turno, con accanto il capetto locale che già guarda alla prossima ricollocazione.
Fiordomo: nuova sfida da civico «Se avessi ascoltato il Pd, non avrei mai fatto il sindaco»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Dopo i fatti tragici che si sono successi a Macerata c’e’ stato il boom della Lega.
@ Marco Romagnoli: ……e la sinistra continua con le marce “antirazziste” pro immigrazione come in Ancona enfatizzando la “partecipazione di ben 90 sigle” e duemila manifestanti , la solita claque di cui è maestra ma a cui la stragrande maggioranza degli Italiani anche di sinistra non crede, puro masochismo anziché fare una doverosa autocritica…..
Giuste considerazioni sullo stato di salute della Lega, che sembra abbastanza buono. Tuttavia mi sembra indispensabile che la stessa Lega si attrezzi quanto prima con riconosciuti dirigenti locali, legittimati a rappresentare il partito, a trattare con le altre forze politiche e a incontrarsi con i cittadini potenziali elettori.
Tutta la situazione locale non può di certo reggersi a lungo sulle spalle del commissario regionale Arrigoni.
“In primo luogo non dovrà il Poeta moderno aver letti, né legger mai gli Autori antichi Latini o Greci. Imperciocché nemmeno gli antichi Greci o Latini hanno mai letti i moderni.
Non dovrà similmente professare cognizione veruna del Metro e Verso Italiano, toltane qualche superficiale notizia che il Verso si formi di sette o d’undici sillabe, con la quale Regola potrà poi comporne a capriccio di tre, di cinque, di nove, di tredici e di quindici ancora.”