Alfredo Mancini durante l’incendio del luglio scorso
«Noi siamo disposti a delocalizzare, ma ci dicano dove». Sono le parole di Alfredo Mancini, amministratore unico della Orim, l’azienda di rifiuti con sede a Piediripa devastata da un incendio a luglio dello scorso anno. Da allora l’azienda è chiusa, per mesi è stata anche sotto sequestro. Ora, mentre l’area è ancora soggetta a ordinanza di inagibilità ed è pendente un provvedimento di sospensione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), si sta lavorando per riaprire quanto prima e attenersi alle prescrizioni imposte dalla Provincia. «Fermo restando l’illegittimità di alcuni atti amministrativi che abbiamo impugnato al Tar, come l’ordinanza di inagibilità e la sospensione dell’Aia – spiega Mancini – stiamo lavorando per terminare quanto prescritto, subito dopo ci metteremo a ricostruire e poi saremo pronti a ripartire. Penso non prima di metà aprile o maggio. C’è necessità di lavorare, i dipendenti sono vogliosi di ripartire quanto prima, è impensabile essere costretti a rimanere fermi in questo modo». Ma la voglia e l’impegno di ripartire, non escludono che l’azienda non sia disposta a spostarsi da Piediripa. Nonostante il titolare ci tiene a precisare che l’azienda ha avuto la possibilità di insediarsi nella frazione come industria insalubre oltre 30 anni fa. «Noi siamo sempre stati disponibili a muoverci – aggiunge Mancini – basta che ci dicano dove andare. Adesso ci sarebbero anche i finanziamenti dello Stato per le aree del cratere, per cui siamo pronti. Sono anni che cerchiamo di allargarci, abbiamo provato da Gela fino a Torino, ma senza risultati. E nessuno ci ha mai dato indicazioni. Il punto è che le aziende che fanno bene all’ambiente come la Orim non sono ben viste, è come se fossimo i più delinquenti del mondo. Qui in provincia è emblematico il caso di Muccia, dove c’è chi è diventato sindaco dicendo no alla Orim. E oggi dopo l’incendio penserà anche di aver fatto bene, quando in realtà l’incendio non ha fatto male a nessuno se non alla Orim stessa».
(redazione CM)
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Dover leggere che ” l’incendio non ha fatto male a nessuno ” la trovo un’ uscita di pessimo gusto oltre che irrispettosa, innanzitutto verso tutti gli operatori che hanno agito per fronteggiare l’emergenza, poi irriguardevole verso la popolazione che si è dovuta barricare in casa per giorni, con la paura e il dubbio che quello che si è dovuta respirare e bere possa portare a conseguenze importanti.
A fronte di questi legittimi dubbi una cosa però è certa: che lei, sig. Mancini, ha proprio una bella faccia tosta! E adesso si chieda perché non trova nessuno che è disposto ad ospitare la sua attività.
“Noi siamo disposti a delocalizzare, ma ci dicano dove” Alfredo Mancini (titolare Orim ndr). Innanzitutto date le sue affermazioni sig. Mancini vorrei sapere se l’attuale allocazione le è stata assegnata a suo tempo da qualcuno? Poi le sfugge un particolare non da poco essendo lei un imprenditore che c’è il cosiddetto RISCHIO D’IMPRESA che, a mio avviso, non devono essere persone terze che le indicano dove andare bensì è lei a scegliere il posto poi, come in tutte le attività di impresa, non “funziona” beh! allora sono fatti suoi.