di Giancarlo Liuti
A Macerata il primo nato del 2019 – pochi minuti dopo la mezzanotte – è Ozan Emini, figlio dei macedoni Tahran e Beaze Sulejmanoska che da tempo risiedono nella nostra città. L’usanza soprattutto augurale di rendere pubblica nei giornali la notizia del primo nato dell’anno esiste da tempo e anche se non si è trattato di una “gara ginecologica” sono stato contento che l’abbia vinta il piccolo Ozan, uno “straniero italiano” o un “italiano straniero”.
Ma stavolta c’è qualcos’altro che riguarda il futuro nostro e della nostra società. I genitori di Ozan, infatti, non sono italiani mentre lui lo è diventato nascendo. E questo c’induce a riflettere su un fenomeno che giorno dopo giorno sta cambiando – anzi, lo sta migliorando – il nostro modo di vivere. E mi riferisco alla cosiddetta “integrazione” fra esseri umani di origini diverse ma sempre più “uguali” nei diritti, nei doveri e nei rapporti con gli altri.
Per secoli – e fino a poco tempo fa – il mondo non era così. Diviso fra popoli ognuno con la sua storia, la sua cultura, la sua lingua e le sue ambizioni per il domani, in quel mondo prevaleva la difesa ad ogni costo della propria parte o la conquista ad ogni costo delle parti altrui. E non passava anno in cui anche in Europa non scoppiasse una guerra, che era grande o meno grande a seconda delle nazioni che vi partecipavano. Nel Novecento, ad esempio, ce ne furono due, entrambe su scala mondiale ed entrambe con montagne di morti: la prima ne ebbe dieci milioni, la seconda di più, circa ventidue milioni, tutti ovviamente celebrati con la retorica dell’amor di patria.
Ma verso la metà del secolo scorso il mondo cominciò a persuadersi che quel prezzo era troppo alto e non conveniva a nessuno. Di guerre, intendiamoci, ce ne sono ancora, ma non così catastrofiche come nel passato. E in futuro? Nessuno lo sa con certezza. E, anzi, è sufficiente che per qualsiasi ragione specie economica gli Stati Uniti litighino con la Russia e subito circolano voci sul pericolo di un nuovo, ma per ora molto improbabile, conflitto mondiale.
Però attenzione, perché qualcosa di brutto nell’aria che respiriamo continua ad esserci, qualcosa che non ha nulla da spartire con la guerra ma ne rappresenta l’istinto iniziale. E sto pensando al diffondersi, e non solo fra i giovani, del gusto della violenza, che per quanto ne so leggendo i giornali e guardando la tv ha ormai raggiunto – in tutta Italia e naturalmente pure a Macerata – un livello che dovrebbe preoccuparci. Non passa giorno, infatti, che in via Cioci e in altre vie periferiche non si verifichi una scazzottata o una lite verbale fra studenti appena usciti da scuola. La violenza, ripeto. E mi chiedo se non sia proprio questa la malattia contagiataci dalla modernità. Cos’altro dire, sennò, di quanto è accaduto a Milano fra gli “ultrà” dell’Inter e del Napoli, armati di mazze, spranghe, bastoni e perfino di “auto pirata”, una delle quali ha ucciso in un agguato uno dei cosiddetti “tifosi” dell’Inter giunti anche da Varese e da Nizza non certo per assistere a una partita di calcio ma per partecipare a un’autentica guerra?
Doppio fiocco azzurro a Macerata: Jordan saluta il 2018, Ozam è il primo nato in provincia
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Vedo che Le basta poco per essere contento.
…beato colui che vive di illusioni, meno beati coloro a cui tocca ascoltarlo!! gv
forza Kalergi, forza Liuti
son finiti i tempi cupi…
Liuti, non basta l’integrazione tra persone di etnie diverse, ci vuole anche l’integrazione, meno banale e più difficile da immaginare (nessuno ne parla), tra le persone straricche e i clochards.
Un neonato non può far paura: si affida a chi si prende cura di lui al di là del colore della pelle. Vivrà solo se qualcuno lo ama e il Padre non lo farà mai sentire su questa Terra “straniero” e mendicante d’amore.
Matteo 10, 34:
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.”
Pare di intravedere un certo razzismo verso i caz.zari e gli ingiusti…
Vi invidio perché riuscite a capirlo. I genitori sono macedoni e lui sarebbe italiano perché nato a Macerata e questo integra. Di sicuro c’è un’integrazione da parte di Liuti con tutte le cose che scrive ogni domenica dove sembra sempre che voglia sempre rimuovere qualcosa che poi va ad ammucchiare nel suo cassetto interno, il suo subconscio dove anche il suo psichiatra si rifiuta di avvicinarsi. Questa volta però sembra che voglia rimanere fedele al suo conscio che è l’Io consapevole, con cui percepisce la realtà, sua naturalmente e da dove elabora le sue tesi come in questo caso sociale e sempre attinenti alle altre che seppur gli cambia qualche parola, le inquadra in una situazione diversa , il risultato è sempre quello: “Vogliamo che Macerata continui secondo la novella del buon pastore Carancini e che il suo scriba ex Umano Solidale, ritorni ad accudire le pecorelle smarrite, non quelle già finite a Fontescodella oramai tramutate in lupo ma quelle che ancora nel loro vello bianco (o è nero? ) arrivino nuovamente a noi pronti ad accoglierli come figli prodighi che dopo aver dilapidato il loro patrimonio in un viaggio in ultima e anche pericolosa classe vengono a noi, affinché il pastore le rifocilli e poi li invita a predicare per il mondo come bisogna fare per rifarsi il patrimonio dilapidato. Rubando, spacciando nei per loro migliori dei casi, brancolando nell’ombra come cani prima arrabbiati e poi rabbiosi che però non cercano più il pastore e questo esula da qualsiasi vangelo dove si predica sempre la bontà che a Macerata nei luoghi a voi cari non c’è mai stata e l’accoglienza ha simulato il malaffare e scriverei anche il meretricio per chi si vende a loro anche tramite articoli che in qualche maniera anche se non pagati ( forse ) da qualche altra parte trovano ristoro. Liuti hai il conscio, però non ha il subconsio sennò lo piglierebbe a schiaffi dalla mattina alla sera perché di solito non è iscritto allo stesso partito del conscio. Eppoi Liuti se io nasco da un Curdo e da una Armena mentre passo per Istanbul, vaglielo a dire tu ad Erdogan che sono sono turco. Io se fossi Ozan Emini, a chi mi chiederebbe la nazionalità risponderei orgogliosamente “ Macedone e anche cittadino italiano ma prima di dire che anche per quest’ultima ne sono orgoglioso aspetterei un po’ perché non mi sembra di vedere gente tanto allegra fatto esclusione per chi scrive sempre qualcosa che fa comodo a lui o chi per lui. Vedo tanta miseria, sociale, politica soprattutto ma anche quella sociale è un soprattutto. Non so quanto dovrò diventare grande per dire: Oh però, credevo peggio! “. Si Liuti ma nel migliore dei casi. Liuti sei anacronistico, irreale, fumoso come un banco di nebbia a Terranova, mai vista ma non deve essere diversa da quella provocata dal fumo in un retro bar a giocare a poker. Per la seconda parte, noti che in Via Cioci fanno a cazzotti o si ammazzano alle partite. Che dici, saranno felici di vivere?